E parlavi, parlavi, parlavi. Rima dopo rima, lotta contro il tempo.
Scappa, Alice, ché il Bianconiglio t’insegue!
Sembrava acqua che ti usciva dalla bocca,
sembrava vomito di parole che non poteva smettere di uscire.
E scendeva, ad ammaliare chi ti guardava.
Ma il nostro Puck non salta più, non balla, non ride.
Il nostro Puck non parla.
Sei caduto, ti sei spezzato, ti sei ammutolito.
Chi ti ha rubato la voce?
Alice, ti avevo detto di fuggire, non di rubare!
E la folla di ombre fa paura, e Puck tace.
E scapperebbe, se potesse. Ed urlerebbe, se avesse voce.
Scappa, Alice! Il Bianconiglio t’insegue! Fuggi, finché sei in tempo!
Ma Alice non ascolta, e gioca con le tue parole, rubate.
Vittima di mutismo guardi le ombre divorarti.
E quando parli di nuovo, corri, corri, corri.
Il Bianconiglio ha cambiato preda, ed insegue te, mio caro Puck.
Scappa, scappa, lotta contro il tempo!
Alice è caduta e ha liberato le tue parole.
E allora finisci, smetti, giungi alla conclusione.
Quando lo fai, mio caro Puck, sei morto.
Urli di disperazione ed afflizione.
Alice ti ha rubato le parole, e torna a giocarci.
Ed il Bianconiglio t’insegue, cerca d’afferrarti.
Puck.


E' solo la rivisitazione di un attimo che ho passato in scena. Disastroso, fra l'altro. E che, purtroppo, ora mi perseguita.
La presenza di Alice e del Bianconiglio è solo fonte della mia malata ossessione per il libro. ;D
Non è bella, nè è nata per esserlo. Solo, avevo bisogno di liberarmi da quest'ossessione, che mi tormenta notte e giorno.