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Autore: imtheonekeepingyoualive    22/06/2009    13 recensioni
- Giovanotto. -
Una voce lo riscosse.
Con una faccia confusa si voltò a sinistra, verso la donnona col Martini.
Sembrava meno in casa di prima, ma ancora abbastanza lucida da poter dare consigli.
- Ascolta una che di queste cose se ne intende. Non lasciarlo andare, se ne sei innamorato. Perchè, quando ci ripenserai, potrebbe essere tardi. -
Ascoltò le parole, che scatenarono in lui un moto interiore.
Come, non doveva lasciarlo andare? Era stato lui ad andarsene, abbandonandolo proprio nel momento del bisogno.
Non se la sarebbe scordata quella notte, no.
*Frerard AU*
Genere: Triste, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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voice7
My Fading Voice Sings Of Love
Capitolo 7





Dovette appoggiarsi alla parete, per non cadere.
Non avrebbe mai immaginato di vedere proprio lui lì, cosa ci faceva? Perchè?
Guardò il ragazzo camminare lento e cadenzato verso la lapide, poi fermarsi e prendere un respiro profondo.
Non riuscì a staccarsi ed andarsene, avrebbe potuto farlo senza essere visto nè sentito se fosse stato attento. Ma quando lo vide abbassarsi sui talloni e prepararsi per parlare, la curiosità lo spinse ad ascoltare.
- Buongiorno Signora Way. Lo so che non dovrei essere qui, ma... - Prese una pausa e si grattò la fronte.
Gerard continuava a guardare tutto con la bocca aperta e gli occhi spalancati, dietro all' angolo in cui era rifugiato.
- Beh, adesso che siamo qui a Belleville di nuovo, dopo che ho visto Gerard, come stà... Io ho sentito il bisogno di venire da lei. Lo sa che Gerard ha smesso di parlare? -
Sentì una risatina triste provenire dalla sua gola.
Una fitta lo colpì in pieno petto.
- Ho scoperto che sono due anni e più che non emette un suono. Proprio lui che era il nostro cantante, proprio lui che parlava e parlava per ore intere, facendo discorsi così intelligenti e profondi... Beh, a volte parlava di cose assolutamente idiote, come i programmi in tv o i fumetti del 1982. Ammetto che faticavo a stargli dietro. -
Gerard espirò pesantemente, appoggiandosi con la schiena al muro. Sentì le fottute lacrime pungergli di nuovo gli occhi e spingere per uscire.
Si sarebbe disidratato, di questo passo.
- Però era Gerard. Il mio Gerard, così bello, intelligente e affascinante. - Continuò il ragazzo.
Gerard sentiva la voce in lontananza, ora che aveva smesso di guardarlo.
- Pensavo non ci saremmo lasciati mai, che la nostra storia sarebbe durata fino alla morte. Perchè... Perchè ero così fottutamente innamorato di lui. Poi lei è morta. -
Gerard si coprì il viso con le mani, inziando a piangere silenziosamente. Si lasciò scivolare verso il basso, toccando il suolo col fondoschiena.
Un sospiro ed una pausa, provenirono dal ragazzo davanti alla tomba.
- Davvero, non so cosa mi sia preso quella notte. Tutto è stato così veloce, così inaspettato, che non ho fatto in tempo a rendermene conto. So solo che un momento prima ero a casa a bere coca cola e a giocare alla Play Station, ed un momento dopo ero all' ospedale a reggerlo in lacrime. L' ho riaccompagnato a casa, ho ascoltato tutte le sue paure, gli ho tenuto la mano e l'ho cullato fra le mie braccia. E, in quel momento, ho provato una paura immensa. -
Gerard smise di respirare, alzando il viso per ascoltare meglio.
- Ho pensato solo a cosa sarebbe successo se fosse capitato a me, se avessi perso lui, come Gee aveva perso lei. Credo che sarei morto. -
Gerard si sporse di nuovo dalla parete, sentendo la voce incrinata di Frank.
Vide una mano alzarsi e raggiungere la guancia, per poi tergerla.
- Quindi ho pensato "Se fossi io ad andarmene per primo? Se mi staccassi da lui prima di rimanerci secco?", e l'ho fatto. L' ho lasciato lì, dormiente fra le coperte, e me ne sono andato. Un ultimo bacio e via. All' inizio stavo male, ma pensavo che l' avrei superato. Mi sono trasferito in un' altra città, ho tagliato i contatti con tutti e ho cercato di costruirmi un' altra vita. Tutto sembrava che potesse andare per un anno e mezzo, poi ho iniziato a stare veramente, ma veramente, male. -
Respirò affannosamente, mentre prendeva atto della vita di Frank durante quel lasso di tempo in cui le loro vite erano state mondi separati.
E non riusciva a credere a quello che stava sentendo.
- Ho pensato più e più volte di tornare qui, di cercarlo e farmi perdonare. Una volta ho chiamato Mikey, credo fossi ubriaco come sempre. - Continuò Frank, con una risata amara. - Non ricordo se era il giorno del Ringraziamento o Natale. Tanto le feste per me non hanno più importanza... Beh, l' ho chiamato e gli ho chiesto dove fosse Gerard, perchè volevo parlargli, volevo spiegare e farmi perdonare di tutto. E ricordo che le parole che mi disse mi lasciarono interdetto: "Anche se ti dessi il numero di Gee, non parlerebbe." Adesso capisco perchè. -
Lo guardò scuotere piano la testa e smettere di parlare.
- Adesso che ce l'ho così vicino. Così vicino da poterlo toccare, abbracciare, baciare, sentire, lui non mi vuole. Sa, stanotte ho provato a spiegare tutto, l' ho bloccato a letto e l' ho obbligato ad ascoltarmi. Penserà che sono disperato, per dovermi abbassare a queste cose. - Ennesima risatina. - Ebbene sì, sarei disposto a tutto pur di riaverlo. Perchè ho capito di aver commesso l' errore più grande della mia intera esistenza e, se potessi tornare indietro, starei abbracciato a lui per il resto della vita. -
