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Autore: PePiPa    01/11/2017    4 recensioni
Una lezione di Yoga che invece di calmare, agita gli animi.
Comunque, la cosa più fastidiosa dell'istruttrice era che non si staccava un attimo da Theo.
Da quando Liam si era accorto di trovarlo effettivamente attraente, il mondo sembrava essersi messo d'accordo contro di lui: aveva cominciato a notare come le cameriere indugiavano sempre un po' al loro tavolo per parlare con Theo, come anche molti ragazzi lo squadravano dalla testa ai piedi. Theo era bello, e tutti lo sapevano, solo Liam ci aveva messo mesi a capirlo.

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Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam, Liam Dunbar, Theo Raeken
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Namasté

 

 

 

Che idea di merda.

No, davvero, l'idea di sua madre di andare a fare Yoga – come esercizio per liberare la mente, evitare la rabbia ecc ecc, insomma quelle cavolate buddiste – era stata un'idea che dire pessima era un eufemismo.

Dovevano andare Liam e lei, solo che poi da brava vigliacca si era tirata indietro con una scusa blanda come "ho lavorato tredici ore, che dici, non me lo merito un po' di riposo?"; Theo poi aveva scelto proprio quel momento per uscire dal bagno con i capelli ancora bagnati della doccia e solo i pantaloni addosso.

Sua madre non appena lo aveva visto si era subito rallegrata. "Ma certo!Theo, accompagna Liam alla lezione di Yoga di oggi, vi divertirete molto."

A quanto pareva a Theo l'idea di fare Yoga non dispiaceva, visto gli incubi che ogni tanto tornavo a tormentarlo e forse liberare un po' la mente poteva aiutare. Liam... Beh, Liam avrebbe davvero fatto polemica se non fosse che Theo era lì mezzo nudo e già far uscire un pensiero coerente era difficile, figuriamoci articolare un discorso di senso compiuto.

E quindi eccoli lì, a fare Yoga.

E avrebbe potuto essere davvero divertente se non fosse che l'istruttrice era estremamente fastidiosa: lo rimbeccava ogni cinque minuti – la gamba più su, respira dal naso non dalla bocca, il braccio destro non quello sinistro. Insomma, a tutti accadeva di confondere destra e sinistra, mica tutti erano perfetti no? Non era come se a Twister chiunque non dovesse pensarci sempre un pochino prima di capire qual era il piede sinistro e quale il destro.

Comunque, la cosa più fastidiosa dell'istruttrice era che non si staccava un attimo da Theo.

Da quando Liam si era accorto di trovarlo effettivamente attraente, il mondo sembrava essersi messo d'accordo contro di lui: aveva cominciato a notare come le cameriere indugiavano sempre un po' al loro tavolo per parlare con Theo, come anche molti ragazzi lo squadravano dalla testa ai piedi. Theo era bello, e tutti lo sapevano, solo Liam ci aveva messo mesi a capirlo.

E forse sarebbe stato meglio non farlo, perché gli sarebbero venuti i capelli bianchi dallo stress. Soprattutto quando l'istruttrice Hannah – con la doppia h – lo toccava un po' ovunque per fargli fare meglio una o più posizioni.

No, meglio non pensarla quella parola, perché già non azzannarla era difficile, se poi arrivavano certi pensieri, non si sa mai cosa sarebbe successo di grave. Per esempio il prendere Theo e trascinarlo fuori da lì.

Va a fare Yoga, Liam, dicevano.

Fa bene al corpo e allo spirito, dicevano.

Solo che lo spirito di Liam era uno spirito permaloso, aggressivo e rabbioso, fargli del bene non era proprio il massimo.

"Espirate, inspirate," stava dicendo, intanto, Banannah, come Liam l'aveva soprannominata. "Così, bravi. E di nuovo inspirate, espirate."

Nel dirlo mise la mano sul petto di Theo, che aveva il tappetino proprio di fronte a quello di Liam – perché secondo Banannah Theo era un talento naturale e così Liam poteva seguirlo meglio nei movimenti – si abbassava e si rialzava, fasciato da un'attillata maglietta rossa, e la lasciò anche scivolare un pochino.

All'ennesima espirazione a Liam uscì un ringhio basso e profondo.

Nessuno ovviamente ci fece caso, solo Theo si voltò verso di lui con un'espressione leggermente stupita. Vide il suo sguardo puntato sulla mano dell'istruttruice ancora sul suo petto e un ghignetto soddisfatto ci mese sette secondi a formarsi sulle sue labbra.

Il bastardo.

“Non li senti i Chakra, Liam?” gli chiese Theo, il sorriso sardonico ancora sulle labbra. “Non li senti che si liberano?”

“Io sì,” disse uno dei tre vecchietti presenti alla lezione, “o forse è un principio di infarto.”

Liam avrebbe voluto rispondergli che l'unico chakra che conosceva era quello che a Naruto usavano per qualche tecnica di combattimento. E ora i suoi chakra volevano solo strozzare Theo.

