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Autore: DearYou    05/11/2017    1 recensioni
Dean e Castiel stanno cercando il modo di fermare Michele scappato dalla gabbia ma allo stesso tempo Castiel cerca di sistemare le cose per Dean.
"Dean, ascoltami lo riporterò qui. Porterò indietro tuo fratello".
Quante cose erano cambiate in assenza di Sam?
Storia che segue il finale della 12° stagione rivisitato. Mary fu uccisa da Lucifero, Sam invece finì con lui nell'universo parallelo.
Contenuti Dean/Castiel.
Genere: Angst | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Lucifero, Michael, Sam Winchester
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nel futuro
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03 Io esisto per questo



Sei nei guai?”
“Perché dovrei esserlo, Dean?”
Aprii le braccia per mostrargli dove eravamo finiti solo per poter parlare.
“Gli angeli al bar ci hanno sentiti? Ti ho messo nei guai?”, insistetti.
“No, sono stati richiamati. Io ero sufficiente.
Non serve una flotta intera di angeli per controllare che Michele non si insinui dentro di te quando abbiamo già poche risorse”
“No, non sarebbe carino farlo insinuare in me”, commentai sarcastico.
Castiel non sembò apprezzare la battuta.
Mi misi a sedere sulle rocce ammirando il lago che aveva scelto quella notte per farci da cornice.
L'aria fresca dei pini sembrava quasi reale e la respirai a pieni polmoni.
Mi chiesi se quel posto esistesse davvero fuori dalla mia testa e se ci fosse una qualche possibile somiglianza con il paradiso anche se - probabilmente - non avrei avuto pace nemmeno lì.
Castiel venne più vicino ma rimase in piedi, le mani in tasca, il volto molto simile a quello che doveva essere il mio. Intento a scrutare l'acqua ed il luccichio del sole sulla superficie quieta, sembrava aver bisogno di un momento di pace anche lui.
La mia testa sembrava essersi riordinata, mi sentivo di nuovo lucido ed in grado di sostenere una discussione anche se sapevo che al mio risveglio una bella emicrania mi avrebbe accolto con veemenza.

