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Autore: The_Lock    08/11/2017    0 recensioni
Tyler, Sydney, Kyle, Lydia e Skylar sono i nuovi prescelti per difendere Kandrakar e l'equilibrio dell'universo. Nove sono le missioni che dovranno affrontare, e nove saranno i temibili nemici che minacceranno la Pace e le loro vite; sì perché questi nuovi nemici sono più sanguinari di qualsiasi altro nemico mai affrontato e, per cominciare in bellezza, i ragazzi saranno costretti ad andare alla ricerca del Cuore di Kandrakar
Genere: Avventura, Commedia, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altro Personaggio, Hay Lin, Wilhelmina (Will) Vandom
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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5.9 - Broken

 

Il rosso abbassò lo sguardo e vide una lama spuntare dal suo petto ormai spaccato nel centro esatto. Un rivolo di sangue scivolò dalla sua bocca, mentre la spada veniva estratta con la stessa decisione con cui era stata conficcata. Tyler si voltò per vedere chi fosse stato, e vide Azeban con la spada di un Trickster in mano- l'aveva rubata alla Lepre con la sua telecinesi -ed ora sorrideva vittorioso. Dylan scattò e prese Tyler al volo, per evitare che le sue condizioni peggiorassero con la caduta, e gli sollevò la testa.

“Sky...” mormorò il rosso, con qualche lacrima che sgorgava dai suoi occhi ora appannati. “Sky... r” mormorò, facendo per socchiudere gli occhi.

“Ehi, ehi! Rimani sveglio!” disse Dylan, ora raggiunto da Vyvyen che prese la mano di Tyler. “Rimani con me! La ferita non è poi così grave...” lo rassicurò, ma invece tutti e tre sapevano che Tyler era stato colpito al cuore, ed ora solo in un miracolo potevano sperare.

Dei rumori di passi preannunciarono l'arrivo di Lydia che sussultò appena vide Tyler a terra, allora la ragazza scattò con furia felina e si abbassò, spingendo via Vyvyen e Dylan per darsi spazio per guarirlo.

“Ty! Ty!” disse la rossa, poggiando la mano sul suo petto. “Andrà tutto bene...” disse, mentre la luce smeraldo iniziava a sprigionarsi calda dai suoi palmi.

“Sta bene... Sydney?” domandò e Lydia annuì, sorridendo.

“Scusatemi... non volevo... lasciarvi soli.” mormorò, prima di voltare gli occhi all'indietro e lasciare che i suoi polmoni espirassero il suo ultimo ossigeno.

“Ty... Ty, ehi ehi!” disse Lydia, scuotendolo. “Tyler!” pianse, con qualche lacrima che sgorgava dai suoi occhi verdi. “Tyler no, ti prego...” miagolò, appoggiando il suo volto sul suo petto ed iniziando a singhiozzare. Arrivarono anche Kyle e Sydney che, già al corrente della situazione, si avvicinò a Tyler e lo baciò sulla fronte chiudendogli gli occhi, mentre Kyle rimaneva in piedi con occhi colmi di lacrime e i muscoli tesi, non riuscendo a credere a quello che stava succedendo.

La Banshee comparve al fianco di Sydney e tutti la videro, per la prima volta, anche Skylar che, vedendola, si riscosse per qualche secondo e riconobbe il suo amico per terra, immobile come un pezzo di pietra. La Banshee, poggiò un braccio sulla spalla di Sydney ed i due si scambiarono uno sguardo, alla quale la Banshee annuì con sconsolatezza. Bisognava annunciare il morto, sicché tutte le altre Banshee potessero a loro volta urlare in nome di Tyler in tutto il mondo, sapendo che il guerriero più coraggioso di tutti era caduto in battaglia, combattendo.

Sydney annuì, prese fiato e, insieme alla Banshee, urlarono il suo nome.

“TYLEEEEER!”

