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Autore: Eternity_Hook    04/11/2017    0 recensioni
Entró nella stanza, fermandosi improvvisamente sulla soglia, appoggiandosi allo stipite della porta.
Daichi sorrise un poco all' espressione concentrata dell'altro, gli occhi marroni puntati sul foglio con gli ingredienti dei dolci con la panna che volevano preparare per il semplice piacere di farlo, del gustare quelle pietanze che erano ormai abituati a preparare insieme.
"É così adorabile" pensó, trattenendo un sorriso, andandogli affianco con in mano il necessario in cui inserire gli ingredienti incartati sul tavolo, pronti ad essere utilizzati.
Il corvino perciò si sbrigó a farlo, guardando le piccole rughette che tracciavano la fronte dell'altro, lo sguardo che zigzagava tra le righe, leggendo e rileggendo le parole, come per essere sicuro di non sbagliare nulla nelle quantità e nei tempi.
-Possiamo iniziare?- chiese dunque il capitano, strappando un sussulto e un sobbalzo di sorpresa al compagno, ancora preso dal suo intento, tanto da parere quasi ipnotizzato dalla carta bianca e liscia, priva di qualsiasi tipo di imperfezioni che potessero renderla meno vera al tatto.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Daichi Sawamura, Koushi Sugawara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: mi fai assaggiare le tue labbra?

