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Autore: Masterk    08/11/2017    2 recensioni
Chi non vorrebbe che la storia dopo la sconfitta di Naraku continuasse? Chi non ha sentito un colpo al cuore pensando che non avremmo mai saputo cosa sarebbe successo dopo?
Con questa ff sequel spero di darvi una degna risposta a queste domande XD
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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- Non ci riesco ancora a credere - la tenue voce di Kagome.

Un piccolo cumulo di cenere fumante prendeva il posto del buon vecchio demone albero, sguardi misti di odio e paura puntavano verso il cielo alla ricerca di qualche traccia del mostro. Naraku era vivo, nessuno era pronto a qualcosa di simile, nessuno si aspettava il ritorno del incubo senza fine.

Inuyasha raccolse una pugnata di cenere - Dannazione, come ha potuto - stringendo con forza il pugno.

Nessuno parlava, Mari e Kiran fissavano il mezzodemone senza fiatare, scambiandosi alcune occhiate. Nemmeno la grande miko reagiva, tenendosi stretta al suo arco, ultimo ricordo del loro amico.

- Inseguiamolo, non deve essere molto lontano - una voce tra loro.

Era quella di Sango, con al suo fianco il marito, mentre cercava di calmare i pianti di terrore dei figli.

La grande miko si voltò verso di loro - Ormai sarà lontano - continuando a tenere stretto il suo arco.

Anche il mezzodemone girò la testa indietro - Usiamo la testa, sicuramente si sarà preparato un piano, non si farà trovare facilmente. In più dobbiamo tenere al sicuro il villaggio, potrebbe fare la sua mossa se ci allontaniamo - spiegò per poi rivoltarsi verso il cumulo di cenere - Però ti prometto una cosa, sarai vendicato, fosse l'ultima cosa che faccio - facendo cadere lentamente il pugno di cenere.

La notte era buia, il cielo ricoperto di nubi impediva ai deboli raggi della luna di illuminare la radura mentre tutti ritornavano al villaggio. Mari seguiva i genitori a pochi passi da loro con al suo fianco Kiran, la gente abbassava la testa in segno di rispetto e cordoglio, solo alcuni si avvicinavano stringendo lentamente la mano alla loro sacerdotessa per manifestare il loro dolore.

Inuyasha fece entrare tutti in casa, sedendosi poi sull'uscio - Non poteva andare peggio - sbuffò con rabbia.

Il meticcio si sedette accanto a lui - Nessuno se lo poteva aspettare, io stesso non ho mai percepito la presenza di quel demone dentro Eiji, forse a causa del groviglio di mostri che ha usato per accrescere il suo potere o forse perchè Naraku stesso non voleva farsi trovare. Ho sentito storie su di lui, racconti che udivo dai viaggiatori sulle montagne, parlavano di un uomo che si lasciò divorare dai demoni per inseguire la sua vendetta - disse.

- Non ci sono più tracce di umanità in lui - replicò il mezzodemone - Quello che abbiamo visto prima era solo un mostro, il suo lato umano si è purificato assieme alla sfera - aggiunse.

- Quello che mi preoccupa sono le informazioni strappate a Satoruosamu, quel vecchio demone albero possedeva un onniscienza fuori dal comune, conosceva quasi tutto di questo mondo. Ora che la possiede Naraku mi preoccupa ciò che può fare - spiegò il meticcio, rivolgendo lo sguardo al cielo.

Il dialogo continuava mentre la notte lasciava il posto alle prime luci dell' alba, le ore erano passate in fretta, nessuno dei due si era accorto dello scorrere del tempo.

- Guarda - esclamò Inuyasha, indicando i primi raggi del sole illuminare il villaggio.

Kiran si alzò in piedi - Esattamente come ti ho appena detto, per quanto sia buia la notte, prima o poi sorgerà di nuovo il sole. Naraku è riuscito a fuggire, ma è questione di tempo prima che faccia la stessa fine che ha fatto fare a Satoruosamu - disse, facendo alcuni passi.

- Dove stai andando? Non aspetti Mari? - domandò.

Il meticcio lo guardò con la coda dell' occhio - Ha imparato tutto ciò che serviva da me, in questo momento è Kagome che ha bisogno di lei - continuando a camminare lontano.

Inuyasha restò alcuni istanti a guardarlo per poi voltarsi verso la porta, entrando.

Mari era già sveglia assieme a Hitomi, solo Kagome dormiva ancora, distesa accanto a loro, coperta con un grande panno. Non riusciva a dormire dal dolore, restando tutta notte seduta a pensare alla tragedia appena avvenuta, ma alla fine si addormentò dalla stanchezza.

- Come sta? - chiese a bassa voce lui.

La giovane cacciatrice lo guardò senza rispondere, mostrando uno sguardo di dolore.

