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Autore: ThiefOfVoid    05/11/2017    1 recensioni
Scarlet Bonher, giovane assassina londinese, ma di grande esperienza e capacità, si ritrova a dover lasciare improvvisamente la patria diretta verso i Caraibi per evitare una tragedia annunciata ai danni della confraternita nel Nuovo Mondo. Non può però immaginare che un imprevisto cambierà completamente la sua vita, rendendola a tutti gli effetti parte integrante dell'età d'oro della pirateria. Attenzione: questa fanfiction è, come si intuisce, un unico gigantesco spoiler.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Kenway, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Mi avvicino al timone, silenziosamente, per non interrompere Edward ed Adé, che stanno parlando dei nostri prossimi piani. A quanto pare, su soffiata di Kidd, assalteremo una piantagione. Rischioso, ma fruttuoso, proprio come dice Edward che, inutile a dirlo, è favorevole alla cosa. Solo quando chiudono il discorso mi faccio notare “Scarlet, hai bisogno di qualcosa?”

“Vorrei mettere in chiaro alcune cose che potrebbero influenzare il mio operato su questa nave”

“Ti ascolto” dice semplicemente con un leggero cenno

“Ho accettato di far parte della tua ciurma Edward, e non fraintendermi, non vedo questa scelta come una costrizione, non più almeno. Il punto è che dovrai convivere con alcune cose: potrei portarmi dietro parecchi guai, ho parecchi nemici lì fuori che vedrebbero con piacere la mia gola squarciata; a volte potrei sparire per un giorno o due per occuparmi di faccende più o meno private, comprendi?” dico facendo chiaro riferimento alla confraternita, riferimento che credo che possa capire “Cercherò ovviamente di rimediare in qualche modo al possibile disturbo, ma è una cosa che devi mettere in conto se vuoi davvero che io rimanga su questa nave e se non vuoi avere problemi personali con la sottoscritta”

“Credi veramente che io non ci abbia già pensato?” mi guarda dritta negli occhi, con un atteggiamento di sfida amichevole, ma anche con una certa ammirazione o qualcosa del genere “Immagino di che affari tu possa occuparti, visto che hai i templari alle calcagna, e considerando che mi hai seguito diligentemente per un intero mese credo proprio che le mie supposizioni siano giuste. Tu sei arrivata qui da Londra per uccidere quel Duncan che aveva deciso di tradirvi, ma quando ho preso quel materiale sono diventato io il tuo bersaglio. Ma nel momento in cui ci siamo incontrati sulla flotta del tesoro hai dovuto lasciare da parte i tuoi compiti per sopravvivere, è per questo se oggi sono ancora vivo, sbaglio?”

Rimango completamente spiazzata, e confusa, ma cerco di non rendere evidente la cosa “Sapevi fin dall'inizio che ti stavo seguendo?”

“Si vede che ancora non te ne intendi, o non te ne intendevi, di nautica. Sei sempre stata un po' troppo vicina perché potessi passare inosservata, inoltre hai lasciato issata la bandiera inglese, ed è stato un errore. Bonnet e la sua piccola ciurma avevano appena avuto una brutta esperienza con la marina inglese, era ovvio che sarebbero stati più che attenti. Devo ammettere però che all'Avana non sono mai riuscito ad individuarti fino a che non hai deciso tu di attaccarmi, se questo può consolarti, ma sapevo che mi avresti seguito”

“Perché non mi hai fermata in nessun modo?”

“Curiosità forse, ma anche perché non avevo i mezzi per farlo. Tu avevi dei cannoni in fin dei conti e una ciurma esperta, e io no, e poi dovevo portare avanti una recita, dovevo evitare il più possibile i problemi, anche all'Avana non sarebbe stato conveniente attirare troppe attenzioni. E tu Scarlet, eri un problema, un grandissimo e letale problema”

Rimango in silenzio per qualche istante, cercando di seppellire la mia frustrazione nei recessi della mia anima “Tornando al discorso principale, spero che tu non abbia obiezioni in merito, in fondo la tua sopravvivenza è sotto il mio giudizio, proprio come stabilito dal mio mentore” continuo, cercando di sembrare minacciosa

“Intimorirmi non ti riesce bene, non dopo tre mesi almeno. Se avessi voluto uccidermi lo avresti già fatto da un pezzo, sbaglio?” non posso fare altro che dargli ragione con un leggero sorriso “Comunque non ho nulla di cui lamentarmi, con le tue capacità puoi permetterti un po' di tutto, e poi sei troppo cocciuta perché io possa impedirti di fare ciò che vuoi”

“Se non l'avessi capito sarebbe stato preoccupante, Kenway” rispondo con disinvoltura, stuzzicandolo un po'

