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Autore: MonicaX1974    09/11/2017    0 recensioni
[Brant Daugherty]
Kate e Brant prima di Kate e Brant
Prequel di Best friend boyfriend
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Kate

Passo le dita leggere sui bordi del bracciolo che sta iniziando a scucirsi. Forse dovremmo comprare una nuova poltrona, anche se ormai sono affezionata a questa. Ce l'ho da quando ero poco più che sedicenne, mi ha tenuto compagnia nelle notti insonni, soprattutto nel periodo del liceo, ed è stata una delle prime cose che abbiamo portato in questa casa.

Viviamo in quest'appartamento da circa sei mesi, l'abbiamo scelto insieme e mi emoziono sempre a ricordare l'entusiasmo di entrambi il giorno in cui abbiamo firmato il contratto di affitto. Ci siamo trasferiti qui la sera stessa con una valigia a testa come se fossimo in vacanza, passando una delle notti più incredibili della mia vita. Non so se le cose possano andare meglio di così, ma negli ultimi giorni sento che qualcosa non va.

Erano passate da poco le cinque, quando mi sono svegliata quasi di soprassalto con una strana sensazione che mi ha preso alla bocca dello stomaco. Ho provato ad addormentarmi di nuovo, ma senza riuscirci, continuando a girarmi e rigirarmi nel letto, quindi, per evitare di svegliarlo, ho deciso di alzarmi e adesso sono qui, seduta sulla mia poltrona a fiori, con le ginocchia strette al petto, che alterno il mio sguardo tra il cielo che sta iniziando a colorarsi delle prime luci del mattino, a lui che dorme beatamente da sei ore filate.

È quasi completamente scoperto, il lenzuolo gli arriva a stento alla vita, riesco a vedere il movimento del suo torace che si abbassa e si alza ad intervalli regolari mentre respira, i tratti del suo viso sono rilassati, le labbra formano quasi un sorriso, i capelli castani sono scompigliati e quel leggero strato di barba che si sta lasciando crescere, lo rende davvero affascinante.

L'ho conosciuto poco più di un anno fa, una sera in cui avrei dovuto uscire con mia sorella, ma ho sbagliato luogo dell'appuntamento e ho passato una buona mezz'ora ad aspettarla inutilmente al bancone del bar. Jason mi ha offerto da bere decidendo poi di farmi compagnia fino all'arrivo di mia sorella. Abbiamo chiacchierato per un po', fino all'arrivo della chiamata di Lizzy che mi chiedeva che fine avessi fatto. Quando ho capito di aver sbagliato locale e l'ho spiegato a Jason, abbiamo riso insieme e, poco prima di uscire dal locale per raggiungere mia sorella, lui ha voluto lasciarmi il suo numero di telefono.

L'ho richiamato il giorno dopo, e il giorno dopo ancora l'ha fatto lui. Il nostro rapporto è cresciuto lentamente, ma inesorabilmente, fino a giungere alla decisione comune, di vivere insieme. Da quando sto con lui, tutto è una certezza; il suo bacio del buongiorno la mattina appena svegli, la pianificazione precisa dei nostri impegni per riuscire ad organizzare la nostra vita, il suo sorriso sempre pronto ad illuminargli il viso quando mi vede, le promesse mantenute, tutto è certo con lui, la sua continua presenza lo è, il suo amore per me lo è.

Ma oggi non capisco cosa mi sia preso, ieri sera abbiamo cenato tranquillamente raccontandoci delle nostre rispettive giornate lavorative, abbiamo visto un film sdraiati sul divano dopo aver riordinato insieme la cucina. Abbiamo fatto l'amore nel nostro letto, e lui è stato davvero dolce con le sue carezze leggere, facendomi poi addormentare tra le sue braccia, eppure c'è qualcosa che mi sfugge e non mi lascia dormire.

È come se sapessi di dover stare attenta, ma non so a chi o a che cosa. Sento che succederà qualcosa, ma non so cosa e nemmeno quando, e se dovessi raccontarlo a qualcuno mi prenderebbe sicuramente per pazza.

Le prime luci dell'alba danno al cielo dei meravigliosi riflessi rosa e blu, mi incanto ogni volta a guardarli, è un momento della giornata che mi piace da morire, ma che vivo poche volte perché svegliarmi presto non è una cosa abituale per me, succede solo quando non riesco a tenere a bada i pensieri nella mia testa.

«Ehi...» La voce assonnata di Jason richiama la mia attenzione. «... che ci fai lì?» Si alza appoggiandosi su un gomito per guardarmi meglio.

«Non riuscivo più a dormire.» Lo guardo, e un po' della mia ansia inizia ad andarsene.

