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Autore: cin75    08/11/2017    4 recensioni
Dalla storia:
"“Possiamo parlarne dentro? In questo momento mi sento tanto in una puntata di Desperate Housewives e vorrei davvero evitarlo.”
Jensen in un primo momento non capì, poi spostò lo sguardo verso la strada e vide alcuni dei suoi vicini, chi per strada con il cane, chi dietro la finestra con aria curiosa ma che comunque fissavano loro.
“Ok! Entra!” ordinò spostandosi e lasciandolo entrare. “Ma hai cinque minuti!, poi sparisci. ” concluse chiudendo la porta.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jared Padalecki, Jensen Ackles, Misha Collins
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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"Se n e è andato?!"

Misha si voltò verso di lui e onestamente non sapeva se detestare o comprendere Jared.
Infondo lui e Jensen non stavano insieme e Jared aveva tutto il diritto di flirtare con chi voleva. Ma , d’altro canto, quel flirtare aveva comunque fatto soffrire Jensen e questo non gli andava giù.
Così, cercò la risposta più educata che poteva trovare in quel momento.

“Già, a quanto pare non gli piaceva quello che stava vedendo!” rispose con un ironia che risultò più tagliente di quello che aveva preventivato e lo disse indicando Matt , poco distante da loro.

“Quello che….” ripetè Jared seguendo con lo sguardo ciò che indicava Misha.

Matt.

E poi guardò di nuovo il moro davanti a lui. Jared era decisamente confuso.

“Matt? A Jensen non piace… Matt?” chiese innocentemente.

“No. A Jensen piace Matt. Matt piace a tutti qui!!” sottolineò sarcastico. “A Jensen non piace chi gli stringe la mano in un certo modo lasciandogli intendere qualcosa e poi lo lascia per andare a flirtare con Matt.”

“Ma cosa??? Flirtare? Con Matt?” fece sbalordito Jared.
"Senti , Jared.."
“Matt è mio cugino. Nipote di mia madre. E’ il figlio del fratello di mia madre. Ed è stato lui a chiamarmi e a dirmi che la clinica cercava un chirurgo ortopedico.” spiegò in breve, il giovane medico e attese che Misha rispondesse qualcosa.

Ma Misha dopo quella risposta era decisamente senza parole. Raro , ma vero.

In effetti la clinica era a San Diego , ben lontano da Austin. Ed era stato Jared a richiedere un colloquio. Quindi la cosiddetta telefonata di Matt era plausibile.

“Cavolo!!” fu tutto quello che uscì dalle labbra di un Misha decisamente frustrato.

Jared capì quello che stava accadendo o meglio che era appena accaduto.

“Dimmi dove è andato!”

“Non lo so. Sul serio. Ha detto di dirti che lo avevano chiamato per un consulto ma non credo che….cosa fai?! Non ti risponderà mai!!” disse prima di finire la sua frase, vedendo Jared che armeggiava con il suo cellulare.

“Chiamo la portineria e …sì? Jason, salve. Sono il dott. Padalecki, del 2B.”

Mi dica!

“Conosce il mio collega? Il dott. Ackles?”

Si, certo.

“Può dirmi se è già uscito dall’edificio?!”

E’ appena uscito. Solo un paio di minuti. Devo richiamarlo?!

“No, grazie.” E mentre riattaccava , prendeva al volo la sua giacca.

“Dove vai?” chiese Misha.

“Lo raggiungo. Fa’ gli onori di casa! Insomma veditela tu, qui. Fa' come fosse casa tua. Io devo andare!” fece indicando i suoi colleghi che sembravano non aver inteso nulla di quello che stava succedendo.

“Jared?!” e Jared si voltò. “Niente stronzate!”

“Non gli andrei dietro, altrimenti.” Replicò Jared.

“Allora corri, va!!” lo incoraggiò Misha.

 

Ma quando Jared raggiunse il parcheggio, Jensen era appena entrato nella sua Land Rover e poco dopo la metteva in moto e si avviava all’uscita.

“Jensen!!!” lo richiamò Jared correndo verso la macchina che procedeva ancora lentamente. Jensen frenò quando si sentì chiamare. Si sporse appena oltre il finestrino e rimase basito quando riconobbe in Jared la persona che lo aveva richiamato. Sbuffò seccato e ingranò di nuovo la marcia così da poter ripartire, ma Jared fu più veloce e si aggrappò agli angoli del finestrino.

