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Autore: rocchi68    10/11/2017    3 recensioni
“La giovinezza è sia una bugia, che un male. Quelli che elogiano la giovinezza stanno solo ingannando se stessi e chi gli sta vicino. Credono che quelli che gli stanno attorno approvino sempre gli atti che compiono.
Usando la parola giovinezza, loro alterano e stravolgono il buonsenso e qualsiasi cosa ci sia di logico.
Per loro bugie, segreti, peccati e insuccessi non fanno altro che aggiungere pepe alla loro giovinezza.
Se il fallimento è il simbolo dell’essere giovani come dicono, allora qualcuno che non è riuscito a farsi degli amici dovrebbe essere all’apice della sua giovinezza, giusto?
Ma di certo, nessuno di loro lo ammetterebbe mai perché tutto deve andare come più gli torna comodo.
Per concludere: gli idioti che si godono la loro gioventù dovrebbero suicidarsi”.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dawn, Scott, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Scott aveva sempre sperato, anche a distanza di 3 settimane, che nessuno venisse a sapere del suo tentativo patetico d’approcciarsi a Gwen.
Non perché odiasse il fallimento, ma solo per evitare di sentirsi dire determinate cose.
Era superfluo che qualcuno gli ripetesse che per molto tempo era stato un fallimento e che spettegolare sul suo conto era qualcosa di alquanto spassoso.
Se aveva rovinato la sua immagine, così come dibattevano in giro, di certo non l’aveva fatto con l’unico tentativo sulla dark, né con gli altri casi in generale.
L’immagine che tutti descrivevano e cui molti ambivano, aveva iniziato a sgretolarsi nell’esatto istante in cui Chris aveva aperto la porta del club e nel momento in cui aveva alzato lo sguardo per studiare Dawn.
Oltre ai pettegolezzi e alle occhiate di scherno, mai avrebbe accettato di sentire la storia dell’inflessibile Gwen che non cede alle sue avances.
Anche per quella settimana sarebbe stato al centro dell’attenzione e non avrebbe saputo quale potesse essere la reazione di Dawn.
Non voleva continuare a ferirla o farla ingelosire, anche se quest’ultimo sentimento l’avrebbe reso felice.
Perso in questi pensieri, sperò di riconquistare la sicurezza smarrita, non aspettandosi che quel mercoledì qualcuno entrasse nel club.
Si era guardato intorno in quel periodo, sperando che nessuno tentasse di fare breccia nel suo cuore.
Dopotutto c’era già qualcuno ad occupare tale posizione e Scott non aveva la minima intenzione di allontanarla.
Sentir cigolare la porta in quella piovosa giornata era, di per sé, una grossa novità.