 

Skylar vide le proprie mani sporche del sangue dell'amico e notò che stava impugnando ancora la lama autrice di quel delitto, allora con un sussultò la lasciò cadere e indietreggiò, vedendo l'amico steso a terra a causa sua.

“No...” pigolò, iniziando a piangere, ma lo sfogo fu subito interrotto quando un forte senso di nausea lo colpì e Skylar prese a vomitare una roba densa e nera, attirando l'attenzione degli altri. Quando Skylar finì, si vide una mano spuntare dalla pece nera e fare leva sul pavimento, subito imitata da una seconda mano ed infine spuntò la testa di Azeban, poi il busto ed infine uscì del tutto, sogghignando sotto lo strato di bende e che lo ricopriva.

“Tu... bastardo!” ringhiò Skylar, alzandosi immediatamente in piedi e generando un mulinello d'aria che lo sbatté violentemente contro la parete.

“Ti ammazzo...” lo minacciò, colmo di rabbia per tutto ciò che era stato costretto a fare- da arrischiare alla vita degli studenti nella scuola a torturare Sydney alla peggiore di tutte: uccidere Tyler.

“Mi ringrazi così, Skylar?” domandò il demone, alzandosi in piedi “Bene, vuol dire che sarai il prossimo.”
“Prova a fare una sola mossa e sei morto!” sbottò Kyle, pronto a generare l'incendio più disastroso della storia. A questo punto anche Lydia si alzò, mentre Dylan e Vyvyen si aggiunsero alla schiera di amici, pronti a far pentire Azeban di aver messo piede nel loro mondo. Sydney, invece, rimase accoccolato vicino al corpo di Tyler, accarezzandogli i capelli.

“Mi spiace...” mormorò, inconsolabile. Sydney sapeva che sarebbe stato Tyler a morire, aveva avuto il sospetto da quando aveva sputato il sangue sulla sua camicia alla sera del ballo, poi il disco del grammofono aveva dato a lui la conferma dei suoi sospetti, e per questo si era fatto prendere da Azeban senza opporre resistenza, chiedendo ai suoi amici di non cercarlo. Voleva proteggere Tyler, il suo migliore amico.

“Mi spiace...” ripeté, baciandolo sulla fronte.

 

“Non potete nulla contro di me, voi guardiani!” rise Azeban, sfoderando gli artigli e ringhiando con la bocca, dalla quale scendeva un rivolo di saliva nerastra.

“Ci sono anche io, Azeban!” sbottò Ophelia, riaggiustando l'anello con la sua magia e facendo ricomparire la Volpe.

“Ophelia... tesoro. Che bello incontrarci di persona.” la schernì “A proposito, io ho ancora quattro Trickster!” disse, ed immediatamente gli altri spiriti tornarono in posizione d'attacco. Lydia fece un calcolo veloce: loro erano in cinque- Sydney era troppo mal ridotto per combattere e Skylar era senza tuta -più la Volpe, mentre Azeban era solo con altri quattro Trickster. Avevano il vantaggio di un solo uomo e forse non sarebbe bastato a ribaltare la situazione, ma valeva provarci in onore di Tyler.

I Trickster partirono all'attacco, mentre Ophelia e la Volpe si occupavano di Azeban che, dal suo immenso potere teneva perfettamente testa ad entrambi. Sydney vide i loro amici lottare, Skylar compreso, e fece per alzarsi, ma la mano di Tyler scattò e glielo impedì. Il biondo rimase a bocca aperta e vide il cuore di Kandrakar materializzarsi sopra il corpo del moro e iniziare a calare sempre più, sempre più, fino a quando non entrò nella sua ferita e sostituì il suo cuore con se stesso.
Tyler spalancò gli occhi- ora arancioni ed abbaglianti -e si rimise in piedi tra l'incredulità di tutti. Con un semplice gesto della mano, Tyler polverizzò i quattro Trickster, per poi dirigersi verso Azeban con passo assassino. I capelli del rosso ondeggiavano come mossi da una forza invisibile e ogni tanto dei fulimini crepitavano attorno a lui, come fosse lui stesso il fulcro e il centro di quella tempesta elettromagnetica.