Più Theo gli piaceva, più aveva voglia di picchiarlo, era normale?

 

 

 

“Ora preparatevi a fare la posizione del cane. È uno degli asana che compongono il Saluto a Sole. Ogni mattina i cani, una volta anzati, mettono avanti le zampe superiori piegano la schiena, abbassando la testa e lasciando invece alzato il sedere. Questo fa sì che tutto il corpo si rivatilizzi. Farà bene anche a voi, per stiracchiarvi bene la schiena. Seguitemi.”

Mentre l'istruttrice mostrava loro come abbassarsi, dove mettere le mani e come respirare correttamente durante l'esercizio, Liam non potè impedire ai suoi occhi di finire sulla figura di fronte a lui. In fondo era stata Banannah a dire che doveva seguire quello che faceva Theo, no?

Era giustificato.

Quindi non c'era nulla di male se lo guardava abbassarsi, piegarsi in avanti e alzare il fondoschiena.

Secondo Liam quei pantaloni che indossava andavano assolutamente ritirati dal commercio.

Uno, erano incredibilmente stretti e si poteva vedere praticamente tutto - e Theo aveva molto - e non era legale. Secondo poi, non era giusto nei confronti di Liam, ma soprattutto di quei poveri vecchi costretti a trovarsi di fronte a tanta giovinezza e dimostrazione di atleticità che loro non riavranno mai più. Liam era sempre stato uno sportivo, ma insomma, non era estattamente elastico, ed era come se Theo glielo stesse rinfacciando con quei pantaloni stretti.

E terzo, ma non per importanza, erano una fonte di distrazione esagerata. Vedere come si piegavano intorno alla sua figura gli impedì di vedere come metteva le mani per terra, e cioè male, e il gomito gli cedette in due secondi sempre per la suddetta distrazione.

Come quarto motivo poteva sempre mettere che erano un tipo di pantaloni che ti facevano cadere faccia a terra e rompere il naso.

 

 

 

 

Probabilmente Banannah aveva cominciato a provare pietà per lui, dopo la sua caduta poco gloriosa, perché alla posizione dopo si era avvicinata al suo tappetino, e gli stava praticamente appiccicata cercando di farlo piegare abbastanza per arrivare a toccare un piede.

Insomma, non era colpa sua se non riusciva a toccarsi i piedi; semplicemente aveva le gambe troppo lunghe.

Non era vero, ma davvero un'insegnante di Yoga glielo avrebbe fatto presente che era basso, piccolo e neanche così riusciva a superare la caviglia?

Averla così appiccicata poi gli stava dando fastidio. Ma che voleva? Non gli bastava toccare Theo?

Abbassò gli occhi, sperando di ritrovare Theo girato e poter ammirare le sue spalle, la schiena, le gambe, il fondosch- i suoi pensieri si bloccarono quando incontrò davanti a lui due occhi grandi e blu che lo fissavano male.

“Cos'è, non sai fare un esercizio da solo che ti devi far aiutare così?”

Il suo tono era piuttosto scocciato e Liam davvero non capiva.

Non capiva perché ora faceva il tono così scocciato quando era lui che aveva dovuto guardarlo per un'ora stare attaccato con la colla a Banannah e vederlo stare così fottutamente bene con i pantaloni da Yoga e la maglietta attillata.

Era lui quello che doveva essere scocciato.

Era lui quello che nemmeno arrivava a toccarsi i piedi, era lui la vittima e punto.

Neanche si preoccupò di rispondere, pensando che alzare il dito medio e guardarlo male potesse bastare per mostrargli quanto era contento di quel commento.

Si fissarono male per qualche secondo, gli sguardi inchiodati e le bocche leggermente piegate in un sorrisetto di sfida.

“Prossimo esercizio.”

La voce di Banannah lo risvegliò improvvisamente, facendolo sobbalzare.

Oh, giusto, c'erano anche altre persone nella stanza.

 

 

 

“Namasté”

La tortura era finalmente finita.

Liam quasi sorrise, contento di tornarsene a casa a scordare tutti gli episodi spiacevoli di quella lezione. E con spiacevoli intendeva cadere di faccia davanti a Theo, un'insegnante di Yoga e tre vecchietti.

Il sorriso gli morì in gola non appena vide l'arpia quasi correre verso Theo per non farlo andare subito via e attaccare bottone con lui come se si conoscessero da una vita intera. Cosa non vera, perché Liam lo conosceva da più tempo, ecco.

Era ancora seduto sul tappetino e rimase lì a fissarli chiacchiere per qualche secondo. Troppo tempo. Doveva andarsene subito. Abbassando gli occhi notò che involontariamente aveva tirato fuori gli artigli e che aveva spezzettato nell'ansia tutto il bordo del tappetino.

Dannazione.

Si alzò di scatto, camminando a tutta velocità verso lo spogliatoglio maschile, ripetendosi mentalmente che non doveva dare calci a nulla e sopratutto non prendere a pugni l'armadietto.