“Devi ascoltarmi, Jensen!”

“No. Tornatene alla tua festa, dottore.” rispose mentre il suo piede premeva lentamente sull’acceleratore.

“Ascoltami, non è quello che pensi con Matt…” continuava a dire Jared seguendo con affanno la macchina in movimento.

Ora quasi gli correva accanto.

“Non mi interessa, Jared. Noi non stiamo insieme…”

“Jensen , no…”

“Nemmeno ci conosciamo…”

“Matt è….”

“Non mi interessa. Sei libero di fare quello che vuoi con chi vuoi!” disse con decisione alla fine,  prima di accelerare a lasciarsi Jared alle spalle.

“…è mio cugino!” si ritrovò a dire Jared tra un affanno e l’altro. “Dannazione!!” sbottò e poi decise.

Mise le mani in tasca e tirò fuori le chiavi della sua macchina. Corse ancora, la raggiunse e la mise in moto. Di certo non avrebbe ingaggiato un inseguimento in pieno centro , ma l’aiuto di Misha sarebbe stato utile in quel momento.

Pronto?!” fece il moro rispondendo al telefono.

“Dimmi dove abita!”

Cosa?

“Jensen!! Dimmi dove abita Jensen!”

Perché? Che è successo?!

“Non sono riuscito a parlargli. Non me ne ha dato la possibilità. È letteralmente fuggito via. Dimmi dov’è casa sua. Devo spiegargli. Devo parlargli!!”

Jared, io non so se…

“Ti prego, Misha. Se tra noi non ci deve essere nulla, sia. Ma Jensen deve comunque sapere tutta la verità e poi potrà decidere. Per favore!!”

Hill Road. Al 250.

“Grazie , grazie , grazie!!” e interruppe la telefonata.

Magari sarebbe stato inutile andare a casa di Jensen; magari il medico stava andando da tutt’altra parte. Ma questo non avrebbe impedito a Jared di appostarsi davanti casa sua e aspettare il suo ritorno.


Ma questo non accadde perchè quando Jared arrivò al 250 di Hill Road, la macchina di Jensen era già sul vialetto e le luci del soggiorno erano accese, un attimo dopo anche quella in una stanza al piano di sopra si accese.

Sì, era in casa!!

Jared scese e quasi corse per raggiungere la porta di ingresso.

Bussò. Bussò ancora.

Ma , per una sorta di furbizia, non rispose , quando la voce di Jensen dall’interno chiese chi fosse. Così, Jared, si limitò a bussare ancora.

“Ma chi è!?” sentì dire un attimo dopo con più sdegno, prima che la porta si aprisse.

Jared vide gli occhi verdi di Jensen spalancarsi e immediatamente dopo stringersi brillanti e furenti su di lui. “Che diavolo ci fai qui, tu? Come fai a sapere dove abito?” chiese furente.

“Io…io ho…”

“Misha!!” finì per lui, Jensen, certo che quella fosse la risposta che Jared non voleva dare per paura di mettere nei guai il moro.

Ma Jensen c’era arrivato da solo e quindi Misha era comunque già nei guai.

“Sì!” ammise quindi.

Jensen sbuffò deluso scuotendo il capo e poi tornò a fissare il giovane davanti a lui. “Vattene, Jared. Concludiamola qui. Cerchiamo almeno di essere buoni colleghi, ok?!”

“No!” rispose Jared, mettendo una mano sulla porta che stava per chiudersi.

Jensen fissò furioso la mano e poi il suo proprietario.

“Come scusa?!” lo incalzò.

“No. Non me ne vado e no!, non voglio essere solo un collega!”

Jensen alzò le sopracciglia colpito da tanta convinzione.

“Sprechi fiato!” cercò di demoralizzarlo.

Jared , allora, fece un respiro profondo e si guardò un attimo intorno. Notò parecchi occhi fissati su di loro.

“Possiamo parlarne dentro? In questo momento mi sento tanto in una puntata di Desperate Housewives e vorrei davvero evitarlo.”

