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Autore: blueluxen    08/11/2017    3 recensioni
Maddison Fawley sapeva di essere speciale. Il suo sangue nobile ne era la conferma.
Cresciuta in una famiglia ossessionata con la purezza di sangue, aveva sempre creduto che nati babbani e mezzosangue non fossero degni di possedere una bacchetta. Non esistevano altre alternative.
Tuttavia, il suo primo anno ad Hogwarts non andò come previsto. Troppe persone cercavano di smascherarla, troppi occhi cercavano di giudicarla, troppi pettegolezzi cercavano di distruggerla. E gli unici maghi su cui poteva fare affidamento erano proprio i suoi peggiori nemici: traditori del loro sangue e sporchi mezzosangue. Feccia che mai e poi mai avrebbe dovuto frequentare.
Genere: Angst, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Fred Weasley, George Weasley, Nuovo personaggio, Pansy Parkinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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CAPITOLO 1

DI PREGIUDIZI E DI PRIME IMPRESSIONI



 

Non era da Maddison Fawley far aspettare i suoi genitori. Lei era una di quelle persone puntuali come un orologio svizzero, che si spazientiscono facilmente se ci si presenta ad un appuntamento con trenta secondi di ritardo.

Ma quella mattina era partita col piede sbagliato. Tanto per cominciare, non era riuscita a scendere dal letto per le ore di sonno arretrate che aveva accumulato nelle ultime due settimane. Soffriva d’insonnia e faceva spesso incubi così vividi che le procuravano addirittura dolore fisico. In più, come se non bastasse, era in ansia da “primo giorno di scuola”. Perché quel primo settembre 1991 corrispondeva al suo primo giorno di scuola nella Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.

E ciò significava solo una cosa: la cerimonia dello smistamento. Era terrorizzata da ciò che avrebbe potuto dirle il Cappello Parlante. Se non l’avesse ritenuta degna di nessuna Casa? O se, peggio ancora, fosse stata smistata in una Casa diversa da Serpeverde? I suoi genitori ne sarebbero stati devastati. Tutta la sua famiglia era appartenuta alla nobile Casa di Serpeverde, non le andava di diventare la pecora nera. Era cresciuta nel mito della purezza di sangue e della superiorità dei maghi sui babbani, aveva imparato ad amare sin da piccola lo stendardo verde-argento dell’unica Casa ritenuta degna dalle persone che erano solite frequentare i suoi genitori. Non conosceva altre alternative, non le aveva mai avute. Non si era mai lamentata della gabbia fatta di pregiudizi in cui era stata rinchiusa dal momento in cui era nata, nonostante una sensazione di disagio le fosse iniziata a crescere a dismisura nel petto, facendola sentire addirittura prigioniera del suo stesso corpo. Non poteva ribellarsi ai valori che i suoi genitori le avevano imposto con amore. Aveva paura di deluderli, aveva paura che non la ritenessero all’altezza.

Così, con il cuore in gola per l’ansia e per la fretta, raggiunse Octavian e Lucretia, suo padre e sua madre, che l’aspettavano nell’atrio della loro imponente villa irlandese.

« Iniziavamo a temere che ti fossi persa in camera » sentenziò il padre, lievemente seccato per il ritardo della figlia.

« Mi dispiace, padre, non era mia intenzione- » Le scuse della ragazzina vennero interrotte dal gesto sbrigativo della mano di Octavian. Si ammutolì immediatamente. Quando agitava la mano in quel modo, era bene starsene in silenzio per evitare guai.

« Siamo pronti per andare. Gli elfi domestici penseranno ai tuoi bagagli » disse la madre con voce tremante che fino a quel momento era rimasta in silenzio ad osservare la sua bambina. Ne sentiva già la mancanza.

E detto questo, la famiglia Fawley partì da Killarney alla volta di Londra, stazione di King’s Cross.


 

Quando arrivarono alla stazione, Maddison, sempre mantenendo un portamento altezzoso, incominciò a passare in rassegna ogni ragazzino biondo di all’incirca undici anni, alla ricerca del suo migliore amico. Rimase affianco ai genitori, la mano della madre appoggiata affettuosamente sulla sua spalla sinistra, mentre il padre storceva il naso con disprezzo ogni volta che i suoi occhi verdi si posavano sul corpo di un babbano.

« Alla tua età non vedevo l’ora di varcare quella barriera laggiù » disse la madre che ormai tratteneva a stento le lacrime. Indicò verso i binari nove e dieci dove una famiglia pel di carota trasportava diversi bauli. Erano sicuramente dei maghi, constatò Maddison osservando uno dei quattro ragazzi, rosso di capelli e con l’aria da malandrino.

« Ci mancavano solo i Weasley… » sibilò Octavian con tale disprezzo e disappunto che fece pentire la ragazzina di aver guardato per così tanto tempo uno di loro. « Stai alla larga da quei traditori del loro sangue, ci siamo intesi, Maddison? »

« Va bene, papà » si limitò a rispondere lei, senza però riuscire a smettere di guardare il ragazzo dai capelli rossi.

