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Autore: angyblu    04/11/2017    1 recensioni
Sequel di Ti amo...ma non posso 2.
Prima di leggere la seguente storia consiglio la lettura dei precedenti libri
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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LUC

Sono le cinque del pomeriggio quando sento il telefono suonare.

"Pronto?"

"Signore la chiamiamo dalla caserma sua figlia è in stato di fermo per eccesso di velocità"

"Arrivo"

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"Che succede Luc? Hope sta bene?"

"Hope è in stato di fermo per eccesso di velocità"

Eva scoppia a ridere e io e Mary le lanciamo un occhiataccia.

"Non c'è nulla da ridere. È la seconda volta che lo fa"

"Un anno fa papà

"Ecco si un anno fa ricordo perfettamente"

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Prendo la mia auto e mi reco alla caserma.

"Dottore"

"Salve mia figlia?"

"Nell'ufficio del capo"

Mi fanno entrare nell'ufficio e vedo Hope conversare con il capo nonché zio di Alyssa, la sua migliore amica.
Hope si gira e noto benissimo dai suoi occhi arrossati e lucidi che ha pianto.

Scuoto la testa "a quanto andava?"

"180 Luc, è stata fermata da una pattuglia"

Dopo aver pagato la multa e la cauzione per non essere finita dietro le sbarre ci infiliamo nella mia auto.

"La tua la ritiriamo domani. Hope devo ritirarti l'auto?"

"No"

"Che cazzo ti salta in mente?"

"Niente"

"Non farlo più. Intesi?"

"Si"

Faccio finta di crederci, metto in moto l'auto e ci dirigiamo verso casa.
Ma veniamo bloccati nel traffico a causa di un incidente,infilo il suo cd preferito di Lana del Rey e parte la canzone.
Sorrido quando la sento canticchiare


HOPE
Will you still love me when I'm no longer young and beautiful
Will you still love me when I got nothing but my aching soul
I know you will, I know you will
I know that you will
Will you still love me when I'm no longer beautiful

Appoggio la testa contro il finestrino dell'auto di mio padre e continuo a canticchiare fino a quando non noto che sto piangendo appannando il finestrino.
Mio padre ha scelto proprio la canzone giusta. Maledette lacrime!

"Hope che ti succede?"

Mi giro verso mio padre che mi guarda con apprensione.

"Andiamo a prenderci una cioccolata calda papà?"

"Si, appena usciamo andiamo al nostro bar"

Il bar non è altro che il bar della clinica,non è il luogo adatto, lo so, ma fanno la migliore cioccolata calda al mondo.
Sorrido a mio padre e recupero un fazzolettino dalla borsa.

"Hope non piangere non lo sopporto. Il discorso di ieri sera non è servito a nulla?"

"Non posso farne a meno"

"Chi ti sta facendo del male? Perché non me lo dici"

"Non  posso davvero papà, ci sono cose più grandi di noi, io non riesco a gestire tutto"

"Ma con qualcuno devi confidarti"

Dopo un quarto d'ora riusciamo ad uscire dal traffico

"Al posto della cioccolata ti va una crêpes?"

Annuisco e lo vedo armeggiare con il telefono.
Dopo dieci minuti arriviamo nella più famosa  creperai di New York e scendiamo dall'auto.
Ma a quanto pare  non siamo soli, vedo venirci incontro mio zio Gabriel.
Mio padre a quanto pare ha tirato fuori l'artiglieria pesante.
Mio zio mi raggiunge e mi lascio cullare dal suo abbraccio così come ero quando ero piccola, così come con mio padre, con mio zio c'è sempre stato un rapporto speciale oltre l'ordinario.

Vedo mio padre sorridermi sussurrandomi "dovevo farlo"

Entriamo nel locale e ordiamo tre crêpes alla Nutella e tre caffè.

Mio zio mi prende una mano e mi dice
"Allora ci racconti cosa succede principessa?"