“Io... ti avevo ucciso...” ringhiò Azeban, mentre indietreggiava fino a far aderire la schiena contro la parete.

“Non avresti dovuto, infatti.” rispose Tyler con il volto imperturbabile di una divinità che sta per abbattersi con furia su un semplice mortale.

“Cosa credi di fare, eh?” domandò Azeban, riacquistando sicurezza in sé. “Io sono un demone vecchio come il mondo intero! NON PUOI UCCIDERMI!” grugnì, avvicinandosi a lui con fare da sfida.

“Questo lo dici tu...” rispose Tyler, alzando la mano come a fermarlo, e poi facendo scattare le dita e immobilizzando Azeban in una presa invisibile.

“Io torno sempre.” rispose.

“Non più.” spiegò, avvicinandosi a lui “Per Skylar, per la mia squadra, per tutte le anime di questo posto che tu hai condotto alla morte...” sussurrò, e chiuse la mano in un pugno, disintegrando ogni cellula del suo corpo, fino a polverizzarlo.

 

Tyler si voltò, tese il braccio e investì Skylar della magica tuta di Kandrakar e fece lo stesso con Sydney, ma il suo volto era ancora imperturbabile, i suoi occhi ancora di un arancione intenso e divino, ma non per questo meno inquietante.

“Stai bene, Sydney?” domandò, ed il biondo annuì come un cagnolino.

“Tu?” domandò, voltandosi verso Skylar, ed anche il bruno annuì. “Bene.” aggiunse, per poi sparire nel nulla, lasciando solo un pavimento talmente danneggiato dal suo potere che per poco non crollò l'intera struttura.

“Che sta succedendo?” domandò Vyvyen, con occhi spalancati ed increduli.

“È in sovraccarico.” spiegò Ophelia. “Il cuore di Kandrakar ha preso il posto del suo cuore anatomico. Ora è vivo ma è troppo potente...” aggiunse.

“E dove è andato?” domandò Kyle, aggrottando la fronte, ma la strega non rispose, ammettendo di non sapere la risposta.

“Cosa dovremmo fare per farlo tornare normale? Estrargli il cuore?” domandò Skylar con espressione indignata.

“Questo lo ucciderebbe...” constatò Lydia. “Per prima cosa gli faremo riprendere il controllo.” decise, sbattendo il pugno chiuso sul palmo della mano.

“Come?”
“Siamo la sua squadra, i suoi amici! Se non serviamo a questo...” sorrise la rossa.

“Ok, allora dobbiamo trovarlo!” disse Dylan “Dividiamoci in gruppi da due e...”
“Ragazzi...” disse Sydney flebilmente.

“Andremo io e Vyvyen, Lydia e Skylar, Sydney e Kyle...” propose Dylan, mentre gli altri annuivano.

“Ragazzi! Fate silenzio!” sbottò Sydney, tendendo l'orecchio. Gli altri guardiani capirono al volo, e videro Sydney rimettersi in piedi anche se in modo incerto e fissare il muro dove i volti delle ottanta anime dell'acciaieria comparvero, spingendo sul muro come fosse fatto di tela.

Erano voci allarmate, piene di preoccupazione ed apprensione per il futuro, e Sydney rimase ad ascoltare per quasi cinque minuti interi; poi, così come erano iniziate, erano finite, lasciando il biondo con un'orribile certezza.

“Che succede?” domandò Vyvyen.

“Tyler... vuole purificare il mondo...” spiegò, voltandosi verso i suoi amici.

“Cioè?”
“Vuole sterminare tutti.”