“Voi londinesi siete sempre così simpatici” controbatte, cercando di non essere da meno

“Assolutamente, soprattutto con dei gallesi troppo sicuri di se” concludo, vincendo questa battaglia

Raggiungiamo Kidd, che saluto subito con un leggero cenno, per poi godermi lo scambio di battute fra loro, ignorando le occhiate di altri due marinai. Anche James non disdegna essere il più diretto possibile, mettendo Kenway al suo posto, e non riesco a trattenere un ghigno sentendolo parlare. Ci allontaniamo poi dal falò, e i due discutono della piantagione. C'è un agente del proprietario, un certo Beckford, sull'isola. Basterà che Edward lo segua, ottenendo informazioni, e arriveremo alla piantagione

“Scarlet, torna sulla Jackdaw e dì agli altri di stare pronti a salpare in qualsiasi momento. Impartisci ordini insieme ad Adé se necessario, conto su di te” dice semplicemente prima di andarsene velocemente, cogliendomi vagamente di sorpresa

Come mi è stato chiesto, dico alla ciurma di prepararsi a salpare appena il capitano metterà piede sulla Jackdaw. Nonostante io non sia superiore a loro come grado, mi ascoltano senza battere ciglio, ma forse la cosa non deve sorprendermi così tanto. Aggiorno poi Adé sulle novità, e aspetto il capitano al lato sinistro del timone. Ci vogliono pochi minuti perché Edward torni a bordo prendendo il mio stesso tragitto, mostrando le sue capacità non dissimili da quelle che noi assassini acquisiamo in addestramento. Partiamo velocemente, seguendo la nave dell'agente ed evitando di dare nell'occhio, visto che ci sono altre navi in giro. Si finisce inevitabilmente per parlare dell'esperienza di Adé in una piccola piantagione di zucchero, e non posso fare altro che provare ancora più disprezzo per gli schiavisti.

“Sicuro di non volere una mano a terra? Posso sempre tenere a bada una parte dei soldati, o renderli innocui” esordisco all'improvviso, per evitare di farmi venire il sangue amaro

“Non ce la fai proprio a startene con le mani in mano vero?”

“In effetti il mio mentore mi ha sempre definita estremamente laboriosa”

“Preferisco che tu rimanga con gli altri alla Jackdaw, per incutere timore ai soldati se avessero la malsana idea di salire a bordo”

“Come se quelle teste bacate si lasciassero intimorire da una donna”

“Usa le spade come sai fare e cominceranno a pregare per la loro vita Scarlet. Edward ha ragione, non credo che molti, superata la prima impressione, ti affrontino senza timore” aggiunge Adé

“lo prendo come un complimento” rispondo ad entrambi con un sorriso

Edward fa ammainare le vele e gettare l'ancora, per poi scendere a terra, entrando nella piantagione furtivamente. Non passa molto tempo prima che io inizi ad essere inquieta e stanca di stare qui a fare nulla. Senza badare troppo agli sguardi altrui, entro nella cabina del capitano, iniziando una ricerca che sembra non avere speranze visto il disordine

“Che diavolo stai facendo Scarlet?” Chiede Adé, perplesso dalle mie improvvise azioni

“Cerco il libro mastro, o meglio, un nuovo libro mastro. Ho l'impressione che la contabilità su questa nave non sia portata avanti alla perfezione. Edward non ama occuparsi delle scartoffie, e non mi sembra che il compito sia stato affidato a qualcuno in particolare, sbaglio? Inoltre non credo che molti su questa nave abbiano esperienza con queste cose”

“E tu l'avresti?”

Trovando finalmente ciò che cerco, mi sollevo sulle punte per prendere il libro mastro in uso e quello di scorta, per poi spostare lo sguardo di nuovo su Adéwale “Può darsi, ma lo scoprirai soltanto al ritorno di Edward”

Mi chiudo la porta alle spalle, scendendo nella stiva e lasciando lì il quartiermastro ad osservarmi perplesso. Confrontando ciò che risulta sul libro mastro e le scorte reali mi rendo subito conto che ci sono incongruenze senza nemmeno mettermi lì a fare particolari calcoli. “Così non va” borbotto fra me e me

Faccio per tornare sul ponte, rischiando quasi di scontrarmi con altri membri della ciurma che portano casse di zucchero, e deduco così che Edward sia tornato vittorioso. Lo vedo confabulare con Adé, e quando incrocio il suo sguardo non gli lascio nemmeno il tempo di parlare “Capitano, abbiamo un grosso problema con la contabilità” mi osserva per un momento, senza rispondere “In alcuni casi la conversione dalle unità di merce presente al peso o volume effettivo è imprecisa, come se non bastasse in alcuni casi è sbagliato proprio il conteggio delle unità. Capisci da solo che una cosa del genere su metallo e legno è problematica: fai per far iniziare i lavori di potenziamento sulla nave, ma ti manca del materiale. Inoltre consiglio di ampliare la stiva al più presto: ad occhio, con lo zucchero che sta arrivando ora è quasi piena, e non credo che tu abbia intenzione di non attaccare nessuna nave prima di tornare a terra”

Riflette per un momento, abbastanza seccato da questa questione “Saresti capace di occuparti della gestione?”

