La
raccolta tratterà un numero indefinito di prompt, tutti
dedicati alla Sweet
Pea/Flame (OC), ma non so ancora da quanti capitoli sarà
composta. L’ispirazione
è nata leggendo “14 storie per 14
giorni” nel fandom di Harry Potter creata da
Arya_95 che ha gentilmente reso disponibili i primi quattordici prompt
line per
tutti coloro che desideravano utilizzarli mentre quelli seguenti li ho
inseriti
io.
Quindi
ancora grazie ad Arya e, come lei prima di me, invito chiunque lo
desideri a
servirsi dei prompt che compariranno. Se scrivete qualcosa con questi
prompt
fatemelo sapere (soprattutto se si tratta di raccolte sul fandom di
Riverdale o
di Harry Potter) e passerò volentieri a leggerle. Quando
usate una citazione,
indipendentemente da come preferite tradurla in italiano, utilizzate il
grassetto per renderla evidente all’interno del testo.
Preciso che ogni prompt
potrà essere usato indifferentemente per drabble, flash fic
o OS.
Detto
ciò, preciso che il nome che userò per Sweet Pea
è di mia fantasia in quanto non
ci è dato sapere quale sia e che Flame è un
personaggio di mia creazione e in
quanto tale detengo tutti i diritti su di lei.
Vi
lascio
al primo capitolo della raccolta ;)
Have
you lost your damn mind?!?
Sweet
Pea non riusciva a credere a quello che gli aveva detto
Tall Boy appena aveva varcato l’ingresso del White Wyrm.
-
Come scusa? –
-
Ho detto che Flame è di là a farsi ricucire -,
ripetè l’uomo,
- era alla Cava con Tony e Fangs quando ha deciso di provare a tuffarsi
dalla
cima. Ha preso la roccia con la parte esterna del bicipite. –
Alzò
gli occhi al cielo, incredulo, mentre superava il
luogotenente di FP e marciava risolutamente sul retro del locale.
La
trovò seduta sul bordo del divano, il volto distorto
nell’evidente
tentativo di trattenere imprecazioni di dolore molto poco caste, mentre
Bronson
le metteva gli ultimi punti.
-
Sei uscita fuori di
testa?!? –
Si
voltò verso di lui, abbozzando un sorrisetto che le
increspò le labbra tornite.
-
Ciao anche a te, Sweet Pea. –
-
Non dirmi “ciao Sweet Pea” con quel tono -, la
rimbeccò
avvicinandosi a studiare la ferita, - ho sempre saputo che avevi un
desiderio
di morte … ma di qui a lanciarti di sotto. –
-
Non mi sono lanciata di sotto -, protestò, - mi sono tuffata
e sono quasi riuscita a entrare in acqua senza farmi male. Ho calcolato
male la
posizione, la prossima volta non succederà. –
-
La prossima volta? – le fece eco, ignorando il ridacchiare
di Tony e Fangs.
Con
loro due se la sarebbe vista più tardi, adesso era il
momento di calmare quella pazza scatenata.
-
Sto scherzando, non c’è bisogno che ti fai venire
un ictus.
Sto bene e non ci proverò più, okay? –
La
vide fissarlo dritto negli occhi, le iridi castane che
ricambiavano il suo sguardo senza alcun timore, una scintilla
malandrina negli
occhi.
Si
rassegnò a mettere fine alla discussione bofonchiando
sottovoce: - Sarà meglio per te –
[295 parole]
“Please,
don’t leave.”
Era
appena rientrato nel salottino del White Wyrm quando vide
la sagoma rannicchiata sul divano in pelle, stretta su di sé
in preda al freddo
e coperta solo con un vecchio plaid. Lanciò
un’occhiata all’orologio appeso
all’angolo;
erano le tre di notte, abbastanza tardi da essere convinto che non ci
fosse più
nessuno lì dentro e che potesse chiudere tutto quanto.
-
Flame … che ci fai ancora qui? –
La
ragazza accennò con il capo al temporale che infuriava
fuori di lì.
-
Sta venendo giù il diluvio. –
-
Il pick up di FP è ancora nel parcheggio, puoi prendere
quello se non vuoi bagnarti. –
Scosse
il capo, giocherellando con un angolo logoro della
coperta.
-
Mia madre ha il turno di notte, non tornerà prima
dell’alba.
Se devo rimanere da sola un posto vale l’altro. –
Le
si avvicinò, sedendosi sul bracciolo, e la fissò
insistentemente finchè non fu lei a rompere il silenzio.
-
Cosa c’è? –
-
Non è perché piove e perché Margareth
ha il turno di notte …
c’è qualcos’altro. –
-
Non essere paranoico. –
-
Allora giuralo. Guardami negli occhi e giuralo. –
Le
iridi nocciola distolsero subito il contatto, prendendo a
fissare il pavimento come se fosse la cosa più interessante
che avesse mai
visto in tutta la sua vita.
-
D’accordo -, cedette dopo secondi che parvero interminabili,
- te lo dirò, ma se ti metti a ridere giuro che ti prendo a
pugni. –
E
non aveva alcun dubbio che l’avrebbe fatto davvero.
-
Promesso. –
-
I temporali … con tutti quei lampi e tuoni, beh mi
terrorizzano. –
-
È normale avere paura di qualcosa. Vuoi che rimanga a farti
compagnia o preferisci che me ne vada? –
Flame
tentennò prima di fargli spazio accanto a sé.