«Vieni qui.» Batte leggermente la mano sul materasso proprio accanto a sé, e non me lo faccio ripetere due volte. Mi alzo dalla mia poltrona e vado vicino a lui, mi sdraio e non perde tempo ad avvolgermi con le sue braccia facendo aderire perfettamente la mia schiena al suo corpo. «Che c'è che non va?» Mi sussurra all'orecchio.

«Niente.» Chiudo gli occhi concentrandomi sul contatto tra i nostri corpi, e la sua voce al mio orecchio.

«Hai avuto un incubo?» Mi bacia il collo ed io stringo un po' di più le mie mani intorno alle sue braccia.

«Nessun incubo.» Alza la sua gamba sinistra per incrociarla con la mia.

«Andiamo Kate, non è da te svegliarsi così presto. È successo qualcosa di cui non vuoi parlarmi?» La sua voce roca del mattino potrebbe convincermi a fare qualsiasi cosa, ma non voglio parlare di quello che mi sta passando per la testa. Magari ho fatto davvero un brutto sogno e non me lo ricordo, ma è rimasta in me una brutta sensazione.

Sì, dev'essere per forza così.

«Jason... davvero, non è successo niente. Probabilmente hai ragione tu, devo aver avuto un incubo, ma sto bene, non devi preoccuparti.» Si stringe ancora un po' a me ed io riesco a rilassarmi ancora. La sua sola presenza mi fa bene e mi aiuta ad allontanare i brutti pensieri. «Vado a prepararti la colazione?» Le mie parole vengono quasi interrotte dal suono della sveglia.

«Pare che sia proprio ora di alzarsi.» Mi lascia ancora un bacio sul collo, poi tento di scivolare via dalla sua presa. «E...Kate?» Mi volto appena a guardarlo. È davvero bello.

«Cosa?» Sono con le gambe a penzoloni dal letto, e la schiena sul materasso mentre lo guardo all'indietro.

«Non mi piace svegliarmi senza di te.» Gli sorrido, poi mi bacia la fronte e rotolo fuori dal letto altrimenti non mi alzo più.

Vado in cucina, per preparare il caffè, lui è in bagno e mi perdo un attimo a guardare le foto che abbiamo attaccato al frigo. La mia preferita è quella di noi due fatta in questa casa il Natale scorso. Era da poco che abitavamo insieme ed era il primo Natale nel nostro appartamento. La nostra felicità in questa immagine è contagiosa, tanto che l'ansia che ho provato stamattina, è sempre più lontana.

«Piace anche a me questa.» Si appoggia leggermente a me da dietro, mi dà un bacio sulla guancia, poi si sposta per accendere la macchina del caffè mentre io attacco nuovamente al frigo la foto che avevo in mano. «Adoro la bella stagione.» Mi guarda e si riferisce al fatto che indosso solo gli slip e la sua maglietta azzurra.

La primavera di quest'anno sembra più calda del solito. Odio l'inverno, l'autunno e soprattutto la pioggia. Non vedo l'ora di tornare al mare con Jason come l'estate scorsa. Credo di non aver mai passato una vacanza migliore di quella.

«Ti va di mangiare qualcosa?» Non rispondo al suo commento che ha fatto spuntare il sorriso sulle mie labbra.

«No Kate, prendo solo il caffè. Ti ricordi che ti avevo detto che questo lunedì dovevo andare prima in ufficio perché ho la presentazione del progetto?» Dovrei sbattere la testa contro il muro, ero così presa dalla mia piccola paranoia che me ne sono completamente dimenticata.

«Ah! È vero... scusami.» Non si è offeso per la mia dimenticanza, lo posso vedere dal suo sorriso, e dal suo sguardo comprensivo. Lo guardo intento a bere dalla sua tazza e non posso fare a meno di guardare anche il resto di lui perché, a parte i boxer neri che indossa, il suo corpo è interamente esposto per la gioia dei miei occhi.

«Non fa niente. Cercherò però di uscire presto così andiamo a festeggiare ti va?» Si avvicina a me che sono rimasta appoggiata al ripiano della cucina con la mia tazza ancora mezza piena, prende il mio viso tra le mani e mi guarda con i suoi dolcissimi occhi verdi.

«Sì...» gli rispondo, poi mi bacia, un bacio delicato, ma subito dischiude le labbra e diventa più appassionato. Ogni pensiero che era annidato ancora da qualche parte nella mia mente, è scomparso del tutto. Sto meglio, ora lui è qui con me e so che questa giornata andrà bene.

«Vado a farmi la doccia, altrimenti non esco più.» Mi bacia ancora, velocemente stavolta, e lo guardo allontanarsi mentre mi sorride, ed io mi porto le dita alle labbra come a voler accarezzare il bacio che mi ha appena dato.

Prendo il mio muffin al cioccolato dalla dispensa, non è come quello che mangio ogni sabato con mia sorella al bar, ma per oggi posso accontentarmi. Mi siedo al tavolo della cucina con il mio dolcetto e sento il rumore dell'acqua della doccia che scorre. Jason è con me, devo stare tranquilla. È stato solo un brutto scherzo della mia mente, non succederà niente.

