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Autore: LanceTheWolf    30/10/2017    3 recensioni
Fen è una ragazza distratta, un po’ troppo spesso con la testa tra le nuvole, ma con un cuore grande, che vive sola con sua nonna e suo cugino a Ba Sing Se. Studia alla facoltà di archeologia e si strugge d’amore per l’ex-ragazzo che l’ha lasciata, preferendole una ragazza diversissima da lei, sia fisicamente che caratterialmente.
Questa è una storia scritta a due mani (Lance e Mokuren), che si svolge nel mondo di Avatar, ma in un epoca più moderna. Le nazioni sono ancora divise, anche se il clima appare più disteso, non fosse per la guerra civile tra le Tribù dell’Acqua che si protrae da quasi un secolo.
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’Avatar


“Troppa, troppa gente” Aveva pensato Fen, mentre Min le saltellava intorno cercando di usarla come un trampolino o qualcosa del genere. “Odio le resse, soprattutto perché, grazie alla mia scarsa altezza, finisco sempre col sentirmi soffocare da mura umane. Non riesco nemmeno a localizzare quella stanga coi rasta.” Aveva sbuffato continuando a guardarsi intorno, fin quando una voce curiosa non aveva attratto la sua attenzione: un ragazzone della terra, più spaesato di lei e con la barbetta di un paio di giorni, sembrava incuriosito dagli eventi. “Non avrei mai creduto di poterlo dire, ma questo è più ‘colosso’ del mio cugino ‘colosso’, appunto.”  Aveva pensato la ragazza con un pizzico di ironia. “Ad occhio e croce alti uguali, ma ‘Barba incolta’ è largo il doppio, un vero armadio vivente.”
-Ho solo 25 anni. Gli spiriti mi sono testimoni!- Aveva esordito quel ragazzo dopo un botta e risposta con Min.
“La Nonna lo dice sempre che la barba invecchia!” Se l’era risa Fen mentalmente. Prima di volgersi verso una risatina femminile, argentea e incantevole proprio come la fanciulla che l’universitaria si era trovata davanti agli occhi.
“Oh, spiriti! È bellissima." Era balenato nella sua mente come un fulmine a ciel sereno. Era il suo esatto contrario di donna (ovvero tutto quello che lei, tapina, avrebbe voluto essere e non era), ma, d’altro canto, il suo ideale femminile era leggero ed etereo, proprio come quella maestra dell’aria (come testimoniavano i tatuaggi che mostrava sul corpo), non rientrava per niente nello standard del Regno della Terra in cui lei, chiaramente, si rispecchiava appieno.
Per un secondo il resto del mondo per Fen era scomparso difronte a quella visione.
“Non può essere vera! Ha esattamente il tipo di curve che mi sono sempre figurata come la perfezione, non certo il mio ridicolo davanzale sovrasviluppato e la mia altezza di ‘due mele o poco più’.”  (E quando una persona comincia ad autocitarsi nella canzoncina di un cartone animato…).
Per fortuna di Fen, il ‘25enne’ della terra e il forte vocione che questi si ritrovava, l’avevano scossa, riportandola con i piedi in terra.
“Lo sguardo di questo gigante barbuto è gentile e divertito, non uno sguardo che mette paura, malgrado quel che stanno dicendo di lui quella meraviglia di donna e i due nuovi arrivati. La mia Nonnina lo dice sempre: ‘gli occhi sono lo specchio dell’anima. Devi guardare gli occhi di una persona per avere un sentore della personalità che racchiudono.’ E… questo ragazzo non ha uno sguardo malevolo, solo un po’ troppo sfrontato. Sì, sfrontato, questo sì.” Non aveva avuto il tempo di terminare quel ragionamento che, alla stima degli eventi da parte di quel Ling (questo, aveva capito, fosse il nome del colosso), non era riuscita a trattenere una risata divertita. “Un politico tirato a lucido con seri problemi di acustica.” Aveva ripetuto nella sua mente. “Esilarante, non fosse che, quello che cercava di parlare in quel maledetto microfono scassato, altro non era che il nostro presidente. Che figuraccia!”  Aveva scosso il capo rassegnata, ma si era bloccata di colpo trovandosi sfiorata dalla mano della fanciulla dell’aria che, dopo essersi fatta scorrere tra le dita una ciocca dei suoi capelli, le aveva detto qualcosa. Il suo imbarazzo crescente non le aveva permesso di capire appieno le parole che le erano state rivolte, ma dovevano essere state dei complimenti; non che ne fosse stata sicurissima, se però così non fosse stato, Min sarebbe saltata certamente alla gola della maestra dell’aria, data l’iperprotettività dell’amica nei suoi confronti. Era riuscita a balbettare un imbarazzato: -Grazie.- Dandosi mentalmente dell’idiota per essere tanto imbranata e tentando di riprendersi prima che, la fanciulla dai corti capelli castani, potesse pensare che fosse una povera ebete o che fosse direttamente dell’altra sponda.
“Anche se su di una donna così, chi non ci farebbe un pensierino?”  Fen quasi aveva ringraziato Ling di averle evitato un’altra figuraccia, distraendole quella meraviglia con i suoi modi ‘particolari’ per un… Beifong?
“Davvero questo ragazzone è uno dei discendenti della Signora del Metallo?” Si era domandata mentre il suo stupore aveva fatto eco alla presentazione completa del ragazzo e alla voce maschile di uno dei nuovi venuti… “Ah, i nuovi venuti, giusto!” Quando, focalizzato quel suo pensiero, si era decisa, finalmente, a volgere lo sguardo verso gli ultimi arrivi, era rimasta nuovamente stupita; non incantata come davanti a quella bellezza dai giganteschi occhi nocciola, ma… “Gemelli!”
Quello che si era trovata di fronte era un evento talmente raro e singolare, che non le era riuscito di non rimanere inebetita a fissare i due ragazzi; nell’assurda convinzione di cercare delle differenze nel loro aspetto, per sentirsi una cretina nel momento immediatamente successivo, pensando che…
“Sono gemelli, appunto, non si chiamerebbero così se non fossero essenzialmente identici!” Si era canzonata mentalmente, anche se, doveva ammettere, quella sua ricerca di particolari non era stata del tutto inutile; il suo sguardo era rimasto intrappolato su quello che, era sicura, fosse un cimelio secolare: la spada che uno dei due ragazzi esibiva al fianco, dal fodero prezioso e finemente intagliato, di evidente fattura della Nazione del Fuoco.
Improvvisamente, al termine di quella valutazione, nella testa di Fen, come tanti tasselli di un puzzle, erano cominciati a unirsi i diversi elementi che aveva davanti agli occhi, fino a formare un quadro più completo. “Possibile? L’annunciato arrivo dell’Avatar in città, preziosi cimeli, una Maestra dell’Aria, un gigante del Clan del Metallo, due gemelli del fuoco…” Nemmeno il tempo di formulare adeguatamente quella supposizione che Ling, indicando uno dei gemelli, dichiarò con una tranquillità disarmante: -Lui è l’Avatar.-

