Stavamo guardando una serie tv, sdraiati sul tuo letto, quando era partita una canzone: "Take me back to the night we met", diceva. I giorni seguenti la ascoltai più e più volte, poiché la malinconia e la lontana nostalgia evocata da quelle parole mi colpiva dritto al cuore, facendomi ricordare il momento nel quale ci eravamo conosciuti noi due. Ma forse ... forse quella canzone non fu per me, "Harry il sentimentalone" (come mi chiamavi tu), solo un'evocazione di qualcosa di bello e lontano. Forse era già un rimpianto, una ferita, perchè negli ultimi tempi vi era nell'aria il sentore che qualcosa di brutto ci sarebbe successo, ci avrebbe spezzato.

E così fu: due mesi dopo ci lasciammo, Louis, ci lasciammo malamente. Il nostro amore finì litigando, giurando che non ci saremmo mai più rivisti e che ci saremmo ignorati per sempre, da quel momento in poi. I giorni seguenti a quella litigata apocallittica furono pieni di odio, di risentimento e di parole cariche di veleno, spese coi miei amici e rivolte totalmente nei tuoi confronti ... finché l'astio, a un certo punto, cessò.
Ad esso subentrò qualcosa di indefinibile, una sensazione più vuota e gelidamente ustionante di qualsiasi altra emozione io abbia mai provato; tu lo sai bene, Louis, lo sai che ho sempre avuto tante paranoie e tante ansie, ma esse non furono mai così logoranti e numerose come quelle che mi assaltarono la mente da quel momento in poi, in ogni sacrosanto istante. Diventarono insopportabili, mi bruciarono il cervello, e persino i miei amici iniziarono a perdere la pazienza e a non tollerarle più.
Temetti di non essere più me stesso.

Ironicamente, l'unico rifugio dalla dura e solitaria realtà lo trovai proprio in quella casa infestata che è la mia testa. Più pensavo a come era andata, e più mi rendevo conto di quanto riparabili ed evitabili effettivamente fossero i nostri litigi, i nostri errori: diventai ossessionato da film e serie tv col tema del viaggio nel passato, come "Ritorno al Futuro", "Doctor Who", "Harry Potter e il Prigioniero di Azkban", "Lost"... e più me le riguardavo, più desideravo avere una macchina del tempo, fantasticavo di tornare indietro, costi quel che costi, correggere tutto ciò che ci era successo di male, ed avere la possibilità di riportare il calendario verso giorni più felici.

E ora, amore, quest'opportunità ce l'ho davanti ai miei occhi. Non ti dirò come, o in che modo son riuscito ad avercela, perchè per adesso nulla di tutto ciò è importante. Ciò che importa, Louis, è che sto tornando indietro per noi, per tentare di salvarci un' ultima volta, e ricostruire ciò che chiamavamo "Casa".

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Mi sveglio di soprassalto, col cuore che mi martella nel petto: sono nel mio letto e, a giudicare dalla luce che filtra attraverso le tapparelle, dev'essere giorno. Mi guardo attorno e sì, è la mia camera, e sì, non sto sognando. Ma l'avrò fatto davvero? Sarò davvero riuscito a tornare indietro nel tempo? Non mi resta che controllare.

Sento lo stomaco chiudersi, la pancia brontolare agitata, mentre mi alzo rapidamente e mi fiondo verso la scrivania. Afferro il cellulare e guardo la data segnata sul display: 20 Luglio 2014. Ricontrollo. 20 Luglio 2014. Ricontrollo. Ancora 20 Luglio 2014.
Ma forse ho immaginato tutto, forse non ti ho mai conosciuto davvero e il nostro amore è stato semplicemente frutto di un lungo, intenso sogno? No, non può essere così. Ciò che sento dentro di me è troppo reale, quel vuoto... quel vuoto è rimasto con me, mi ha seguito attraverso lo spazio ed il tempo, come una silente e demoniaca sanguisuga appiccicata al mio cuore.

E dunque è ufficiale, sono davvero tornato nel 2014. Oh mio Dio, nessuno ha ancora visto il nuovo film di Star Wars (lo so, sono un grande nerd, ma mi apprezzavi pure per questo), o La La Land (ricordi quante discussioni aprimmo circa il nostro futuro, dopo aver visto quel film?)... dannazione, neanche Trump in questo periodo è così tanto conosciuto. In ogni caso, tutto ciò non è importante. Piuttosto... mi saranno già arrivati quei fatidici messaggi?
Apro whatsapp, col fiato sospeso; uno dei miei amici creerà un gruppo per stasera, in modo da regolarci coi passaggi e riuscire ad arrivare ad una festa. Ed infatti eccola lì, puntuale, la chat di gruppo: 16 messaggi, quattro dei quali sono tuoi. Per poco non svengo, la vista mi si offusca e faccio fatica a leggere e comprendere ciò che stai scrivendo, perchè sta succedendo davvero...

Non ci conosciamo bene, in questo momento della nostra storia: ci siamo incrociati qualche volta in giro per la città, quando gli amici in comune delle nostre due diverse compagnie decidevano di incontrarsi, ma più di qualche parola fra di noi non ce le siamo mai scambiate, troppo impegnati a bere o a farci i cavoli nostri. Eppure, come più tardi mi rivelasti, già in quei momenti tu mi osservavi da lontano e fantasticavi circa un possibile futuro assieme a me.
I tuoi quattro messaggi riguardano la serata, chiedi cosa portare e come ti devi vestire. C'è molta leggerezza nel modo in cui scrivi, una luce che da molto tempo oramai non associavo più alla tua persona; potrei dire qualsiasi cosa, qualsiasi battuta, e tu mi risponderesti con quelle tue risate in maiuscolo che spesso mettevi e che contribuivano a dipingerti come una persona solare e spensierata. "Io vengo nudo", scrivo quindi.

Mi rispondi proprio come mi sarei aspettato. "AHAHAHAHAHAH". Certo che c'è davvero un bello sbalzo da ciò a "io per te non devo esistere, dimenticati della mia esistenza perchè io non ti amo più". Ma questo sbalzo, questa lacerazione nel nostro rapporto, verrà colmato, lo giuro.
Stasera, inizierà il nostro cammino verso un futuro migliore.