Anche se, osservando con attenzione i loro ospiti, era ovvio che quei 2 non fossero poi molto normali.
Quelli che erano entrati avvolti dalla loro aura mefitica comandavano il gruppo noto come i gotici della scuola.
Loro guidavano un piccolo movimento dark di appena 20 membri e avevano come mascotte un tenero coniglietto.
E anche in quella circostanza l’animaletto faceva loro compagnia.
Tempo di mettersi seduti ed Ennui cominciò subito a fissare il rosso.
“Che risate ci siamo fatti nel sapere che hai fallito con Gwen.” Cominciò il leader dei gotici senza trasmettere sentimento in quelle poche parole.
“Gwen…” Borbottò Dawn con un ringhio sommesso.
“Io non sono mai stato interessato a Gwen.” Si difese Scott, cercando di discutere pacificamente con Ennui.
“È questa la cosa divertente.”
“Scusa, ma non capisco di che parli.” Ammise sinceramente il rosso.
“Tu non sei all’altezza di noi gotici.” S’inserì Crimson.
“Chi ha mai detto che voglio essere alla vostra altezza?”
“Ti sei avvicinato a Gwen, ma con scarsi risultati.” Borbottò nuovamente Ennui.
“Se siete venuti solo per rinfacciarmi questo fallimento, state sprecando il vostro tempo.” Ringhiò Scott, voltandosi verso Dawn che sembrava distratta da tutt’altro.
“La tua negatività ci farebbe molto comodo.”
“Se è una cosa genetica, potreste torturare mia sorella.” Li esortò Scott.
“Non è divertente.”
“Ennui capisco che per voi gotici un funerale sia il massimo delle risate, ma non vedo nulla d’interessante per voi in questo club.”
“Tu sei interessante.” Sospirò il gotico.
“Il vostro interessante mi preoccupa.” Ribatté il rosso.
“È da un po’ che ti teniamo d’occhio.”
“La cosa è inquietante.”
“Gwen faceva parte del nostro gruppo prima che trovasse dei nuovi amici.” Borbottò Ennui, facendo annuire il rosso.
“Noi non possiamo costringere una persona a ripensarci.”
“L’odio che abbiamo provato è stato sufficiente per farci star bene.”
“Dimenticavo che la questione, per voi, non è così semplice da risolvere.” Sbuffò Scott, cercando di capire i loro pensieri.
“Il Preside spesso ci ostacola.”
“Io non ho intenzione di fargli nulla di male.”
“Lo sappiamo.”
“Sono in debito con lui.” Continuò il rosso, pregando che i gotici ci ripensassero e non lo costringessero a compiere una scelta.
“Vorremmo solo un posto in cui stare.” Borbottò Ennui.
“Un posto?”
“Ci sono così tante aule vuote e tetre in questa scuola che una a scelta non sarebbe male.”
“Non ti garantisco nulla.” Sbuffò Scott, facendo annuire  il suo interlocutore che uscì accompagnato da Crimson.
 