***

Scendo dalla metro dopo poche fermate, la gente sembra essere ovunque stamattina, e mi faccio strada su per le scale decisamente troppo affollate. Non appena risalgo in superficie, noto subito davanti a me l'edificio in cui lavoro. Sono receptionist tutto fare e condivido la scrivania con una ragazza con cui mi trovo molto bene, ma assolutamente diversa da me in quanto a look. Lei è estremamente bella, alta, fisico da modella, capelli scuri e occhi verdi, indossa sempre dei bei vestiti e i tacchi ai suoi piedi non mancano mai.

Poi ci sono io, decisamente nella media, ma non mi lamento di questo, non è una cosa così importante per me.

Attraverso quasi di corsa la strada e mi avvicino all'ingresso dove incontro proprio lei.

«Buongiorno Megan» le dico non appena mi si avvicina. Oggi indossa un tubino grigio abbinato a dei sandali neri che credo siano nuovi.

«Ehi, ciao Kate, tutto bene?» Posiziona meglio la sua borsa, si guarda ancora una volta sulla superficie riflettente delle porte dell'ascensore, e poi finalmente mi guarda.

«Tutto bene, e tu?» Devo dire che ha un'autostima notevole.

«Benissimo, ti ricordi vero che oggi arriva quello nuovo?» La osservo accigliata e lei si affretta a spiegarmi. «Il nuovo assunto inizia oggi, te l'avevo detto venerdì.» Le porte dell'ascensore si aprono ed entriamo insieme, poi premo il numero del nostro piano.

«L'avevo dimenticato.» Megan mi sorride e si mette a raccontare del suo week end, ma riesco a sentire ben poco di quello che dice perché sembra che la salita di questo ascensore, faccia risalire anche il mio livello di ansia. La stessa ansia che avevo stamattina non appena mi sono svegliata, la stessa ansia che credevo se ne fosse andata, ed invece sta tornando incredibilmente più forte.

«... devo assolutamente trovare un altro metodo per convincerlo...» Megan continua a parlare, anche quando le porte dell'ascensore si sono richiuse alle nostre spalle e siamo arrivate alla nostra scrivania. La sua voce mi fa da sottofondo anche quando sto posando la mia borsa, mentre accendo il computer, e anche quando mi metto a controllare la posta da smistare, ma sono costretta a darci un taglio immediatamente.

«Megan ti va un caffè?» Riesco finalmente ad interromperla. Stamattina sembra più loquace del solito, ed io, al contrario, non ho alcuna voglia di parlare, almeno fino a quando questa strana sensazione non avrà smesso di tormentarmi.

«Sì.» Fa per prendere i soldi dal suo portafoglio, ma la blocco subito. «No Megan, hai offerto tu l'ultima volta, oggi tocca a me.»

«Ok, ma sbrigati. Non vorrai perderti l'ingresso del nuovo arrivato?» mi dice, ed io mi dirigo subito alle macchinette del caffè pensando che non m'importa del nuovo arrivato, e non importa se a quest'ora del lunedì mattina, la bevanda erogata da quei distributori automatici non è il massimo della bontà. Quello che mi interessa davvero è allontanarmi per qualche minuto, e tentare di distendere un po' i nervi.

Mi piace Megan, mi trovo bene con lei. Siamo così diverse eppure riusciamo ad andare perfettamente d'accordo, ma forse è proprio la nostra diversità ad averci fatto legare. Non la considero la mia migliore amica, ma so di avere una collega sulla quale posso contare. Lavoriamo decisamente bene insieme.

Il caffè al distributore automatico, il lunedì mattina, esattamente alle ore 8: 43, fa decisamente schifo. Mi siedo qualche minuto prima di tornare di là e scrivo a Jason, giusto per tranquillizzarmi un po'.

In bocca al lupo!

Non voglio essere esplicita e chiedergli se sia tutto a posto, non voglio farlo stare in pensiero senza motivo. Spero solo che questa sensazione che provo, non riguardi lui perché siamo arrivati ad un punto della nostra relazione, piuttosto stabile e spero davvero che non succeda qualcosa che mandi all'aria la mia tranquillità.

La risposta di Jason non arriva, sicuramente è impegnato con la presentazione del suo progetto che riguarda la ristrutturazione di una biblioteca. Ha passato giorni interi a lavorarci in ufficio, e anche alcune nottate a casa, vi ha dedicato un enorme dispendio di tempo ed energie e gli auguro che vada tutto per il meglio. E, ripensandoci, forse è questo il motivo della mia agitazione, forse è perché sono in ansia per il mio fidanzato, e riesco finalmente a sorridere. Tutto è chiaro adesso, tutto è spiegato, non c'è niente di cui io debba preoccuparmi. La presentazione di Jason andrà bene e stasera festeggeremo. Posso tornare alla mia scrivania dopo aver preso il caffè per la mia collega con il cuore più leggero.