Jensen in un primo momento non capì, poi spostò lo sguardo verso la strada e vide alcuni dei suoi vicini, chi per strada con il cane, chi dietro la finestra con aria curiosa ma che comunque fissavano loro.

“Ok! Entra!” ordinò spostandosi e lasciandolo entrare. “Ma hai cinque minuti!, poi sparisci. ” concluse chiudendo la porta.

“Mi basteranno per dirti che sei uno stupido e…” iniziò Jared.

“Grazie. Ora puoi anche andartene!” replicò offeso indicando di nuovo la porta.

“…e avventato!”

“Quanti complimenti! Potrei abituarmici!!” ironizzò sorpassandolo per raggiungere il soggiorno in cui anche Jared lo seguì. “Ti rimangono solo tre minuti, dottore!”

“Mi bastano per dirti che Matt è….”

“Ma per favore , lascia perdere!” esclamò al culmine di quella che lui credeva un inutile pagliacciata. Allora, Jared , lo afferrò per un braccio così da farlo voltare verso di lui e potersi, alla fine, guardare negli occhi. “Non ho bisogno che mi spieghi Matt!!” ironizzò.

Dio!! quanto erano belli e brillanti gli occhi di Jensen in quel momento. Rabbia , orgoglio, eppure incredibilmente dolci e profondi.

“Matt è mio cugino!” finì, Jared.

E Jensen a quel punto perse un battito. La sua bocca si aprì istintivamente per poter ribattere ma la sua mente non sapeva cosa farle dire e così tacque. Non poteva essere una bugia. Troppo facile da smascherare. Quindi….quindi poteva essere vero?!

E quelle che lui aveva visto fare a Jared non erano avance , ma semplici gesti d’affetto?

Così si ritrovò a pensare a quante volte anche lui si lasciava andare a quei gesti così familiari con qualcuno dei suoi cugini più giovani che cercavano da lui consigli di ogni genere.


Per la miseria!! Ma era davvero diventato così stupido e avventato?

 

“Tuo…cugino?!” sussurrò appena.

“Matt è partito prima di me. Abbiamo finito l’università insieme, ma io mi sono fermato a lavorare ad Austin perché mio padre non stava bene. Io e Matt ci siamo sempre tenuti in contatto e quando tutto, poi, con la mia famiglia si è risolto, Matt mi ha detto della possibilità di lavorare nella clinica. Ho chiamato, ho mandato il mio curriculum e quando mi hanno richiamato per il colloquio, Misha mi ha dato il posto.” raccontò ora con decisamente meno ansia anche perché si era accorto che anche Jensen lo ascoltava ed era più tranquillo. Imbarazzato ma tranquillo.

Ed era bellissimo anche così.

“Matt è..tuo…”

“Cugino, sì.” ripetè dolcemente e sorridendogli. “Quello che hai visto stasera, i gesti che mi hai visto fare stasera, erano solo gesti innocenti e a dire il vero mi stavo congratulando con lui.” confessò.

“Congratulando?!”

“Gil, il compagno di Matt, gli ha chiesto di sposarlo e Matt ha detto di sì. Si sposano in estate!”

“Ohw!!” ne era felice ma si sentiva anche in colpa perché, cavolo!!, se aveva frainteso tutto e lo aveva fatto alla grande!! “Ho conosciuto Gil. Sono una bella coppia…davvero.” cercò di sembrare davvero felice per loro anche in quel momento. “Credo che dovrò fare loro le mie congratulazioni, non prima di aver fatto le mie scuse a Matt!” finì quasi sottovoce.

Jared si sporse piano verso di lui, incuriosito da quell’ultima affermazione.

“Scuse? Perchè?” domandò curioso avvicinandosi ancora e sorridendo quando si rese conto che Jensen non cercava più la distanza tra loro.

“Credo…” disse. “No, sono sicuro….” si corresse. “..di averlo chiamato in uno o due modi non proprio …educati!” anche se non sembrava del tutto sincero e Jared intuì.

“Educati?!” lo provocò, così.

Jensen alzò lo sguardo su di lui e non vi lesse delusione o offesa, ma solo un dolce divertimento a quella sua imbarazzata confessione.

“Diciamo che “stronzo , traditore bastardo” erano tra gli appellativi più gentili!” ammise arrossendo meravigliosamente.