Min si irrigidì al suo fianco, fissando a occhi sgranati l’unico di quella compagnia a non aver ancora proferito parola. Un lungo e profondo respiro fu l’unico atto in grado di concedere a Fen di poter rimanere il più calma possibile, nella speranza di non inciampare in una delle sue solite figuracce, proprio davanti all’Avatar e a quelli che, ragionevolmente, erano i suoi guardiani.
Si inchinò appena, cercando di essere il più aggraziata possibile, esibendo una naturalezza che certo non provava, vista l’agitazione che le montava dentro, prima di sorridere al piccolo gruppo, dicendo: -Ben trovati signori, io sono Fen Shu e questa è, la mia amica e compagna di studi, Min. Se cercate l’Università di Ba Sing Se, saremo ben felici di accompagnarvi. Abbiamo il piacere di appartenere alla facoltà di Archeologia e, di conseguenza, di studiare proprio sotto l’esimio Professor Chao Chin.-
La sua nonnina, se l’avesse vista in quel momento, sarebbe stata sicuramente fiera di lei e delle buone maniere che aveva mostrato. Anche perché questo avvalorava finalmente tutti gli sforzi dell’anziana signora nel cercare d’instillare in Fen, sin da quando era piccola, un briciolo di etichetta.
Uno sguardo a Min con la coda dell’occhio: la vide annuire al suo dire e inchinarsi a sua volta, forse un po’ troppo… ingessata. “Oh Spiriti! Spero di non essere stata anch’io così rigida!”
Lo stridio fastidioso del microfono sul palco, la costrinse a portarsi una mano all’orecchio e, complice l’agitazione, Fen Shu si lasciò sfuggire dalle labbra: -Per futura referenza, il ‘politico tirato a lucido con seri problemi di acustica’ è il presidente Kira che, insieme alla folla, sta aspettando l’apparizione dell’Avatar. Questo per rispondere alla domanda iniziale di Ling su cosa si sta festeggiando.-