«Lo sapevo!» La guardo con aria interrogativa mentre le porgo il caffè che ho appena preso per lei. «Te lo sei perso.» Mi siedo alla mia scrivania, e lei fa lo stesso.

«Quello nuovo?» Accendo il computer e mi volto a guardarla.

«Già, è arrivato poco fa.» Sta controllando la posta in arrivo per smistarla, mentre io aspetto che il mio computer sia pronto. «Non mi chiedi nemmeno com'è?» Si gira a guardarmi con aria meravigliata, come se fosse indispensabile che io glielo chieda.

«Tanto me lo dirai comunque.» Rido da sola alle mie parole, perché so che lo farà, non importa se io lo voglia sapere realmente.

«Sei noiosa Kate, ma hai ragione, te lo dirò lo stesso.» Mi sorride e mi si avvicina. «È alto, capelli scuri, occhi azzurri, spalle larghe, niente a che vedere con Alexander, ma non è male.» Alexander fa parte dell'ufficio marketing, Megan ha messo gli occhi su di lui già da un po', e pare che anche a lui non dispiaccia che lei gli faccia spudoratamente il filo.

Sono le nove, gli uffici sono ormai al completo, io e Megan ci mettiamo seriamente al lavoro. Le prime telefonate da smistare, clienti, fornitori e fattorini che si avvicendano alla nostra scrivania, fax, lettere, sembra che ad ogni minuto la mole di lavoro aumenti considerevolmente invece di diminuire, ma va bene perché mi aiuta a non pensare e passano così le prime due ore di questo lunedì mattina.

«Ho bisogno di una pausa, vado a prendermi una bottiglietta d'acqua, vuoi qualcosa Kate?» Megan è in piedi a fianco a me che mi guarda in attesa di una risposta.

«No grazie.» Si allontana ed io controllo per l'ennesima volta il cellulare che avevo lasciato silenzioso e finalmente trovo un messaggio.

Stasera, io e te. Ti amo Kate

Sorrido nel leggere quelle parole. La presentazione dev'essere andata bene, la tensione che sentivo fino a poco fa sembra essersene andata definitivamente e mi lascio andare all'indietro sulla sedia.

«Tu devi essere Kate.» Una voce maschile che non conosco mi fa alzare improvvisamente lo sguardo.

«Sono io, e tu sei?» I suoi occhi azzurri sono incredibilmente luminosi e i più belli che abbia mai visto. Sento qualcosa direttamente nello stomaco, qualcosa che non riesco a capire, ma mi fa sentire strana.

«Ciao io sono Brant, quello nuovo, come mi ha definito la tua collega.» Allunga una mano verso di me, mi alzo per stringerla e quando la mia mano entra in contatto con la sua, la strana sensazione che ho provato finora è tornata improvvisamente con una forza tale da farmi quasi mancare l'aria. «Stavo andando a prendere un caffè quando ti ho vista qui e dato che non c'eri stamattina quando sono entrato, ho pensato di presentarmi.» Non riuscirò a parlare se continua a tenere la mia mano stretta nella sua e a guardarmi con quegli occhi così azzurri. «Stai bene?» Credo sia passato troppo tempo da quando si è presentato a quest'ultima domanda, perché mi guarda con aria stranita, ma la mia mano è ancora lì nella sua ed io non riesco a parlare.

Ma che diavolo mi sta succedendo?

«Oh eccoti qui, vedo che hai conosciuto Kate.» La voce di Megan fa in modo che lui mi lasci la mano permettendomi di tornare a respirare. Brant ha smesso di guardarmi e sembra abbia occhi solo per la mia collega adesso, ma non è una novità. Megan è davvero bella.

«Sì, stavo andando a prendermi un caffè, vuoi venire con me?» Le chiede, ma lei quasi non lo degna di uno sguardo mentre ritorna alla sua scrivania.

«Sono appena stata alle macchinette, ma grazie.» Megan si siede accavallando le gambe e riprende a lavorare ignorandolo in maniera plateale.

«Kate?» Brant mi sta implicitamente chiedendo se voglio andare con lui a prendere il caffè, ma stare così vicino a lui mi ha fatto uno strano effetto e non ho alcuna intenzione di ripetere l'esperienza.

«No grazie.» Gli sorrido e mi rimetto al computer facendogli credere che sto lavorando, quando, in realtà, con un solo sguardo, è riuscito a mandare all'aria tutti i miei tentativi di tranquillizzarmi.

Lo guardo allontanarsi con la coda dell'occhio. Megan ha detto che non era male, in realtà è bello da morire, ed io non dovrei assolutamente fare alcun pensiero su di lui.

   
 
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