CAPITOLO 1

La ragazza dalla lunga chioma castana e dagli occhi verdi come due smeraldi, venne svegliata da un suono acuto e prolungato.
Da sotto le coperte un' esile mano uscì, toccò un paio di volte lo schermo del telefono e quest'ultimo smise di emettere suoni.

La ragazza spostò le coperte e una brezza avvolse il suo corpo nudo; con passo lento e disinvolto si immerse nella vasca d'acqua calda a ripensare alla discussione avvenuta qualche sera prima.

Quando aveva scoperto il tradimento che implicava il coinvolgimento del suo fidanzato. Lei aveva scoperto la tresca che c'era tra lui e una sua amica, e l'unica cosa che desiderava era: la vendetta.

La ragazza chiamata Briseide, non ebbe una vita facile, d'altronde il fato é crudele con tutti.
Orfana di padre, che era scappato per non assumersi le sue responsabilità. Nonostante questo Briseide e il suo gemello, Paride ricevettero molto amore da parte della donna che li aveva portati dentro il suo grembo durante nove mesi, la quale una volta scoperta la gravidanza venne pervasa   dal senso di protezione verso quei  esseri così fragili e indifesi.
Quelle piccole creature erano molto più che semplici bambini. Loro erano speciali, perché erano in grado di vedere cose ignote agli altri.
Paride all'età di cinque anni diceva di vedere delle 'donne strane'. Avevano il busto di una donna ma la parte inferiore era come quella di un pesce. Diceva che lo guardavano, sorridevano ma non appena lui cercava di avvicinarsi, loro scomparivano in mezzo alle onde del mare. Per un bambino doveva essere una cosa molto frustrante non poter giocare con le 'donne strane'. Ma nonostante loro non gli permettessero  di avvicinarsi, lui sentiva i loro pensieri. Paride comunicava con gli esseri marini attraverso il pensiero.
Briseide non aveva ereditato la telepatia come il fratello. Lei possedeva il controllo sulle acque.

Ogni qualvolta era triste o arrabbiata accadeva qualcosa di brutto alle località balneari. Più cercava di reprimere le sue emozioni e peggiori erano le conseguenze.

La ragazza si vestì e rimase a lungo a contemplare il mare blu e il cielo grigio, quando sua madre si sedette assieme a lei sul divano.

- Sei ancora furibonda per ciò che è successo con lui?- chiese Lorene

- Si. Non credevo potesse cadere così in basso... É stato terribile, ma mi passerà. Per fortuna non lo amavo.- rispose la ragazza ammirando le acque azzurre

- Spero solo che tu non perda il controllo. Devi imparare a controllare le tue emozioni, non voglio più sentire al telegiornale che intere città sono state invase da onde anomale.-

- Non sempre é colpa mia. Ammetto che alcune volte perdo le redini della situazione ma...- sorrise ripensando alla maniera in cui i due villani erano stati inghiottiti dalle acque marine a causa del suo volere - Ad esempio oggi, il mare é agitato eppure io sono calma. Se dovesse succedere una  catastrofe non mi potresti incolpare.-

La madre rimase a riflettere alle parole pronunciate dalla figlia perché sapeva bene chi avrebbe dovuto accusare.

- É vero. Ma non per questo, devi contribuire alla distruzione della città.- rispose

La ragazza annuii sorridendo mentre si chiedeva il motivo per cui quelle acque fossero così mosse.

Poco tempo dopo si presentò alla porta di casa: un uomo, vestito con un pantalone color cachi ed una giacca a vento nera.

Quando Lorene lo vide capì che nulla sarebbe stato come prima perché il segreto che custodiva con tanta gelosia, era di fronte a lei e chiedeva il permesso di entrare in casa a conoscere i suoi figli.