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Autore: LunariaScrittrice    01/11/2017    2 recensioni
Ehilà sono Lunaby, quella che scrive tutto su Yugi e Yami, ed infatti ecco qui una nuova storia!!
Si riprende da dopo il film " Yu gi oh the darkinside of dimension. "
la storia sarà dal punto di vista di Yugi Mutou.
" Mi risveglio per poi sentire che altre lacrime ho versato per poi guardare il sole dalla finestra che indica il mattino. « Mi sono innamorato di lui... »
A capirlo metto una mano in faccia, arrossisco e mi inizio ad odiare. « Sono pazzo! Come è accaduto? Proprio ad un fantasma...»
E so che questo mai muterà.
So che morirò a cercare una persona che corrisponda ad Atem.
So che vivrò nel tormento.
So che tornerò falso.
So che mentirò a me stesso.
So cosa accadrà.
Come un pazzo urlo guardando in alto. « PRENDITI LE TUE Responsabilità! IO COME CAVOLO VIVO ORA?
DOVEVI LASCIARMI MORIRE! SEI IL SOLITO EGOISTA, STUPIDO FARAONE!! MI SONO INNAMORATO! TI ODIO!»
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Atemu, Un po' tutti, Yuugi Mouto
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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UN' AMICIZIA NATA PER CASO

Non so come arrangiarmi in questa situazione.
Se sapessi come usere la magia, imprigionerei la persona in un gioco diabolico solo per farmi dare quei maledetti negativi, ma nulla , la paura non vuole abbandonarmi.


 

Le ho provate tutti, soldi, occhi dolci, tono mortifico, ma contro un adulto cosa mi rimane se non l'acettazione al mio futuro?
No, non voglio, deve esserci un modo…
Cosa farebbe il faraone?


Non mi è difficile saperlo, il problema è realmente farlo, quindi passo al bluff, almeno credo sia ciò. « Non le conviene divulgare questa informazione, non avrebbe una vita serena glielo assicuro. »
Il ricatto è l'ultima che mi rimane, ma quanto avrebbe funzionato?
Mio nonno rimane accigliato, sa che io non sono un ricattatore, ma forse capisce la situazione. « Yugi… »
Io continuo. « Già, mi basta scrivere ad un amico e potrebbe perdere il lavoro all' istante. » Non è proprio una bugia, ma non so se questa persona sarebbe disposta, tuttavia Saburo pare incuriosito, ma pare non crederci. « E chi sarebbe?»
Ammetto con tono serio. « La Kaiba Corporation. » Di certo Seto non mi avrebbe aiutato ma credo che per il segreto del gioco delle ombre non obbietterebbe.
Saburo rimane senza parole. « Stai mentendo. »
Ma si nota così tanto?
« Assolutamente no, ho contatti con loro e anche con altre famiglie potenti. »
L'altro però non crede; deve avere molta diffidenza nelle mie parole, normale ho solo diciassette anni. « Non ci credo, se è vero, perché non glielo chiedi ora? »
Il battito cardiaco accellera, questo uomo mi sta spaventando.



 

Non serve, cosa invento?!

Cedo; è proprio persa, non ho nemmeno il numero di Mokuba figuriamoci: per avere un contatto con loro dovrei chiamare la reception poi parlare con la segretaria e farmi dare appuntamento, ma da quell che so ora il presidente è assente, ma non so il motivo, al massimo c'è Mokuba ma dubito che possa avere accesso quanto Seto.
Non posso nemmeno contattare Pegasus anche se credo che mi userebbe per la magia e sapesse tutto; inutile ho le mani legate.

Questo silenzio fa capire al giornalista come stanno le cose. « Lo sapevo, non ci sei amico. »
Mi sento anche umiliato, sentimenti che non sentivo da circa cinque anni, ma non piango, solo sto sperando in un miracolo.

L'uomo intanto raggiunge l porta per andarsene ed io lo seguo proibendogli di uscire. « No non se ne vada. »
L'altro esclama. « Levati, sto perdendo tempo prezioso. »

Quando tutto è perduto, le mie speranze inizio a piangere sperando che giunge un miracolo, ma anche che stia male qualunque cosa che avrebbe proibito il suo avanzare.

SAburo non acenna a niente di ciò che penso, e intanto apre la porta ma vede una persona che mormora « Sta andando via? »


 

Quella voce mi sembra di averla già sentita, ma non è di Atem bensì di colui che ho visto a natale.
Incuriosito vado a guardare per poi notare un uomo dalla chioma nera, corta dal taglio spettinato, lui ha occhi verso il blu puro lucente che pare quasi quello della stessa notte, poi beh, ha un visetto armonioso ma la sua espressione non è per niente innocente.