-
Per favore, non te ne
andare. –
Si
accomodò sul divano, calciando via gli anfibi e lasciando
il giubbotto di pelle appeso al bracciolo, e si sdraiò
alzando il braccio per
permetterle di accoccolarsi contro di lui.
Flame
posò il capo sul suo petto, chiudendo gli occhi e
rilassandosi contro di lui.
Due
minuti più tardi dormiva come una bambina.
[350 parole]
“Do you … Well … I mean
… I
could give you a massage?”
-
Non
indosserò mai più questi cosi infernali
– annunciò Flame, lanciando via i
tacchi alti e fissandoli come se fossero colpevoli di chissà
quale grave
crimine.
Quella
sera li aveva letteralmente trascinati al Gato Negro per una serata
all’insegna
di alcool, musica e corse clandestine e per l’occasione lei e
Tony avevano
pensato bene di mettersi in tiro.
Peccato
solo che dei tacchi da quindici non andassero affatto
d’accordo con ore passate
a danzare e asfalto sconnesso.
-
Non
capisco perché vi siate volute mettere in tiro. –
-
Perché siamo
ragazze, anche se il più delle volte ve lo dimenticate, e
ogni tanto ci piace
lasciare da parte giubbotto di pelle e anfibi – lo
rimbeccò facendogli la
linguaccia, per poi tornare a osservare contrariata i piedi pallidi e
smaltati
di nero segnati dalla lunga costrizione nelle scarpe.
Effettivamente
doveva riconoscere che erano piuttosto gonfi, considerò
Sweet Pea, anche se
Tony sembrava aver bevuto fin troppo per preoccuparsene
perché lei e Fangs
erano seduti a terra a gambe incrociate e ridevano di chissà
cosa.
-
Vuoi … Insomma … Intendo
… Vuoi che ti
faccia un massaggio? –
Non
sapeva neanche lui come gli era uscita quella proposta, ma la voglia di
fare
qualcosa per aiutarla aveva prevalso e l’istinto
l’aveva guidato.
-
Magari
-, allungò le gambe sulle sue, - sei un angelo, Sweet.
–
-
Figurati. –
Indipendentemente
da quello che credeva Flame, lui si era accorto eccome che era una
ragazza … e
una tremendamente carina per giunta.
[247 parole]
“Wait
a
minute. Are you jealous?”
-
Flame? –
-
Era fuori
a fumare -, replicò Tony, - dovrebbe rientrare tra poco.
–
Annuì,
lasciandosi ricadere sulla sedia.
Di
lì a
poco avrebbe avuto inizio la lezione di storia, una delle poche materie
a cui
prestava davvero attenzione, ma l’idea di uno dei suoi fuori
per i corridoi
quando c’erano i Ghoulies nei paraggi non gli piaceva affatto.
Era
tentato di uscire e andarla a cercare e probabilmente
l’avrebbe fatto se non l’avesse
entrare in aula proprio in quel momento.
Aveva
l’espressione
vagamente infastidita mentre marciava dentro e poi lungo lo stretto
corridoio
formato dalle file dei banchi.
Dietro
di
lei veniva Eric Hamilton, quello che era diventato a tutti gli effetti
il
leader dei Ghoulis del South side High.
Attese
pazientemente che Flame occupasse il banco accanto al suo per
allungarsi verso
di lei.
-
Che
succede, Hamilton ti ha rotto le palle? –
Annuì
appena, rovistando all’interno della borsa. – Solo
un po’. –
-
Che
voleva? –
-
Chiedermi di uscire. –
Rinserrò
la presa sulla penna che aveva fatto tamburellare sul banco fino a
qualche
secondo prima.
-
Cosa? E
tu che gli hai detto? –
Con
il
sopracciglio inarcato e un’espressione vagamente perplessa,
gli rispose: - Di
no ovviamente. Cristo santo, Sweet Pea, smettila di guardarmi come se
fossi sul
punto di dire chissà quale assurdità. –
-
È solo
che … non mi piace che i Ghoulies ci girino troppo intorno,
specialmente a voi
ragazze – bofonchiò.
-
Naturale, la maggior parte di loro è tremendamente
inquietante. –
-
Sì …
bene, mi fa piacere che siamo sulla stessa lunghezza d’onda.
–
Flame
sorrise furba come se avesse appena realizzato qualcosa che fino a quel
momento
le era sfuggito.
-
Sweet …
aspetta un minuto, sei geloso?
–
-
Come? –
-
Ti ho
chiesto se sei geloso. –
-
Non
essere ridicola, mi preoccupo solo come faccio con tutti gli altri.
–
Non
sembrava affatto convinta, ma fortunatamente il professor Cardenas
scelse
proprio quel momento per entrare in aula e dare inizio alla lezione.
Salvato
in calcio d’angolo, poco ma sicuro.
[336 parole]
“Wanna
bet?”
-
Andiamo,
non voglio aspettarti come al solito. –
Recuperò
le chiavi della moto, inarcando un sopracciglio. – Ma se sei
sempre tu quella
in perenne ritardo. –
-
Non è affatto
vero. –
-
Sì che
lo é. –
-
No. –
-
Vuoi scommettere che arrivo prima
io? –
Flame
annuì, stringendo la mano che le porgeva.
Tra
un
rombo di motore e l’altro, sfrecciarono lungo la strada che
portava al locale,
le ruote che slittavano sul cemento bagnato.
Arrivati
davanti all’insegna, Sweet Pea le sorrise alzando la visiera
del casco.
-
Che ti
dicevo? Avevo ragione io. –
[93 parole]