Gerard si alzò e guardò il ragazzo poco distante, tenendo una mano appoggiata alla parete.
Poi, lentamente, mise un piede fuori dal nascondiglio, per avvicinarglisi.
La ghiaietta scricchiolò sotto il peso dei suoi passi, facendo voltare Frank inginocchiato a terra.
Gerard guardò i suoi occhi e la sua bocca spalancarsi inverosibilmente, per la sorpresa. Poi scattò in piedi come una molla, girandosi completamente verso di lui.
- Gee! - Urlò a mezza voce, esterrefatto. - Cosa ci fai qui? - Chiese.
Gerard ovviamente non rispose, continuando a fissare Frank con la faccia bagnata di pianto e gli occhi lucidi.
Frank sbuffò in imbarazzo, arrossendo.
- Scusa, che domanda sciocca. E' la tomba di tua nonna è logico che tu sia venuto qui, e poi... Anche se ti chiedo le cose, tu non mi puoi rispondere... -
Vide i suoi occhi sparire dietro la sua mano tatuata, destabilizzandolo per un momento.
La luce plumbea del cielo illuminava così tanto i suoi occhi nocciola, da averlo quasi fatto annegare all' interno. Si asciugò velocemente le guance e portò le mani alle tasche dei pantaloni, le infilò all' interno e ne estrasse il taccuino e la biro.
Iniziò a scrivere, poi strappò il foglietto. Lo porse a Frank.
Il ragazzo, che aveva alzato il viso al rumore della carta strappata, fissò inebetito la mano di Gerard per qualche secondo. Quando il moro mosse nervosamente l' arto, Frank sembrò riaversi.
Subito si mosse di scatto in avanti e agguantò il pezzo di carta, abbassò lo sguardò per leggerlo e respirò pesantemente.
A Gerard tremava la mano. Frank l' aveva sfiorata.
- "Ho sentito tutto quello che hai detto prima." -
Lo vide alzare immediatamente lo sguardo, i suoi occhioni da cerbiatto spalancati che lo fissavano lucidi.
- Cosa?! D... Davvero hai sentito tutto? Cazzo... -
Frank fece un sospiro e si portò una mano alla fronte, spostando lo sguardo a sinistra.
Gerard scrisse ancora. E ancora strappò il foglio e lo porse al ragazzo davanti a lui.
- "Non ti voglio perdonare." - Lesse, con la voce che scemava in un sussurro.
E poi ancora verde nel nocciola.
- Gee, ti prego! Ti prego! Io sono disposto a tutto pur di farmi perdonare... Non sai quanto cazzo ci sono stato male, ho capito di aver sbagliato. L' ho capito e voglio rimediare. - Si dovette fermare per la foga con cui aveva parlato, che lo stava lasciando senza fiato.
Gli si fece più vicino. Gerard si strinse un pò di più in sè stesso.
- Se hai sentito quello che ho detto, allora avrai sentito anche quando mi sono maledetto per tutto quello che ho fatto. Credimi, io ti amo. Non ho mai smesso. -
Gerard spalancò gli occhi, sentendo quelle parole.
Erano anni che nessuno glielo diceva più, erano anni che nessuno lo avvicinava più. Ma forse non furono queste le ragioni per cui il cuore prese a battergli così forte da farlo stare male.
Forse era perchè a dirle era stato lui. Frank.
Di nuovo scoppiò a piangere, questa volta singhiozzando e strizzando gli occhi. Una mano corse subito a tappargli la bocca, mentre le gambe cedevano.
Si ritrovò inginocchiato a terra, tremante. Non si curò del male allucinante che provò alla gola, nè della fatica nel respirare.
Sentiva le braccia di Frank circondarlo stretto, il suo profumo di nuovo dritto nelle narici e la sua voce che gli accarezzava l' orecchio destro. Gli si aggrappò addosso, quasi artigliando la giacchetta del ragazzo.
Nascose il viso nell' incavo del suo collo e continuò a piangere, finalmente felice dopo tanto tempo.
- Gee ti amo, ti amo, ti amo. Tanto. - Ripeteva Frank, come una ninnananna. Mentre lo baciava ininterrottamente sul viso, che gli aveva fatto alzare.
- Ti prego, parla. - Un bacio sulle labbra. - Ho bisogno di sentirti di nuovo parlare. Anche del programma che hai visto l' ultima volta. - Un altro bacio. - Ma la tua voce... -
Gerard riaprì gli occhi, per fissare di nuovo da così vicino il colore nocciola di quelli di Frank. Sospirò, sorridendo.
- T... I a... mo... - Disse, con un enorme sforzo.
Era solo un sussurro roco e quasi non si sentiva, ma fece illuminare il volto di Frank in una maniera, che Gerard pensò che era stato stupido a non farlo prima, che per quell' espressione avrebbe pagato oro.
E poi un bacio.
Di quelli veri. Con la bocca aperta, i respiri che si scontrano e le labbra che si assaggiano, le lingue che si ritrovano dopo tanto tempo e le mani che ripercorrono i posti così tanto rimpianti.
Gerard sentì le dita di Frank intrufolarsi fra i suoi capelli e una scossa percorse il suo corpo, mentre le bocche continuavano a danzare fra di loro.
Quando si staccarono, entrambi piangevano, erano rossi e respiravano a fatica.
Ma erano così felici che pensavano che sarebbero morti. Col sorriso sulle labbra.
Rimasero a fissarsi e ad accarezzarsi per minuti interi, con le fronti una accanto all' altra e gli occhi incatenati. Poi si rialzarono, quando sentirono un temporale in lontananza.
Mano nella mano, si volsero verso la tomba della nonna. Gerard sorrise, apertamente.
Poi si baciò le dita e le passò sulla fotografia, per salutarla e ringraziarla di tutto.
Alla fine, anche se non c' era fisicamente, sua nonna era sempre con lui. E lo aiutava.
Anche questa volta.
Le gocce di pioggia iniziarono a scendere, facendo scappare i due ragazzi.