Saburo a vederlo non parla, pare come se avesse visto un incubo e intanto indietreggia tornando così dentro casa mentre l'altro avanza per poi guardarmi, ma non mi saluta, a dire il vero lui mai mi ha salutato, come se non avessi valore, e infatti credo che lui non mi veda nemmeno un pari, e se a me non vede ciò, immagino che per gli umani sia molto peggio.

Per precauzione mando via mio nonno verso la cucina. « Nonno, perché non prepari del caffè per gli ospiti? » Uso come scusa.
« Ma lo conosci? » Domanda l'uomo.
« S-Sì è mio… amico? » Forse risulto arrogante, sfacciato, ma che posso inventarmi per calmare mio nonno e non fargli capire che quello mi spaventa quanto il giornalista.
« Ah capisco. » lo convinco, poi torno nel atrio. « Mi vuole aiutare? »
Saburo domanda. « Tu lo conosci?! »
Annuisco, ma non capisco perché ci è spaventato, che ci vede la morte forse? « Ecco, diciamo che non è la prima volta che lo vedo. »
Alla fine il Dio mi risponde. « Aiutare? No di certo. »
E allora perché è qui? « Devi uccidere? » ci vado a deduzione.
« Io no, ma lui deve aver notato che voglio ucciderlo. »
« E perchè? »
« Non ha pensieri carini su me… » ottimo legge i pensieri.
Poi mi indica « Dimmi tu perché sarei qui? »
Questo tipo mi fa snervare, ma che fa gioca? «Se me lo dicesse »
« Sei tu che rompi le scatole a noi, eh. »
Non ha torto… « beh, puoi aiutarmi? »
Lui esprime. « Posso tutto, ma a prezzi, hai detto che cedevi un oggetto, beh, sentiamo quale? » Almeno non mi chiede la vita di qualcuno.
« La scatola che aveva dentro i pezzi del puzzle del millenio, le va bene? »
L'altro fa apparire una specie di carta e una bilancia « Su mettilo su questa bilancia a pendolo. »


 

Vado in camera prendendo la scatola mormorando che sto facendo la cosa giusta.

 

Arrivo al piano di sotto gli do la scatola e lui la mette sul primo quadrante. « Puoi darmi che ne so un capello? »
Ma che deve farci?
« Ehm, ok… »
Non vado nemmeno a discuterci, non sia mai che si incavoli e mi ammazzi tutti e me.

Prendo delle forbici mi taglio una ciocca e gli lascio i capelli; sembra quasi stregoneria.


 

L'altro mette i capelli sul secondo quadrante, poi dalla bilancia appare un numero assai elevato e lui fa altri calcoli per poi dire. « Assurdo, tieni a questo oggetto quanto lo stesso faraone, in questo caso il resto è molto... coraggio dimmi cosa desideri.»
Che significa? « Ok, allora puoi vietare a quel uomo di dire che ho poteri? »
Saburo rimane accigliato, ma stranamente non si è mosso e appunto si lamenta. « Mi volete sbloccare?! »
Io sicuramente non sono stato, ma sicuro l'altro sì che mi risponde. « Non c'è problema! Poi che altro vuoi? »
Ci rifletto su, che altro posso chiedere oltre a vedere Atem?
« Sai anche resuscitare? »
« Non esiste che porto in vita uno zombie, poi chi me lo bada il cucciolo? » ha detto cucciolo? No, ok non vado nemmeno a chiedere. « Ehm, parlarmi del gioco delle ombre? »
« Sì, certo, posso. Altro? »
E inizio ad osare troppo. « M'insegni la magia? »


 