“Ma che boccuccia di rosa ha il mio dott. Ackles!” e ormai non c’era più distanza tra loro.

Jensen lo fissò quasi incantato.

Gesù!! Mai vista persona più bella. Quegli occhi, quelle labbra, quel calore che emanava e che sembrava avvolgerlo e proteggerlo. Quelle mani che , non sapeva da quando, ma che ora lo tenevano gentilmente dai fianchi.

“Il tuo dott. Ackles?!” ripetè con una timida malizia.

Jared deglutì. Quello era il momento. Sarebbe iniziato tutto oppure finito tutto prima di iniziare.

“Mi piacerebbe tanto, Jensen. Giuro che mi piacerebbe tanto!” ammise sinceramente rinsaldando la presa delle sue mani sui fianchi di Jensen, così da tirarselo più vicino.

In tutta risposta, Jensen non rifiutò quel contatto. Anzi, lo assecondò e alzando una mano verso il viso del ragazzo che lo stava abbracciando, vi lasciò una carezza leggera.

“Anche a me piacerebbe , Jared. Giuro che mi piacerebbe tanto.” rispose parafrasandolo.

 

A quel punto Jared non resistette più. Si chinò verso di lui e richiese gentilmente le sue labbra.

“Posso baciarti?” chiese in un sussurro , Jared, che con le mani aveva preso ad accarezzare delicatamente il volto ormai rilassato di Jensen.

“Credo decisamente che tu debba baciarmi!” rispose in quello stesso sussurro il biondo, ormai incantato dallo sguardo incredibilmente dolce e rassicurante di Jared.

Passare da quel dolcissimo bacio ai baci ben più appassionati che i due si scambiarono subito dopo raggiunta la camera da letto di Jensen, fu un attimo. Un lungo meraviglioso interminabile appassionato attimo.

Come fu lunga meravigliosa interminabile e appassionata la notte che i due , ormai, amanti, vissero subito dopo quei baci.

Carezze avvincenti regalate da mani sempre più entusiaste di toccare ogni lembo di pelle disponibile. Ansimi a volte sussurrati sulla pelle calda e sudata, a volte quasi gridati al silenzio che li circondava, a volte confortati confessati, quasi reclamati con passione dalle loro labbra.

Movimenti dolci, movimenti a volte lenti e a volte più decisi.

E poi il desiderio, la voglia, la passione di appartenersi, di sentirsi, di spingersi uno contro l’altro, dentro l’altro. Di prendersi e lasciarsi prendere sempre e di più, fin quando l’estasi finale non li lasciò ansimanti uno sul corpo dell’altro. Ancora stretti. Ancora vicini.

Appagati ma con negli occhi ancora la voglia di loro.

 

Erano circa le due di notte quando il cellulare di Jared vibrò per un messaggio.

Misha: Ma dove diavolo sei finito?Sei con lui?

 

Il giovane medico, cercando di non disturbare Jensen che gli dormiva pacificamente sul petto, digitò la risposta: Tutto ok! Domani non veniamo.

E poi ne scrisse un altro: E sì. Sono decisamente con lui!!

 

Misha sorrise sollevato a quel messaggio di "chiarimento" e non resistette dal rispondere: Ok! Ma niente posizioni strane! E ricorda. La giornata comincia alla grande con del buon sesso mattutino.

 

Jared rise sommessamente a quella battuta e Jensen si destò appena.

"Chi è?" chiese con la voce impastata dal sonno.

"Tranquillo. È tutto ok. Misha voleva sapere se era tutto a posto. Non ci ha visti ed era preoccupato!" gli rispose a voce bassa.

"Dovrei chiamarlo!" replicò Jensen muovendosi appena.

"Domani. Ora resta qui vicino a me!" lo rassicurò Jared e Jensen, lentamente obbedì, sistemandosi di nuovo accanto al corpo del giovane. Gli baciò il pettò su cui appoggiò di nuovo la testa.

"Jared?!"

"Dimmi!"

"Ti voglio!" sussurrò spingendosi verso di lui. "Ancora!"

"Sono qui!" rispose Jared, che iniziò ad accarezzarlo sensualmente, risvegliando in entrambi il desiderio. "Ancora!"

 

   
 
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