Rimasto solo con Dawn, il giovane si voltò verso l’amica, la quale era ancora persa nei suoi pensieri.
Né lei, né la gotica avevano partecipato poi molto alla discussione, lasciandogli la sfortuna di comunicare con l’enigmatico Ennui.
Se Duncan era considerato da molti come complicato, il gotico era fuori classifica.
Ogni cosa che faceva o diceva non era normale.
Oltre a venerare qualche strana entità malefica e adorare ogni forma di tortura, l’unica cosa che lo rendeva umano era la sua mascotte.
Quel coniglietto che Crimson aveva stretto tra le braccia e che, curato in ogni modo, era stato colorato con toni tetri e raccapriccianti.
“Che rottura.” Sospirò Scott, crollando sulla sedia.
“Cos’hai?”
“Sono svuotato.”
“Hmm?”
“Tutti quelli che parlano con Ennui si riducono uno straccio.”
“Non l’ho nemmeno ascoltato.”
“Io credo di sapere il perché.” Ridacchiò il rosso.
“Come?”
“Sei gelosa per caso?” Domandò, facendola arrossire violentemente.
“Non credo proprio.”
“Non sei molto brava a mentire.”
“Io…”
“Capisco che tu sia ancora arrabbiata per la faccenda di Gwen, ma lascia perdere.” Sospirò Scott, cambiando argomento e girandosi verso Dawn.
“Lei non ti ha nemmeno ringraziato.”
“Forse sono stato l’unico ad accorgersi che l’ha fatto.”
“Perché la difendi?” Chiese la giovane, facendo sorridere il compagno.
“Una sera, prima dell’invito al parchetto, è venuta a trovarmi e mi ha pregato di fare in modo che Trent rimanesse nel gruppo.”
“Lei lo ama?”
“Non credo, anche se non ha mai voluto che lui uscisse dal gruppo solo per il suo rifiuto.” Borbottò il rosso.
“Capisco.”
“E comunque credo che lei fosse d’accordo con Mike.”
“Intendi dire che solo Trent era all’oscuro della faccenda?” Domandò Dawn, facendo sorridere amaramente l’amico.
“Temo di sì.”
“Per fortuna ora si è risolto tutto.”
“Non proprio.” Sospirò Scott, ricordandosi della visita di Ennui e Crimson.
“Mike e gli altri non credo verranno a darci fastidio.”
“I gotici vogliono qualcosa per l’uscita di Gwen dal loro gruppo.”
“E noi che centriamo?”
“Ennui ci ha chiesto un favore.”
“Davvero?”
“Il prof McLean non ha mai ascoltato molto volentieri questi ragazzi e loro sperano che io riesca ad ottenere qualcosa.”
“Di che tipo?” Chiese Dawn, mentre il compagno si metteva ad osservare l’orologio che portava al polso.
“È un po’ tardi per muoversi.”
“Per andare dove?”
“Ti dirò tutto a tempo debito, Dawn, ma ora…”
“Ora?” Domandò, incalzando l’amico che si era come paralizzato.
Il suo sguardo si era perso altrove e non riusciva a reggere il confronto con i suoi occhi chiari.
Anche la sua voce si era abbassata e tendeva a bisbigli sommessi e quasi inudibili.
Nell’avvertire la mano dell’amica sulla sua fronte e poi sul viso, arrossì leggermente e si scostò intimorito.
“Vorrei tanto uscire con te, Dawn.”
“Io...”
“Me l’avevi promesso.”
“Credevo che avessi dimenticato la partita con Tyler.” Borbottò la ragazza.
“Sarebbe una specie di appuntamento.” Continuò Scott, abbassando la testa e sorridendo.
“Appuntamento?” Domandò lei, arrossendo vistosamente.
“Se non vuoi, non importa.”
“Lo fai solo perché hai qualcosa di cui farti perdonare?”
“La verità, Dawn, è che non mi dispiaci.” Sussurrò, prendendola di sorpresa.
“Nemmeno tu sei così male.”
“Questa sera? Se ti va.” Propose, facendola riflettere per un breve istante.
“E la tua famiglia?”
“Nuova cena a casa dei futuri suoceri di Alberta.” Sbuffò il rosso.
“Li hai snobbati di nuovo?”
“Quelle cene sono così noiose.”
“Non ti arrenderesti comunque, vero Scott?” Gli chiese, facendolo sorridere.
“Mi conosci fin troppo bene.”
“A che ora passi a prendermi?”
 