Serie: Haikyuu

Ship: Daisuga

Genere: Yaoi

Tema: dolci con la panna

Ratings: verde

Richiesta da: BlackLen021 :3

Parole: 1002

~Ω~

Entró nella stanza, fermandosi improvvisamente sulla soglia, appoggiandosi allo stipite della porta.
Daichi sorrise un poco all' espressione concentrata dell'altro, gli occhi marroni puntati sul foglio con gli ingredienti dei dolci con la panna che volevano preparare per il semplice piacere di farlo, del gustare quelle pietanze che erano ormai abituati a preparare insieme.
"É così adorabile" pensó, trattenendo un sorriso, andandogli affianco con in mano il necessario in cui inserire gli ingredienti incartati sul tavolo, pronti ad essere utilizzati.
Il corvino perciò si sbrigó a farlo, guardando le piccole rughette che tracciavano la fronte dell'altro, lo sguardo che zigzagava tra le righe, leggendo e rileggendo le parole, come per essere sicuro di non sbagliare nulla nelle quantità e nei tempi.
-Possiamo iniziare?- chiese dunque il capitano, strappando un sussulto e un sobbalzo di sorpresa al compagno, ancora preso dal suo intento, tanto da parere quasi ipnotizzato dalla carta bianca e liscia, priva di qualsiasi tipo di imperfezioni che potessero renderla meno vera al tatto.
-Certo...! Il tronchetto alla panna dovrebbe essere abbastanza facile da fare. Cominciamo con l' impasto di biscotti- sorrise dunque, afferrando la carta da forno e procedendo con il suo aiuto in ogni singolo passaggio, con il più impegno possibile, per evitare che uscisse fuori qualcosa di non commestibile, avanzando man mano e a pari passo.
A Daichi piaceva ogni singola sua espressione durante il processo.
Adorava come si mordeva il labbro superiore, passandoci poi la lingua, facendo lo stesso con quello inferiore.
Adorava le fossette che aveva mentre sorrideva, ai lati della bocca, portandogli pure maggior rotondità alle guance pallide e morbide.
Adorava il brillare di quei suoi occhi grandi,circolari. castani, contornati da ciglia morbide e arcuate.
Adorava il suo sorriso e la sua risata.
Amava come arrossiva quando lo prendevo un poco in giro su qualcosa, facendogli fare poi uno sbuffo mischiato ad un espressione allegra quando la discussione si concludeva.
Era così bello, così sé stesso sempre, in ogni caso, in qualsiasi momento.
-Il prossimo passo, capo?- disse ridacchiando, guardando la sua espressione soddisfatta al veder almeno l'esterno del dolce con un risultato già definibile, il quale venne infilato in frigo a raffreddarsi.
-Tocca alla farcitura, adesso- mi sorrise lui, prendendo in entrambe le mani due fruste, mettendosi davanti alla ciotola -Ti sarei grato se mettessi i fogli di gelatina nell' acqua fredda, così poi io riscaldo tre cucchiai di latte e ci strizziamo dentro la gelatina, procedendo nel montare la panna con lo zucchero a velo-
-É un ordine?- rise un ennesima volta, strappandogli di mano una delle due fruste, portandolo a puntargli il restante contro il petto con un espressione ben poco seria.
-Sí, é un ordine! E metti giù quella frusta-
-Sissignore, metto giú lo strumento, signore- e lo fece immediatamente, guardandolo con la coda dell'occhio.
Decisamente Sugawara ci rimase un po' di stucco, aspettandosi che il compagno avrebbe fatto di tutto per non mollare l'oggetto in questione fino a portarlo, in un certo senso, all'esasperazione.
Dopotutto era da loro due una cosa simile, stavano insieme ormai da un anno e mezzo, in questo lo conosceva.
Prima ancora che potesse formulare una tesi, il capitano lo prese a tutt'un tratto in braccio, sollevandolo e portandolo a mo di sposa in giro per la cucina.
-Ho messo giú lo strumento, ma chi le dice che faró lo stesso con lei, capo?- 
Sugawara assunse un espressione di imbarazzo tale che il rosso che tingeva le sue guance era più che paragonabile a quello di un papavero, mentre, quasi boccheggiando, chiedeva a ripetizione a Daichi di metterlo giù, troppo imbarazzato per riuscire a formulare una frase per intero, facendo scoppiare in una risata fragorosa l'altro, che lo strinse con ancora più decisione a sé.
-Baka, mettimi giù- si lamentó con un tono poco convinto il giovane sollevato, scoccandogli una finta occhiataccia di rimprovero.
-Ad un prezzo, signore- rispose quello, tranquillamente, smettendo di ridere, per poi concentrare i suoi occhi di ossidiana in quelli del vice capitano, che lo guardavano con improvvise domande ad aleggiare nella sua espressione quasi bambinesca, ancora cremisi sulle guance, i capelli che, disordinati, andavano a ciuffi a coprirgli qualche punto del volto.
Ma soprattutto andando a concentrarsi in un punto, guardandolo con brama e passione, con tutto ció che bruciava nel suo petto, vivo, un mix di tentazione, amore folle, a volte casto, altre meno, di provocazione innocente, un contrasto che rendeva la situazione ancora più disarmante.
-Eh? Un prezzo? Che tipo di...-
I suoi lineamenti divennero ancora più in fiamme nel momento in cui una delle sue mani raccolse un poco del miele messo da parte in una delle ciotole, spalmandolo come un rossetto dorato sulla sua bocca, facendolo rabbrividire impercettibilmente al sentire i suoi polpastrelli scivolare lungo quei due strati rosei e carnosi, accompagnati da quel liquido appiccicoso, prendendolo su meglio e appoggiandolo alla parte della mensola vuota, intrappolandolo contro il muro gelido che sapeva di inverno.
Già, che sapeva di quell' inverno, con i fiocchi di neve che scivolavano giú dal cielo con lentezza e pacatezza, i canti dei bambini che inondavano le strade con la loro gioia, la loro allegria e il loro spirito Natalizio.
Poteva visualizzare già l'albero ben sistemato in salotto, con le palline colorate, la stella e le varie campanelline, striscie e i bigliettini dei desideri che era abituato a fare anche da bambino.
Aveva le gambe che circondavano la vita del corvino, tutt'altro che intento a lasciarlo continuare a lavorare a meno che non esaudisse la sua richiesta.
Richiesta che il giovane dai capelli grigi iniziava più che decisamente a comprendere, insieme alla consapevolezza che decisamente glielo avrebbe permesso.
-Mi fai assaggiare le tue labbra?- chiese, ad un passo dalla sua bocca, il fiato caldo di Daichi che si scontrava con il suo volto, provocandogli continui brividi, quasi una cascata.
Il suo respiro era normale, non affrettato, tranquillo, come quello di chi conosceva già la risposta.
I suoi occhi sembravano puntate ardentemente soltanto su di lui, sulle sue labbra, pronte a congiungervisi.

 

   
 
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