Calmo, calmo.

Stava per ripetersi il suo mantra per calmarsi, quando una voce lo costrinse a voltarsi.

“Hai finito con il broncio?”

“Non ho il broncio,” rispose subito Liam, chiedendosi se per raggiungerlo così in fretta Theo avesse liquidato velocemente Banannah.

Lo sperava vivamente.

“Sì che ce l'hai,” alzò un sopracciglio Theo, guardandolo come fosse stupido, “e tra l'altro hai pure tagliato la tua maglietta.”

Liam seguì la linea dello sguardo di Theo, notando che in effetti aveva un brutto taglio sulla pancia, tanto che gli si vedeva l'ombelico. Ma perché con Theo finiva sempre con le maglie rovinate?

Stava per aprire bocca e dirgli che era colpa sua. Non c'era un motivo preciso per dargli la colpa, ma sentiva che era colpa di Theo.

Le parole gli morirono in gola non appena una maglietta volò contro il suo viso e tra l'altro un bottone gli finì dentro l'occhio.

“Tieni, mettila. È il mio cambio, che tu sicuramente hai scordato perché... Beh, perché sei Liam.”

Sorrideva pure, mentre lo diceva. Lo stronzo.

Liam distolse lo sguardo, guardando invece la maglietta come volesse bruciarla lì sul momento.

“Non ci penso neanche,” disse, afferrandola comunque da terra. A parole sempre e comunque mai dargliela vinta.“Non voglio inquinarmi.”

“Semmai ti farà finalmente profumare almeno un po'. Mettila, che non puoi girare con quello strappo.”

Liam obbedì, per una volta, sfilandosi la sua maglia davanti agli occhi di Theo che non si staccarono un secondo da lui e senza smettere di fissarlo a sua volta, fece per mettersi la maglietta dell'altro ragazzo. A quanto pare guardare male qualcuno e infilarsi la maglietta contemporaneamente era più difficile di quel che poteva sembrare, o almeno lo era per qualcuno così poco multitasking come Liam, e la maglia si incastrò tra le braccia e la testa.

“Cazzo,” disse, quasi slogandosi una spalla.

Sentì Theo sbuffare e poi le sue mani calde aiutarlo a farla scendere giù; era più lunga e più larga. Come se non avesse subito abbastanza umiliazioni quel giorno, pure la maglia che a Theo stava stretta sui muscoli e a lui larghetta.

Eppure il nervoso non gli arrivò come pensava, forse perché la mani di Theo indugiarono più del dovuto sui suoi fianchi, quasi lasciando una mini carezza e perché stavano continuando a guardarsi.

Quel ragazzo sarebbe stata la sua rovina.

E come a confermare la sua teoria, un odore particolare lo colpì: era l'odore di Theo, proveniente dalla maglietta e sentirlo così tanto addosso era decisamente troppo. Era troppo per quel giorno, quel giorno non ce la faceva davvero più.

“Ora basta,” disse, arrabbiato afferrando con forza la maglietta di Theo, costringendolo ad abbassarsi di quei due centimetri per stare di pari altezza e portando le sue labbra su quelle dell'altro con forza.

Theo ci mise esattamente quattro secondi a ricambiare, con la stessa, se non con più passione.

No, con più passione di Liam era impossibile; Liam si sentiva esplodere completamente, il corpo in fiamme, era questo che provava ogni volta Parrish?

Le labbra morbide di Theo erano un afrodisiaco, come del resto il resto del suo corpo. Le saggiò a lungo, con la lingua e lasciandosi scappare un gemito quando le loro lingue si scontrarono.

Dio.

E a giudicare dal trasporto di Theo, anche lui doveva essere arrivato al punto di non ritorno con il loro rapporto. Ben gli stava.

Il controllo cos'era? Era una cosa che si mangia?

Perché Liam gli aveva detto ciao da un pezzo, mentre finalmente, finalmente portò le mani sempre più in basso, ancora più giù, fino a palpare del tutto il sedere di Theo.

Era ora.

Theo sembrò non aspettarselo già al loro primo bacio, perché si tese un pochino verso di lui e gemendo sulla sua bocca, ma Liam se ne infischiava.

Voleva farlo e lo fece.

“Sapete io alla vostra età non facevo queste cose in pubblico con la fidanzatina.”

Liam si bloccò completamente, la bocca ancora su Theo, ma incapace di muovere un muscolo.

Merda.

Sia lui che Theo si voltarono come a ralllentatore, per ritrovarsi davanti i tre vecchietti della lezione di Yoga - di cui si erano completamente scordati l'esistenza – che li guardavano con un sorriso e uno sguardo da presa in giro, seduti sulla panchina dello spogliatoglio solo in mutande alte quasi sul petto. Almeno gli avevano spento qualsiasi forma di libido, quello sì.

“Io dico che era ora che succedesse, la tensione la sentivo persino io che ho 80 anni.”

 

   
 
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