Quella domanda, Scott, se la sarebbe ricordata per un pezzo.
Per la prima volta sarebbe uscito con Dawn senza la minima preoccupazione e sperava che quella serata fosse indimenticabile.
Dopo tanto tempo avrebbero potuto parlare in santa pace, senza le tipiche ansie di quegli ultimi mesi.
Niente verifiche, ripassi o club.
Solo loro 2.
Il loro passato, i loro sogni e le loro speranze per il futuro.
E ovviamente i tentativi di flirt che Scott aveva escogitato per scioglierla.
Il rosso sapeva che gli restavano poche carte da giocare.
Quella della gelosia gli era andata bene.
Quella dell’interesse anche meglio.
Ora doveva solo impegnarsi e studiarla a viso aperto.
Punzecchiandola, stuzzicandola e osservando le sue reazioni, sperava di capire se era in qualche modo corrisposto.
Anche perché con Dawn nulla gli sembrava facile.
Spesso era passato da situazioni semplici a complicate nell’arco di pochi secondi e sperava che quella cena non sfociasse nell’impossibile.
“Stai benissimo.” L’accolse subito, quando la vide uscire dal suo appartamento.
“Anche tu, Scott.”
“Sei una bugiarda…qui c’è solo un angelo e di certo non sono io.”
“Io…”
“A che ora devi rientrare?” Mormorò, evitando d’impantanarsi in un discorso che poteva creare un clima insolito.
“Posso stare fuori fino a mezzanotte.”
“Vedrò di riportarti un po’ prima.” Promise, ricordandosi delle minacce di suo padre, mentre Dawn si attaccava al braccio.
Il resto della serata svanì in un attimo.
Avevano parlato di ogni cosa.
Dal periodo delle medie, ai loro obiettivi futuri e infine si erano lanciati in una serie di discorsi, alcuni deliranti, del passato.
Solo quando si erano ritrovati a ripercorrere il cammino a ritroso e senza più alcun argomento da usare, la giovane si ricordò di quel pomeriggio.
Immediatamente si riattaccò al braccio dell’amico e diede voce ai suoi pensieri, seppur con un pizzico di timore.
“Mi sono divertita molto questa sera.”
“Ne sono felice.”
“Scott prometti di non arrabbiarti?”
“Come posso arrabbiarmi con te in una serata così bella?” Chiese, alzando gli occhi verso il cielo carico di stelle.
“Vorrei sapere dei gotici.”
“I gotici…che ragazzi particolari.”
“Perché Ennui è venuto da noi?” Riprovò la giovane.
“Io credo voglia un club da usare con i suoi amici.”
“Un club?”
“Tipo il nostro, ma molto più grande.”
“Dovrebbero chiedere il permesso al nostro coordinatore.” Gli fece presente la ragazza.
“McLean non ha un ottimo rapporto con i gotici.”
“Perché?”
“Quando ero in terza, per due giorni, sono rimasto nell’aula delle punizioni.”
“E questo cosa centra?”
“Ricordi che avevo sbadigliato durante la lezione del prof Hatchet?”
“Ricordo solo che era diventato viola di rabbia.” Ridacchiò Dawn, facendolo annuire.
“Come punizione sono finito in una stanza d’isolamento.”
“Ora ricordo.”
“Tu non sai, però, che quel giorno erano presenti anche Crimson ed Ennui.”
“Come?” Chiese la giovane.
“Erano dentro perché avevano organizzato una specie di funerale con una rana vivisezionata del laboratorio di biologia.”
“Che schifo.”
“E il prof McLean li ha beccati in flagrante.”
“Ma…”
“So che stai per dirmi che è esagerato, ma Chris non fa mai nulla per caso.” Sospirò il rosso, ricordandosi tutte le punizioni che aveva ricevuto.
“Io…”
“In quel periodo c’era un vandalo che tendeva a rovinare le auto dei professori e il nostro prof si era messo in testa che fosse qualcuno del gruppo di Ennui.”
“Ecco perché non vuole nessun club gotico.”
“Teme che la scuola piombi nel caos.” Tentò Scott, esagerando nella sua constatazione.
“E noi che centriamo?”
“Una buona parola e loro hanno il club.”
“Non sembra difficile.”
“Sottovaluti l’osso più duro.” Ridacchiò il giovane.
“Quale?”
“Ti vorrei ricordare che Chris ci ha rimesso la carrozzeria per ben tre volte.”
“Però non ha prove.” Gli fece notare Dawn.
“Non ho garantito un risultato all’altezza, ma posso provare.” Sospirò Scott, suonando al campanello dell’appartamento dell’amica.
Nel sentir aprire la porta, Scott le sorrise.
L’aveva riportata in orario e non aveva fatto nulla di sbagliato.
Aveva rispettato il galateo, aveva pagato anche la sua parte e aveva sempre cercato di ascoltarla con la massima attenzione.
Sapeva che per fare colpo doveva fare un ottima impressione anche alla sua famiglia.
Dopotutto era così che Lucas aveva fatto breccia nel cuore di Alberta e che aveva ottenuto la fiducia di Scott e di sua madre.
Mezzo passo falso o troppo azzardato e si sarebbe ritrovato in un mare di guai.
“Grazie ancora Scott.”
“Quando non hai impegni, posso chiederti un nuovo appuntamento?” Mormorò, facendola arrossire.
“Certo.”
“A domani, Dawn.”
“Mandami un messaggio quando arrivi a casa.” Borbottò la giovane, facendo sorridere il compagno di club.
“Senza dubbio.”
 