L'altro rimane a sbattere le palpebre incredulo, rimane giusto in silenzio ad occhi chiusi con le braccia conserte e muove le dita indegiandole sul braccio come se stesse aspettando qualcosa.
Quando riapre gli occhi esprime. « Ok, posso… beh, altro? »
« Veramente no… »
L'altro fa apparire un foglio. « bene, ti do il resto. « scrive una ciffra e mi appare dalle mani una valigia, quindi la apro vedendo molto oro. « EH?! »
« é l'equivalente del valore che tu tieni di questa scatola dorata, i tre desideri non coprono il resto, questo sì. »
Ed è così che sono ancora più in pericolo. « Ma tu scheri, se lo scoprono cosa possiedo mi ritrovo i ladri a casa. »
« TI difendi no? » Secondo me lui non ha capito che io non so difendere nessuno.
« Ma hai compreso in che situazione mi trovo? »
L'altro ammette. « Che non sai badare a te e quindi rompi a noi per i tuoi capricci, ecco la situazione. »
« Ma mi odi? Pare quasi che mi vedi come uno che vi ha disturbato. »
« é una seccatura, ti ascoltiamo sì, ma oh, quanto ci prendi gusto ad avere la vita facile… »
« Io chiedevo solo un aiuto non di certo di risolvermi i problemi. »
« ma se l'hai appena fatto! » ed è solo un minuscolo dettaglio.
« ma perchè tu mi hai chiesto se c'era altro, andiamo chiunque se ne sarebbe approfittato. » Spero non sia un test.
« ma ci hai chiamato per problemi che puoi risolvere solo. »
« le ho provate tutte, non riuscivo. »
« Non hai nemmeno usato la magia. »
« Come posso usarla se ne ho paura. »
« hai paura di una parte di te? Ma così facendo starai solo male. »
« Io sto male, ma resisto. »
« Non comprendo gli umani, ne tanto meno te, come fai ad avere paura di qualcosa che il tuo alter-ego ti ha lasciato rischiando la sua stessa esistenza. » Eh? Di che parla?
« Che sta dicendo? »
« Atem ti ha ridato la vita, è stato contro le leggi, non doveva tornare, doveva lasciare il mondo sotto il flusso del gioco delle ombre, ma tu l'hai richiamato e lui si è presentato!
Come se non bastasse Mana ti ha dato un oggetto magico, noi non possiamo interferire con la tua vita, ma Mana è stata eliminata per questa violazione, e tu ne hai paura!? » Domanda arrabbiandosi assai infatti attorno a lui si scatenando diverse scintille nere e rosse.
« Prova a metterti nei miei panni, io non sono mai stato come il faraone. »
Ho esagerato, ho mostrato la vera faccia.
« Mi dai sui nervi razza di bambino, non sai accettarti, non sai capirti! A un tipo come te non darei nulla, Avevi fatto una promessa a te stesso e a chi ami, ma vedo che non timporta.
Questo uomo qui ti distruggerà la vita solo perché tu non sai difenderti e non senti la voglia di difenderti?
Hai dei poteri, perché non li usi per paura?! Ma non farmi ridere, la verità è che non hai ancora capito nulla!
Senti lasciamo stare il pagamento, e il resto… ti credevo diverso, puoi scordarti che torni da Atem, Addio. » Detto ciò sparisce nel nulla ed io rimango a bocca aperta incredulo.

S-Serio, non ci credo, ditemi che non è accaduto…

Corro verso la mia camera e guardo se c'è lo scrigno con lo specchio ma non lo trovo più.

No! E ora come rimedio?

Stavolta scoppio in lacrime pagando i miei errori odiandomi per come sono, per ciò che ho detto, per come mi sono mostrato, ma alla fine è questa a verità,e mi rendo conto che la paura mi sta solo bloccando ogni opportunità avuta.

Il giornalista se ne torna al suo lavoro, mio nonno invece mi chiede che fine ha fatto il mio “Amico” ma invento. « Aveva da fare… »

Vorrei starmene solo, non ricordare la giornata.

Bevendo il caffè preparato domando. « Nonno,immagino che anche tu sei deluso da me vero? »
Lui scuote la testa. « Sono deluso perché non mi hai confidato nulla, e credo che adesso anche i tuoi amici lo saranno. » Già, ma almeno non sapranno il perché Honda è morto.
« Sai il faraone mi aveva detto che non volevo cercare la magia, sono così infantile che ho paura della mia stessa ombra, e ora ho distrutto ogni cosa… Come si usa la magia? »
Il nonno afferma. « Non lo so, forse sei troppo incosciente per padroneggiarla. »
Lo credo anche io. « Sono anche stupido. » E se m'insulto ho ragione.
« La paura non è stupidità… »
« Possibile che io non sarò mai come il faraone? »
« Non puoi essere lui, tu sei diverso. »
« Il peggio! »
« Non essere così negativo. »
« Lo sono, tra poco la mia vita sarà rovinata! E tutti sapranno che ho nascosto il gioco delle ombre! Torneranno a darmi la caccia come se fossi un oggetto del millennio! »
« Basta! Stai guardando tutto come se fossi da solo! »
ma possibile che non lo comprende. « io sono solo da anni! Da quando il faraone se ne è andato vivo con la solitudine. »
« Si rissolverà! »
Io non credo, ma è inutile discuterne, sento solo i pensieri positivi essere negativi. « Vado fuori finché posso godermi la libertà. »

Esco di casa, se prima mi sembrava tutto colorato, ora mi pare tutto troppo breve, veloce, anche il vento.


