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Autore: Ksanral    22/06/2009    2 recensioni
Voleva farle male. Voleva provocarle solo dolore, tanto da aprire una voragine, come quella che inghiottiva lui, giorno dopo giorno, notte dopo notte [...]
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
- Questa storia fa parte della serie 'Sirius Black'
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C’era qualcosa in quegli occhi scuri e profondi che lo stregavano sin da quando era bambino. Era forse la dolcezza nascosta dall’alterigia, che però gli mostrava quand’erano soli. O l’immenso dolore ben celato che ogni tanto, quando la spiava di nascosto, riusciva a scorgervi. C’era qualcosa in quegli occhi che avevano fissato con lui un legame indissolubile. Quand’era piccolo non capiva cosa potesse essere, credeva che fosse solo affetto per uno spirito affine, ma poi crescendo qualcos’altro si era fatto spazio in lui. Come un mostro aveva dilaniato le sue carni e lui non trovava il modo di farlo tacere. Il dolore più acuto, tagliente e straziante l’aveva provato quando lei se n’era andata, quando l’aveva abbandonato lì, tra le serpi, per sposarsi; ma ancora non trovava spiegazione a quella creatura che cresceva a dismisura nel suo petto. Anni dopo, quasi adulto, riuscì a dargli un nome: desiderio. Lui la voleva, lui la amava. E non poteva averla, per nessuna ragione al mondo. Da qui nacque la spirale viziosa che portò alla più drammatica delle fini.


Su quel letto la possedeva quasi con violenza. La sua presa serrava forte i polsi di lei, tenendoli affianco al capo e poggiandoci tutto il peso. Era cattivo, ma non provava senso di colpa. La guardava dall’alto, la sovrastava, la sottometteva a ogni suo volere, mentre la faceva gemere di dolore e piacere, con scatti bruschi e rapidi dentro di lei. E ogni volta che chiudeva gli occhi, quegli occhi, s’infuriava, obbligandola a riaprirli, minacciandola. Non gliene importava niente che fosse sposata, anzi godeva ancor più al pensiero di farla rischiare così tanto. Lei era solo una di quelle serpi che da sempre lo circondavano, niente di più.
Però i suoi occhi… I suoi occhi lo facevano tremare, scuotere da fremiti d’ira. Perché i suoi occhi gli rimandavano solo odio. Disprezzo. Lussuria. Non c’era nulla in quegli occhi che gli ricordasse la dolcezza con la quale era stato guardato, o il dolore che avevano nascosto. Voleva farle male. Voleva provocarle solo dolore, tanto da aprire una voragine, come quella che inghiottiva lui, giorno dopo giorno, notte dopo notte, ogni volta che la possedeva.
Lei doveva soffrire, perché in lei non c’era niente di Dromeda. Perché lei non era Dromeda, ma solo una sua pallida e sciatta imitazione e lui, Sirius, non avrebbe mai amato Bellatrix. L'avrebbe solo spezzata, distrutta.





Note: direi che una spiegazione è d'obbligo XD Non so esattamente da dove mi sia uscita questa pazzia, ma oggi mi ronzava intorno quest'idea così ho provato a metterla giù... Allora, il protagonista è, lo si capisce alla fine, Sirius che sin da piccolo si invaghisce di Andromeda, la sua cugina preferita. Quando cresce capisce di amarla, ma poi lei vive la sua vita, va via di casa e sposa Ted Tonks. Sirius così si ritrova in un circolo vizioso di sesso con Bellatrix, perché ha gli stessi occhi della sorella, anche se trasmettono emozioni totalmente opposte, cosa che fa infuriare ancora di più Sirius e fa aumentare il dolore per non poter avere Andromeda. Ed è per questa somilianza/differenza che Sirius vuole distruggere Bellatrix... ed è per questa sua intenzione che la cugina lo detesta e si giunge "alla più drammatica delle fini". non so se mi sono spiegata meglio o peggio, se avete dubbi chiedete XD

   
 
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