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Autore: la luna nera    03/11/2017    7 recensioni
In molti si chiedono se siamo soli nell'universo e molti sono quelli che si interrogano sull'origine dei cerchi nel grano. Melissa ed il gruppo dei suoi amici non fanno certo eccezione e quando un cerchio nel grano appare proprio in un terreno alla periferia della città, non possono farsi certo sfuggire l'occasione. A loro si unirà Orion, il nuovo fidanzato di Aurora, ragazzo alquanto strano e taciturno, a tal punto che sembra provenire da un altro mondo.
Chi c'è dietro a quel misterioso pittogramma? Qualcuno sta lanciando messaggi dal cielo?
Genere: Fantasy, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ORE 21:00    BAR DELL'ARCHER'S



 

“Ve lo giuro, quella era da denuncia per atti osceni in luogo pubblico!” Aurora stava raccontando ciò che aveva visto mentre, assieme ad Orion, raggiungeva il bar. “Quella balenottera superava sicuramente i novanta kili di peso! Un ammasso di lardo disgustoso!”
“Scusa, non ho capito, eravate in una pescheria o in una macelleria?”
“Giulio, non fare il cretino! Eravamo semplicemente per strada!”
“E che cosa c’era? La sagra del maialino?”
“Ah, ah, ah…Spiritoso.” Gli rivolse una smorfia senza troppi complimenti. “Tu dici così perché non capisci nulla di bellezza.”
“Oh, allora illuminami d’immenso.” Finse interesse.
“Sto parlando di una cicciona inguardabile! Indossava dei leggins ed una maglietta corta, era da denuncia!”
“E perché?”
“Perché?! Una che pesa quasi un quintale dovrebbe indossare il burqa e coprirsi completamente, mica andar fuori con i leggins! Anzi, si sarebbero dovuti rifiutare di venderglieli.”
“Oh, adesso capisco. E a te invece è permesso tutto, vero?”
“Ovvio. Mica vorrai insinuare che la sottoscritta è grassa?” Si alzò in piedi per farsi ammirare. “Ho le curve nei punti giusti, potrei fare la modella ad occhi chiusi.”
“E allora perché non ci provi?”
“Sarebbe troppo facile per una come me.”
“Ah…. E cosa te lo fa pensare? Voglio dire, certe tipe per arrivare al successo sono dovute scendere….. a compromessi.”
“Se mi vesto come dico io, quei produttori pieni di soldi sgancerebbero assegni su assegni per me.”
Calò il silenzio e la cosa riguardò in particolare Orion. Era un tipo piuttosto taciturno, ma quella sera si era limitato appena a salutare gli amici e parve non dar peso alle parole di Aurora.
“Domani vado al centro commerciale, ho visto un paio di magliette carinissime, poi devo trovare delle scarpe da abbinarci, mica posso indossare queste qua! E dopo….”
Nessuno la considerava. Melissa aveva notato il nervosismo di suo fratello crescere attimo dopo attimo, lo aveva capito da come osservava il telefono scorrendo le foto con le dita ed il suo piede sinistro che si muoveva su e giù incessantemente.
“Manuel.” Inaspettatamente fu Orion ad interrompere le chiacchiere di Aurora. Attese che l’attenzione del ragazzo fosse rivolta su di lui. “Hai novità sul cerchio nel grano?” Pose la domanda con voce bassa.
“Sì.” Depose il telefono sul tavolino. “Ho fatto alcune ricerche sul web ed ho scoperto che in altre parti del mondo sono apparsi altri cerchi uguali a questo.”
“Dici sul serio?”
“Sì, osservate.” Mostrò le immagini che dimostravano la veridicità delle sue affermazioni.” Sono apparsi prevalentemente in Europa e nel Nord America, e tutti a partire da tre mesi fa.”
“Cosa può significare?”
“Io non lo so proprio. I ricercatori del settore, noti come cereologi, sostengono si tratti di messaggi dallo spazio. Il problema è che ancora non li sappiamo interpretare.”
“Stanno cercando qualcuno.” Affermò Orion che si calamitò l’attenzione di tutti addosso.
“Tu dici?”
“Certo. Riflettete un attimo: quando avete perso qualcosa, tappezzate la città con manifesti che mostrano l’oggetto o l’animale smarrito. Loro stanno cercando qualcuno che si trova su questo pianeta utilizzando questi cerchi come fossero dei manifesti.”