 

Tyler si era teletrasportato sulla montagna più alta che sovrastava la città, ancora ignara del pericolo che stava per correre. Il rosso era stordito dal potere, condivideva la sua scarsa lucidità con i vari ubriaconi delle strade a tarda notte, e nonostante la luna piena illuminasse la città di una candida atmosfera lattea, il rosso continuava a fissare l'insieme di case con indifferenza. Quanto avevano sofferto i suoi amici? Quanto ancora avrebbero dovuto soffrire? Della sua morte non gli importava, sinceramente era più preoccupato per il dolore che tutta la squadra aveva assorbito in quegli anni e in quelle missioni, e non avrebbe più permesso a nessuno di far del male alle persone che lui amava più di ogni altra.

La storia di Azeban era stata solo la goccia che aveva fatto traboccare il vaso: lui era il capo della squadra e compito suo era quello di guidare e difendere i membri di essa, e visto che con le buone maniere non era riuscito a proteggere chi lo circondava, per Tyler era arrivato il momento di passare alle cattive, deciso a sterminare ogni forma di vita che, anche alla lontana, avrebbe minacciato chi lui amava. Avrebbe iniziato dalla città, poi sarebbe passato al pianeta intero e alle varie dimensioni e ai vari popoli e alle varie creature: vampiri, banshee, encantados, alchimisti, demoni... era giunto il momento per fare della pulizia, allora tese il braccio e un immediato blackout interruppe la vita della città, mentre l'aria si caricava di elettricità ed i tuoni iniziavano a rimbombare per il cielo scuro.

 

“Come facciamo a raggiungere Tyler prima che faccia qualcosa di scemo?” domandò Vyvyen.

“Le voci non ti hanno detto dove si trova?” domandò Kyle, rivolto a Sydney, ma il ragazzo fece di no con la testa, e tutto il gruppo sospirò.

“Forse abbiamo un modo per trovarlo...” mormorò Lydia, guardando Kyle. “È arrivato il momento di usare il tuo potere, Kyle! Mettiti in contatto con la mente di Kyle e cerca di capire dove si trova.” gli suggerì Lydia.

“Potrebbe essere ovunque.” contestò Kyle con una smorfia di sconforto.

“Un buon motivo per iniziare subito.” tagliò corto Dylan. Kyle sospirò ed annuì, sedendosi per terra ed incrociando le gambe in modo da favorire la sua meditazione. Il moro si concentrò sul suo nuovo potere ed ecco che nuove voci iniziarono a farsi sentire. Dapprima i pensieri carichi d'ansia della squadra, poi esse si affievolirono ed ecco che sentì altre... una madre che ripassava le strofe di una ninna nanna per mentre cullava il bambino che si era spaventato a causa dei tuoni, una ragazza che sperava di non svegliare i genitori mentre rientrava oltre l'orario del coprifuoco, un nonno che cercava delle candele con una certa urgenza poiché colto da una profonda nostalgia della moglie sparita qualche mese prima. Poi anche queste voci si affievolirono come fiamme senza ossigeno e Kyle passò ancora oltre, mentre iniziava ad accusare un lieve mal di testa; allora il moro sentì i pensieri gioiosi di un uomo che accarezzava i capelli della donna che amava ora addormentata dopo una frenetica notte d'amore, percepì il terrore di un bambino rimasto solo a casa durante il blackout ed un'altra cinquantina di voci che continuavano a sussurrare sovrapponendosi l'una a l'altra come strati di granito. E Kyle passava oltre ogni volta che la voce dei pensieri non corrispondeva a quella di Tyler, saltando da padri a madri, da avvocati a professori, da bambini ad anziani, mentre di Tyler non v'era nessuna traccia, fino a quando la sua mente non andò a sbattere contro un muro d'energia. Kyle sforzò ancora, accusando una fitta alla testa, e riuscì a guadagnare un po' di spazio e sentire solo il ritornello ossessivo di una voce che predicava la purificazione.

“Non mi lascia entrare...” disse, digrignando i denti. Allora sforzò un'ultima volta, sentendo un rivolo di sangue scendergli dal naso e bagnare le labbra, ma non aveva voglia di gettare la spugna ora che aveva trovato Tyler. Provò a mettersi in contatto con lui e sorprendentemente Tyler rispose.