 

Cammino per le strade senza guardare in faccia nessuno, che siano amici o no, non li guardo, rimango solo a pensare a un futuro che potrebbe accadere.


La paura torna a insidiarsi in me, le voci in testa tornano ed io per scacciarli corro alla cieca in lacrime con le mani alle orecchie.

Non mi ci accorgo che c'è il rosso, che la gente urla. « Ma dove vai? »


 

Un rumore sordo, riapro gli occhi, due luci vedo e m paralizzo non realizzando bene cosa accade.
Solo in quel momento appare difronte a me una sagoma in queta serata, fa solo un gesto a mano aperta e tutti i colori svaniscono lasciando il grigio; tutto pare pietrificato, il tempo si è completamente fermato. « Mettiti in salvo stupido mortale. »



 

Non ci capisco più nulla ma faccio ciò che dice, poi di colpo le auto tornano a muoversi, il vento si rifà sentire e i rumori tornano, e così comprendo che qualcuno mi ha salvato la vita, ma non era Atem, lui non ha questo potere, allora chi una divinità?
Sta di fatto che ciò mi fa capire che non mi hanno del tutto lasciato e che forse vogliono solo che io maturi o cambi modo di vedere le cose.

I giorni passano e la notizia dei miei poteri giunge alle orecchie di tutti, appunto in casa mi trovo la stampa, ma non voglio rilasciare dichiarazioni, né a loro né ai miei amici, e così mi barrico in casa stavolta con il sostegno di mio nonno che mi dice di aspettare che le acque si calmino, ma la scuola giunge, infatti il 12 gennaio devo affrontare la realtà.

Di malavoglia vado a scuola con la divisa scolastica ben stirata e lavata, poi mi guardo allo specchio e ingenuamente prendo la piastra e tento di lisciarmi i capelli, riuscendoci. « Ma santo cielo, perché devo sembrare una ragazza?! » Ma non ho il tempo per mettermi il gel e quindi esco di casa con i capelli lunghi tricolore.

Prendo delle strade poco frequentate, diciamo la strada più lunga, Arrivo a scuola, passo tra gli studenti che mi guardano, alcuni mi riconoscono altri invece mi guardano con gli occhi a cuore senza notare che ho la divisa maschile, e poi c'è chi non mi riconosce ma mi da dell' effeminato.


 

Jonouchi mi raggiunge e chiede. « Ciao, ma tu sei Yugi? »
Alzo lo sguardo che è pietoso. « è stato un incidente, io non volevo essere scambiato per una ragazza. »
Jonouchi arrossisce per poi mettersi una mano sul viso. « P-potresti non piangere, s-s-ei così carina… ehm intendo. » Che mi sta prendendo per femmina?
« Sono un maschio!!»
« Ehm, non è che nell' altra vita eri una ragazza? »
Mi arrabbio molto che lo guardo gelidamente. « nell' altra vita ero un maschio! »

Decido di andare in classe sperando di non avere problemi ma mi trovo scritte sul banco che mi danno praticamente del mostro o che sono effeminato, e anche gay, che poi non ci hanno sbagliato, ma è una questione diversa. « Maledizione la mia reputazione, è distrutta! »

Anzu mi raggiunge e mi guarda un po' offesa solo che non voglio vederla, non ho scordato quel giorno quando mi ha chiesto di stare con lei.

In classe i ragazzi mi guardano male, mentre le ragazze un po' restano perplesse, ed io quasi desidero di disintegrami o vivere su un altro pianeta; da Atem magari.

Le lezioni passano arriva la ricreazione, e inizio ad avere i ragazzi che mi prendono di mira usando la loro altezza. « No, le mie carte ridatemele! » Dico saltando ma l'altro è più alto di me.
« Guarda che con i capelli lunghi non fai tenerezza. » Ma nemmeno ci punto.
« Per favore, quel mazzo è importante per me. »
Jonouchi arriva e lo ferma. « Ehi tu, preinditela con quelli della tua taglia cicciobello! » e gli ruba le carte per poi darmele. « Ecco Yugi. »
Io con le lacrime agli occhi dico. « Oh, grazie »

Questa situazione è identica ad ancora prima che conoscessi Atem, e non mi piace perché ho diciassette anni, vado alle superiori, e si presume che io sia grande,ma la mia autostima ormai è allo stremo, ed è forse questo il problema?