Aspettarono che tutta la famiglia Weasley avesse varcato la barriera prima di avvicinarsi all’entrata del binario nove e tre quarti.

« Più figli di quanti se ne possano permettere… È per colpa di questa feccia che i vecchi valori si stanno perdendo! La purezza di sangue è fondamentale per diventare un grande mago, tienilo bene a mente, figlia mia. La purezza di sangue ti apre le porte verso la via del successo. E la nobile casata Serpeverde ti darà i mezzi per diventare grande »

Maddison ascoltò il discorso appassionato del padre, assorbendo come una spugna le sue parole. Lei era destinata a grandi cose. Sarebbe diventata una strega di fama mondiale grazie al suo sangue nobile. O almeno, così le avevano fatto credere i discorsi del padre e degli amici di famiglia, anche loro rigorosamente purosangue. Perché essere purosangue significava essere un gradino sopra al resto degli altri maghi. Perché non era ammissibile mischiare sangue nobile con quello sporco dei babbani o, peggio ancora, con quello dei traditori del loro sangue. La purezza doveva essere preservata a tutti i costi.

« Tranquilla, tesoro, vedrai che andrà tutto bene. » Lucretia guardò in tralice il marito: come poteva fare questo genere di discorso ad una bambina di undici anni? « Sei nervosa? »

« No » mentì la ragazzina, inespressiva.

La madre sollevò un sopracciglio. « Non c’è nulla di male a dire la verità sui propri sentimenti. Avanti, su, lasciati andare. Come ti senti? »

« Mi sembra di aver appena fatto quaranta giri della morte su una Nimbus 2000 »

Un sorriso affettuoso si formò sul bel viso di Lucretia. Abbracciò dolcemente la figlia, accarezzandole i lunghi capelli castani e giocando con i suoi boccoli. « Sei la bambina più intelligente che Hogwarts abbia mai avuto come studentessa. È normale essere agitati il primo giorno di scuola, ci sono passata anch’io. E anche tuo padre, te lo posso garantire »

Octavian accennò un sorriso.

« Ma poi ti abituerai al nuovo ambiente. Ti abituerai a vivere con altri ragazzi, ti abituerai ad andare a lezione, ti abituerai alla divisa e perfino ai dormitori. E ti divertirai, eccome se lo farai. Devi solo accettare le tue paure e superarle »

« Però io non sono una bambina… » replicò Maddison, leggermente offesa dal termine utilizzato dalla madre per riferirsi a lei.

La signora Fawley rise divertita. « Tu resterai per sempre la mia bambina »

Madre e figlia si staccarono, pronte a varcare la barriera. Maddison fu la prima a passare, nonostante la madre le avesse raccomandato di andare dopo di lei. Una volta arrivata al binario nove e tre quarti, venne intrappolata tra le braccia di un ragazzino biondo con il volto affilato e pallido.

« Draco! » esclamò « Non vedevo l’ora di vederti! » Ricambiò l’abbraccio, poi si sottrasse dalle grinfie del migliore amico per guardarsi attorno. « E così questo sarebbe il binario nove e tre quarti… »

« Un po’ deludente, non trovi anche tu? E poi è pieno di sangue-sporco… Mio padre mi ha raccomandato di starne alla larga. Ho sentito dire che rubino la magia ai noi maghi, sai, i nati babbani. Loro non sono mica come noi! »

« L’ho sentito dire anch’io da uno degli amici di papà, quello con il figlio della nostra età… Nott, se non mi ricordo male »

I due continuarono i loro discorsi, senza curarsi di non farsi sentire dagli altri maghi presenti sulla piattaforma.

Erano arrivati a discutere animatamente quando Lucius Malfoy li raggiunse, cogliendoli alla sprovvista. « Suvvia, ragazzi, siate più discreti. Non vorrete farvi sentire da tutti i presenti… »

Maddison scosse il capo vigorosamente. « Certo che no, signor Malfoy. Draco ed io stavamo proprio chiudendo il discorso, non è vero, Draco? »

« Proprio così. Ah, a proposito, ti devo presentare i miei due nuovi tirapiedi, Tiger e Goyle. Devi vederli, sono due troll! » Scoppiò in una risata fragorosa che portò Lucius a sollevare impercettibilmente un lato della bocca.

I due ragazzi si congedarono dai rispettivi genitori, poi salirono sul treno continuando a parlare ininterrottamente. Con aria perfida occuparono uno scompartimento, dove vennero raggiunti dai due troll e da una ragazza, Pansy Parkinson, che si sistemò accanto a Maddison. Tutti e cinque concordavano che Serpeverde fosse la casa migliore e speravano di essere smistati lì.