-Bene, allora muoviamoci, ragazze. Vi seguiamo!- Esordì Ling gettando le braccia sulle spalle di Fen e Min, appoggiandosi a loro con sin troppa familiarità.
La donna dell’aria scosse la testa rassegnata a quell’atteggiamento, con un leggero sorriso a impreziosirle le labbra già graziose di loro.
Anche il ragazzo con la spada si mosse di un paio di passi e avrebbe probabilmente detto qualcosa, non fosse che il gemello, dopo aver accennato a seguirlo non avesse in realtà volto lo sguardo verso le gradinate, fermandosi e fissando quello che doveva essere il pulpito.
Fen e Min notarono chiaramente a quel fare le labbra di Fumio (così avevano presentato il gemello dell’Avatar) piegarsi in una smorfia, quasi sapesse, o temesse, cosa stesse per accadere.
-Eiji, andiamo, non siamo qui per questo.- Disse.
L’Avatar accennò un leggero movimento del capo, quasi a rimarcare quanto detto dal fratello, ma mostrando uno sguardo deciso… -Queste persone sono qui per l’Avatar.-
-Eiji, non siamo qui…-
-Lo so Fumio, ma sono qui di prima mattina nella speranza di incontrare il Custode. Io sono il Custode, io sono l’Avatar. Non posso deluderli.”
Fumio sbuffò rassegnato e divertito al tempo stesso. -Poi non dite che non ci ho provato!- Disse rivolgendo uno sguardo ai due compagni di viaggio, prima di accostarsi al fratello. -Ok, facciamolo, ma se dovesse succedere qualcosa…-
-…Me ne prenderò tutte le conseguenze!- Lo interruppe ancora l’Avatar con un ghigno divertito non dissimile da quello del gemello.
-Ahhh, come se potesse prendersele qualcun altro: sei tu l’Avatar, chi vuoi in caso vorrebbero aggredire, massacrare, uccidere?- Brontolò sarcastico Fumio, puntando i pugni sui fianchi e facendo cenno a Ling e Mai di intervenire.

Ling sbuffò a quelle parole stringendo la presa attorno alle spalle delle due ragazzine, senza far loro male, ma sufficientemente per trovarsi i loro visetti attaccatissimi al suo e sussurrare: -La colpevole di tutto questo me la pagherà, parola di Ling!-
Il tono basso e cupo non presagiva nulla di buono, questo prima che lasciasse la presa per scoppiare a ridere di cuore.
-Ahahaha, mi dovete un Dango, no, anzi due!- Aggiunse divertito, scrocchiando lentamente le vertebre del collo e le mani una dentro l’altra. -Andiamo si cominciaaaa! Mai.-

Sentendosi chiamare la ragazza dell’Aria, allargò il suo sorriso e accennando un grazioso, quanto profondo ed elegantissimo inchino verso quel bestione della terra…
-Come desidera ‘Lord Beifong’!- C’era dell’ironia nella sua voce e sul suo bel viso. Poi, fu un secondo: rialzando la schiena, sollevò il suo bastone, lo roteò in alto sulla sua testa, prima di abbassarsi agilmente, piegando una gamba e scivolando con l’altra in avanti fino a stenderla del tutto, per falciare così l’aria con un gesto deciso.
Da lei, un vento freddo, particolare per quella stagione, si disperse rapido sulla folla, sufficientemente potente da richiamare l’attenzione dei presenti sulla fonte di tale stranezza.

-Oh mamma!- Esordì Min intimorita da quanto visto, mentre con una mano tentava di tenersi i capelli smossi da quel vento, lontani dai suoi occhi, pur di non perdere un solo attimo di quel che stava succedendo.

Gli astanti si volsero verso di loro.
-Cosa… cosa sta succedendo… cosa?- Echeggiò la voce del presidente resa fastidiosa dal microfono mal funzionante.

