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Autore: EmilyG66    05/11/2017    0 recensioni
Avvertenza: Fanfiction Jelsa
Ingrid, la regina delle nevi, viene liberata dall’urna nella quale era stata rinchiusa dalla minore delle sue due sorelle e una volta uscita tra lei ed Elsa si instaura un bel rapporto non solo per la parentela o la condivisione dello stesso potere ma anche per il loro infelice passato.
Nel frattempo Anna, di ritorno dalla foresta incantata, ha qualche dubbio sul nuovo membro della loro famiglia ma una visita dai troll le schiarisce le idee.
La zia rimane ad Arendelle per qualche settimana e poi parte per vedere il mondo, una cosa che ha sempre voluto fare ma che i suoi poteri incontrollati non le hanno permesso.
Ora è di ritorno e ha portato con se una sorpresina per la sua nipote preferita.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Ingrid/Regina, delle, Nevi
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Dopo un po’ di tempo entrambi stavano camminando per i corridoi. La magica sovrana a sinistra e l’albino dalla parte delle vetrate tenendo con naturalezza un enorme bastone ricurvo nella mano destra posato sulla propria spalla.
-Così hai bisogno di questo bastone per…sprigionare il tuo potere? –chiese la bionda osservando con sospetto l’oggetto ghiacciato nel punto in cui veniva stretto da quelle mani pallide e poi il suo proprietario.
-Sì e da quello che ho capito tu e tua zia invece no. –ipotizzò il ragazzo guardandola a sua volta.
-No, noi no. Però ho un paio di guanti magici che possono bloccare i miei poteri. –affermò.
-Perché mai dovresti farlo? –le domandò Jack interdetto e aggrottando le sopracciglia scure.
Conosceva il passato di Ingrid ma non immaginava che fosse molto simile a quello della nipote.
Elsa giocherellò per un momento con il suo velo poi strinse il gomito sinistro con l’altro braccio senza voglia apparente di aprirsi con lui.
-Ecco…quando sono spaventata i miei poteri prendono il sopravvento e senza volerlo posso fare del male alle persone. –ammise guardando poi negli occhi il suo interlocutore.
-Oh capisco. –rispose semplicemente l’albino.
-A te è mai capitato? –lo interrogò la regina di Arendelle svoltando a sinistra lungo l’infinito corridoio.
-Beh l’unica persona a cui abbia fatto veramente male è Pitch…e qualche sua creatura. Un bambino si è preso un divano in faccia per colpa mia, ho rovinato la Pasqua, una fatina è stata rapita perché mi ha seguito e qualche umano è scivolato sul mio ghiaccio. La lista è piuttosto lunga. –rivelò il ragazzo con tono canzonatorio.
La magica sovrana lo guardò sconvolta per poi pensare a quel povero bambino e alle persone che finivano improvvisamente a gambe all’aria scoppiando in una risata incontrollata.
Jack si fermò sul posto facendo arrestare anche la bionda che si era portata una mano al viso e l’altra allo stomaco.
-Perdonami. Non…non volevo ridere. –ammise Elsa dandosi un contegno e facendo nascere un sorrisetto compiaciuto sul volto del bell’albino.
-Credimi, se ti ho fatto divertire è un segno positivo. –affermò riconoscendosi appieno il titolo che aveva di guardiano del divertimento.
La regina di Arendelle sorrise e aprì una porta mostrandogli la biblioteca. Passarono attraverso i saloni e i salotti, le cucine e l’armeria.
-E la tua famiglia? –volle sapere la magica sovrana mentre uscivano da quest’ultima.
Lui non faceva molte domande poiché sicuramente Ingrid gli aveva raccontato ogni cosa su di lei e non c’era molto da dire comunque.
-Avevo una sorellina, proprio come te ma era molto piccola. È morta purtroppo. –le rivelò il ragazzo con tono incolore ripescando i pochi ricordi che aveva di Emma.
-Mi dispiace tanto. –tentò di consolarlo la bionda.