“Sono parte della borghesia di Londra in fondo. Mio padre era un mercante, e grazie a lui so anche occuparmi di queste scartoffie”

“Allora il compito va ufficialmente a te”

Rispondo solo con un cenno, scendendo di nuovo nella stiva e mettendomi subito al lavoro almeno su legno e metallo. Quando torniamo a terra ho già finito di fare i conti sulle risorse per potenziare la nave. Raggiungiamo Barbanera e James ad un falò, dove però non prendo una bottiglia, e mi consola il fatto che non sia da sola a fare questa scelta. Edward cita di nuovo l'osservatorio, e un po' mi spiace vedere come non venga preso sul serio, quando esso esiste. A quanto pare domani ci prenderemo un galeone, per difendere Nassau immagino. In tutto questo tempo mi sono lasciata distrarre dal paesaggio, con lo sguardo perso all'orizzonte, verso il tramonto. E' per questo che amo sempre di più questi luoghi: i paesaggi sono incredibili, e mi sento sempre più a mio agio navigando. E' un'esperienza impagabile, e non riesco a sentire la mancanza di Londra.

“Hey Scarlet, ti va un goccetto?” mi chiede all'improvviso Edward, facendo un cenno con la mano occupata dalla bottiglia

Non avevo considerato che prima o poi dovrò abituarmi al rum e simili, qui a quanto pare gli astemi o poco di più non hanno vita facile “No, sto bene così, davvero”

“Prima o poi dovrai pur bere qualcosa” controbatte scherzando

“Mi dispiace, ma mi piace davvero molto essere stabile sulle mie gambe” nonostante la sua sia una considerazione poco prudente, non posso fare a meno di sorridere

La mattina dopo salpiamo alla buon ora, alla ricerca dell'Arca del Maestro. Durante il viaggio Thatch, Edward e Adewale discutono riguardo la flotta del tesoro che è affondata durante quell'uragano, mentre James se ne sta in disparte, e si arriva alla conclusione che ripulire i relitti suona come una buona idea per tutti e tre. Non riesco a trattenere la mia spontanea reazione

“Perché quella faccia Scarlet? E' un'idea tanto cattiva?” mi chiede Barbanera, divertito dalla mia espressione probabilmente

“L'idea di esplorare un relitto è allettante, ed è una buona idea visto il guadagno, ma pensare di diventare potenzialmente pasto di qualche squalo mi basta per riconsiderare il tutto se devo essere sincera”

“Tutto qui? Davvero?” Thach mi da una pacca sulla spalla accompagnata da una fragorosa risata “Rilassati, non ti faremo scendere lì sotto impreparata al peggio, non hai nulla da temere”

“Sarà, ma se così non dovesse essere ci rivedremo all'inferno, e poi vi tormenterò per l'eternità” rispondo scherzando, ma con un tono cupo e minaccioso

“Mi piace il tuo atteggiamento, hai fatto una buona scelta Kenway”

“Lui la sua scelta l'avrà anche fatta, ma io sono stata costretta” borbotto fra me e me

“Dì che ti dispiace stare qui, forza” si intromette Edward, con un amichevole tono di sfida

Non faccio però in tempo a replicare che il vascello che cercavamo appare all'orizzonte “Fermi fermi fermi, come dovremmo fronteggiare quel mostro?”

“Metti forse in dubbio le capacità del tuo capitano?”

“No Edward, ma la resistenza della Jackdaw ai colpi di quel bestione sì. Sbaglio o ancora non hai fatto rinforzare la nostra dama preferita?”