Gli guardo in imbarazzo ricordo ancora come ogni volta che tornavo a casa triste, mi ritrovavo con loro due seduti su un divano o ad un tavolo a raccontargli tutto.
Inutile dire che quando si univano anche la mamma e la zia Arya era come se mi trovassi in tribunale.
Lo faccio anche stavolta, sono mio zio e mio padre e non devo aver paura.
Ho 25 anni dovrei vergognarmi di confidarmi più con i miei che con altri, ma non mi vergogno perché nessuno mi conosce meglio delle persone che mi sono accanto in questo momento e che mi sostengono ogni giorno.
Gli racconto tutto della giornata di oggi, compreso di Marcus, omettendogli di Joshua perché non capirebbero e mio padre sarebbe capace di ucciderlo e credo anche mio zio.
I visi di mio zio e mio padre assumono diverse espressioni fino a quando mio zio scoppia a ridere.

"Amore mio non hai più otto anni forse dovresti darci meno dettagli"

"Ma siete stati voi a dirmi di raccontarvi tutto"

Mio padre mi sorride "hai fatto bene forse la prossima volta non chiamerò più Gabriel"

"Eh no è la mia figlioccia voglio sapere anch'io  il motivo di questi colpi testa. Eh poi tesoro mio 180 km orari davvero?"

Scoppio a ridere di gusto e la giornata assume un gusto diverso e i miei problemi passano in secondo piano.

"Grazie vi voglio bene"

"Figurati tesoro"

Ma il momento viene interrotto dal telefono di mio zio che squilla.

Lo sento parlare al telefono e chiude la telefonata dicendo "arrivo"

"Cosa succede?"

"Joshua è stato coinvolto in una rissa, è in clinica, è ferito. Io vado"

"Ti raggiungo tra pochi minuti il tempo di lasciare Hope a casa"

Il mio cuore sobbalza.
Joshua, clinica, ferito

"Vengo anch'io"

Arriviamo in clinica in dieci minuti e andiamo nella stanza dove c'è Joshua.
Vediamo che ha il labbro spaccato e anche un sopracciglio con un taglio profondo.
Mio zio e mio padre si vanno a cambiare per medicarlo e io resto con lui.

Mi avvicino e gli alzo il viso con le mani

"Perché?"

"Ti sei scopata John quando io non c'ero?"

"Scherzi vero?"

"Dimmi se sei andata a letto con lui"

"Si sono andata a letto con lui la notte che tu stronzo, bastardo  che non sei altro mi hai tradito con Vanessa. Ma è stata solo quella notte, invece ah Vanessa mi ha reso partecipe di quante volte siete finiti insieme, mentre noi due eravamo insieme"

"Io..."

"Sei uno stronzo ecco cosa sei"

Inizio a colpirlo sul petto fino a quando non sento qualcuno tirarmi via.
Mi giro ed è mia cugina Giada.

"Finitela se non volete che si scopre tutto"

Mi asciugo le lacrime e lo guardo con odio

"Vedi queste lacrime? Sono le ultime che ho versato per te! Da oggi tu non esisti più! Non voglio vederti mai più! Ti odio Joshua! Ti odio"

"Che diavolo succede qui? Che sono queste urla?"

Ci giriamo e vediamo zio Gabriel arrabbiato più che mai.

Mia cugina Giada mi salva dicendo "Ma niente zio Gabriel io e Hope stavamo litigando contemporaneamente con Joshua per averci spaventato e le nostre urla si sono sovrapposte, ci siamo fatti prendere la mano. Ci conosci no? Noi andiamo a dopo"

Mi copro il viso e vado via con Giada.


GABRIEL

Disinfetto il labbro di Joshua e gli metto dei punti sul sopracciglio

"Che diavolo ti prende?"

"Niente zio"

"Tua madre è partita questa mattina non voglio avere problemi con te mi hai capito?"

"Si"

"Guardami quando ti parlo"

Alza lo sguardo e mi guarda con timore.
Fai bene nipote mio perché ora arriva la parte più divertente

"Perché Hope piangeva?"