Ling Beifong ergendosi impettito e altissimo, per gli standard della terra, si mosse sotto lo sguardo dei presenti con andatura fiera e decisa. -Fate largo, signori, l’Avatar è tra voi.-
A quel dire la folla si divise, permettendo all’incedere del ragazzo di aprire la fila. Alle sue spalle, in perfetta sincronia, si mossero i due gemelli con lo sguardo fisso davanti loro.
Mai, tornata in posizione eretta, prima di seguire i compagni e chiudere la coda, lanciò verso Fen e Min un sorriso gentile dicendo: -Venite!-
A quell’ordine, espresso con tanta dolcezza da non sembrar quasi una richiesta, Min annuì decisa.
-E quando mi ricapita!- Esordì muovendosi rapida fin al fianco della donna che l’aveva invitata, seguita immediatamente dall’amica.
All’universitaria dagli occhi marroni, la marcia sulla gradinata sembrò interminabile, mentre lo sguardo di tutti i presenti era puntato su quella piccola processione.

Arrivati sul palco…
-Avatar!- Disse il presidente accennando un breve inchino. -Non vi aspettavamo così di buon ora, stavamo ancora sistemando i…-
-Giustappunto. Permette?- Intervenne Ling, mentre Eiji volgeva un sorriso confortante verso il Presidente Kira. Anche se quanto proferito dal ragazzone poteva sembrare una richiesta, non lo era affatto. Ling afferrò il microfono e, per i più vicini, non fu difficile notare un bagliore verde baluginare nel suo sguardo.
-Adesso è a posto, mio Avatar.- Concluse il ragazzo dalla barba incolta, rivolgendo un inchino al suo signore.
Se quello che aveva usato era dominio del metallo e la sua dimestichezza nell’elemento era stata tanta da poter dare forma e funzionalità ad uno strumento complesso come quel microfono, questo voleva dire solo che la sua abilità andava oltre quelle conosciute fino a quel momento e che, aldilà dell’aspetto trasandato, questi possedesse una profonda conoscenza delle strumentazioni elettroniche.
Il presidente Kira non sembrava ancora trovar le giuste parole e mentre tentava di aprir bocca, con il risultato di boccheggiare come un pesce fuor d’acqua, Ling terminò di sistemare il microfono al Custode.
-E queste due ragazze, io…- Borbottò il politico.
-Fen e Min sono le nostre guide in questa città, ma non mi preoccuperei tanto per loro, quanto per voi, Presidente Kira: per quando spiegherete, all’Avatar Eiji, il motivo di tutta questa buffonata, ma adesso, siate cortese e… sorridete. Mi raccomando, il pubblico ci osserva.- Furono le parole di Mai, rivolte sottovoce al presidente, mentre sorridendo gli sistemava amorevolmente il nodo della cravatta.

L’Avatar si accostò al microfono con quel solito sorriso placido, che lo mostrava più simile ad un bonario monaco dell’aria, che a un uomo della Nazione del Fuoco. -Cittadini di Ba Sing Se, ammetto di non aspettarmi una simile accoglienza. Tutto questo riempie il mio cuore di gioia. Vi ringrazio per il vostro calore e spero di poter essere all’altezza delle vostre aspettative. Come sapete non è mia abitudine mostrarmi in pubblico, ma non potevo deludere i vostri sforzi, malgrado il tempo esiguo a mia disposizione, come ben dovrebbe sapere il vostro amato presidente. Se vi domandate il perché della mia presenza qui, è dovuta ad una delle esimie personalità e argute menti di cui la vostra splendida città si può far vanto e che ha acconsentito ad offrirmi il suo appoggio nella ricerca dell’equilibrio: lo stimato professor Chao Chin della facoltà di Archeologia della vostra prestigiosa università.-
-Non si fa problemi a rivelare il motivo della sua presenza qui?- Si lasciò sfuggire Min stupita.
-Perché mai dovrebbe, Signorina!- Arrivò placida la risposta del ragazzone della terra, malgrado il suo sguardo fosse fisso sull’uomo dalle vesti rosse al centro del palco. -Piuttosto, notata la frecciatina al presidente?- Aggiunse divertito nel tono. -Il nostro Avatar è uno spasso!- Concluse, mentre la folla prese ad applaudire al termine di quel discorso.
-Preparatevi a muovervi, Eiji non concederà spazio alle domande.- Disse Mai su quell’applauso, con una nota di tristezza nella voce.
Fumio era al fianco destro del gemello, immobile e con lo sguardo severo rivolto alla folla.
-E come potrebbe, bellezza mia, con quel cagnaccio del fratello che guarda tutti come se dovesse dargli fuoco da un momento all’altro?- Rispose Ling.
-Ora se permettete, signori, il mio impegno in questa città mi richiama altrove.- Concluse l’Avatar con un cenno deciso del capo, un sobrio inchino per salutare quelle persone accorse solo per acclamarlo.
Aveva ragione Ling, chi mai avrebbe sfidato lo sguardo assassino di quel dominatore del fuoco, ma… -Permette una domanda, Avatar Eiji.- …Non conosceva il Cugino di Fen. E si sa, un dominatore dell’acqua non può che rispondere ad aggressività con altrettanta aggressività, se questa viene da chi manipola l’elemento a lui contrario.
L’Avatar del fuoco si era già voltato per andare, quando quella voce lo stupì al punto da cercare la fonte di tanta impertinenza. Volse nuovamente, sulla folla, i suoi occhi rossi.
-Saresti?- Domandò rapido e categorico Fumio.
-Jin, freelance della rivista ‘Il Cuore di Ba Sing Se’.- Ovviamente il Cugino di Fen si era ben guardato dall’aggiungere che si trattava solamente del giornalino universitario.
-Bene Jin, dimmi.- Intervenne a quel punto Eiji, curioso e ormai tornato sui suoi passi.