“Il ragionamento non fa una grinza.”
“Già….Ma chi sono Loro?”
Orion non rispose, si alzò da sedere e raggiunse il bancone del bar per acquistare una bottiglietta di acqua fresca.
“Ragazzi, questa è la volta buona. Prima di andare al concerto di Vasco riuscirò a fotografare una vera navicella aliena.” Manuel ne era certo ed osservava quelle foto sul telefono ripensando alle parole di Orion.
Aurora raggiunse il suo ragazzo, scompigliandogli leggermente i capelli. “Tesoruccio, mi accompagni a casa?”
Il ragazzo guardò l’orologio. “Sono appena le dieci, a me non va di rincasare.”
“Suvvia, lo sai che dormire mi fa bene alla pelle. Vuoi che mi spuntino le rughe?”
Sospirò profondamente e, voltandosi, vide che anche gli altri si erano alzati. “Noi andiamo al campo di Gino ad osservare le stelle, hai visto mai? Potrebbe accadere qualcosa.”
“D’accordo. L’accompagno a casa e vi raggiungo.”
“Cosa fai tu?” Aurora era di tutt’altro avviso. “Tu mi accompagni a casa e poi vai a letto! Non pensare proprio ad uscire con loro!”
Evitò di risponderle e, prendendola per mano, si avviò con lei verso la sua abitazione. Tempo mezz’ora, aveva già raggiunto il sito, fermandosi nei pressi dell’altura da cui si dominava il campo di Gino, dove il cerchio nel grano sembrava brillare di luce propria. I ragazzi erano più in basso, proprio ai margini del cerchio più esterno, lui invece decise di restare qualche attimo in più da solo ad osservare. Ad un tratto gli parve di sentire dei passi provenire da dietro, voltandosi scorse un’ombra scura dirigersi verso di lui. Si portò dietro un arbusto che si trovava a qualche metro di distanza, giusto per sicurezza, continuando sempre a tenere d’occhio quella sagoma scura. La vide avanzare barcollando e, man mano che si avvicinava, riconobbe in essa delle movenze piuttosto familiari.
“Melissa?” Si scostò leggermente dal suo nascondiglio.
“Ma chi…Ah!” La ragazza sobbalzò nel buio, colta letteralmente di sorpresa.
“Scusa, non volevo spaventarti.”
“Orion? Sei tu?”
“Si.” Si passò la mano sulla nuca. “Tutto ok?”
“Insomma… Mi hai fatto prendere un colpo.” Teneva ancora la mano sul cuore. “Che ci facevi nascosto lì dietro?”
“Osservavo il cerchio, da questa posizione è bellissimo.”
La ragazza si voltò e dovette riconoscere di godere davvero di una vista spettacolare: non solo il cerchio sembrava brillare leggermente nel buio, ma tutta quell’oscurità che avvolgeva la campagna era resa surreale dal meraviglioso cielo stellato sovrastante. Non c’era la Luna e questo permetteva alla Via Lattea di essere ben visibile sopra le loro teste, come una cascata di stelle minuscole che attraversava il cielo. “Hai ragione, non lo avevo notato.”
“Tu cosa ci fai qui?”
“Avevo dimenticato il cellulare nell’auto di Simone e sono tornata a recuperarlo…. Ed ora mi è caduto di nuovo.”
“Oh, lascia che ti aiuti a cercarlo.” Estrasse dalla tasca dei pantaloni una piccola torcia con la quale, nel giro di poco, riuscì ad individuare l’oggetto dell’amica. “Eccolo qua.”
“Ti ringrazio tantissimo.” Lo recuperò dalle calde mani del ragazzo prima di incamminarsi giù per il sentiero.
“Aspetta.” Lui la raggiunse prendendola per mano.
Melissa sussultò a quel caldo tocco.
“Oggi hai rischiato di cadere ed arrivare nel campo a gambe all’aria, ora che è buio chissà che cosa potresti combinare….”
“Ah…” Tutta quella premura le stava scaldando il cuore più del dovuto. “Grazie, sei davvero gentile.”
Iniziarono a scendere facendo piccoli passi un poco alla volta, tuttavia ogni tanto la ragazza sentiva il bisogno di tenersi a lui. Aveva come l’impressione che sotto le sue vesti si nascondesse un fisico da palestrato, i muscoli delle braccia parevano molto sviluppati e nei suoi passi c’era una sicurezza ed un controllo davvero speciali. Tutti questi indizi le facevano pensare che anche Orion, come la maggioranza degli ex di Aurora, fosse il solito tipo tutto muscoli e poco cervello. Peccato, perché a differenza degli altri, lei lo trovava molto affascinante e nei suoi occhi dal colore indefinito vedeva un velo di mistero. Insomma, c’era stato un piccolissimo colpo di fulmine che forse era il caso di affossare prima di farlo degenerare. Orion era il ragazzo di Aurora e non c’era bisogno di aggiungere altro.