Me ne accorgo quando anche le ragazze più snob mi calpestano a parole o modi di fare, alcune volte pure gli sgambetti ho, oppure mi trovo lettere minatorie che indicano che non sono normale.


 


 

Volevo evitare tutto questo, ed è colpa del giornalista, se l'avessi fermato…

Dopo diversi mesi, verso Aprile


Dal bagno sento un dialogo verso me , ovvero di farmi uno scherzo ma io ascoltandolo esco dal posto per poi dire. « Non azzardatevi minimamente a infastidirmi durante le lezioni! »
Stavolta sono furibondo e senza rendermene conto me la scaglio contro tre studenti solo che iniziano ad accucciarsi per come gli specchi si distruggano di colpo. « Ok, abbiamo capito scusa. » e scappano via urlando. « Stiamoglia alla larga, quello ci amazza. »

Vado in classe per poi all' ora di arte iniziare a disegnare quello che ho in mente, e non sono cose carine, certo sono scarabocchi ma rappresentano il giornalista sotto una maledizione, e un po' mi diverte.

Anzu verso la fine delle lezioni mi domanda. « Yugi cosa sono questi simboli? »
Io rispondo. « Allora questo sono io che taglio le mani a questo bastardo di giornalista che mi ha rovinato l'esistenza, la reputazione, poi non lo so, la corda sul collo è troppo leggera?
E infine tanto sangue, e lui che urla, ecco, è un bel progetto vero? »
Anzu mi guarda con occhi terrorizzati. « Y-Yugi s-stai bene? »
« Starò meglio quando avrò compiuto la mia vendetta. »
Mi alzo e Anzu chiede. « Che diavolo ti prende, tu non sei così sadico. »
Sadico, bastardo, le avrebbe pagate tutte quel giornalista.
« Non preoccuparti, è solo il pagamento per avermi distrutto la vita. »
Anzu mi prende per il braccio. « Sei spaventoso, non ti riconosco più! »
Infatti esprimo. « Se voglio vivere devo divorare! Mi hanno tutti divorato, il giornalista mi ha con delle foto e testimonianze mandato la scuola contro, non posso giocare a carte, e mio nonno ha difficoltà in negozio! Per colpa di tutto sono stato quasi investito, e ho perso a causa di questa paura folle un occasione… Anzu lasciami è finito il tempo che resto succube della gente. »
Anzu di scatto lascia la presa. « P-Per favore torna in te! »

Non l'ascolta che già esco dalla scuola per poi cercare il giornalista ma non so dove sia tuttavia dal palo della luce qualcuno chiede. « Vuoi vendicarti? »


 

Alzo lo sguardo vedendo lo stesso individuo che teoricamente mi avrebbe negato gli aiuti. « Sì, vuoi partecipare? »
Lui scende giù per poi dire. « Stai cercando il Saburo vero? »
Annuisco e lui esprime. « TI ci porto io, lo seguo da un bel po'. » uno schiocco di dita e mi ritrovo magicamente dentro una casa dove c'è l'uomo che sta cucinando tranquillo. « ma siamo a casa sua? » E non è per niente male, anzi è grande.
La divinità mi dice di usare l'uomo come esperimento per allenarmi in magia, poi mi spiega cosa fare cosa pensare, ma domando. « perché mi spieghi? »
L'altro esprime. « Mi hai detto d'insegnarti, sono rimasto un po' a studiare questo potere a casa, sai io non lo uso, è talmente debole e limitato, però in sostanza basta che segui il tuo cuore ok? »


 

Il mio cuore? Non è la prima volta che sento questa frase.

 

Prendo il coraggio e mi mostro davanti all' uomo che rimane accigliato a vedermi. « Ma tu come sei entrato? »
« Non ha importanza, sappi ora che tu me la paghi cara per ciò che mi hai fatto! »


 

La dimensione oscura si mostra mentre ho un alone dorato attorno a me e un simbolo ad occhio sulla fronte. « Ultima change, disputa con me un gioco, o per te sarà game over! »

 

L'altro si guarda attorno cercando di capire dove sia finito, a comunque sia vede sugli sfondi diversi occhi e lui è tricofobico, infati quelle immagini lo infastidiscono e gli fanno molta paura.
« Ho scoperto una tua paura forse? Sai giocare a Dual monster? No sai, sono arrugginito, mi vietano di partecipare ai tornei, puoi immaginarti il perché no? »
Mi metto in posizione e pesco cinque carte però l'uomo afferma. « Io non ho carte da gioco! »
« Quindi non puoi giocare? Allora hai perso la gara. »
« Ma se nemmeno l'ho iniziata!»
« Il master sono io qui, non giocando o anche solo scappando ammetti il game over. »
« T-tu scherzi! »
« Tu credevi seriamente che ti avrei lasciato stare!?