Era terribile, se fosse accaduta ad Anna…
-No, no non devi dispiacerti. Credo sia morta di vecchiaia e mi piace pensare che avesse avuto una famiglia tutta sua. –le spiegò in fretta lui gesticolando e stirando le labbra sottili in un sorriso che rivelò i denti bianchissimi e brillanti.
-Ma…non hai appena detto che era più piccola di te? Come può-
-È un po’ complicato. –si ritrovò ad ammettere Jack entrando nella prossima stanza che si rivelò essere una sala da ballo dalle alte finestre.
-Jackson…- cominciò a dire la ragazza dopo aver lasciato sufficiente tempo all’ospite per ammirare la complessità degli intarsi sul soffitto.
-Chiamami Jack. Solo tua zia insiste nel chiamarmi con il mio nome completo. –le rivelò l’albino abbassando la testa che era completamente rivolta all’insù e osservandola.
Lei sorrise al comportamento della zia.
-Jack, sei nato con i tuoi poteri o è un maleficio? –domandò la bionda.
-Veramente ci sono morto. –rispose lo spirito come se ciò che aveva appena detto fosse naturale.
La ragazza sgranò gli occhi e schiuse le labbra.
-Cioè io sono vivo: mangio, respiro e dormo. Solo che sono immortale.
Ho più di trecento diciott’anni. –si affrettò a dare un senso alle sue parole l’albino.
-Com’è possibile? –chiese Elsa scioccata e sicura che la magia c’entrasse eccome.
Jack posò la punta del bastone a terra e si appoggiò ad esso.
-È successo secoli fa. Io e mia sorella Emma eravamo andati a pattinare ma non sono stato molto responsabile, volevo solo divertirmi. In un attimo il ghiaccio sotto di lei cominciò a creparsi e io tentai di tranquillizzarla allontanandola poi proprio con questo bastone. –raccontò impugnandolo nuovamente con la mano destra e passandolo attorno alla vita della regina di Arendelle attirandola bruscamente verso di se.
Lei inciampò leggermente sui suoi passi e si ritrovò davanti allo spirito con le mani posate al suo petto osservandolo negli occhi pieni di rammarico.
Era evidente che non ne parlava spesso e che avrebbe preferito vivere e stare con la sorella.
-E poi? –chiese con cautela la ragazza levando le mani dalla camicia, ignorando l’azione improvvisa e il proprio cuore che batteva furioso.
L’albino tolse il bastone dalla sua vita e la guardò prima sulle splendide labbra di ciliegia dal colore purpureo poi negli occhi glaciali colmi di ansia e compassione.
-Lei era salva ma il ghiaccio sotto di me si ruppe e mi inghiottì. Annegai. –concluse serio fermandosi un momento prima di continuare.
Non poteva neanche immaginare quanto Emma avesse pianto o come lo disse ai loro genitori, se ne fosse rimasta traumatizzata o se si fosse data la colpa per anni.
-Quando l’uomo nella luna mi tirò fuori dall’acqua avevo già i poteri, i miei capelli erano diventati così e gli occhi azzurri. –affermò il ragazzo toccando le ciocche candide.
-Prima com’erano? –lo interrogò Elsa curiosa di sapere il suo precedete aspetto e tentando di sviare con naturalezza quel triste racconto.
-Entrambi marroni. –rivelò Jack con semplicità.
La regina di Arendelle gli sorrise.
-Anche i miei capelli dovevano essere diversi sai? Se non fosse stato per i miei poteri ora sarebbero marroni come quelli di mia madre o castani come quelli di mio padre. –ammise.
Lo spirito annuì ed insieme uscirono dalla porta avviandosi lungo le scalinate che li avrebbero portati all’esterno del palazzo.
-Conosci sul serio Babbo Natale? –chiese ad un tratto la magica sovrana.
Quel ragazzo era davvero strano ma in maniera positiva. Aveva una vita avventurosa.
-Oh sì, lui e tutti gli altri. Anch’io sono un guardiano, del divertimento, del ghiaccio e della neve. –la informò l’albino di nuovo di buon umore.