“Ecco, siamo quasi arrivati. Fai attenzione, qui c’è un fossetto.”
Aiutò la ragazza a passare il piccolo ostacolo e raggiunsero il resto della combriccola.
“Che mi sono persa?”
“Niente di niente.” Manuel sperava in qualche manifestazione paranormale.
“Dovremmo entrare nel cerchio, non credi?” Propose Simone. “All’esterno non accade nulla, le anomalie si registrano dentro.”
“Ok, allora andiamo.”
Come misero piede sulla circonferenza più esterna, due grandi fari si accesero dalla parte opposta, illuminando a giorno tutta l’area.
“Chi và là!” Una voce tuonò dalla medesima direzione. “Via dal mio grano, brutti bastardi!”
Udirono un colpo di fucile sparato in aria.
“Ora abbatto il vostro ufo, poi passo a voi!”
“E’ quell’imbecille di Gino! Ci ha scambiati per alieni! Via via via!!”
Se la diedero a gambe con il cuore in gola, un po’ per la paura di esser colpiti, un po’ per la comicità della situazione. Giunti in prossimità dello spiazzo in cui avevano parcheggiato auto e moto, si gettarono tutti quanti a terra per riprendere fiato fra una risata e l’altra.
“Quello è tutto scemo.”
Sentirono un altro sparo.
“Evidentemente non eravamo gli unici a voler vedere il cerchio.”
“Sparare a caso con il fucile mi sembra da incoscienti, se colpisce qualcuno passa dei guai seri.”
“Però noi ci siamo divertiti, non è vero?”
“Beh, diciamo che la serata è stata più movimentata del solito.”
“Domani sera propongo di restare all’Archer’s ed organizzare una tranquilla gara di tiro con l’arco fra di noi, che ne dite?”
“Andata!”
Seguirono vari secondi di silenzio, poi qualcosa accadde davvero.
“Ehi! Guardate lassù!”
Manuel indicò la zona del cielo compresa fra le costellazioni del Cigno, dell’Aquila e della Lira: c’era una luce rossa pulsante dalla quale si staccarono due sfere luminose più piccole, le quali si diressero a velocità supersonica proprio in direzione del terreno di Gino su cui era comparso il cerchio. I ragazzi erano ammutoliti da quanto stava accadendo davanti ai loro occhi, non altrettanto si poteva dire di Gino che prontamente sparò alcuni colpi in direzione delle sfere di luce che schizzarono via in un lampo, ricongiungendosi con la luce rossa che scomparve nel buio.
“Che diavolo erano?” Eva era stretta a Nico, entrambi tremavano.
“Era una navicella aliena, ne sono certo.” Manuel era elettrizzato al solo pensiero di riuscire a provare a se stesso e al mondo l’esistenza di vita extraterrestre.
Orion respirava appena: era solo terrorizzato?




 

 

 


Ciao a tutti!
Permettetemi di ringraziarvi di tutto cuore per come avete accolto la storia. A costo di essere ripetitiva, credo sia giusto dimostrarvi la mia più sincera gratitudine e mi scuso per il ritardo con cui ho risposto alle recensioni: di tempo ne ho poco mentre siete stati in tanti a commentare; la cosa mi onora e mi commuove (lo giuro), prometto di rispondere sempre a tutti, prima o poi ce la farò.
Detto questo, devo dirvi una cosa importante: spero nessuno si sia offeso per le parole che ho fatto pronunciare ad Aurora ad inizio capitolo. Esse non sono una mia invenzione, né tantomeno il mio punto di vista, si tratta invece del punto di vista, a mio avviso discutibile, di una tipa a cui devo tali espressioni e che non gode della mia simpatia. Niente dunque contro la ciccia, ognuno si deve vestire come meglio crede secondo me. Ce l’ho invece con chi si permette di criticare il mondo intero ritenendosi perfetto.
Termino qui, non voglio annoiarvi ulteriormente.
Grazie a tutti e buon week end!

Un abbraccio
La Luna Nera

  
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