CAPITOLO 1: LA PIETRA ROSSA

Da qualche parte, nel Nuovo Mondo

"Dottore, dottore!"

L'uomo si voltò per guardare chi lo stava chiamando con così tanta insistenza. Aveva appena finito il suo lavoro in ambulatorio e, con la sua valigetta in pelle stretta nella mano destra, si approcciava ad iniziare il suo giro di visite domiciliari per coloro che non riuscivano a recarsi presso il suo studio. Aveva una decina di malati da visitare, era il periodo dell'influenza, ed era sicuro che a breve un undicesimo paziente si sarebbe aggiunto alla sua lista giornaliera. Si augurò in cuor suo che non fosse nulla di particolarmente grave. Davanti a lui stava un ragazzino dall'aria trafelata. Sembrava che avesse corso per almeno un paio di chilometri senza mai fermarsi. Ciò che lesse nei suoi occhi fu il terrore allo stato puro. Lasciò cadere la valigetta a terra, si chinò su di lui e gli afferrò entrambe le spalle che tremavano incessantemente.

"Benny! Che cosa succede? La nonna sta di nuovo male? Ancora il cuore?"

"No, dottore, ero sul molo a pescare quando.. Quando.."

"Quando cosa? Rispondimi!"

Le guance del bambino si rigarono di lacrime.

"Pirati! Una gigantesca nave pirata all'orizzonte! Verso l'isola!"

Il medico rimase senza fiato. Per un attimo il suo cervello smise di elaborare le informazioni fornitegli da Benny, per poi tornare a lavorare più velocemente di prima.

Pirati? Verso di noi? Ma com'è possibile? Siamo in una fascia di bonaccia! Nessun pirata ha messo piede su quest'isola da almeno ventiquattro anni, da quando..

Un brivido gli percorse tutta la spina dorsale.

Sanno che è qui. Che Dio ci aiuti.

Guardò Benny dritto negli occhi.

"Hai dato l'allarme?"

"Sì dottore, giù al molo si stanno radunando tutti quelli in grado di combattere, il sindaco ha mandato me a cercarla!"

"Hai visto il loro Jolly Roger?"

"Che cosa?"

"Il simbolo della loro bandiera, Benny! Lo hai visto?"

"Sì dottore, avevo un binocolo con me, erano tre teschi con quattro tibie incrociate."

Merda.

L'uomo si alzò di scatto. Si sciolse il nodo alla cravatta, lanciò via la giacca e si arrotolò le maniche della camicia. Il suo sguardo era diventato di pietra. Purtroppo i suoi pazienti avrebbero dovuto aspettare, quel giorno.

"Chiama a raccolta le donne e i bambini e rifugiatevi sulle montagne, Benny." disse guardando il ragazzino. "E per nessuna ragione non uscite dai vostri rifugi fino a quando non verremo a cercarvi. Chiaro?"

Non appena vide il cenno del capo del bambino l'uomo iniziò a correre a perdifiato in direzione del molo.

Al suo arrivo venne accolto da un centinaio di sguardi carichi di ansia mista a sollievo nel vederlo arrivare. Si fece largo tra la folla fino a quando non trovò il sindaco, un buffo ometto panciuto non più alto di un metro e cinquanta, sulla settantina, la cui calvizie era nascosta da un cappello a cilindro sulla cima del quale svettava un enorme fiore con i petali azzurri. Era armato di due rivoltelle e aveva l'aria decisamente spaventata.

"Dottor Wasser, finalmente è arrivato!"

"Ho fatto il prima che ho potuto, signor sindaco. Com'è la situazione?"

"Purtroppo quello che ha visto quel ragazzino corrisponde al vero. La nave che si sta avvicinando all'isola è un vascello pirata, e appartiene alla flotta dell'Imperatore.."

".. Barbanera."

"Precisamente."

"Maledizione. Alla fine ci ha trovati."

"Non possiamo permettergli di prenderlo, Rupert. Non possiamo assolutamente."

"Lo so. Farò tutto il possibile per impedire che ciò accada."

I due uomini si incamminarono lungo la banchina del molo. Arrivati alla fine, si fermarono a scrutare il mare. La nave si trovava ormai a circa un chilometro dalla costa. Presto i pirati sarebbero sbarcati. Quello che Rupert continuava a non capire era come facesse l'imbarcazione a muoversi nonostante si trovasse in una fascia di bonaccia. Che avessero un motore? O degli animali che la trainavano, come il vascello delle Piratesse Kuja? Il suo piede urtò un oggetto appoggiato sul molo. Il binocolo di Benny. Raccoltolo, lo portò agli occhi per poi guardare il direzione del veliero. Apparentemente non vi erano animali adibiti al traino dell'imbarcazione.. Ad un certo punto dalla poppa della nave spuntò una testa gigantesca. Il dottor Wasser rimase pietrificato dal terrore.