“Le cose stanno andando così male?”, chiesi spontaneamente.
Non diataccó gli occhi dall'orizzonte ed assorto fece un paio di passi in avanti.
“Come in paradiso così in terra”
Roteai gli occhi per la scelta di quel linguaggio arcano ma proseguì e non ebbi il tempo di formulare una battuta.
“Darò a Michele quello che vuole. Il motivo primario per cui è su questa terra. Suo fratello”, passò subito alla spiegazioni.
Alludendo ad una possibile similitudine con me, si voltò. “Lucifero”, concluse.
“Tornerò indietro, salverò S...salverò tuo fratello”, questa volta fece più attenzione a pronunciare il suo nome.
”...e lascerò cadere Lucifero e Michele dall'altra parte”
“Indietro?”
“Nel tempo”, mi confermò come fosse la cosa più ovvia del mondo.
“Beh certo!”, commentai sarcastico.
Ci fissammo per un lungo minuto - o almeno ebbi questa percezione temporale– e capii che stava parlava sul serio.
“Non hai questo potere”, conclusi.
“Michele si. Se tutto va bene non ti accorgerai di nulla e questa conversazione non sarà nemmeno mai esistita. Sam non se ne sarà mai andato. Sarai semplicemente catapultato da un'altra parte. Il dolore, i brutti ricordi saranno completamente cancellati”
lo fissai confuso e spaventato allo stesso tempo. Tutto quello sembrava una totale ed immensa pazzia.
“Questo è…”, non trovai un aggettivo adeguato. “Devi essere pazzo!”, era l’unica possibile spiegazione che trovai in quel momento.
“Ho imparato dai migliori pazzi in circolazione“
“Cass, è troppo! Cosa...cosa mi dici di te?”
“Farò quello che dev'essere fatto”
“Cosa vuoi dire?”
“Niente. Farò il possibile”
“E se dovesse andare male?”
“Almeno ci ho provato. Gli angeli stanno morendo, si stanno arrendendo”
“No, no... è pericoloso Cass, non so che cosa pensi di fare e poi... come credi di poter far ragionare Michele?“, mi alzai e mi avvicinai a lui preoccupato.
“Ti scaglierà addosso la sua ira senza lasciarti il tempo di parlare o sbattere le ciglia, ti schiaccerà come un moscerino e poi tu stesso mi hai ripetuto più volte di quanto pericolosi siano i viaggi temporali.
Se cambiassi le cose? Se ti ritrovassi entrambi a piede libero? Michele e Lucifero a friggere l'intero pianeta esattamente come hanno deciso fin dal principio.
Proprio un bel piano! Ci hai pensato a questo?
Dimmi una sola volta … una sola che i piani siano andati esattamente come sarebbero dovuti andare! Avrai combinato solo un bel casino, se non ti uccidono gli arcangeli lo faranno gli angeli. Ti faranno a pezzi comunque vada ed il mondo non avrà più un futuro”
“Prenderò le giuste precauzioni, Dean. Fidati ti me.”, mi mise a tacere.
Mi morsi le labbra e lasciai che il sangue defluito alla testa tornasse a circolare quasi regolarmente. Non voleva ascoltare.
“Castiel, tutto questo non può ...”
“Anche se ti è difficile aver fiducia in me”, continuò.
Il suo tono era freddo e distaccato.
“Cosa? Ti prego...ascoltami non è questa la soluzione e lo so che le tue intenzioni sono le migliori che possano esistere ma questo è ...”
Riuscivo a vedere la sua rabbia crescere così fermai il fiume di parole che lo stava colpendo.
“Come potevo pensare di poter avere il tuo appoggio? Tu non hai fiducia in me”, la sua voce usciva come se mi stesse insultando. “Non pensi che ne sia capace”
“Castiel, è tutto troppo rischioso. Non puoi farcela da solo”, ignorai le sue cantilene esistenziali e tentai di farlo ragionare.
“Altri angeli saranno al mio fianco”
“Pensavo che fosse il tuo piano segreto”
“Ho alcuni angeli dalla mia parte. Angeli molto fidati per quanto riguarda gli altri hanno smesso di lottare, qualcuno deve prendere le redini in mano”
Spontaneamente soffiai una risata amara, molto più sonora di quella che mi aspettavo, ripensando a tutte le volte che Castiel aveva preso la situazione in mano e distrutto qualcosa. Paradiso incluso. Lui distolse lo sguardo ferito dalla mia reazione e avrei voluto evitarla ma ormai era tardi .
Vidi i suoi occhi chiudersi concentrarsi molto probabilmente sulla rabbia che stava trattenendo dentro di sè così decisi di aspettare in silenzio in modo da non buttare altra benzina sul fuoco. Trovai inquietante quanto i nostri ruoli si fossero invertiti negli ultimi tempi.
Riuscì infine a sospirare e sciolse i pugni che penzolavano lungo i suoi fianchi e per un attimo mi chiesi se quella che pensavo fosse rabbia non potesse essere in realtà dolore.
“Gli angeli che non sono dalla tua parte lo scopriranno prima o poi. Cosa pensi ti faranno per fermarti?”
Non sollevò più lo sguardo verso di me ma continuò a fissare a terra.
“Non lo so e non ha importanza ma se riuscissi nel mio intento avrei tolto di mezzo un bel problema e non mi puniranno in modo pesante.”

'In modo pesante', feci eco nella mia testa, scuotendo il capo.

“Questa è la mia missione, Dean e non si ferma solo a te o a Sam.
Si tratta del mondo, un mondo che è già senza futuro”

Non mi sentii di ribattere al suo discorso sull'umanità, non ne avevo il diritto o il coraggio anche se sapevo che quel piano non avrebbe mai funzionato.
Michele stava facendo del male e quel male si propagava sempre di più nel mondo giorno dopo giorno ed assistere era frustrante, non potevo immaginare quanto lo fosse per Castiel. Escludendo la sua bontà e la voglia di sistemare le cose non ero del tutto sicuro che volesse uscirne vivo da tutta quella storia.

