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Autore: Eirynij    04/11/2017    2 recensioni
Questa storia vuole essere un semplice pedinamento dei ninja di Konoha (e non solo) intenti a percorrere il loro viaggio più lungo: la vita. Piccole cronache del quotidiano mentre una minaccia si addensa ancora una volta per gettare ombra sul mondo conosciuto da Naruto Uzumaki e dai suoi amici. Non mancheranno avventure, paure, emozioni di ogni sorta e briciole di comicità miscelata al romanticismo mentre i fili rossi del destino si intrecciano inesorabili.
La coppie: NaruHina, SasuSaku, ShikaTemari, SaiIno, ChojiKarui e davvero molte altre sia inserite come riferimenti e che protagoniste.
Genere: Avventura, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Nuovo Personaggio, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto, Sai/Ino, Sasuke/Sakura, Shikamaru/Temari
Note: Lemon, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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4. Alleanza
 
 
Si voltò a guardarli. Erano giovani, anche troppo e sui loro volti poteva vedere chiaramente l’ombra della paura. Allungò le dita sottili per sistemare meglio il fiore che aveva l’abitudine di portare tra i capelli facendole poi scivolare fino alle punte azzurre che si erano allungate.
‹‹Ha ripreso a piovere›› si lamentò uno dei ragazzi alle sue spalle.
‹‹È il Paese della Pioggia›› rispose lei.
Grasse gocce cadevano, rimbalzavano, si dividevano e si moltiplicavano in uno scroscio numeroso. Il giorno volgeva al termine con uno splendido tramonto in qualche altra parte del pianeta, ma non in quella città di catapecchie in lamiera arrugginita tenute insieme solo dalla forza di volontà della gente che ancora si ostinava a rimanere dove giacevano gli antenati sotto steli sbeccate ed epitaffi sbiaditi.
Il palazzo che si ergeva al centro delle abitazioni si distingueva per un po’ più di vernice sebbene non fosse meno grottesco degli altri edifici e la scritta “Amegakure” incisa nel pallido disco di marmo controllava le vie strette ed umide ai suoi piedi con la severa pretesa di conoscerne i segreti.
Inspirò a fondo il profumo della terra umida provocandosi una fitta al costato sotto il polmone sinistro ormai completamente distrutto e tenuto in funzione grazie a un sigillo medico. Sorrise ripensando a come si fosse procurata quella ferita inguaribile.
Il cielo sta piangendo di nuovo… Nagato.
 