"Maledizione.." mormorò, lasciando cadere il binocolo a terra.

"Rupert?" il sindaco lo guardava, sempre più impaurito.

"È San Juan Wolf, uno dei vicecapitani di Barbanera! Dovete scappare, tutti quanti, non avete possibilità contro di lui!"

"E tu? Che cosa farai?"

L'uomo saltò dalla banchina. In quella zona l'acqua gli arrivava alla cintola. Immerse entrambe le mani in acqua.

"Per prima cosa" sentenziò "trasformiamo questo assalto in uno scontro uno a uno."

Dai palmi delle mani partirono due mulinelli d'acqua in direzione della nave di Wolf, diventanto sempre più grandi ad ogni metro. Arrivati all'imbarcazione, si fusero insieme per generare uno spaventoso vortice.

"Maelstrom." disse in un soffio Rupert.

L'immenso gorgo iniziò a fare roteare tra i suoi flutti la nave pirata. Il suo gigantesco comandante la afferrò prontamente, ma le correnti oceaniche erano troppo forti. Il risultato fu che Wolf si ritrovò con metà dello scafo del suo vascello in mano, mentre la restante metà e tutto il suo equipaggio venivano inghiottiti nelle profondità marine. Improvvisamente il mulinello scomparve.

"Signor sindaco, faccia immediatamente evacuare i cittadini verso le montagne, me la vedrò io con il gigante." Wasser tirò fuori dal taschino della sua camicia un pacchetto di sigarette e se ne accese una.

"Sei sicuro di quello che stai facendo, Rupert?"

"Nessuno di voi riuscirebbe a fare nemmeno un graffio a quel mostro. Lo guardi bene! Sarà alto almeno novanta metri! Vi schiaccerebbe tutti come moscerini." soffiò una densa nube di fumo azzurrino dalle narici. "Me ne occupo io. Andate ora, sarà qui a breve."

Mentre il sindaco invitava i cittadini a scappare dalla costa, Wasser non staccava gli occhi dal suo gigantesco avversario che, inesorabilmente, si stava avvicinando all'isola. Gettò via il mozzicone di sigaretta e si mise le mani in tasca, attendendo il suo arrivo.

Non avrai mai ciò per cui sei venuto.

Alte onde si levarono con l'approssimarsi del colossale pirata alla costa. Tuttavia, Rupert rimase fermo sulla sua posizione. Arrivato a riva, San Juan Wolf guardò con vivace curiosità l'uomo in acqua a ridosso del molo.

"Sei stato tu ad affondare la mia nave?"

"Che cosa ci fai qui San Juan Wolf, comandante della settima flotta dei Pirati di Barbanera?"

Incredibilmente, il gigante strabuzzò gli occhi, arrossì e si coprì il viso con una delle sue enormi mani.

"Oh.. Mi conosci.."

"Certo che ti conosco, feccia. Allora? Che cosa ci fai qui?"

Wolf si mise a gattoni, posizionando il suo viso di fronte a quello del medico, il quale si era acceso nel mentre un'altra sigaretta. Un sorriso gioioso apparve sulla sua gigantesca faccia.

"Sono stato mandato dal Capitano Teach a recuperare una cosa."

L'uomo gli soffiò addosso il fumo della sigaretta.

"Non so di cosa tu stia parlando."

"Oh, io invece credo che tu lo sappia benissimo. Abbiamo fonti ben informate sul fatto che su quest'isola ci sia un Poneygliph."

"Un Poneygliph, eh? Beh, mi spiace per il tuo capitano, ma su quest'isola non c'è proprio nessun Poneygliph. Hai fatto un viaggio a vuoto e sprecato una barca, ragazzone. Adesso, vedi di riprendere il mare e di non fare più ritorno su quest'isola. Alla gente del posto non piacciono i pirati."

Wolf si rimise in piedi, sempre sorridente.

"Mi dispiace, ma non posso andarmene senza avere trovato quel Poneygliph. Ordini del Capitano."

"Cos'è, sei sordo oltre che grosso? Qua non esiste niente di tutto ciò!"

"Allora vorrà dire che lo chiederò agli altri abitanti dell'isola, dopo che ti avrò ucciso."

"Provaci."