Sapevi che ho dei poteri e ugualmente non ci hai pensato, grazie a te, non ho più una vita, a scuola mi prendono in giro, sono bullizzato, i miei amici sono delusi che ho tenuto un segreto simile quando avrei dovuto dirglielo, inoltre mi sono trovato in strada certe volte attaccato da persone del egitto, Pegasus mi ha persino convocato per avere informazioni… mi vedono tutti come un possibile oggetto! »
« P-Possiamo discuterne… vuoi dei soldi?»
« Non mi importa dei soldi, io non sono come te!
Sprisci dalla mia vista!

Tempo scaduto, le porte delle ombre si aprono. » automaticamente l'uomo rimane prigioniero con la mente nel regno delle tenebre.

Quando mi calmo sospiro di sollievo per poi voltarmi e vedere la divinità. « Grazie. »
L'altro sorride amichevolmente e torna con le sue sembianze rivelandosi quello che mi aveva lasciato solo dopo natale. « Bravo, ora puoi completare la missione, beh, credo che posso andarmene. »
Io d'istinto seguo il mio cuore e lo prendo per la manica della sua tunica. « Amici? »
L'altro si ammutolisce per poi guardare in alto. « Come? Tu sei strano. »
« Non vuoi? » chiedo un po' a tono triste.
« Non so, tu non sei una divinità, sei un mortale, dovrei? »
« Non puoi scegliere in base ai tuoi sentimenti? »
« Sentimenti? Mmh… » pare che abbia detto qualcosa di strano, ma comunque pare accettare. « Ma io non credo di averli. »
« Li hai, tutti li hanno! Persino il faraone. »
« E tu come puoi dire che li ho? »
« Perchè ti sei arrabbiato quel giorno no? Poi mi hai salvato la vita, e mi hai portato qui, in più sorridi, sono sentimenti. »
« Sai da me non è che ridiamo, si studia, si fa il proprio lavoro, i momenti di relax non esistono, ma tu sei divertente. »
« Quindi amici? » e gli porgo la mano, lui un po' ne rimane indeciso. « Non pare che hai cattivi pensieri…»
« Non ne ho, non ho mai usato nessuno, sono onesto, quindi fidati ok? »
« mmh… » dopo un po' di pensamenti mi prende la mano e la stringe. « P-però non cambia nulla, non ti do favoritismi chiaro!? »
Sorrido annuendo poi l'altro dice. « ti do un modo per chiamarmi allora… »

Mi fa apparire tra le mie mani una penna e mi dice. « Scrivi dove vuoi, quella penna mi chiamerà così possiamo parlare un po'…
non darla a nessuno che ti ammazzo se un altro sa la sua funzione,e non perderla, posso fidarmi? »
Io guardo la penna annuendo. « Sì! La terrò segreta. »
l'altro si mette una mano in tasca. « Allora ciao. »


 

e sparisce mentre io vado in camera e scrivo con quella penna su un foglio di carta. - Grazie per favore non scordarti quel desiderio.-
di colpo arriva un messaggio su quel foglio di carta scritto nella mia lingua. - e ti ho detto di non chiamare per le richieste, ma mi ascolti o no? Comunque ho già fatto, non sono incompetente! -


 

Decido di testarlo quindi vado al primo posto per giocare a carte e nessuno mi guarda strano, anzi si mi guardano ma per chiedermi consigli su come giocare e così torno di nuovo sereno ma con la consapevolezza che devo terminare la scuola per iniziare la vera missione, perché anche se ho ottenuto un' amicizia nuova non mi avrebbe mai tolto dal test che Gli Dei hanno deciso per me.
Su un muro scrivo. - grazie mille, sei un amico, ma lo scrigno non lo vuoi più? - in effetti non l'ha preso.
Su quel muro appare un messaggio. - Non serve, mi hai dato altro in cambio. Ciao. -
E mi chiedo se intenda l'amicizia?

Forse per loro l'amicizia è un dono inestimabile?

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Questo capitolo è meno miterioso ma più lungo, giusto perché presto siamo forse alla conclusione, credo.




 

   
 
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