Capitolo 17
Killian raggiunse Neve, David e le due
Regina in cortile dove i quattro stavano ancora discutendo sulla sistemazione
della regina cattiva. C’era il dubbio se lasciarla libera nel castello, con
Regina che le faceva costantemente da guardia, oppure rinchiuderla nelle
prigioni. Il sindaco di Storybrooke non era tanto
entusiasta dell'idea di imprigionarla, preoccupata di cosa lei e Tremorino avrebbero parlato. Sapeva che il signore oscuro
non avrebbe messo in pericolo il loro futuro, ma non aveva idea se la presenza
di loro tre avesse già innescato qualche sorta di cambiamento. Non voleva
rischiare e per fortuna, con tanta pazienza, riuscì a convincere i Charmings a lasciarla libera. L'avrebbe tenuta
costantemente sotto controllo e, se non c'era lei, le avrebbe applicato il
bracciale che le avrebbe impedito di usare la magia. Il braccialetto però
sarebbe stato uno strumento a cui avrebbe ricorso solo in caso di necessità,
non essendo d'accordo con l'utilizzo di oggetti che bloccavano la propria
natura. C'era anche da tenere conto che non avrebbe avuto nemmeno la minima
possibilità di scappare se l'essere incappucciato si fosse fatto vivo.
"Cosa succede Uncino?" chiese David vedendo la
faccia preoccupata dell'uomo.
"Emma sta riposando?" Chiese Neve assicurandosi che
la propria bambina stesse bene, non vedendola accanto all'uomo.
Killian scosse la testa e disse loro cosa
era successo nelle segrete.
"Emma si è ritirata nella nostra stanza, ma non mi ha
detto nemmeno una parola. Si è allontanata, si è chiusa in sé stessa oltre che
in camera. Lo so che non è una situazione facile, ma vorrei aiutarla e non so
come fare!" disse il pirata abbattuto.
Regina sospirò e disse "se per te va bene, proverei a
parlarle io. A volte si riesce a essere più aperti con gli amici. Magari Emma ha qualche pensiero o paura di
cui non vuole metterti al corrente per non preoccuparti. Sarebbe proprio da
lei!”
Killian sospirò e annuì.
"Bene, io mi prendo cura di tua moglie e tu prenditi
cura di...me!" disse Regina dandogli il bracciale magico, da usare solo in
caso di necessità. La regina cattiva aveva tanto da guadagnare a creare un
alleanza con loro, quindi sperava vivamente che non avrebbe fatto nessun passo
falso.
Regina percorse quei corridoi per la millesima volta nella
sua vita. A volte le sembrava di non essere mai andata via da quel luogo,
nonostante gli anni passati. Ma si sentiva sollevata nel vedere che i tristi
ricordi legati a quel castello non la turbassero più di tanto. Stava a indicare
che finalmente aveva messo una pietra sul suo passato una volta per tutte.
Finalmente giunse davanti alla porta dietro la quale sapeva
trovarsi Emma. Bussò un paio di volte, ma l'invito ad entrare non arrivò. Provò
ad aprire la porta, ma dovette constatare che questa era stata chiusa
dall'interno. Questo suo atteggiamento le fece comprendere che non voleva
parlare con nessuno. Emma sapeva che lei non si sarebbe fermata davanti a una
porta chiusa a chiave, ma sperava che recepisse il messaggio e se ne sarebbe
andata, lasciandola sola. Regina però non volle rispettare questo suo desiderio
e, scomparendo, riapparve all'interno della stanza in una nuvola viola. Trovò
Emma voltata di spalle, seduta sul letto. Aveva il capo chino e giocava
nervosamente con le mani. Regina era sicura che l'avesse sentita entrare, ma la
donna non fece una piega. Non sapeva se questo suo non reagire, volesse dire
che non era infastidita dalla sua presenza o se si era talmente rinchiusa in sè stessa da non fare una piega.
"Emma!" la
chiamò Regina, per studiare come ella avrebbe reagito. Non le rispose, né
quella volta né quelle successive. Sospirò e andò a sedersi accanto a lei.
Poteva vedere il suo volto bagnato dalle lacrime e gli occhi rossi e gonfi, per
quel pianto che sembrava essersi già esaurito.
"Emma per favore, dì qualcosa!" chiese Regina
poggiandole una mano sulla spalla, sorpresa dal vedere che a quel contatto la
donna si scostò bruscamente.
"Va via!" disse la salvatrice con voce tremante, ma
senza guadarla. Il suo capo ancora chino e il suo sguardo lontano. Regina
sospirò e rimase indecisa sul da farsi. Non sapeva se era meglio lasciarla calmare
un po’ o costringerla a parlare.