« In realtà io sono sicuro di finire a Serpeverde » si vantò Draco con un ghigno spavaldo stampato in faccia. « Tutta la mia famiglia c’è stata, è destino che venga smistato lì. Anche la famiglia di Maddison è Serpeverde, quindi è scontato che lo sarà anche lei »

« Anche i miei sono Serpeverde » disse Pansy. « E siamo purosangue, proprio come voi. Siamo di gran lunga più avanti rispetto agli altri »

Mentre discutevano di purezza di sangue, una ragazzina bionda e bellissima entrò nel loro scompartimento. Si trattava di Daphne Greengrass, figlia di amici delle famiglie Fawley e Malfoy. La nuova arrivata si presentò a Pansy e ai due troll, poi cominciò a parlare a sua volta. « Non avete idea della confusione che c’è sul treno. E tutto per colpa di quell’Harry Potter… »

« Harry Potter?! » esclamò Pansy, stupita. « Ma proprio quell’Harry Potter? »

Daphne annuì.

« E dove si trova? » le chiese Draco, tutt’un tratto interessato.

Dicono che sia in testa al treno, se volete vi ci porto io »

Draco si alzò in piedi, seguito a ruota da Tiger e da Goyle. « Voi venite? » domandò a Maddison e a Pansy.

« Veramente io dovrei andare ai servizi… » disse Pansy, lanciando un’occhiata eloquente alla castana che sedeva accanto a lei.

« E io l’accompagno » aggiunse Maddison, sorridendo complice alla sua nuova amica.

« Come volete. Tiger, Goyle, voi venite con me. Andiamo, Daphne? »

I quattro uscirono dallo scompartimento e si diressero verso la testa del treno. Maddison e Pansy, invece, andarono nella direzione opposta.

« Grazie per essere venuta con me, sai, odio andare al bagno da sola. È proprio una cosa che non sopporto »

Maddison le sorrise cordiale e proseguirono chiacchierando, imitando perfettamente i modelli dei loro genitori. Le due andavano già d’accordo: entrambe adoravano vantarsi del loro status sociale, sfottere la gente e parlare di libri. Stavano pianificando l’anno scolastico che le aspettava quando raggiunsero i bagni. Pansy s’infilò dentro, promettendo all’amica che avrebbe fatto in fretta. L’altra ne approfittò per entrare nel bagno accanto e mettersi la divisa. Ne uscì poco dopo, avvolta dall’uniforme nuova di zecca.

« Guarda un po’ cosa abbiamo qui, una novellina! » esclamò una voce alle sue spalle.

Maddison si voltò di scatto, ritrovandosi faccia a faccia con il ragazzo dai capelli rossi che aveva visto a King’s Cross. « Che cosa vuoi? » gli domandò seccata, guardandolo torvo.

« Oh beh, potrei farti la stessa domanda, dato che ti ho vista mentre mi fissavi alla stazione »

« Io non ti stavo fissando, stupido troll »

« E invece si, bambolina. Ti ho vista con i miei magnifici occhi azzurri »

La ragazzina alzò gli occhi al cielo, spazientita. « Senti, Weasley, sto iniziando ad innervosirmi e ti assicuro che non ti conviene farmi perdere le staffe »

« Ah, e quindi sai già chi sono! La mia fama mi precede, a quanto vedo. Stai attenta a non prenderti una cotta per il sottoscritto, non vado bene per le brave bimbe come te » la canzonò malizioso, sfidandola.

« Non potrei mai prendermi una cotta per un traditore del suo sangue. Io ho il sangue nobile, a differenza tua »

« Sangue nobile ma anima arida »

« Sangue nobile e grande talento »

Il rosso e la castana rimasero a guardarsi in cagnesco fino a quando Pansy non uscì dal bagno, intromettendosi in quello scambio silenzioso di pregiudizi. « Ce ne andiamo, Maddison? »

« Certamente, Pansy. Non ho intenzione di sprecare il mio tempo con la feccia » rispose crudele all’amica ed insieme si allontanarono sghignazzando, lasciandosi dietro un Fred Weasley furioso ed incuriosito.

Le prime impressioni erano sempre state uno scoglio per entrambi i ragazzi, ed entrambi avevano avuto una pessima impressione l’uno dell’altra. Maddison aveva etichettato immediatamente Fred come feccia, un traditore del suo sangue che non meritava né la sua amicizia né il suo prezioso tempo. Dal canto suo, Fred pensava che Maddison fosse una ragazzina viziata che aveva bisogno di una bella lezione di umiltà.

E così, furiosi per quel breve ma intenso scambio di astio, i due ritornarono ai loro rispettivi scompartimenti, tentando di rimuovere quei spiacevoli minuti passati a battagliare, con scarsi risultati.





ANGOLO AUTRICE:
Salve! Era da anni che volevo condividere questa prima parte di storia con voi e, finalmente, ho trovato il coraggio per caricarla. 
Qualsiasi critica/consiglio 
è ben accett@ e, nulla, spero che vi piaccia! 
Maddison è un personaggio abbastanza complicato che cambierà moltissimo nel corso della storia ma non voglio spoilerare niente. Al prossimo capitolo!
- blueluxen

 

 
  
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