***
 
L’ozio lo stava divorando mentre camminava avanti e indietro per l’ingresso della casa disabitata che avevano occupato. Il piano era stato tracciato dalle dita di Gaara nella polvere del pavimento e cancellato affinché non ne rimanesse traccia, adesso dovevano solo attendere che fosse sera per agire col favore del buio.
‹‹Naruto-kun›› Hinata lo chiamò porgendogli una scodella piena della zuppa che aveva cucinato sfruttando quel poco di gas rimasto nella bombola del fornello.
‹‹Un brodo fumante è proprio quello che serve con questo umido›› la ringraziò l’Uzumaki riscaldandosi le mani al contatto con la ceramica bollente della scodella. ‹‹Questa città è molto diversa da Konoha›› riprese il biondo osservando il cielo plumbeo ‹‹i segni della guerra si vedono ovunque, eppure ci vive ancora della gente, non ti sembra incredibile?››.
‹‹Già… mi domando quante difficoltà abbia attraversato Jun e spero davvero che il recupero di suo nipote stasera riesca senza incidenti›› si augurò la kunoichi voltandosi a guardare la ragazza della Pioggia.
‹‹Vanno parecchio d’accordo, eh?›› sorrise Naruto vedendo il Kazekage chiacchierare sommessamente con la bionda nella stanza accanto. Lo vide afferrarle la mano con fare rassicurante e sorriderle timidamente.
‹‹Andrà tutto bene›› furono le parole che l’Uzumaki lesse nel movimento labiale del rosso e le ripeté sottovoce per poi aggiungere ridacchiando ‹‹e andremo a festeggiare da Ichiraku quando questa missione sarà finita››.
‹‹Pagherò io, è il minimo dopo la brodaglia che vi ho rifilato stasera›› scherzò la Hyuga.
Il ragazzo ne ingoiò una sorsata abbondante: ‹‹Non è così terribile››.
‹‹Grazie›› Hinata sperò di non essere arrossita sapendo che il ninja le aveva detto una colossale bugia cercando di mostrarsi gentile: si era impegnata per preparare quella zuppa ma invece di essere densa e cremosa era risultata solo un brodo leggero di erbe aromatiche essiccate e, in aggravante, non aveva trovato un pizzico di sale in nessuna delle vecchie credenze così che era l’alimento più insipido che avesse mai cucinato. Riprese balbettando: ‹‹N-Na-Naruto, io volevo sapere…››.
‹‹Venite, ripassiamo il piano›› li chiamò Sakura.
Riuniti nella stanza più larga della casa, circondando una lanterna ad olio, ripeterono tutti i passaggi dell’operazione insistendo sui compiti che avrebbe dovuto svolgere l’Uzumaki affinché se li imprimesse bene nella mente.
‹‹E ti prego, ti prego, ti prego›› lo implorò l’Haruno sistemandosi i guanti prima di dare il via all’operazione ‹‹non essere la solita mina vagante››.
La strategia elaborata da Gaara prevedeva che si dividessero in due squadre: mentre Sakura e Hinata avrebbero attaccato il palazzo dove risiedevano i gerarchi di Amegakure che tenevano sequestrato il nipote di Jun da ovest, gli altri tre ragazzi si sarebbero infiltrati furtivamente fino a raggiungere il bambino per poi darsi a una fuga precipitosa e ricongiungendosi tutti alla porta meridionale della città.
Sentirono delle esplosioni ripetute seguite da un grande vociare e un frenetico movimento di ninja diretti alla fonte del rumore. ‹‹Si stanno dando da fare le ragazze con le carte bomba›› esclamò Naruto divertito.
‹‹Queste non sono loro›› il Kazekage era allarmato ‹‹le detonazioni sono troppe e troppo forti, non possono essere semplici carte bomba››.
‹‹Comunque stanno facendo da esca›› Jun scalpitava per irrompere nell’edificio.
‹‹Andiamo›› sentenziò il rosso ‹‹entriamo da quella finestra e scendiamo verso il seminterrato, hai detto che tuo nipote dovrebbe trovarsi lì, no?››.
 
