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Autore: LazySoul    04/11/2017    2 recensioni
La storia è ambiantata al sesto anno.
I protagonisti indiscussi sono i pensieri e le emozioni provate da Draco Malfoy ed Hermione Granger.
Pensieri che forse li porteranno ad avvicinarsi l'uno all'altra, oppure ad allontanarsi irrimediabilmente...
Estratto:
«Cosa vuoi ancora da me?», gli chiese: «L'umiliazione dell'ultima volta non è bastata?»
Ripensò a quello che gli aveva confessato sotto l'effetto del Veritaserum e le sue guance diventarono subito incandescenti per la rabbia e l'imbarazzo.
«Oh, Mezzosangue, pensi davvero che io mi possa accontentare di così poco?», mormorò lui, ora talmente vicino da farle percepire il suo odore.
E Hermione lo vide. Era lì, proprio davanti ai suoi occhi: il desiderio.
Malfoy la voleva.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Pansy Parkinson, Ron Weasley | Coppie: Blaise/Pansy, Draco/Hermione
Note: Lemon, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Gioco di Sguardi'
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11. Missione di salvataggio

 

Draco non sopportava quel miagolio lamentoso e profondo. Tiger e Goyle, suoi compagni di stanza, non sembravano farci particolarmente caso, troppo intenti a mangiare le tartine che avevano sgraffignato dalla cucina. 
Era stata la Parkinson a suggerirgli l'idea di rapire il gatto della Mezzosangue. Non che avesse detto esplicitamente: "Dovresti prenderle il gatto per vendicarti", anche perché in tal caso, l'orgoglioso Serpeverde avrebbe titubato a seguire il suo consiglio; voleva che fosse una sua idea e di nessun altro a portare la Granger sull'orlo delle lacrime.
La Parkinson, il giorno prima aveva semplicemente detto: "Quel gatto è un pericolo pubblico, aggredirti così, in pieno giorno. Meriterebbe di stare in galera, povero Draco" (ovviamente con tono ironico, a risposta delle continue lamentele del biondo).
Era stato in quel momento che Malfoy aveva avuto l'illuminazione: rapire Grattastinchi e rinchiuderlo in camera sua sarebbe stata la vendetta perfetta. 
La Granger si sarebbe disperata e avrebbe fatto di tutto pur di riavere quell'inutile palla di pelo rossa. Forse, sarebbe perfino giunta a umiliarsi pubblicamente.
Un sorriso sadico sfigurò il volto del biondo, mentre pensava a cosa avrebbe potuto scrivere nella lettera in cui avrebbe ricattato la riccia "So-Tutto-Io" Granger.
Era contento di essere tornato a una parvenza di normalità: nessuna attrazione sessuale, nessun pensiero malizioso. Era il Draco Malfoy di sempre; non si sarebbe lasciato incantare dalle ciglia lunghe della Mezzosangue o dalle sue labbra sottili e perennemente atteggiate in una linea severa.
Prese la sua piuma Feber preferita e la intinse nel calamaio, mentre distendeva il foglio di pergamena sul lato carne.
Si solleticò il mento con la piuma, pensieroso.
«Malfoy», bofonchiò Tiger con la bocca piena di tartine, spargendo briciole tutt'intorno a sé sul letto: «Questo gatto è tuo?»
Erano passate circa dieci ore dal rapimento del felino e i suoi due compagni di stanza si rendevano conto solo in quel momento della presenza di Grattastinchi in camera?
Draco sentiva che stare vicino a gente con un'intelligenza così poco sviluppata avrebbe immancabilmente portato alla sua rovina: prima o poi sarebbe diventato stupido anche lui. Per questo ogni tanto parlava con Nott o Zabini; aveva bisogno di conversare con gente un minimo intelligente, anche se, per quanto fosse loro legato da un senso di lealtà, non poteva definirli minimamente alla sua altezza.
«No», disse semplicemente, rispondendo ad un confuso Tiger, che squadrava con curiosità l'animale.
«Ma questo è lo stesso gatto che ti ha attaccato qualche giorno fa?», chiese Goyle, assottigliando lo sguardo e smettendo per qualche istante di mangiare.
Malfoy era stufo di averli intorno. Aveva bisogno di tranquillità; doveva scrivere la lettera del ricatto e inviarla alla Granger, sperando che lei non corresse dalla McGranitt a piangere.
«Ho sentito che gli elfi stanno preparando torta al cioccolato e pere per questa sera», disse con tono casuale, cambiando discorso e vedendo i loro occhi illuminarsi di una luce famelica.
Nell'arco di dieci secondi erano già usciti dalla camera, dimenticandosi addirittura la porta aperta, nella fretta di raggiungere le cucine il prima possibile.
Malfoy sbuffò e si alzò, deciso a chiudere l'uscio, quando finì addosso a qualcosa.
Fece un passo indietro, aggrottando le sopracciglia per la sorpresa. Quello che aveva percepito era un corpo umano o si era immaginato tutto?
Allargò le braccia, cercando intorno a sé quella silhouette che gli aveva ricordato qualcosa, anche se non avrebbe saputo dire cosa.
Chiuse la porta a chiave e guardò la stanza.
Non c'era nessuno. Nessuno di visibile almeno.
Possibile che...?
«Mezzosangue?», chiamò, sondando ogni centimetro di parete alla ricerca di un minimo movimento o...
Un'idea lo fece sorridere.
