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Autore: Seiyako    04/11/2017    1 recensioni
Londra (Inghilterra), periodo medievale. La principessa Isabella siede bella e imperiosa sul suo trono, sua madre è morta dandola alla luce e suo padre, il malvagio re Thomas, è passato a miglior vita da ben 5 anni. Non avendo eredi maschi, è toccato ad Isabella salire sullo scranno del castello. Pur essendo molto avvenente, non ha mai accettato una proposta di matrimonio da parte dei suoi tanti pretendenti. Sembra che l'idea di sposarsi non le passi neanche per la testa. Tuttavia, Isabella cede alle parole sagge dei suoi consiglieri e decide di lanciare una sfida.
Genere: Avventura, Commedia, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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IL RAPIMENTO


-Siete sicuro di voler andare via padre? Non vorreste rimanere a tenerci compagnia ancora un altro giorno?- Padre Francesco sorrise mentre sistemava sulla groppa di una mula la borsa contenente le provviste che gli aveva preparato Agata. -No, figliolo-  rispose molto dolcemente - la mia permanenza qui è terminata, devo riprendere il mio cammino. Vi ringrazio per avermi ospitato questa notte, che Dio sia con voi-
Alexander gli si avvicinò e lo abbracciò stretto, quel frate gli incuteva tanta tenerezza. Francesco lo lasciò fare e ricambiò il suo gesto d’affetto. Quando si sciolsero dall’abbraccio, il curato afferrò le redini della mula e si incamminò lentamente verso il sentiero. Il ragazzo lo guardò da lontano fino a quando non sparì del tutto nel bosco. Si sentiva triste, oltre a sua sorella non gli era rimasto più nessuno con cui potersi confidare. Questo pensiero lo portò a domandarsi dove si fosse cacciata Agata in quel momento, proprio lei che gli aveva sempre fatto la morale sulla buona educazione, come mai non si era presentata a porgere un saluto a Padre Francesco? Sicuramente doveva essere alle prese con le faccende domestiche, eppure lo trovava molto strano che non fosse nemmeno uscita ad augurargli buon viaggio, non era da lei comportarsi così. Rientrò in casa e cominciò a cercare la sorella.
 
Agata si trovava nella stalla a mungere una mucca, voleva offrire a Padre Francesco un bicchiere di latte fresco prima che partisse. Stava seduta sullo sgabello e intenta com’era a mungere, non si era accorta di un uomo sopraggiunto silente e furtivo alle sue spalle. Aveva appena finito di riempire il secchio e stava per alzarsi, ma una grossa mano le tappò la bocca impedendole di gridare. La poverina scalciava e si dimenava come meglio poteva, nel divincolarsi aveva urtato il secchio e il latte si era rovesciato a terra. Non riusciva a liberarsi, quell’uomo la teneva ben salda a sé. Che cosa voleva quell’orco? Forse un riscatto? Ma che soldi avrebbe potuto dargli Alexander se erano poveri e vivevano di quelle poche cose che i genitori gli avevano lasciato in eredità. –Sta ferma, ragazzina. Se farai come ti dico non ti verrà fatto alcun male-  le intimò l’omaccione mentre la spintonava fuori dalla stalla dove c’erano due scagnozzi ad aspettarlo. Non con poca fatica, riuscì a farla salire sul suo purosangue. – Ma che cosa volete da me?- chiese Agata piagnucolando - Non possiedo oro e gioielli- l’uomo sorrise beffardamente – Non è il denaro che mi interessa, sciocchina. E se ti azzarderai ad urlare darò ordine ai miei uomini di far bruciare la tua casa puzzolente- Detto questo, afferrò la spada e con un colpo secco le tagliò una ciocca di capelli, facendo spaventare terribilmente la povera ragazza.

-Agata, Agata, ma dove sei finita?- Alexander la cercò in lungo e in largo senza risultato. Era molto improbabile che la sorella volesse giocare a nascondino per poi spaventarlo sbucando da un angolo, diceva sempre che ormai aveva dodici anni, che non era più una bambina e che era cresciuta per queste cose, odiava quando le ricordavano che era ancora troppo piccola e che avrebbe fatto meglio a continuare a pettinare le bambole. Il ragazzo girovagò per l’intera casa chiamandola a gran voce, ma di Agata nemmeno una traccia. Decise di andare a cercarla nelle stalle, magari era li a dar da mangiare agli animali. Si incamminò verso il punto prefissato e quando vi entrò, trovò una sgradita sorpresa. – Ma che è successo qui?- si domandò mentre si guardava attorno. Era tutto sottosopra, il granturco era sparso ovunque, lo sgabello giaceva inclinato all’indietro, il secchio era rotto e un’enorme quantità di latte era stata riversata sul terriccio. Non riusciva a credere a tutto quel disordine, Agata era sempre stata dedita alla pulizia e non lasciava mai niente fuori posto. Strabuzzò gli occhi azzurri per pochi secondi fino a quando il suo sguardo non si soffermò su una balla di fieno, aveva notato un pezzo di carta straccia e dei capelli biondi con un filo di spago. Il ragazzo sussultò, quelli erano i capelli di sua sorella e quello era il laccio che utilizzava per raccoglierseli in due lunghe trecce. Prese il pezzo di carta e lesse ciò che vi era scritto; Se ci tieni a vedere la tua cara sorellina ancora viva, vieni al castello. Sir Aaron Douglas.
–Oh, merda!- Urlò Alexander appallottolando il biglietto e correndo furente a sellare il suo cavallo.



Salve a tutti, eccomi al decimo capitolo. So che questo capitolo è leggermente più corto rispetto agli altri, ma sono stata colpita da una brutta influenza e non ho avuto molto tempo di stare al pc. Ma ora bando alle ciance, come vi è sembrata la storia fino ad adesso? Un caro saluto, Seiyako.
  
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