“Scarlet ha ragione Kenway, non è il capitano a non essere adatto, ma la nave, non ancora per lo meno. Resta alla larga da quel vascello, colpiremo al momento opportuno”

“Meno male che la prudenza non è ancora virtù sottovalutata”

Seguiamo per diverso tempo quella nave, quando all'improvviso si avvicina una flottiglia guidata da un altro brigantino con accanto due cannoniere. Thatch parla di un certo Charles Vane, che nemmeno Edward conosce, per il momento almeno. Non so chi sia e francamente non mi interessa, so solo che è un vero pazzo a pensare di attaccare un vascello in quelle condizioni. Le due cannoniere affondano dopo un'unica bordata di cannoni, e ora che è da solo e il vascello risponde all'attacco con i mortai non può fare molto. Il problema è che quell'idiota attira attenzione anche su di noi, ed Edward deve fare affidamento sulle sue abilità in manovre evasive per salvarci la pelle. Questo però attira l'attenzione di otto cannoniere spagnole, che si raggruppano per attaccarci. Non sono pericolose, ma sono una seccatura. Nel frattempo il vascello si è allontanato, e secondo quello che dicono i miei compagni, si dirige su un isola che è rifugio di Julien du Casse

“Lo conosco, e se vedrà la mia nave la riconoscerà, l'ha vista all'Avana. Si chiederebbe chi è il suo capitano, e purtroppo conosce anche Scarlet, e sarebbe molto lieto di toglierla di mezzo. Non posso rischiare”

“Ti ringrazio dell'interessamento, ma Du Casse non è impossibile da sconfiggere per me, laddove ce ne fosse bisogno”

“E non voglio perdere quel galeone” continua Thatch

Prima di agire, Edward mette ai voti la questione, ed è inutile dire che la ciurma è unanimemente d'accordo e pronta ad agire se necessario. Ma in un istante mi sorge un importante interrogativo in mente: i soldati non saranno un po' troppi per una persona sola? Anche se decidesse di adottare un atteggiamento furtivo, cosa succederebbe se venisse scoperto? Du Casse farà sicuramente sorvegliare minuziosamente l'isola. Un brevissimo scambio di sguardi con Kidd, che ci ha seguiti nonostante sia stato taciturno fino ad ora, mi è di grande aiuto, perché mentre io mi precipito nella cabina del capitano per consultare delle carte e costruirmi un minimo di strategia, James blocca Kenway prima che se ne possa andare. Come sempre devo alzarmi sulle punte per arrivare allo scaffale più alto, ma riesco comunque a prendere tutte le mappe. Trovando finalmente quella che mi serve, la apro sul tavolo, e inizio il mio studio tattico dell'area

“Scarlet, potremmo non avere molto tempo, l'unico modo sicuro per prendere il vascello è liberarsi di Du Casse e impossessarsene” con un gesto della mano lo zittisco, avendo bisogno di concentrazione “Si può sapere qual è il problema?”

“L'isola sarà sicuramente ben sorvegliata, in fin dei conti stiamo parlando del rifugio di un templare” osservo la mappa rispetto al punto dove ci troviamo, arrivando ad una conclusione abbastanza interessante “Arrivare dalla giungla è la scelta migliore, non credo che sarà eccessivamente sorvegliata. La maggior parte dei soldati sarà probabilmente presente qui, nella zona più aperta, dove è più probabile trovare il nostro bersaglio, e qui sinceramente sarebbe ottimo agire in due, o avere comunque un piano per distogliere l'attenzione il più possibile da te”

“Quindi che cosa proponi?” alzando lo sguardo noto che Thatch e James stanno assistendo, quasi mettendomi sotto esame

“Bhe, avrei due soluzioni in mente. O vengo con te, ma finché saremo nella giungla potrei quasi essere una zavorra, oppure molto furtivamente ci avviciniamo al lato opposto dell'isola con la Jackdaw, dove forse c'è il punto di attracco, e quando è opportuno fingiamo un attacco, distraendo così i soldati e lasciandoti campo libero. Anche se francamente credo che la seconda ipotesi sia quella meno brillante”

“Penso anche io che sia meglio occuparsene noi due da soli. Un conto è una nave, un conto due intrusi”

Indossiamo entrambi il cappuccio e scendiamo dalla Jackdaw. Per raggiungere la giungla dobbiamo prima arrampicarci su delle rovine, per quanto un ponte di corda poco stabile, quasi ceduto completamente con il peso di Edward, mi ispiri poca fiducia. Per gran parte del tragitto riusciamo a cavarcela senza uccidere nessuno, solo in alcuni punti più sorvegliati mietiamo vittime. Io mi occupo sempre dei tiratori, per il semplice fatto che io ho i pugnali che Edward non ha. Finalmente raggiungiamo la famosa zona più problematica, nonché quella costruita, che è piena di soldati come pensavo. Agiamo contemporaneamente per risparmiare tempo, spostandoci di cespuglio in cespuglio e neutralizzando il maggior numero possibile di soldati. Se qualcuno viene messo in guardia dai movimenti di Edward me ne libero con un pugnale, che recupererò successivamente. Con questa strategia ci avviciniamo al vascello senza dare nell'occhio. Una volta saliti, sto pronta a contenere la reazione dei soldati successiva alla morte di Du Casse, e ci impossessiamo con successo del covo, per la gioia della ciurma e dei nostri compagni.

  
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