Solo Hitomi aprì bocca - Lasciamola riposare, almeno nel sonno non si tormenta da sola - rispose, sistemandole il panno per non farle prendere freddo.

Le ore diventavano giorni, Kagome non usciva più nemmeno di casa, evitando di parlare con tutti, solo Inuyasha riusciva ogni tanto a farle avere brevi conversazioni, ma terminavano subito rifacendola cadere nei suoi pensieri. Mari era spesso assente, usciva alle prime luci per fare ritorno al tramonto. Molti pensavano che le sue fughe erano per evitare di incrociare lo sguardo pieno di dolore della madre.

Passò una settimana prima che la giovane cacciatrice si fiondò in casa di corsa - Mamma! Vieni a vedere! - urlò, attirando l'attenzione di tutti, in particolare di lei.

Kagome alzò lo sguardo senza fiatare.

- Si può sapere cosa urli? - sbraitò Inuyasha, alzandosi in piedi.

- Non ho tempo per spiegare, vieni a vedere! Forza! - replicò la figlia, tirando Kagome per una mano fuori di casa.

La trascinava lungo il bosco, tenendole salda la mano con la sua. Quel sentiero così famigliare, percorso un numero infinito di volte, quel luogo così importante, dove poteva trovare pace e conforto nei momenti più bui, la grande radura del loro vecchio amico.

- Perchè mi hai portata qui? - le prime parole dopo un lungo periodo di silenzio.

Mari le indicò il vecchio giaciglio di Satoruosamu - Guarda! - sorridendo.

Kagome si avvicinò lentamente, il suo cuore accelerò ad ogni passo, notando qualcosa tra la terra scura, una minuscola piantina con una singola foglia fece la sua comparsa.

- Questo è? - voltandosi verso la figlia in lacrime.

La giovane cacciatrice annuì.

- Come è stato possibile? - gettandosi in ginocchio, avvicinando lentamente il volto per vederla meglio.

Mari si avvicinò anche lei - Satoruosamu è un demone molto antico, non è facile farlo fuori. Sono venuta qui pochi giorni dopo la sua morte e ho notato subito qualcosa di diverso, scavando ho trovato un seme che ho iniziato subito ad accudire e ora ha questo aspetto. Non so dirti se... -

- Si è lui - la fermò - Sento la sua energia, non sai quanto sono felice di rivederti - disse, accarezzando dolcemente la fogliolina.

- Si può sapere che succede? - la voce di Inuyasha.

Kagome si voltò colma di lacrime di gioia - Guarda! - indicandolo.

- Quindi alla fine gliela hai fatta in barba a Naraku! - esclamò lui, sorridendo di gusto.

- Dobbiamo proteggerlo, è ancora un piccolo germoglio - replicò la grande miko.

Mari appoggiò una mano sulla spalla della madre - Insieme - esclamò.

La notizia ravvivò il cuore della sacerdotessa che tornò subito quella di un tempo, permettendole di curare il villaggio e al tempo stesso di trovare alcuni momenti per andare a trovare il suo ritrovato amico. Anche Inuyasha non restò indifferente alla cosa, organizzando squadre di ricerca capeggiate da Miroku e Sango, mentre lui perlustrava le zone più ostili al fianco della figlia, ormai diventata una guerriera di tutto rispetto.

Pochi giorni dopo un drappello era di ritorno con notizie importanti.

- Inuyasha! - uno di loro.

Il mezzodemone seduto sopra una staccionata si voltò - Cosa avete scoperto? - chiese, pensieroso.

- Abbiamo trovato un nascondiglio di demoni vicino alla radura di Satoruosamu - spiegarono.

- Non ho percepito nessuna presenza prima, forse i suoi poteri sono diventati così grandi da poter nascondere la sua aura - borbottò lui.

Anche Mari arrivò di corsa, seguita dalla madre - Dobbiamo muoverci, ho sentito tutto - fermandosi al fianco del padre.

- Siete stati bravi, ora però lasciate fare a noi - spiegò Kagome, scattando dietro agli altri due già partiti di tutta furia.

Inuyasha correva al fianco della figlia con le loro armi in pugno.

- Stiamo attenti, non facciamoci prendere di sprovvista - le disse, indicando con gli occhi la radura davanti a loro.

La giovane cacciatrice saltò vicino alla piccola piantina - Qui non ci sono ancora arrivati, saranno nascosti più in dentro, tra gli alberi - stringendo gli occhi.

Piccoli insetti di ogni forma uscivano dalle fronde degli alberi, saltellando e volteggiando in ogni direzione. Mari teneva la sua grande spada puntata verso di loro.

