“Don’t
you ever do that again!”
Fare
colazione da Pop’s era diventato un po’ il rituale
della
domenica mattina per tutti loro e tutti ben sapevano che mettersi tra
Sweet Pea
e la sua consueta dose di caffeina giornaliera non era affatto una
scelta saggia.
Perciò
quando Flame, ormai vuotata la sua tazza, si sporse per
afferrare la sua tazza e la vuotò con un paio di lunghi
sorsi a Toni e Fangs
venne spontaneo trattenere il fiato nell’attesa
dell’esplosione.
-
Non osare farlo mai
più o la prossima volta ci sarà il tuo
funerale. –
Per
nulla turbata dalla minaccia, increspò le labbra tornite
in un’espressione noncurante.
-
Non lo faresti mai, mi adori troppo. –
Non
ribattè, facendo segno a Pop di portargli un’altra
tazza.
Come
si poteva controbattere alla pura verità?
[126 parole]
“Teach
me how to play?”
Flame
osservò i ragazzi seduti al tavolo.
Tenevano
le carte ben alte davanti al volto e osservavano il
piatto che si riempiva sempre di più mano a mano che i
giocatori rilanciavano.
Non
era mai stata un granchè nei giochi di carte, ma mentre
Sweet Pea si allungava ad afferrare i soldi che si era aggiudicato non
potè
fare a meno di trattenere un sorrisetto compiaciuto.
Uno
alla volta si alzarono dal tavolo, sbuffando davanti a
quella che sostenevano fosse la fortuna sfacciata di Sweet Pea.
Tossicchiò
appena, attirando l’attenzione dell’amico.
-
Sì? –
-
Ti va di insegnarmi
a giocare? –
Battè
con la mano sul divano accanto a lui.
-
D’accordo, ma non voglio sentirti lamentare quando perderai.
–
-
Va bene, papà.
–
Le
rivolse un’espressione buffa che la fece scoppiare a ridere
e il sorriso si allargò ancora di più quando lo
vide reggerle il gioco.
-
Bene altrimenti dovrò metterti in punizione. –
-
Magari. –
Sweet
Pea sgranò gli occhi, evidentemente preso in
contropiede, e a lei non restò che scoppiare a ridere di
cuore.
Era
incredibilmente facile scandalizzarlo.
[179 parole]
“Don’t
you dare throw that
snowba-, goddammit!”
L’inverno
a Riverdale era sempre tremendamente rigido, ma se
non altro i bambini del South side avevano un valido motivo per uscire
fuori a
giocare con la neve fresca.
Seduti
sul patio di casa di Flame, intenti a fumare una
sigaretta, osservavano i bambini rincorrersi, tirarsi palle di neve e
disegnare
angeli di neve o costruire pupazzi.
-
Ti ricordi quando lo facevamo anche noi? –
Annuì.
Lui
e Flame erano amici da quando avevano tre anni, entrambi
Serpents per eredità di famiglia, e lei era sempre stata
affascinata da quel
periodo dell’anno e dalle abbondanti nevicate che
l’accompagnavano. Quanto a
lui preferiva di gran lunga stare a casa davanti a una tazza di
cioccolata
calda e termosifoni a tutto spiano.
-
Potremmo farlo anche adesso, chi ha detto che è roba solo
per i bambini? –
Scosse
il capo.
-
Flame, non pensarci minimamente. –
La
vide chinarsi a raccogliere della neve fresca, modellandola
a formare una bella palla.
-
Non osare lanciare quella palla di … dannazione! –
Non
aveva fatto in tempo a finire la frase che la palla di
neve l’aveva centrato in pieno viso.
Flame
si era poi alzata ed era scappata via correndo a
perdifiato.
-
L’hai voluto tu, è guerra! –
[203 parole]
“I
think we need to talk.”
I
litigi tra di loro erano rari e quando accadevano non
duravano mai più di un’ora. Eppure quella volta
sembrava che le cose fossero
destinate ad andare in modo molto diverso. Dopo l’ennesima
serata di baldoria
al Gato Negro Sweet Pea aveva cambiato improvvisamente umore sulla
strada del
ritorno a casa e non aveva proferito parola nemmeno la mattina
seguente, quando
si erano trascinati in aula con delle occhiaie non indifferenti.
Flame
aveva rispettato la sua rabbia, sebbene non ne avesse
capito il motivo, ma adesso la cosa stava diventando a dir poco
ridicola.
Lo
fronteggiò davanti al suo armadietto, a braccia incrociate,
decisa a non lasciar perdere.
-
Credo che dobbiamo
parlare. –
-
Non c’è nulla di cui parlare. –
-
Mi sembra evidente che non è così. Cosa
c’è Sweet? Perché ce
l’hai con me? –
-
Non ce l’ho con te – fece per replicare, ma Flame
lo zittì.
-
Non essere ridicolo, è ovvio che è
così. Dimmi il perché. –
-
È solo che non mi piace che ci molli per passare la serata
con quell’idiota di Eric -, bofonchiò a mezza
bocca, - siamo tuoi amici
dopotutto no? –
Era
vero, lei ed Eric avevano ballato a lungo e c’era stato
qualche bacio … e magari un po’ di drink.
Ma
Toni e Fangs non se l’erano minimamente presa come aveva
fatto lui.
-
È solo per questo? –
-
Solo per questo – confermò, ben consapevole di
aver detto
una bella cazzata.
Annuì.
– Bene, se prometto che non accadrà più
le cose tra noi
torneranno a posto? –
-
Certo – confermò, abbozzando un lieve sorriso.
-
D’accordo, allora consideralo già fatto, non vi
pianterò più
in asso – decretò, porgendogli la mano, - Andiamo
in classe? –
Sorrise
sentendo le dita di Sweet Pea intrecciarsi alle sue
mentre la seguiva.
[297 parole]
“Kiss
me.”
-
Dammi un bacio. –
Interdetto,
Sweet Pea smise di bere la sua birra e la guardò
come se avesse appena dato di matto.
-
Eh? –
Con
uno sbuffo, Flame arricciò le labbra in un lieve e
adorabile broncio.
-
Non stavi ascoltando quello che ho detto, vero? –
-
Non del tutto – confessò.
-
Me ne sto tornando a casa, sono a pezzi, perciò
dov’è il mio
bacio? –
Il
bacio della buonanotte, come lo chiamava lei, era una di
quelle cose che si portavano dietro da quando erano dei marmocchi.
Quando
uno dei due se ne andava il bacio sulla guancia
scoccava automaticamente, perciò quella frase estrapolata
dal suo contesto
originario acquistava tutto un altro significativo.
Si
avvicinò alla guancia alabastrina che gli porgeva,
baciandola.
-
Ecco fatto, soddisfatta? –
-
Molto – confermò compiaciuta.
[132 parole]
Spazio
autrice:
Salve!
Eccoci
qui con la seconda parte della raccolta. Spero che vi stia piacendo e
ringrazio
coloro che hanno speso un po’ del loro tempo per leggerla.
La
terza
parte della raccolta dovrebbe arrivare domani o al massimo
martedì mattina.
Qui
sotto, per chi fosse curioso, vi lascio il prestavolto di Flame.
Ci
sentiamo presto.
Stay
tuned.
XO
XO,
Mary