Guardò la donna e la vide tormentarsi le mani, ma solo
facendo più attenzione si accorse che quello era solo un tentativo per
nascondere il solito tremore che l'assaliva quando era spaventata per qualcosa
e dopo il dialogo avuto poco prima con Killian,
sapeva cosa potesse assillare la sua mente.
"Emma, Uncino ci ha detto cosa è successo con Tremotino, del suo inganno e...del suo avviso per quanto
riguarda il bambino e..." Regina non sapeva esattamente cosa dirle. Avrebbe
voluto tirarla su di morale, ma sapeva che sarebbe stata un'impresa consolare
una donna in stato di gravidanza, emotiva e spaventata.
"Non ti voglio prendere in giro dicendoti che comprendo
quello che stai passando, perché non possono nemmeno immaginare cosa voglia
dire aspettare un bambino con tutto quello che sta succedendo, ma voglio solo
esserne certa che tu sappia che noi siamo tutti con te. Non sarai sola ad
affrontare questa situazione e questa gravidanza…non questa volta!" Regina
disse osservando la donna, la quale era ancora ferma nella stessa posizione.
L’unica differenza erano quelle lacrime che presero a scorrere nuovamente lungo
le guance della salvatrice. La vide portarsi una mano al ventre e dopo averlo
accarezzato per qualche secondo disse "Io non voglio questo
bambino!". Fu quasi un sussurro, ma abbastanza forte perché Regina lo
potesse sentire.
Regina rimase sorpresa a quella affermazione. "Emma
cosa..." cominciò senza sapere cosa dire sentendosi spiazzata, ma la
salvatrice continuò "io non posso farlo...io non...posso..." disse
cominciando anche a singhiozzare, quando il pianto divenne più forte.
"Emma, ascoltami bene, so che sei spaventata. Con Henry
sei fantastica e anche se non l’hai cresciuto da quando era in fasce, non
significa che tu non possa essere una buona madre per questo bambino!"
Emma scosse la testa e Regina prendendole le mani, le ridisse
quanto appena detto con più determinazione, sperando di dare un po’ di coraggio
alla donna, ma Emma disse "No Regina…io voglio questo bambino, ma...non
adesso...è tutto sbagliato! Non doveva essere così!" Regina sospirò,
comprendendo finalmente cosa volesse realmente dire. Aveva temuto che la donna
avrebbe ripercorso lo stesso cammino che aveva percorso la prima volta, quando
era troppo giovane e senza niente per crescere un bambino e se capiva che
allora non poteva fare altrimenti, sapeva che se avesse dato in adozione anche
questo bambino, avrebbe fatto l'errore più grande della sua vita. "Io non
mi sento pronta per essere madre, non so nemmeno da che parte partire, ma da
quando ho scoperto che questo piccolino sta crescendo dentro di me...oltre al
terrore di essere una pessima madre, ho
provato un senso di felicità e non voglio perdere questo momento. La gravidanza
con Henry per me è stata un incubo. Sempre a pensare che non l'avrei visto
crescere perché mi sentivo così inadeguata, codarda e il senso di colpa che
provavo per la mia decisione di abbandonarlo non mi ha mai lasciato. Ho odiato
tanto i miei genitori per avermi abbandona e io...ho fatto la stessa cosa. Non
mi sono mai perdonata, anche se so che è stato la cosa migliore per lui.
Speravo che con questo bambino le cose sarebbero state diverse, che avrei avuto
la mia opportunità di avere una seconda chance e invece sto sbagliando tutto.
La sua vita è in pericolo ancora prima di nascere. Non posso avere questo
bambino adesso!".
"Purtroppo non hai molte alternative Emma. Lo so che
sarà difficile, ma devi riuscite a state calma e non pensare alle cose negative
e..." disse Regina, ma Emma alzandosi di scatto in piedi disse "Come
posso stare calma e non pensare al peggio? Quell'essere mi vuole morta e
minaccia il lieto fine di tutti. Mi sento un peso addosso che mi toglie il
respiro, ho già quasi avuto un aborto e prima ho usato i poteri del bambino
senza volerlo e mettendolo in pericolo. Come posso stare tranquilla quando so
che mio figlio non vedrà mai la luce per colpa mia?" disse urlando e
respirando affannosamente, ma il respiro le si mozzò in gola quando una fitta
al basso ventre la fece piegare in due.
Regina si alzo immediatamente da letto per sorreggerla e
condurla nuovamente sul morbido giaciglio. "Emma, fai dei respiri profondi
e veramente cerca di rilassarti. Se continui in questo modo allora sì che
rischi di perdere il bambino. I crampi non sono un buon segno e se fossimo a Storybrooke ti porterei immediatamente all'ospedale. Ora
per favore sdraiati e cerca di dormire!"
