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Autore: Nini1996    10/11/2017    0 recensioni
"Il pomeriggio del 30 ottobre 1895 Londra era immersa in una nebbia più fitta del solito.
Le carrozze e gli omnibus attraversavano le strade della città con molta fatica.
Anche i treni viaggiavano a una velocità sostenuta per evitare incidenti.
Inoltre in giro c'era molta meno gente del solito a causa del freddo pungente degli ultimi giorni.
I londinesi preferivano stare al calduccio nelle loro case ed evitare di uscire, se non strettamente necessario.
Ad ogni modo la stazione dei treni era gremita lo stesso a causa di diversi convogli che per colpa della nebbia erano arrivati insieme.
Da uno di questi, proveniente dalla città portuale di Southampton, scese una giovane donna assieme a una bambina che doveva avere al massimo quattro anni..."
Genere: Azione, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: John Watson, Lestrade, Nuovo personaggio, Sherlock Holmes
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Catherine si svegliò di soprassalto nel cuore della notte.
Accese la lampada sul comodino e diede una rapida occhiata alla stanza.
Queenie dormiva beatamente abbracciata alla sua nuova bambola ( Dolly aveva fatto una brutta fine nell'incendio dell'hotel ).
Sembrava tutto regolare.
Catherine andò alla finestra e guardò giù.
Non c'era nessuno tranne un barbone ubriaco che barcollava per la strada, tuttavia le sembrò di vedere con la coda dell'occhio un ombra in fuga.
Aprì la finestra di scatto con il solo risultato di svegliare Quennie.
La bambina si mise a sedere sul letto.
< Che ore sono? > domandò lei con la voce impastata dal sonno.
Catherine chiuse la finestra e si rivolse alla bambina:< È presto tesoro, dormi. >
Queenie si rimise sotto le coperte senza troppe storie.
Catherine tornò a letto ma non riuscì a prendere sonno.
Erano due settimane che andava avanti così.
Aveva l'impressione di essere inseguita e spiata giorno e notte.
Aveva riferito i suoi sospetti a Gregory che le aveva caldamente consigliato di dire tutto a Scotland Yard.
Anche se aveva seguito i consigli di Gregory la polizia si era completamente disinteressata alla faccenda e Catherine era rimasta sola.
Anche Holmes, immerso nel caso di alcuni banchieri ricattati, non si era fatto più vedere o sentire.
La mattina stessa la ragazza uscì di casa un ora prima per fare visita a Lestrade.
Il Big Ben suonò le otto. Era in anticipo di quasi un'ora ma a Catherine poco importava.
Sarebbe stata più tempo assieme a Gregory, l'unico a non averla mai abbandonata.
Salì le scale del Charing Cross con calma, i visitatori erano pochi e l'ospedale era praticamente deserto.
Sarebbe stata l'ultima volta in cui avrebbe fatto visita a Gregory in ospedale. Lo avrebbero dimesso il mattino seguente dopo quindici giorni di ricovero.
Lo trovò nel letto placidamente addormentato.
Catherine sorrise e aspettò che si svegliasse, cosa che avvenne qualche minuto più tardi.
Gregory fece mezzo sorriso.
Parlarono a lungo come al solito. Discussero delle ultime notizie di cronaca, del nuovo lavoro di Catherine e del suo imminente trasferimento in Galles.
Poi la conversazione prese una piega del tutto inaspettata.
< Puoi farmi un favore Catherine? > domandò a un tratto lui.
< Ma certo Gregory. > replicò Catherine:< Di che si tratta? >
< Mi porgi la giacca per favore? >
Catherine si alzò e prese il giubbotto nero dall'appendiabiti.
Era la stessa giacca che indossava la notte in cui erano andati a teatro.
Catherine gli e la porse. Gregory frugò nelle tasche per un bel po', la ragazza divertita si sedette nuovamente accanto a lui.
Con un sospiro di sollievo Gregory tirò fuori una scatoletta nera piuttosto anonima.
< Sai, volevo chiedertelo quella sera ma con tutto quello che è successo... > farfugliò lui aprendo la scatola:< Mi vuoi sposare Catherine? >
La ragazza lo guardò stupefatta.
< Gregory....cosa... >
< Io ti amo, ti amo davvero. E non solo come un vecchio amico di famiglia.
Quando ti ho rivista ho capito che i miei sentimenti per te erano cambiati. Non sei più una ragazzina ma una donna matura e bellissima. >
< Io... non... > balbettò la ragazza confusa.
< Mia cara piccola Catherine so che la cosa ti ha colto di sorpresa. Ma ti posso assicurare che i miei sentimenti per te sono sinceri. Inoltre Queenie avrà bisogno di un padre e il mio Jeremy di una mamma dolce e comprensiva come te. >
La ragazza annuì e il suo sguardo tornò all'anello.