-Non ne avevo dubbi. –rispose la bionda osservando la scia di gelo che il suo ospite si stava lasciando dietro per divertimento ad ogni passo.
Il guardiano intercettò lo sguardo della ragazza e con espressione furbetta rispose: -Posso smetterla se preferisci. –
Si alzò dunque in volo a qualche centimetro dal pavimento e l’espressione sorpresa di Elsa ripagò ampiamente il proprio gesto.
-Sei in grado di volare. –constatò lei.
-Questo è niente, avvicinati ti svelo un segreto. –le propose il ragazzo svolazzando un po’.
Non appena la regina di Arendelle ebbe fatto un passo verso di lui Jack portò la mano sinistra accanto alla propria bocca e si chinò all’orecchio della magica sovrana.
Inaspettatamente entrambi i loro cuori accelerarono.
-Molti non possono vedermi, per loro sono invisibile. Solo chi crede in me o nella magia ci riesce. –le svelò con tono basso e insolitamente caldo.
Quella voce così vicina regalò dei piacevoli brividi alla bionda che riuscì a respirare solamente quando il possessore di quel suono melodioso si allontanò da lei.
I due rimasero a guardarsi l’uno difronte all’altra senza nessuna ragione apparente e la ragazza si perse ad osservare quegli occhi limpidi che sembravano racchiudere scaglie di puro ghiaccio in essi.
Forse la cara zia Ingrid non aveva tutti i torti a pensare che le potesse piacere…
Conclusero il loro giro verso pomeriggio inoltrato con la stalla, il tetto, i giardini e la chiesetta dove si era svolta la cerimonia d’incoronazione di Elsa.
Le era sembrato inopportuno portare un’ospite dov’erano posizionati gli enormi massi funebri dei suoi genitori dunque gli spiegò velocemente com’era strutturato il villaggio e lo visitarono.
Alcuni paesani li salutarono e lo spirito interagì con estrema naturalezza anche con un gruppetto di bambini accrescendo la già buona impressione che aveva fatto sulla regina di Arendelle e la considerazione che aveva di lui.
Rientrati al castello furono accolti da Ingrid che sorrideva sotto i baffi.
-Eccovi qua finalmente. –disse loro alzando le braccia e allargandole leggermente -È da un po’ che vi stavo cercando. Com’è stato cari? Jackson ti è piaciuto il nostro regno? –domandò avendoli osservati dalla finestra dello studio per tutto il tempo.
-Molto. –affermò l’albino guardando di sottecchi la giovane e magica sovrana.
Lei portò entrambe la mani dietro la schiena come una scolaretta e osservò contenta la regina delle nevi.
-Perfetto. La cena sarà pronta tra poco e Anna è tornata ore fa. Jackson, ovviamente ti fermerai fino a domani ma hai intensione di ripartire? –chiese la zia.
Lo sguardo della nipote scattò subito al guardiano con lieve ansia facendo ricadere le braccia lungo i fianchi. Non voleva che andasse subito via, le sarebbe piaciuto che fosse rimasto più a lungo…per conoscersi meglio. Aveva passato una piacevole giornata e si era divertita in sua compagnia.
-Non saprei. Se Elsa vuole che io rimanga…-iniziò a dire il ragazzo girando con lentezza la testa verso la bionda e osservandola con lieve malizia.
Lei sbatté le palpebre un paio di volte interdetta prima di chiudere gli occhi per un momento e riaprirli sollevando gli angoli della bocca in un semplice sorriso.
-Beh ci sono parecchie cose che non sono riuscita a mostrarti, ma se rimani sarai felice di rimediare. –ammise sincera torturandosi lievemente le mani.
In effetti non gli aveva fatto conoscere Olaf, ne Marshmallow o tutti gli altri e non aveva visto gli spacca ghiaccio all’opera o l’altro castello ecc…
-Allora credo proprio che resterò. –decise Jack infine.
I due si sorrisero complici ed Ingrid ne fu interiormente soddisfatta e felice.
Fine.
  
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