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Autore: Simply Yeats    09/11/2017    1 recensioni
[Joaquin Phoenix]
Gloria sogna fin da quando era ragazzina di diventare un'attrice di successo. Vive la sua adolescenza sognando su qualcosa di difficilmente realizzabile, rifiutando di impegnarsi a scuola. A soli 14 anni incontra casualmente Joaquin Phoenix per le strade di Roma, ma ciò rappresenterà solo un evento di breve durata e non avrà particolare influenza sui suoi anni futuri.
Il vero cambiamento avverrà diciotto anni dopo, quando, per chissà quale scherzo del destino, lo incontrerà nuovamente nel giorno della Vigilia di Natale.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Fin dalle medie ero stata tutt’altro che una studentessa modello. Non perché non fossi intelligente o non mi piacesse nessuna materia, il problema era più profondo: non mi piaceva la scuola.
A quattordici anni, quando misi piede alle superiori, un liceo artistico non distante dalla periferia di Roma, dovetti promettere ai miei genitori che da quel momento in avanti mi sarei impegnata... ma ovviamente non fu così.  Era più forte di me. A casa leggevo moltissimo, mi piacevano Agatha Christie e Stephen King, ma quando si trattava di libri scolastici, vi dirò che talvolta restavano avvolti nella plastica fino a due mesi dall’inizio della scuola.
Un’altra cosa che adoravo era il cinema, al punto che quando le mie compagne di classe parlavano di aspettative di vita future comprendenti un lavoro stabile, un marito amorevole ed una famiglia da sitcom americana... io mi vedevo nella sitcom americana. Si, come attrice.
Non avevo mai recitato, non sapevo neppure se fossi in grado di farlo o se facessi irrimediabilmente pena, ma era così che mi immaginavo e nessuno poteva togliermi dalla testa che un giorno, in un modo o nell’altro, lo sarei diventata.
Un freddo pomeriggio del Febbraio 2002 mi convinsi di dover partecipare ai casting di un nuovo film per la televisione, dal titolo “Oggi più di allora”. Quando lo dissi ad amici e familiari, crederono tutti che stessi scherzando (e come biasimarli? Erano anni che sostenevo di voler recitare senza poi impegnarmi in alcun modo per farlo), ma quella volta non scherzavo affatto. Le possibilità che passassi erano a dir poco minime: non avevo esperienze di alcun tipo, oltre a non essere particolarmente bella, ma a me non importava più di tanto e lo feci per davvero. E volete sapere un’altra cosa?
Mi presero.
Interpretavo un ruolo minore, la cugina della protagonista: bruttina, impacciata e poco abile nell’accaparrarsi uomini. Una specie di Bridget Jones, sotto certi aspetti, e non a caso mi divertii un sacco ad interpretarla. Inoltre in quel periodo, per non rischiare di perdere l’anno scolastico fui costretta a sollevarmi le maniche ed iniziare a studiare. Non avevo molto tempo, facevo quello che potevo, eppure sembravo dare risultati migliori in quelle circostanze che nella normale vita da studentessa sfaccendata.
Alla fine, film andò in onda sul canale 1 nel Settembre 2003 e si registrarono ascolti, a detta del regista del tutto inaspettati: oltre tre milioni di telespettatori.
L’anno successivo a questa straordinaria esperienza fu del tutto decisivo.
Avevo finalmente sperimentato il lavoro dell’attrice sul set e sebbene si trattasse di una piccola parte, mi fece capire che questo era ciò che volevo davvero fare; non era più un’ illusione, un sogno da ragazzina scalmanata,  un desiderio senza fondamento... era soltanto quello che volevo. Sulla base di ciò, a metà dell’ultimo anno delle superiori  convinsi i miei genitori a farmi studiare recitazione in America dopo la maturità.
Perché si sappia: non scelsi l’America poiché migliore dell’Italia, magari sotto consiglio di qualche attore esperiente... niente affatto. Sono abbastanza sincera per dirvi che, molto semplicemente, volli inseguire il mio sogno americano. Il famoso “California dream”, no?
Quando scegli di inseguire il “sogno americano”, non lo fai propriamente per motivi razionali, come, non so... la necessità di una preparazione che solo “quella determinata accademia a San Francisco” può darti ed altre ragioni di questo tipo. Lo fai perché ti va e basta. Perché anche se l’Italia è bella e la rimpiangerai ogni singolo giorno della tua vita all’estero, sai che dentro di te sogni l’America. E allora ci vai, senza darti troppe spiegazioni (quelle al massimo le dai ai tuoi), ma soprattutto, senza promettere di ritornare.
Come diceva il buon vecchio Alfredo di Nuovo Cinema Paradiso: “Non farti fottere dalla nostalgia”.
E con questa frase in mente, una fresca notte d’Agosto del 2004, presi l’aereo da Roma Fiumicino e partii per Los Angeles.
Non dimenticai mai con quanto amore mio padre mi strinse la mano fino ai controlli di sicurezza e lo sguardo attonito con il quale mi salutò in lontananza; sembrava già sapere come le cose sarebbero andate a finire: una prima volta vennero a trovarmi lui e mia madre nel 2006, poi non li vidi più per quasi undici anni.


Note dell'autore: salve lettori. Come forse avrete notato, i capitoli sono piuttosto brevi e riassuntivi. La narrazione non terrà sempre questo andamento in quanto questi primi capitoli rappresentano una semplice introduzione a quello che sarà poi lo sviluppo reale della storia. 
  
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