“Lo sguardo di Jin, mentre l’Avatar parlava, è rimasto tutto il tempo puntato su di noi.” Riflettè Min. “Quegli occhi gridavano al tradimento, ne sono sicura! Mi detesta, ora mi detesta, lo sento! Addio ai miei sogni romantici, dopo questa non avrò più alcuna chance con lui. Mi odierààààà per sempreeeee! Grazie, grazie, razza di colosso e signorina bellemaniere!” Inveì mentalmente verso i due dominatori al suo fianco, cosciente in realtà di essere stata lei stessa causa di quel pasticcio, accettando l’invito di seguire quelle persone sul palco.
 
-Che sia ‘una sola’ domanda.- Intervenne Fumio fulminando quel ragazzone dell’acqua con uno sguardo penetrante e cupo.
-Una, come è vero che mi chiamo Jin.-
“Ok.” Pensò Min. “La sua professionalità a volte fa acqua da tutte le parti... ahahhah, acqua. Oh cielo, mi sto facendo le battute da sola! Certo però è uno schianto con quella camicia aderentissima, già mi ci vedo spalmata addosso su una spiaggia tropicale e…”
I suoi assurdi pensieri vennero interrotti dalle parole di Jin: -Immagino voi siate giunto qui per gli studi del professore sul fantomatico quinto elemento. Ovviamente siete anche cosciente che il governo ha sequestrato tutto il materiale della ricerca ritenendola una pericolosa montatura, come pensate quindi di risolvere questo problema?-
Jin era astuto, aveva posto in un’unica domanda un intero argomento che normalmente avrebbe richiesto un dibattito approfondito e non una semplice risposta, una sola non sarebbe mai bastata, eppure… stava parlando con il Custode dell’Equilibrio, il secondo Avatar dopo l’Avatar Korra ed era risaputo da tutti quanto questa odiasse la politica in tutte le sue forme.
Un sorriso soddisfatto curvò le labbra di Eiji, mentre nel suo sguardo brillò una nota di soddisfazione e di sicurezza.
-Io sono l’Avatar.- Fu la sua risposta schietta, fissando il ragazzo che aveva difronte.
Quella semplice frase fu sufficiente a dare una chiara idea di quanto avrebbe messo in campo se necessario.
Jin sembrò stupito ed emozionato al tempo stesso, da quella risposta.
Prima che chiunque altro potesse aprire bocca, Fumio prese il microfono dicendo: -Questo, signori, e tutto. Il viaggio dell’Avatar è stato lungo e faticoso, se vorrete, potrete porre le vostre domande al presidente Kira che sarà più che lieto di rispondere per noi.-
-Amo Fumio quando fa di queste uscite! Povero presidente Coso… sì, Coso, quello, com’è che si chiama?- Commentò Ling mentre si apprestava ad aprire la strada all’Avatar, seguito dal resto della comitiva. Ovviamente nessuno dei suoi compagni ritenne necessario rispondere a quella domanda.

Appena il dominatore della terra, aiutato dalla sua enorme stazza, condusse il piccolo gruppo lontano dal caos…
-Signorine, se potete farci strada come promesso, ve ne saremo grati!- Richiese l’Avatar volto alle due universitarie di Ba Sing Se.
   
 
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