***
 
Quelli della squadra artificieri avevano svolto un ottimo lavoro provocando tutto quel baccano e non era rimasta nemmeno un’anima nei corridoi dei piani inferiori. ‹‹Dobbiamo salire verso i piani alti dove stanno i capi del governo e il Consiglio›› indicò la rampa delle scale che conduceva ai piani superiori. I suoi sottoposti si lanciarono su per i ripidi gradini mentre lei li seguiva affannata a causa dei danni irreparabili che aveva il subito il suo sistema respiratorio molti mesi prima.
Sentì delle urla concitate e accelerò il passo, quando si affacciò sul corridoio trovò i suoi ninja combattere con tre figure che, sebbene fossero in netto svantaggio numerico, tenevano testa ai suoi subordinati senza difficoltà.
‹‹Fermo›› urlò riconoscendo uno dei tre avversari ‹‹Naruto fermati››.
Sentendosi chiamare l’Uzumaki arrestò il colpo che stava per sferrare e venne travolto e gettato al suolo mentre una ragazza sopra di lui gli puntava un kunai alla gola.
Mise a fuoco l’ombra che si stava avvicinando. Erano forse un paio d’anni che non la vedeva e il crederla morta non lo aiutò certamente nel riconoscimento, infine sussurrò: ‹‹Konan››.
‹‹Sembra che tu abbia visto un fantasma›› gli disse aiutandolo a rialzarsi dopo aver ordinato alla sua squadra di cessare immediatamente le ostilità.
‹‹Credevo che Obito ti avesse…›› provò a formulare un pensiero sconnesso mentre nella sua mente l’immagine che aveva di lei, a fianco di un Nagato gracile e sfibrato, si sovrapponeva alla donna che era adesso.
‹‹Sarei morta se non fossi stata soccorsa da uno dei rospi di Jiraya, me l’aveva messo alle calcagna dopo il nostro ultimo incontro. Anche se morto, il tuo maestro mi ha protetta per l’ennesima volta›› la voce le si incrinò per la commozione ripensando al suo benefattore. Era stato buono con lei mentre era in vita e le aveva riservato una premura anche da morto, sarebbe stata in debito con lui per sempre.
‹‹Il maestro Jiraya veglia sempre su di noi›› Naruto le appoggiò le mani sulle spalle.
‹‹Tu me lo ricordi tanto›› Konan gli accarezzò il viso dolcemente ‹‹io li vedo rivivere in te tutti quanti… il mastro, Yahiko e anche Nagato››.
Lo abbracciò cogliendolo alla sprovvista e rimanendo lei stessa stupita per la sua temerarietà nel dimostrare le emozioni che serbava nell’animo da tempo: era da quando quel ragazzo aveva ridato speranza al suo compagno di una vita spogliandolo del dolore impresso anche nel nome che aveva assunto, Pain, che voleva gettargli le braccia al collo per dimostrargli la sua gratitudine. Si scostò folgorata da un pensiero: ‹‹Cosa ci fai tu qui?››.
‹‹Sono in missione›› spiegò l’Uzumaki ‹‹lui è il Kazekage e lei è Sanshou no Jun››.
‹‹L’erede di Hanzo›› esclamò un ragazzo dai capelli corvini afferrando una coppia di shuriken ‹‹dobbiamo eliminarla››. Anche gli altri si mobilitarono in posizione di attacco.
‹‹No›› Gaara si parò davanti la ragazza scagliando diversi spuntoni di sabbia ai piedi del giovane come monito.
Konan fece un cenno della mano ai suoi che rinfoderarono le armi con renitenza e chiese a Naruto di proseguire facendosi spiegare la situazione.
‹‹Noi siamo qui per liberare la popolazione dal giogo del regime dittatoriale che si è istaurato in questo Paese›› Konan soppesò parola per parola ‹‹la Pioggia ha sofferto molto negli ultimi cent’anni sempre scossa dalle guerre e sta soffrendo ancora››.
‹‹Dobbiamo ucciderla Konan, lei e il bambino›› intervenne una fanciulla dagli occhi vitrei ‹‹e dobbiamo muoverci ora, finché i nostri compagni tengono impegnate le guardie del palazzo››.
‹‹Siete l’Insurrezione di Ai?›› chiese Jun.
‹‹No, noi vogliamo liberare la Pioggia anche da quella feccia›› la donna fece una smorfia disgustata ‹‹insieme ai generali di Hanzo stanno rovinando questa terra, vogliono trascinare il mondo intero in guerra››.
‹‹Come lo sai?›› Gaara la interruppe.
‹‹Avevano contattato anche me. “Non pioverà più” dicono. Invece questo Paese ha bisogno della sua pioggia, è necessaria per lavare via tutto il sangue che ha imbrattato le case e i campi. Solo allora si potrà tornare a vivere››.
‹‹Sappiano che ora sono alleati con i generali che governano questo paese ma li tradiranno presto›› il rosso parlò con fermezza imprimendo nella voce tutta l’autorità di cui disponeva in quel momento.
‹‹Morto Nagato ho promesso che non avrei più combattuto ma stavolta è importante che io mi sacrifichi fino in fondo per dare la pace alla mia gente›› Konan invocò dentro di sé il coraggio per proseguire la sua missione.
‹‹Se è per la pace di Amegakure›› Jun si fece avanti fino a inginocchiarsi in mezzo ai suoi nemici ‹‹offro la mia vita. Ho visto le vessazioni del mio popolo, le ho provate sulla mia pelle. Con la mia morte il regime cadrà non potendosi più aggrappare al diritto di Hanzo di governare queste terre e l’Insurrezione non potrà prendere il controllo di questo Villaggio se voi sarete più svelti. Chiedo solo che lasciate in vita mio nipote, in pochi sono a conoscenza della sua esistenza e sono tutti in questo edificio, promettetemi che lui continuerà a vivere, crescerà in latitanza e non saprà mai la sua vera identità››.
‹‹Konan non ti permetterò di spargere sangue innocente›› Naruto le si parò davanti.
La donna guardò i volti dei suoi sottoposti: avrebbero accettato qualsiasi sua decisione, lo sapeva, loro avevano imparato a fidarsi del suo giudizio, l’avevano eletta capo di quel gruppo di partigiani nato per aiutare la gente e combattere la dittatura e l’avrebbero messa al vertice del nuovo governo. Infine fissò i suoi occhi in quelli di Jun.
‹‹Capitano›› il silenzio fu interrotto da un uomo coi capelli verdi correva a perdifiato urlando attraverso il lungo corridoio ‹‹ci stanno massacrando capitano, non riusciremo a trattenerli››.
Merda la squadra che si occupava del diversivo cederà a breve pensò Konan allarmata non abbiamo più tempo per il colpo di stato, abbiamo fallito. ‹‹Dobbiamo ritirarci›› ordinò ‹‹cerca di far fuggire tutti in piccoli gruppi e avvisali di tornare al nascondiglio segreto solo quando saranno sicuri di non avere più nessuno alle calcagna››. Tornò a guardare la ragazza ancora china ai sui piedi ‹‹Sanshao no Jun, alzati e riprenditi il tuo bambino e scappate lontano. Naruto ancora una volta la tua presenza mi ha ridato speranza››. Sorrise al giovane: ‹‹Andate svelti››.
‹‹Ti ringrazio›› Jun si inchinò riconoscente prima di proseguire la sua fuga verso i piani inferiori.
‹‹Un giorno verrò a chiederti un favore›› rispose l’altra.
La bionda comprese immediatamente che il suo diritto di comandare su quelle terre in quando erede di Hanzo sarebbe stato cruciale per decidere le sorti della Pioggia: ‹‹L’amore per questo Paese ci accomuna, Konan, quando la tua fazione sarà pronta per sbaragliare questo governo e l’Insurrezione avrai il mio appoggio››. Frugò sotto la maglietta e sfilò un ciondolo che teneva appeso al collo con lo stemma del suo avo: ‹‹Prendilo in segno della mia buona fede››.
La donna si sfilò un anello dal medio destro rigirandolo tra le dita un’ultima volta: la scritta “haku” riluceva: ‹‹E tu accetta questo, un’alleanza tra noi è stata sancita oggi››.
Attese di vederli sparire tutti e tre prima di voltarsi e andare verso dove infervorava la battaglia.
 
