05/11/2017
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Si accasciò malamente sulla prima sedia di plastica che trovò, provocando un tonfo muto. Sbuffò passando una mano sul viso, non c'è la faceva più ad aspettare. Non ricordava nemmeno da che ora fosse lì, in quel posto che poco gli si addiceva. Aveva smesso di portare gli orologi perché non gli piaceva l'attesa, ma per ironia della sorte, la sedia su cui era seduto era proprio di una sala d'attesa. Rise a quel pensiero, pensando che tra qualche ora non avrebbe più riso per molto tempo.
"Zayn. Zayn!" Le voci delle sue sorelle gli arrivarono dritto nelle orecchie, risvegliandolo da quello stato di incoscienza che lo stava accompagnando da quando aveva lasciato la sala d'attesa. Le abbracciò, e alla minore lasciò un bacio tra i capelli.
Sospirò quando allentarono la presa e lui fu costretto a lasciarle andare, come se non sopportasse quel pensiero che, prima o poi, tutti lo avrebbero abbandonato. O, almeno, così credeva lui.
"Zayn, per favore, prendi questa busta che è pesante." Si girò verso la madre che gli stava porgendo una busta di plastica bianca, contenente molto probabilmente la cena di quella sera.
Sistemò tutto il contenuto nei rispettivi scaffali mentre gli arrivavano dal salone le spensierate risate delle sorelle che probabilmente stavano vedendo qualche show comico in TV. Sospirò ancora. Non c'è la faceva, non c'è l'avrebbe mai fatta.
"Zayn." La voce della madre lo richiamò e lui prese a fissarla. Perché non era nato per ultimo? Perché non poteva godersi ancora per un po' di quella spensieratezza che tanto bramava? Perché?
Il suo flusso di pensieri fu interrotto nuovamente dalla voce della madre, che adesso appariva più calma e serena.
"Zayn, ascoltami. Qualunque siano i risultati tu non devi preoccuparti, non sarai mai solo. Io sarò sempre al tuo fianco così come le tue sorelle, forse una di loro prenderà il mio posto un giorno, ma tu non devi preoccuparti. Tu promettimi solo una cosa." Chiese con voce quasi spezzata al figlio. "Promettimi che le proteggerai, più di te stesso." Lui annuì ed in quella stanza l'unica cosa che si stava spezzando era proprio Zayn.
No, non ce l'avrebbe mai fatta.
S/A Salve, è da troppo tempo che non facevo un salto qui su efp. Ma son sempre stata in silenzio a leggere le vostre storie. Sembra strano riaprire efp e trovare le mie storie proprio lì, dove le avevo lasciate, nonostante tutto ciò che è successo nella mia vita. Ed è per questo che mi piace scrivere e vivere; si completano a vicenda: io scrivo di ciò che vivo, di ciò che provo nella realtà, ma di carta posso inventare, esaminare o addirittura ingigantire la realtà, distorcerla a mio parere. E, nonostante tutto ciò che mi sia successo, la penna è poggiata ancora sul foglio dove L'inchiostro nero -ormai secco- fa capolinea. La storia si è fermata dove volevo io e posso riprenderla da dove voglio io, non c'è necessità che scriva davvero cosa sia accaduto, ma posso scriverò ciò che ho sentito e che ancora mi porto dentro. Per questo adoro scrivere, perché creo una vita tutta mia.