Prese dalla tasca la bacchetta e senza pensare a ciò che stava facendo esclamò: «Acqua Eructo!»
Un fiotto potente d'acqua emerse dalla punta del suo legno, bagnando ogni cosa intorno: i letti, un indignato Grattastinchi e...
Nel mezzo della stanza comparve la Granger, togliendosi di dosso quello che sembrava un mantello dell'invisibilità.
«Malfoy, sei cretino?!», esclamò la riccia, tutta bagnata, quasi quanto il mantello che stringeva tra le mani e il suo gatto.
Hermione aveva rubato il mantello ad Harry, non ne andava fiera, ma era qualcosa che aveva dovuto fare per il bene del suo gatto. Una volta invisibile entrare nella sala comune di Serpeverde e trovare Malfoy era stato un gioco da ragazzi. Il biondo aveva sulla porta della sua stanza un cartello con su scritto: "Non disturbare, o mio padre lo verrà a sapere".
La Granger ci aveva messo pochi secondi a capire che quella doveva essere la camera che stava cercando.
Certo non si era aspettata di essere scoperta in così poco tempo, ma avrebbe trovato una soluzione.
«Mezzosangue, a cosa devo il piacere?», chiese il biondo con un ghigno malvagio in volto, cercando di nascondere la sua sorpresa; non si aspettava che la Grifondoro sarebbe riuscita a irrompere in camera sua con un piano così perfetto.
Quella ragazza non faceva altro che sorprenderlo.
«"Acqua Eructo", Malfoy? Davvero?», chiese con le guance arrossate dalla rabbia, mentre strizzava il mantello e lo piegava: «Sono tutta bagnata!»
Fu il turno di Malfoy di diventare rubizzo, mentre guardava la ragazza con malizia e imbarazzo.
"Smettila, Draco. Di sicuro non si sta riferendo a quello a cui tu pensi si stia riferendo".
«Faccio questo effetto alle ragazze», disse, con un tono spavaldo e un ghigno malizioso.
Hermione sembrò non capire, guardandolo con odio mentre si strizzava gli abiti e i capelli, allargando la pozza d'acqua ai suoi piedi.
«Maiale», borbottò semplicemente con occhi bassi, quando comprese l'allusione del ragazzo.
«Non sai quanto», la provocò il Serpeverde, alzando ed abbassando le sopracciglia; nell'intento di mettere ancora più in imbarazzo la ragazza.
Era bella quando arrossiva in quel modo incontrollato, anche se lo sguardo truce che gli stava lanciando lo preoccupava non poco.
La riccia si sporse verso la gabbia di Grattastinchi, quasi volesse afferrarla e fuggire; Malfoy però fu più veloce e con un colpo di bacchetta avvicinò il felino a sé, allontanandolo dalle grinfie della Grifondoro.
Hermione digrignò i denti: «Dammi il mio gatto, Malfoy».
Il biondo sorrise: «No».
La riccia pestò i piedi a terra e strinse la mani a pugno lungo i fianchi.
«Questo è un reato, Malfoy!», cercò di farlo ragionare Hermione, con gli occhi resi più scuri dalla rabbia.
La ragazza aveva le labbra sottili strette in una linea severa e Draco provò il forte desiderio di mordere e baciare quelle labbra fino a quando non fossero diventate gonfie e rosse.
«Rivuoi il tuo gatto, Granger? Vieni a prendertelo», le disse, impugnando stretta la bacchetta, facendole capire che quello che voleva era un duello.
Di certo non poteva chiederle un bacio, sarebbe stato troppo degradante, era un Malfoy lui, non un Weasley.
«Non ho intenzione di combattere, è contro il regolamento», disse la riccia sollevando il naso in aria e sfoggiando la sua migliore espressione da saccente.
«Hai solo paura di perdere, da quello che ricordo gli anni scorsi non ti sei fatta scrupoli ad andare contro le regole più e più volte con i tuoi amichetti del cuore», disse Malfoy, con un sopracciglio sollevato e un'espressione colma di trionfo. Era certo che presto la Granger avrebbe ceduto.
«Non ho affatto paura!», esclamò la riccia, portando le mani ai fianchi, gli occhi che lanciavano saette.
«Dimostralo», scandì il Serpeverde, sollevando la bacchetta.
Agguerrita più che mai, Hermione si armò a sua volta: «Vuoi farlo qui?»
Un sorriso increspò le labbra di Malfoy. Doveva assolutamente smetterla di vedere doppi sensi ovunque.
«Preferiresti andare da un'altra parte?», le chiese.
La Grifondoro fece spallucce.
«Questa notte, a mezzanotte, alla torre di Astronomia», propose il ragazzo.
«Voglio avere la tua parola: mi ridarai Grattastinchi quando tutto questo sarà finito», disse la riccia, guardando la gabbia ai suoi piedi, dove il felino sonnecchiava come se niente fosse.
«Nel caso dovessi vincere tu, Mezzosangue, riavrai l'animale, lo giuro», si fece una croce sul cuore, dimostrando la veridicità delle sue parole.
«Altrimenti?», chiese la Granger, gli occhi pieni di rabbia e determinazione.
«Altrimenti lo terrò con me ancora un po' e lo userò per ricattarti».
La Mezzosangue lo guardò con disprezzo, ma annuì, accettando i termini dell'accordo.

 

******

Ciao a tutti!
Eccomi puntualissima con un nuovo capitolo. Che ve ne pare? Troppo scontato il piano di Hermione? E la reazione di Draco? Io personalmente mi sono divertita a scrivere il loro battibecco 😌
Spero che abbiate tempo e voglia di lasciarmi un commento per dirmi la vostra opinione!
Un bacio,
LazySoul

 
  
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