‹‹Questo è per te›› Nagato le porgeva un piccolo anello ‹‹benvenuta nell’Akatsuki››.
‹‹Haku?›› chiese Konan stupita leggendo l’incisione.
‹‹Vuol dire “bianco” e il bianco è il tutto›› le spiegò il ragazzo sorridendo ‹‹guarda questo raggio di luce: è bianco ma in lui sono racchiusi tutti i colori. Tu sei il tutto, Konan››.
Ci rifletté un attimo ma proprio non riusciva a comprendere cosa intendesse il suo amico, così chiese: ‹‹E sul tuo anello cosa c’è scritto?››.
‹‹Rei che vuol dire “zero” perché io sono il vuoto, io sono il nulla›› aggiunse mostrandole la scritta ‹‹siamo due facce della stessa medaglia come la pace e la guerra››.
 
***
 
Proseguirono sbaragliando le poche guardie ancora presenti in quell’ala del palazzo e frugando in tutte le stanze. Jun chiamava a gran voce il nipote sperando che questo rispondesse.
‹‹Niente nemmeno qui›› ringhiò Naruto frustrato.
La ragazza aprì l’ennesima porta richiudendola poi di scatto. E se fossimo nella zona sbagliata? L’ansia la stava attanagliando offuscando i suoi ragionamenti mentre sentiva scivolare le prime lacrime lungo le guance, passò con rabbia il bordo della manica sugli occhi per scacciarle.
‹‹Non muovetevi›› un ninja sbucò nel corridoio pochi metri più avanti ‹‹se tenete alla vita di questo moccioso››. Reggeva il fagottino con un braccio mentre con la mano libera gli puntava un kunai alla gola.
‹‹Gia… gia Giun›› mugugnò l’infante inspirando con il nasino colante di moccio.
Jun si sentì cedere le ginocchia e si appoggiò al biondo al suo fianco per non cadere. ‹‹Lascialo andare›› l’Uzumaki osservò l’ambiente maledicendolo per la sua strettezza, non avrebbe potuto usare la Moltiplicazione del Corpo e sparare una Bijudama era fuori questione, senza contare che il nemico aveva un ostaggio.
‹‹Coricatevi faccia a terra›› l’uomo stava cercando di prendere tempo in attesa che arrivassero i suoi compagi ‹‹fate come vi dico o...››. Emise un suono strozzato.
Gaara comparso silenziosamente alle sue spalle dopo essere stato a perlustrare il piano sottostante sfilò il bambino dalle sue braccia mentre questo si accasciava al suolo trafitto da numerose spine di sabbia. Jun corse dal nipotino abbracciandolo e sbaciucchiandolo: ‹‹Shinki!››. Gli pulì affettuosamente il muco strappando un lembo della sua maglietta per riprenderlo a coccolarlo subito dopo.
‹‹Gia, dove shei stata?›› sbadigliò il piccolo.
‹‹La zia non si separa più da te, amore›› lo rassicurò stringendolo più forte a sé.
‹‹Giaaaa›› il bambino cercò di divincolarsi sventolando le manine in aria e indicando il Kazekage ‹‹c’è tanuki!››.
 