“Dove sei?” domandò il moro “Ti stiamo cercando.”
“Non preoccupatevi. Verrò a prendervi quando tutto sarà finito.” rispose con voce piatta e fu l'unica cosa che il rosso gli disse, prima di ricacciarlo fuori dalla propria mente, facendolo sussultare. Il sangue era ormai arrivato al mento, e Kyle decise di sondare altre menti: quelle più vicine a Tyler, sperando così di ottenere qualche informazione. E dopo qualche secondo ci riuscì, sentendo parole come montagna e panorama della città. Il moro riaprì gli occhi, stordito.

“È in una radura della montagna...” disse, asciugandosi il sangue con il polso e macchiandosi tutta la faccia.

“Andiamo.” disse Dylan, iniziando a camminare.

“Voi andate, io vi raggiungo.” disse Lydia.

“Dove vai?” domandò Skylar.

“Ho un piano...” sorrise, prendendo a correre in direzione opposta a quella degli altri e sparendo dietro l'angolo del corridoio.

“Come facciamo a raggiungerlo, senza cuore di Kandrakar?” domandò Sydney, mentre Dylan aiutava Kyle a rimettersi in piedi.

“Vi restituirò il favore.” disse Ophelia, avvicinandosi ai ragazzi. “È stato un piacere essere vostra alleata. Spero di incontrarvi in situazioni diverse...” sorrise, alzando il pugno chiuso e rivelandolo pieno di una polvere viola che soffiò su di loro.

“Rimanete uniti!” fu l'ultima cosa che sentì.

 

I ragazzi aprirono gli occhi e si trovarono a pochi metri da Tyler. Il rosso aveva la mano alzata e in cielo una tempesta elettromagnetica aveva iniziato a surriscaldarsi, preparandosi alla strage. I ragazzi fecero per avvicinarsi ma Skylar bloccò il loro camminò, prendendo un rametto e lanciandolo vicino al ragazzo. Ecco che a metà del tragitto, il ramo impattò contro qualcosa di invisibile provocando una piccola pioggia di scintille e polverizzandolo.

“Vado io...” disse Skylar.

“Cosa? Non fare lo scemo!” sbottò Sydney.

“L'ho ucciso io dopotutto, no?” sibilò il bruno.

“Non dire idiozie!” lo rimproverò Vyvyen.

“Sentite... mi sento in dovere di mettere le cose a posto.” sbottò, girandosi verso di loro e guardandoli uno ad uno con i suoi occhi grigi carichi di determinazione.

“Se ti avvicini ti carbonizza.” spiegò Dylan.

“Non ho detto che voglio avvicinarmi.” sorrise, per poi mettersi difronte a Tyler, rilassarsi e cadere in trance.

 

Skylar aprì gli occhi e si guardò le mani: non erano evanescenti come l'ultima volta che aveva utilizzato il potere, erano in carne ed ossa- o sembravano tali -e sbuffò, sicuro di aver fallito nel tentativo, ma ecco che, alzando lo sguardo, vide a pochi metri il proprio corpo ritto in piedi e con la testa china.

“Sky?” domandò Tyler, voltandosi a guardare l'amico.

“Ehi, amico...” sorrise il bruno, avvicinandosi a lui. “Che ne dici di lasciar perdere tutto e andare a casa? È tutto finito, adesso...” disse, con le lacrime agli occhi.

“Dopo. Devo prima fare una cosa.” spiegò, ed un fulmine colpì il tetto di un palazzo con una potenza tale che il suonò fracassò i vetri dei palazzi vicini.

“Cosa? Uccidere tutti?” domandò il bruno.

“Devo proteggervi...” spiegò con risolutezza.

“Lo fai sempre e l'hai sempre fatto...”

“Non sono riuscito a proteggere te.” commentò, abbassando lo sguardo.

“Sono io quello che ti ha ucciso.”