< Io sono solo molto stupita. > replicò Catherine sorridendo, anche se si aspettava la proposta di Gregory da diverse settimane:< Ho bisogno di tempo per pensarci, sono così confusa al momento. >
< So che hai bisogno di un po' di tempo. > sorrise lui:< Non ti preoccupare Catherine. >
La giovane annuì e si rifugiò fra le sue braccia.
< Va tutto bene Catherine? > chiese lui:< Quando mi abbracci così c'è sempre qualcosa che non va. >
Catherine lo strinse più forte.
Diventare la moglie di Gregory?
Certo, lei gli voleva un gran bene ma non era sicura che si trattasse di amore.
Ma bisognava pensare anche alla piccola Quennie. Chi si sarebbe occupato di lei durante il suo lavoro di governante?
< Ho paura Gregory. > fece allontanandosi.
< Paura di cosa? > chiese lui in apprensione.
< Di tutto! Sono in pericolo, non so dirti di che tipo e chi mi sta minacciando però... >
Lestrade le sorrise rassicurante ancora una volta:< Stai tranquilla, non ti succederà niente. Parola mia. Finché sarò al mondo non ti succederà niente di niente. >
Si sporse verso la ragazza e i due si baciarono di nuovo.
Un bacio lungo, dolce e passionale.
Poi Catherine aprì leggermente gli occhi e scaraventò Gregory da una parte. Afferrò senza un attimo di esitazione la pistola dalla sua borsetta e sparò tre colpi, tutti a vuoto e in direzione della finestra, mandandola in frantumi.
Gregory che non aveva capito quello che era successo fissò la ragazza sbigottito.
< Non ci posso credere. > fece la ragazza aiutando Gregory a rimettersi a letto:< Gordon Lewis. >
< Lewis?! >
< Era qui! Fuori dalla finestra. Aveva in mano una pistola calibro 10 e la puntava contro di te, contro di noi! Ho visto la sua maledetta faccia. > ribatté lei sconvolta.
Il rumore degli spari aveva attirato l'attenzione dei medici dell'ospedale.
Uno di loro entrò in stanza come una furia:< Cosa le salta in mente?! > e le strappò la pistola scarica dalle mani.
< C'era un uomo alla finestra! > replicò la ragazza:< Voleva sparare al signor Lestrade ma sono riuscita a impedirlo. >
< Lei è proprio matta! Fuori di testa! > si infuriò il dottore:< Ha anche le allucinazioni? Nessuno ha tentato di sparare a Lestade. Inoltre è un ospedale come diavolo le viene in mente di sparare?! Qui la gente sta male e ha bisogno di riposo. Dovrebbe essere ricoverata in un ospedale psichiatrico. >
< La ragazza qui presente mi ha appena salvato la vita. > intervenne Gregory in sua difesa.
< Mi scusi? >
< Mi ha salvato la vita. > replicò lui alzandosi dal letto con qualche difficoltà:< Dovreste ringraziarla invece che farla passare per pazza. >
Arrivò anche il poliziotto di guardia che per fortuna di Catherine era McAfeer.
< Ho visto tutto dal cortile. > confermò lui:< Era un uomo grande e grosso. Ha perso una pistola calibro 10 durante la fuga. > e mostrò la rivoltella al medico.
Lui poco convinto annuì.
< Lei non me la racconta giusta signorina. Ma ho piena fiducia in Scotland Yard. Se dicono che è andata così, è andata così. Farò riparare quel vetro quanto prima. >
Il medico girò i tacchi e se ne andò senza aggiungere altro.
Catherine fissava Gregory confusa e preoccupata.
< Non avere dubbi Catherine. > disse lui come se gli avesse letto nel pensiero:< Vai subito a Scotland Yard e riferisci ogni cosa. Questa volta ti ascolteranno, sarebbero pazzi a non farlo! >
Catherine disse di sì. Lui le infilò l'anello al dito.
< Promettimi che ci penserai. >
< Ci penso all'istante in cui me l'hai chiesto. > replicò la donna e non era una bugia.
Catherine andò quindi a Scotland Yard assieme a McAfeer e raccontò il tutto.
Nonostante ci fossero prove più che evidenti di quello che era successo Catherine non venne ascoltata.
Anzi, i due vennero praticamente cacciati a calci dell'edificio da un furioso Forster.
Nonostante apparisse calma Catherine ribolliva di rabbia. Non sopportava essere trattata così.
< Che cosa facciamo? > domandò allora McAfeer.
< Non so. Vuole davvero aiutarmi? >
< Certo signorina Andrews. > ribatté l'agente senza esitazione:< Da dove iniziamo? >
< Beh, la prima cosa da fare è trovare Lewis. Conoscete un locale irlandese da quattro soldi ma frequentato anche da gente più o meno altolocata dove si beve e si fuma oppio? >
< Ci sarebbe il Cork, ma il Sun Susy corrisponde decisamente di più alla vostra descrizione. Si trova al porto, accanto ai magazzini. >
Catherine annuì.

   
 
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