***
 
‹‹Non si vedono›› Hinata aveva il byakugan attivo e scrutava nel buio cercando i suoi compagni.
‹‹Merda! Merda! Ma cosa diamine sta succedendo?›› Sakura stava ancora cercando di capire chi le avesse battute sul tempo creando un diversivo che aveva attirato l’attenzione del palazzo sulla zona ovest dove c’era un piccolo patio nel quale si stava svolgendo una cruenta battaglia. Sicuramente quelli della guardia di Amegakure non sono amici, ma gli altri? Nessuno di loro porta la maschera dell’Insurrezione.
Un ordigno detonò a pochi metri da loro.
‹‹Meglio spostarsi da qui›› l’Haruno si scrollò dalla polvere e dai piccoli detriti che le avevano imbrattato gli abiti ‹‹andiamo al punto di ritrovo, ormai non c’è più niente di buono che possiamo fare qui››.
‹‹Aspettiamo ancora un po’›› propose la mora mordendosi il labbro inferiore con tanta forza fino a farlo sanguinare.
‹‹Hina-chan, muoviti›› l’esortò l’altra scuotendola per un braccio.
Attraversarono il Villaggio saltando da un tetto all’altro, voltandosi ogni pochi metri sperando che alle loro spalle comparissero come per miracolo i loro amici. L’erede della Principessa Tsunade imprecava sottovoce, un’abitudine che aveva acquistato stando ore ed ore a contatto con la Sannin in grado di sciorinare un’esecrazione diversa per ogni secondo di disappunto. Arrivarono alla porta meridionale della città e attesero abbarbicate su un tetto arrugginito accogliendo con impercettibili brividi il penetrare dell’umidità nelle ossa. La pioggia che continuava imperterrita da ore si era fatta più pesante con l’avanzare della notte fino a ghiacciarsi nelle ore più fredde che precedevano l’alba.
Byakugan. La Hyuga lo attivò ancora una volta, ormai le bruciavano le iridi e il mal di testa era implacabile e pulsante a livello delle tempie. Fili elettrici, tre ubriachi in un pub, case vuote, strade vuote… un gatto... Naruto, perché ancora non ti vedo? Tu sei forte, lo so che lo sei, portali tutti qui in salvo.
Un’attività di chakra anomala, rossa e densa a ore due seguita da tante fiammelle azzurre. Hinata boccheggiò: ‹‹Naruto?!››.
‹‹Stanno arrivando?›› chiese la rosa.
‹‹Credo che siano inseguiti›› dichiarò la ragazza chiudendo le palpebre per riposare gli occhi prima dell’imminente battaglia.
‹‹Ora li vedo anche io›› esclamò Sakura distinguendo solo un affollamento di ombre e partì con un balzo in loro soccorso cominciando ad accumulare il chakra nelle nocche della mano destra. Il vantaggio sugli inseguitori è misero ma sufficiente. Così dovrebbe andare. Scaricò il pugno sull’edificio sotto i suoi piedi che, con un colpo secco, prese a crollare appena l’uomo in testa ai nemici lo toccò con la punta del calzare.
‹‹Bel colpo Sakura›› si congratulò l’Uzumaki continuando a correre.
‹‹E non credere che non ne abbia altri››. L’Haruno lasciò nella ritirata una scia di edifici in frantumi e un numero incalcolabile di ninja intrappolati sotto le macerie.
Ora che il gruppo si era finalmente ricongiunto potevano tornare a casa.
 