“Non sei stato tu. È stato Azeban.”
“Sì, ma con il mio corpo. Non sarei dovuto riuscire a ribellarmi prima che ti ferisse a morte?” pianse, passandosi la mano sulle guance per asciugare le lacrime. “Quindi perché devono pagare tutti, se la debolezza è stata la mia?” chiese, e Tyler lo guardò, incapace di trovare una risposta.

“Non sei un assassino.” lo consolò.
“Neanche tu.” rispose l'amico, prendendolo per mano. “Andiamo a casa, Ty... dimentichiamoci di questa brutta storia...” lo pregò, abbozzando un sorriso, mentre la tempesta si placava pian piano.

“Non posso permettermi di vedervi soffrire ancora.” spiegò.

“E noi non possiamo permetterti di uccidere tutti.” rispose con imperio il bruno. “Dici di non volerci vedere soffrire ed è sofferenza che vuoi portare in tutto l'universo... Tyler! Torna in te, ti prego...” disse, stringendo la sua mano nella propria.

“Io...” mormorò il rosso, confuso.

“Tyler! Tyler!” urlò una voce, era femminile e proveniva da qualche metro di distanza, ma era abbastanza familiare al rosso da riuscire a farlo girare completamente. Era Lilian che, accompagnata ed informata da Lydia sugli ultimi avvenimenti- la rossa aveva prontamente omesso il particolare della morte del ragazzo per evitare di aggravare la situazione.
“Lilian...” disse il rosso, e la tempesta si acquietò all'istante, come se quel nome fosse il centro di tutto il potere.

“Tyler... lascia perdere... andiamo via...” mormorò la bionda, avvicinandosi e ignorando gli avvertimenti degli altri ragazzi riguardo il pericolo di avvicinarsi troppo al rosso.

“Ma... devo proteggere i miei amici... e te.” spiegò.

“Non in questo modo, Tyler. Lo sai che non è il modo giusto.” spiegò, ormai a pochi centimetri dalla barriera elettrica. Tyler si avvicinò e poggiò una mano sul muro invisibile, e Lilian fece lo stesso, facendo sussultare gli altri guardiani, credendola ormai spacciata, ed invece la bionda rimase illesa, separata dal suo ragazzo solo da un sottile strato d'energia inoffensiva.

“Ti amo, Tyler. Torniamo a casa, insieme.” sorrise, con le lacrime agli occhi. Il rosso abbassò gli occhi e non appena li rialzò, rivelò le iridi castane e non più arancioni, ed i suoi capelli si abbassarono assecondando la gravità. Lilian scattò e abbracciò il ragazzo per poi baciarlo a lungo, mentre le loro lacrime si mischiavano e i due sorridevano, manifestando un sollievo che subito li sorprese.

Skylar sussultò ed il suo spirito tornò nel proprio corpo, facendolo cadere per il grande sbalzo di energia, e fu subito raggiunto da Lydia che lo abbracciò con tutte le forze, inondandogli il volto con la sua folta chioma di capelli rossi.

“Mi sei mancato.” confessò, asciugandosi qualche lacrima.

“Anche tu. Più di tutti.” sorrise, ricambiando l'abbraccio.

“È finita, quindi?” domandò Sydney, ora pallido.

“Più o meno...” rispose Kyle che aveva ripreso le forze.

“Bene. Allora posso svenire.” mormorò il ragazzo, e Kyle non fece in tempo a chiedere cosa intendesse che allungò le braccia e prese il biondo al volo. Troppo era stato il dolore, troppo il sangue versato ed ora il ragazzo aveva solo bisogno di un momento per riprendersi.

“Vieni, andiamo a casa...” disse Lilian, prendendo Tyler per mano.
“Aspetta. Devo prima andare a Kandrakar.” spiegò, sorridendole e baciandole la fronte. “E ci andrò solo.” spiegò, aprendo tre portali con un gesto della mano, e salutando così i suoi amici.

  
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