Giunto a casa il rosso si mise a pensare a come risolvere la faccenda di Ennui.
L’unica cosa era prendersi parte della responsabilità qualora fosse accaduto qualcosa d’orribile, anche se sperava che affrontando il gotico, lui comprendesse i suoi sforzi.
Di certo non si aspettava che l’indomani quest’ultimo, con la sua solita aura maligna, varcasse la porta del club.
“Risolto qualcosa, Scott?” Gli chiese, risvegliandolo dai ripassi di storia.
“Chris vi ha concesso l’aula 17 del quarto piano.”
“Quella più lontana.”
“Prima però vuole che tu rispetti le sue direttive.”
“Quali?” Chiese il gotico, spostando lo sguardo verso Dawn.
“Non dovete distruggere nulla.” Cominciò la giovane.
“Solo?”
“E sarà vostra la responsabilità di qualsiasi cosa accada su quel piano.” Continuò Scott, ricordandosi della mezzora spesa per convincere il professore.
“Non mi sembra difficile.”
“Dovrai comunque parlarne personalmente con il coordinatore.” Borbottò il rosso, rimettendosi in piedi.
“Prima di andare, posso chiederti una cosa?” Domandò Ennui.
“Quale?”
“Non credi di essere sprecato per un club così piccolo?”
“Per te sarà anche piccolo, ma per me è molto più grande di quanto non sembri.”
“Ti volevo chiedere se sei interessato ad entrare nel nostro gruppo.” Tentò il gotico, mentre Dawn rabbrividiva al pensiero che lui accettasse quella proposta.
“Non ho nulla da spartire con voi.”
“Tu sei malvagio quasi quanto noi.” Ghignò Ennui, facendo rabbrividire la ragazza.
“Ti sbagli.” Sbottò Dawn, desiderando che il suo club rimanesse così com’era.
“Non credo.”
“Tu non sai com’è Scott.” Si frappose, cercando di mantenersi sicura.
“Io voglio solo sapere se è interessato al nostro gruppo.” Riprese Ennui, ignorandola e girandosi verso la persona di suo interesse.
“La tua proposta è allettante, ma non mi va.”
“Perché?” Chiese risentito, mentre Scott scrollava le spalle con nonchalance.
“C’è una persona che ha bisogno di me.”
“Ti muovi solo per il bene di qualcun altro?” Chiese nuovamente Ennui, sfoggiando un sorriso di scherno fastidioso.
“Le cose come vanno ora non mi dispiacciono.”
“Sei più noioso di quanto pensassi.”
“Dispiaciuto di non rispettare le tue attese.” Lo derise Scott, simulando una specie d’inchino molto goffo.
“Se mai cambiassi idea e volessi maggior movimento, sai dove trovarmi.” Ribatté il gotico, uscendo dalla stanza e lasciando una sollevata Dawn a fissare l’amico.
Chiusa la porta con un fastidioso cigolio, il rosso crollò, svuotato di ogni energia come il giorno precedente, sulla sedia.
Perfino parlare gli era faticoso e si sentiva come un qualche atleta che si era allenato ininterrottamente per diverse ore.
“Non credevo si arrendesse così presto.”
“Io non credevo, invece, che qualcuno fosse così interessato a te.” Scherzò la giovane, facendolo sorridere.
“Il suo interesse non era il mio.”
“Sapevo che avresti rifiutato.”
“A me sembrava il contrario.” La punzecchiò, ridacchiando.
“Non ti avrei mai lasciato andare con lui.”
“Perché Dawn?”
“Perché non hai ancora recuperato dalle tue insufficienze e prima voglio essere sicura di farti promuovere.” Rispose prontamente, nascondendo le sue vere intenzioni e donando all’amico un sorriso spensierato e soddisfatto.




Angolo autore:

Ryuk: I cari gotici.

Non dovevano nemmeno apparire nei miei appunti, ma una loro comparsata era necessaria.

Ryuk: Necessaria per quelli che entreranno nel club con il prossimo capitolo.

So che siamo un po' in ritardo, ma ho dovuto correggere l'aggiornamento.
C'è qualcuno qui che ha da eccepire sulla mia mania di perfezione, ma se voglio far bella figura tutto deve brillare.

Ryuk: Esagerato.

Era un po' pieno di capitoli e non ho avuto modo di pubblicare subito.
Tra una cosa e un'altra mi ritrovo alle 10 di sera.

Ryuk: Non sarà sempre così.

Lo spero, anche perchè sono un po' stanco.
Intanto vi ringrazio per le recensioni, per i consigli, i complimenti e per l'interesse che avete dimostrato per questa serie.
Non è ancora tempo per i saluti, ma meglio muoversi un po' in anticipo.
Vi auguro di passare un buon week-end.

Ryuk: A noi tocca un pranzo con i parenti.

Vi lascio immaginare la mia gioia...preferirei darmi malato, ma pazienza.
Alla prossima!
   
 
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