"Quanto hai sentito della conversazione?"

"Nulla perché dovevo assicurarmi che il ragazzo che hai picchiato non ti denunciava. Non rifarlo Joshua mi hai capito?"

"Non farmi da padre"

"Oh l'ho sempre fatto e continuerò a farlo. Tuo padre ti avrebbe dato un ceffone e prega che non lo faccia io. Ora dimmi che diavolo succede tra te e Hope, perché è successo qualcosa"

"Nulla"

"Ragazzino per quanto credi di mentirmi?
Ho molti più anni di te e le bugie le fiuto da lontano.
Ho fatto due più due e sono giunto a una conclusione.
Vuoi sentirla Joshua?
Tu parti un anno fa e Hope viene fermata per eccesso di velocità in piena notte, tu torni dopo un anno e dopo due giorni Hope viene fermata nuovamente ma non si limita a questo piange  sulla spalla di suo padre e sulla mia e sai quanto odio le lacrime delle mie principesse.
Per concludere in bellezza lo stesso giorno tu picchi un ragazzo dello stesso corso di medicina di Hope.
Ora io penso che tu e Hope avete avuto una relazione. Sbaglio Joshua? Eh no che sono contro di te,  ma sono convinto che la stai facendo soffrire e attento perché non te lo ripeto due volte, non far soffrire Hope perché anche se sono tuo zio non ammetto cazzate, quella ragazza non merita dolore ne ha passato abbastanza da bambina. Intesi Joshua? "

"Da bambina?"

"Non ti riguarda ma se becco Hope piangere di nuovo per te tu passerai i guai e prega che Luc non lo scopra mai"

"Io e Hope siamo stati insieme e ho fatto una cazzata"

"Bene rimedia alle tue cazzate al più presto. E ora fila a casa che per poco non facevi venire un infarto alla zia Arya"

Vado nello studio di mia nipote Giada e vedo Hope stesa su lettino e bere credo un calmante.
Prendo il bicchiere e lo getto

"Esci Giada. E questo Hope  a te non serve"

"Era limonata zio, ha rimesso due volte"

"Esci Giada"

"È il mio studio"

"Vai a lavoro torna tra un po"

Noto che Hope si è alzata ed è andata nel bagno dello studio, entro e la trovo a rimettere.
Le raccolgo con le mani  i capelli in una coda e recupero  una salvietta per pulirle la bocca.

"Basta Hope. Basta"

Si aggrappa a me e scoppia a piangere

"Basta Hope. Sei una donna basta piangere sopratutto per Joshua"

Mi guarda con gli occhi sbarrati è spaventata

"Papà non deve saperlo promettimelo zio, non devo saperlo non deve saperlo"

"D'accordo d'accordo ma calmati ti stai facendo venire una crisi"

"Promettimelo"

"Te lo prometto. Te lo prometto. Vieni qui stenditi"

"Mi fa male tutto. Dammi qualcosa per star meglio"

Annuisco ed esco e chiamo l'infermiera

"Portami un tranquillante il più leggero che abbiamo"

"Endovena dottore"

"No dammi una compressa"

"Prendi questa. Ed è la prima è l'ultima che ti do. Ti accompagno io a casa tra un po', non diciamo niente a tuo padre"

"Zio"

"Stai tranquilla per un po'. Domani se stai meglio tornerai all'università,chiederai scusa al tuo professore e concluderai le ore di tirocinio e la tesi, ti laureerai e alla specializzazione ti aspettiamo qui. Farai tutto intesi Hope?"

"Non voglio specializzarmi qui"

"Bimba mi fido di te ma non voglio vedere più crolli come oggi, mi fai spaventare e tutto ciò non mi piace. Se sceglierai la specializzazione all'ospedale universitario ricordati che Joshua il suo tirocinio lo fa li quindi pensaci con calma"

"Ok"

"Ora riposati tra un po' andiamo a casa"
 
   
 
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