Dal suo posto, dall' alto, Helena guardò suo nipote e Frank correre attraverso il cimitero e superarne la soglia, sempre teneramente abbracciati.
Sorrise e mandò un bacio nella loro direzione.
- Auguri, mio Gerard. Vivi la tua vita appieno e non lasciarti sfuggire nemmeno un' occasione. E, quando ci reincontreremo, sarai vecchio. Più vecchio di me. -
Gli occhi le si riempirono di lacrime di gioia e poi alzò lo sguardo.
- Al più tardi possibile. -
Disse, prima di scomparire.








E così termina questa storia.
Ebbene sì, ultimo capitolo, mie care. Sapevate che non li avreli lasciati separati, perchè è più forte di me. Per fortuna alla fine tutto si è chiarito e si è sistemato.
Voglio ringraziare tutte le persone che hanno seguito questa storia, dicendomi più e più volte quanto fosse bella.
Graziegraziegrazie! <3
Poi le 24 persone che l'hanno preferizzata e le 7 persone che la seguono, vi adoro.
Scusate se non vi ringrazio una ad una, ma è successa una cosa brutta e non sono dell' umore e del fisico adatto per scrivere.
Però c'è l' epilogo in serbo per voi XD
Se lo volete. UU
Lì farò tutto ben bene, soprattutto i ringraziamenti.
Vi amo. <3

XOXO Sory ^^
   
 
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