***
 
Ibiki Morino era sicuramente uno dei ninja più spaventosi del Villaggio della Foglia, era stato il loro esaminatore durante l’esame di selezione dei Chunin dove, secondo Shikamaru, aveva dimostrato solo una minima parte del suo sadismo. Tuttavia, dal tempo già trascorso per ottenere informazioni dall’uomo dell’Insurrezione, stava probabilmente incontrando delle difficoltà.
‹‹Il Sesto aveva assicurato che i Servizi Segreti di Konoha erano i migliori negli interrogatori›› lamentò Temari seduta nella sala d’aspetto insieme al Nara.
‹‹Purtroppo non è ancora stato trovato un degno sostituto di Inoichi Yamanaka, morto durante la scorsa guerra›› giustificò il moro.
‹‹Era il padre di una tua compagna di team, vero?›› chiese la kunoichi rimembrando una tale Ino Yamanaka sempre appresso al ragazzo.
‹‹Si›› confermò Shikamaru senza aggiungere altro. Per la sua amica la perdita del genitore era una ferita ancora troppo fresca e anche a lui ripensare a Inoichi, morto con suo padre Shikaku, faceva risalire un ammasso di bile acida dallo stomaco.
‹‹Comunque basterebbero pochi elementi, poi tu saresti in grado di elaborare una buona strategia›› sentenziò la ragazza di Suna.
‹‹Era un complimento, seccatura?››.
‹‹Che tu avessi le carte giuste per diventare Hokage l’ho sempre ammesso, piagnucolone››.
Il Nara sorrise ripensando a quante volte Temari gli avesse fatto quel discorso rimproverandolo poi per la sua pigrizia: ‹‹Invece voglio essere il migliore sostegno di Naruto, quando lui prenderà il posto di Kakashi››.
‹‹Tu il braccio destro dell’Hokage e io quello del Kazekage. Sicuramente saremmo una bella coppia›› sibilò la bionda.
Shikamaru credette di aver sentito male. ‹‹Come? Cosa dici?›› si affrettò a chiedere.
‹‹Dico›› cominciò la ragazza alzandosi e posizionandosi proprio davanti al ragazzo con una mano appoggiata sul fianco guardandolo dall’alto in basso ‹‹che adesso dovresti portarmi a fare colazione››.
Non attese alcuna risposta e si avviò verso l’uscita lasciando il Nara, con gli occhi sgranati suo malgrado, a fissarle la schiena e i movimenti sinuosi accentuati dal tessuto nero del vestito che ondeggiava tendendosi alternativamente su un fianco e rilassandosi sull’altro.
Che culo.
Temari si bloccò con la mano sulla maniglia della porta semi-aperta reclinando leggermente la testa per guardare il moro con la coda dell’occhio: ‹‹Ho proprio voglia di pasticcini alla crema. Ti muovi? Guarda che offri tu, piagnucolone!››.
 
 
 
 
Angolo dell’autrice: Ehilà! Vi do in pasto il mio nuovo capitolo sperando che sia gustoso. Spero che abbiate apprezzato il personaggio che ho deciso di riesumare (nel vero senso della parola perché dovrebbe essere morto) e non stiate pensando “ma che ca…”, beh in ogni caso scrivetemi tutto ciò che vi passa per la testa che io lo leggo con piacere, anche le cose negative che mi aiutano a migliorare. Questa comparsa non sarà di utilizzo immediato ma si rivelerà fondamentale in futuro. Ormai si è agli sgoccioli di questa mini-saga che introduce un’intricata rete di potere, nemici e alleanze. Non vi do spoiler dei prossimi capitoli ma colgo l’occasione per scusarmi di averci messo qualche millennio ad aggiornare e per ringraziare tutti coloro che leggono e seguono questa storia. Un super-grazie va a chi mi rende felice lasciando le recensioni (Scodinzolo! Dico davvero!). Thank you e al prossimo capitolo (spero presto)!
Un bacio,
Eirynij
   
 
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