La donna però continuava a piangere violentemente e non
sembrava riuscire a calmarsi. Regina non sopportava di vederla in quello stato.
Emma era forte e coraggiosa, ma sapeva che era anche molto vulnerabile, ma
questa parte di lei era sempre ben nascosta. Probabilmente aveva imparato a non
mostrare le sue debolezze per poter sopravvivere in un mondo che si dall'infanzia
sembrava avercela con lei. Ma in quel momento con tutto quello che stava
vivendo, si era lasciata andare. Era troppo anche per la salvatrice. Provò a
starle vicino e a strofinarle la schiena, sperando che potesse aiutarla a
tranquillizzarsi, ma non sembrava funzionare, al contrario vide Emma stringere
gli occhi e abbracciarsi la pancia mentre si metteva in posizione fetale.
Comprese che le fitte non erano passate e a giudicare da suo modo di respirare
stava rischiando di entrare in iperventilazione. Stava per avere un attacco di
panico e se avesse continuato in quel modo, non ci sarebbe stato niente da fare
per garantire il suo lieto fine e quello di Killian.
Regina si vide costretta a intervenire con la magia e le fece un incantesimo
del sonno. Era una versione più blanda, una specie di sonnifero magico, senza
bisogno del bacio del vero amore per svegliarsi e niente stanze infuocate che
infestavano i sogni. L’unica sua funzione era garantire diverse ore di sonno.
Lo sapeva perché aveva inventato quella magia per lei stessa per quelle lunghe
notti passate insonne dopo la morte di Robin.
Fortunatamente l'incantesimo funzionò e Emma sembrò calmarsi
fino ad addormentarsi. Regina si
preoccupò di coprirla a dovere, dopo di ché uscì dalla stanza a passo svelto.
Si diresse verso il cortile dove immaginava fossero David e Killian ad allenarsi nuovamente, ma a giudicare da come il
pirata continuava a essere disarmato, la donna comprese che la sua testa era
altrove.
"Uncino, ho visto che sai fare meglio di così,
impegnati. Se è in questo modo che vuoi difendere mia figlia allora è
perduta!" disse riuscendo a disarmarlo per l'ennesima volta e la spada,
cadendo, andò a sbattere in malo modo su una pietra, scheggiandola.
Killian sbuffó e
guardò il danno fatto.
"Mi dispiace Uncino. Mi farò perdonare regalandoti una
spada del mio arsenale!" disse David invitando il pirata a seguirlo. Killian si girò verso la regina cattiva che era appoggiata
ad un albero con uno sguardo infastidito. Mentre osservava la sua figlioccia,
poco distante da lei, dialogare con i suoi uccellini e raccogliere fiori.
Il pirata le si avvicinò e le disse "Non ci pensare
nemmeno!"
La regina cattiva con uno sguardo freddo chiese "a che
cosa?"
"Ad architettare qualche sorta di vendetta contro Neve.
Fin tanto che stai qui, dovrai fare la brava!" disse killian,
guardandola in modo serio.
"Oh e come pensi di fermarmi se avessi intenzione di
fare qualcosa? Sei solo un omuncolo patetico senza alcun potere!" disse la
regina minacciosa.
"È vero, non ho poteri, ma ti ricordo che sono
sopravvissuto centinaia di anni e ho avuto a che fare con esseri più temibili
di te. Quindi non mi sottovaluterei cosi tanto fossi in te!" disse Killian, non facendosi spaventare dal tono minaccioso della
donna "Ora tu vieni con me. Devo tenerti sotto controllo e non posso
lasciarti qui fuori con Neve nei paraggi, quindi se mi fai la cortesia di
seguirmi, eviteremo discussioni!"
"Killian!" disse la voce
di Regina alle sue spalle.
L'Interpellato si girò velocemente verso la donna che lo
aveva chiamato. Era insolito sentire Regina chiamarlo per nome, il che
significava che era successo qualcosa di grave.
Si avvicinò a lei a passo spedito, temendo che qualcosa non
andasse con Emma e vedendo la sua agitazione, anche David e Neve si
avvicinarono.
"Regina, cosa succede?" domandò il pirata
preoccupato.
"Dobbiamo trovare un modo per tornare al nostro tempo il
prima possibile!"