- Via! - l'urlo di Kagome mentre scoccò una delle sue frecce che polverizzò una buona parte degli insetti - Sono piccoli demoni che assorbono energia, non fatevi mordere! - aggiunse, continuando a scoccare frecce.

I piccoli insetti aumentavano sempre di più di numero, formando giganteschi sciami vorticanti. Due occhi rossi come l' inferno si manifestavano in quel vortice di creature.

- Immaginavo che avreste protetto il vostro piccolo alberello - la voce di Naraku.

Gli sciami si univano formando il suo volto sotto gli occhi stupiti di tutti.

Inuyasha iniziò a far ruotare la spada in cielo - Ti spazzerò via con un solo unico colpo mostro! - concentrando tutto il potere di So'unga in una piccola sfera sopra di lui.

- Puoi provarci, ma non farai altro che distruggere questa radura. Io non sono qui, sto solo comandando questi piccoli insetti per poter comunicare con voi - spiegò il demone ragno.

- E pensi che ti crediamo? Dopo tutto quello che ci hai fatto? - sbraitò il mezzodemone, abbassando però la sua arma.

Kagome puntò anche lei l'arco - Cosa vuoi da noi? La sfera non esiste più! - gridò.

- Questo lo so già, per l'esattezza so quasi ogni cosa ora grazie al vostro amico. Ho scoperto che esistono poteri molto più grandi di quella sfera, poteri conosciuti e custoditi da pochi, tra cui questo alberello. Vi sconsiglio di continuare a cercarmi se tenete a lui - indicando con lo sguardo Satoruosamu.

Alcuni insetti erano saliti sopra il germoglio, iniziando a mangiare la foglia.

- Fermati! - urlò Kagome, scattando verso di lui.

Il grande sciame iniziò a roteare tutto attorno a loro, impedendo a tutti di vedere, seguito da una profonda e malvagia risata di Naraku.

Inuyasha si coprì gli occhi con la manica - Non riesco a vedere nulla! Cercate di proteggere Satoruosamu! - agitando un braccio per scacciare gli insetti.

Anche Mari era completamente circondata, a pochi passi da lui non riusciva ad orientarsi, così come sua madre.

- Non può succedere di nuovo! - il grido disperato di Kagome.

- Non succederà - una voce famigliare.

Era Satoruosamu, la piccola piantina brillava di una iridescente luce, mentre lo sciame fuggiva lontano da lui. Nella luce qualcoda prendeva una forma sempre più umana, alzandosi su due gambe.

Mari sgranò gli occhi - Cosa sta succedendo? - domandò.

Gli insetti si erano stretti formando una grande sfera sopra le loro teste, mentre la iridescente luce si attenuava, lasciando il suo posto ad una creatura formata da radici e foglie con sembianze umane. Gli occhi azzurri privi di pupille brillavano di una tenue luce, mani e piedi erano formati da radici intrecciate che finivano in lunghe punte simili a dita. Il corpo snello e alto come Inuyasha si alzava in piedi mostrando varie foglie cresciute qua e la su di lui.

Spalancò la bocca - Via! - generando una possente voce che fece vibrare lo sciame disperdendolo in lungo e in largo per il bosco.

Gli altri si pulirono il volto con le maniche, mentre cercavano di capire.

Solo Kagome si avvicinò - Sei? - indicandolo.

Annuì - Si, sono io - porgendole la mano.

La grande miko gli allungò la sua senza pensarci troppo, appena si toccarono scattò come pervasa da un forte brivido lungo la schiena.

- Sei un Kodama, uno spirito della foresta - esclamò lei.

Satoruosamu le lasciò la mano - Lo ero stato per tanto tempo, poi uno scontro con alcuni demoni maggiori mi costrinsero ad assumere la forma di albero per rigenerarmi - spiegò.

Anche gli altri due si avvicinarono - Ma sei stato un albero per molto tempo, ti ha conosciuto mio padre secoli fa - replicò Inuyasha.

- Cento, mille anni non sono nulla per me, sarei rimasto in quella forma ancora per molto tempo, ma i recenti eventi hanno accelerato il processo. Naraku mi avrà rubato la conoscenza, ma non sono stato fermo nemmeno io, nello stesso istante nel suo corpo ho trovato una cosa che non mi sarei immaginato di vedere, il sangue di un Qilin, grazie a quello sono riuscito a guarire in tempi molto rapidi - raccontò il Kodama.

Mari lo guardò incuriosita - Voi non lo potete vedere, ma io si, l' immensa energia che emana il suo corpo. Il suo potere si diffonde attorno a lui, diventando parte del bosco che ci circonda - disse.

- Ci riesci perchè i tuoi occhi sono molto speciali mia cara, ma ora spostiamoci da qui, ho voglia di fare due passi dopo tutto questo tempo - replicò lui, allungando il passo, seguito dagli altri.

   
 
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