“So come finirà. Non ti sacrificare anche tu, basta.
Fermiamoci. Fermati! Lascia che siano gli angeli...”, cominciai il mio discorso da egoista tendendo una mano verso di lui. Mi resi conto di star supplicando e mi feci pena da solo. Le mie dita strinsero il suo braccio sgualcendo la manica del suo trench.
“Dean. No. Io non mi arrendo ed un tempo nemmeno tu lo avresti fatto. Non posso lavarmene le mani. Io esisto per questo!”
“Avremmo dovuto lavarcene le mani molto tempo fa”, sibilai rabbioso.
“Non dire questo, Dean”

La mia mano stinse con più vigore il suo braccio ed improvvisamente la sua mano calda calò silenziosamente sulla mia. Rimase così, a fissarmi senza proferire parola. Sul mio viso passarono mille emozioni diverse, dalla rabbia al dispiacere, dal disappunto al dolore fino alla rassegnazione. Allentai la presa ma nessuno di noi spostò le mani.

“Fammi stare al tuo fianco”
Se questa era la sua decisione avremmo almeno trovato la fine insieme e non sarei rimasto solo. Non riuscivo a pensare nemmeno per un attimo alla riuscita del suo piano forse volevo negare o forse temevo la delusione che ne avrebbe conseguito.
Non riuscivo ad avere fiducia in lui, forse non volevo averne anche perchè non potevo permettere che riaprisse la voragine infernale nel mio cuore dove Sam riposava. 
“Non è possibile”, replicò odiosamente. 
Persi la pazienza al suo rifiuto. Digrignai i denti spostando di colpo la mano da lui, allontanando il suo braccio con forza.

“E' meglio così anche per...tutto il resto. Nulla sarà mai successo. Io ricorderò ma questo non è importante. Tu non lo farai ed il male che ti ho fatto sarà lavato via”
“Cosa?”, sibilai soffrendo ad ogni sua parola. 'Cosa diavolo sta dicendo?' 
“E' per questo che lo fai?”
“Ti ho già elencato i motivi per cui lo faccio”
Scossi la testa deciso. Quello era uno dei motivi? Il mio corpo prese a tremare intrappolato dal mio stesso orgoglio che mi impediva del dire o fare qualsiasi cosa.
Avrei voluto così tanto dirgli qualcosa, avrei voluto davvero ma ero bloccato, paralizzato dalla vergogna.

“Addio, Dean”, concluse improvvisamente mentre stavo ancora lottando contro il mio corpo.

“Cosa?”, sussultai allibito.

“Non potrò tornare da te, dovremmo salutarci qui”

Non potevo credere alle sue parole, alla sua decisione ed ingiustamente mi sentii ferito, tradito. Sapevo che era sbagliato da parte mia ma mi sentii abbandonato. Avevo paura, paura della solitudine, paura di affogare nel dolore, paura di non rivederlo.

“A...aspetta”, sibilai impreparato quando notai gli alberi svanire in lontananza.

“Non mi lasciare non...”, mi stavo per svegliare dal sogno o meglio, lui stava abbandonando la mia mente troppo rapidamente. L'orizzonte si fece confuso così come i sassi ai notri piedi. Anche la sua sagoma si fece sfocata ed in quel momento valutai di lasciarlo sparire ma non era quello che volevo, non lo avevo mai voluto.
Il cuore pompò con tutta la sua potenza quando, per la prima volta, tutto mi apparve chiaro e mi sentii libero in quello scatto disperato.
Lo tirai a me con forza anche se i miei occhi erano per metà immersi nella debbia e premetti le mie labbra sulle sue. Le mie dita strinsero i suoi capelli nell'intento di bloccarlo lì con me ma la mia testa sembrava continuare a distaccarsi dal corpo.
Sentivo come dei fili che sotto pressione si strappavano dal mio inconscio.
L'odore dei pini svanì ma il tatto fu l'ultimo senso ad abbandonarmi.
Sentii l'estrema morbidezza delle sue labbra che riuscii a lambire solo per un attimo con la punta della lingua prima di essere avvolto dalle tenebre.

 

   
 
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