"Cosa è successo? Cosa ha detto Emma?" chiese il
pirata, comprendendo che quella richiesta era dovuta a qualcosa che aveva detto
o fatto la sua amata. Non era contemplato un viaggio di ritorno senza la spada
e soprattutto lasciando l'anti salvatore in quella dimensione con tutto quello
che avrebbe potuto comportare, la morte della regina cattiva in primis, che avrebbe
comportato un drastico cambiamento nella storia.
"Sarò sincera Killian, non
potevate scegliere momento peggiore per mettere su famiglia, Emma è..."
non riuscì a terminare la frase che Uncino chiese " Emma è che cosa?"
Non fece caso al fatto che non la lasciasse finire di parlare, dato la
delicatezza della situazione, ma prendendo un respiro profondo continuò
"Emma è spaventata per tutto quello che sta succedendo. Già diventare
madre è una cosa che fa paura, soprattutto per una persona che non ha vissuto
bene la prima gravidanza, in più si ci mette il suo ruolo di salvatrice che le
mette sulle spalle un peso enorme e che potrebbe costare la vita a vostro
figlio e...” fece un attimo di pausa, durante il quale guardò seriamente Uncino
negli occhi “ Killian, Emma non sta bene, non riesce
a stare calma e questo suo stato d'animo sta aggravando la sua salute. Ha quasi
avuto un attacco di panico e altri crampi e ha bisogno di un'assistenza medica
o il bambino non c'è la farà e un aborto può essere pericoloso anche per
lei!"
Killian rimase paralizzato a sentire quelle
parole. Si sentiva impotente. Avrebbe voluto aiutare la sua amata, ma sapeva
che tutto quello che stava succedendo era al di fuori della sua portata. Se
avesse avuto ancora a disposizione la lampada del genio avrebbe desiderato di
farsi lui stesso carico del compito che spettava Emma, ma non c'era soluzione e
per la frustrazione prese a pugni il tronco di un albero lì vicino,
infischiandosene del danno che si sarebbe provocato alla mano.
Regina lo affiancò immediatamente e prendendo la sua mano la
curò.
"Cerca di mantenere la calma. Ci manca solo che dia di
matto pure tu!" lo rimproverò Regina.
"Come? Dimmi come posso stare calmo Regina...è di Emma
che stiamo parlando e...del nostro bambino. Non potrò mai perdonarmi se mai
dovesse succedere loro qualcosa."
"Devi stare calmo per il bene di Emma, devi riuscire a
trasmetterle sicurezza e speranza. Lo so ti senti inutile di fronte un
avversario come quell'essere, ma Killian non devi
pensare di poter aiutare tua moglie fronteggiando questo pericolo, ma pensa a
come realmente ti puoi rendere utile. Emma ha bisogno di quanto più sostegno
possibile nelle sue condizioni e questo è l'aiuto più importante che puoi
darle. Probabilmente dovrà affrontare diversi ostacoli, ma potrà farcela solo
con il sostegno e la forza di chi le è accanto e non da sola. Tutti noi
dobbiamo starle vicino!"
David pose una mano sulla spalla di Uncino il quale stringeva
saldamente la mandibola per la frustrazione e disse "Regina ha ragione
Uncino. Posso vedete quanto tu la ami e come le sei stato vicino in questi
giorni e sebbene inizialmente pensavo a te come un pessimo partito, mi sono
dovuto ricredere!"
Neve gli sorrise e aggiunse " inoltre noi ti daremo una
mano. Non credo che i nostri futuri noi stessi si metteranno da parte, vi
aiuteranno come potranno. In più avete tanti amici da quanto mi avete detto
e Regina è una valido aiuto, quindi sono
sicura che andrà tutto bene!"
Killian annuì. Sapeva che avevano ragione e
lui avrebbe fatto del suo meglio. Si scusò con i presenti e si recò verso il
palazzo. Sentiva l'esigenza di state accanto alla moglie in quel momento, ma
Regina lo avvertì dell'incantesimo fatto sulla donna in modo tale che non si
spaventasse se la donna sembrava non volersi svegliare.
Killian non fece una piega a quanto disse,
ma David e Neve la guardarono confusi e si apprestò a spiegare.
"Non è lo stesso incantesimo del sonno che ho fatto a
Neve. Emma non subirà nessun effetto collaterale, tranquilli!"
"Ti sei proprio rammollita!" disse la regina
cattiva nello scoprire come aiutava la figlia di Biancaneve, ma Regina non le
diede soddisfazione nello rispondere, ma con un tono che non ammetteva repliche
le disse che necessitava del suo aiuto. Con Emma KO, toccava a lei trovare un
modo per tornare al futuro. Tornarono nuovamente nel laboratorio segreto di
Cora, cercando di trovare una soluzione e sperava con l'aiuto della regina
cattiva di fare più velocemente.