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Autore: stellachan    11/11/2017    2 recensioni
Dal testo.
Il vento era aumentato e grosse gocce di pioggia ora rigavano i vetri.
A Kagome parve di sentire un grido umano, ma lo scoppio improvvisi di un tuono la confuse.
Vagamente incuriosita, tornò alla finestra. Un lampo saettò e alla sua luce improvvisa, vide una scena che l'agghiacciò. Dietro la finestra di una casa semidiroccata, un uomo alto e magro impugnava un coltello, la cui lama brillava nel buio.
IN REVISIONE GRAMMATICALE
Genere: Generale, Mistero, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Sango, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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~Cap. 5     Kagome! Stupida, pazza incosciente

 

 

 

 

 


Kagome si guardò intorno.
Sapeva, che la centrale di polizia era stata restaurata qualche tempo prima che lei partisse, quindi la struttura era stata resa più moderna, adattandola secondo le esigenze dei giorni nostri.
L’ufficio di InuYasha era arredato in stile moderno. La scrivania era  abbastanza ampia, semplice ed elegante di un raffinato color legno, dove vi era sistemato un computer collegato a una piccola stampante e vicina a essa il telefono fisso, che il mezzo-demone stava utilizzando, la sedia girevole, dov’era sistemato comodamente,  era in pelle nera; le pareti erano dipinte di un tenue color avorio, che rendevano l’ambiente ancora più luminoso, e vi erano affissi dei poster raffiguranti delle montagne rocciose. In una parete, inoltre, erano sistemati quattro schedari e un armadietto in metallo.


La ragazza, si fermò a guardare meglio i poster.
Una tempesta di ricordi le travolsero il cuore e la mente…

 

 

A InuYasha era sempre piaciuto arrampicarsi sui monti. Una volta avevano raggiunto insieme la pianura di Kanto.
Quel giorno, il ragazzo,  le spiegò che questa pianura copre più della metà della regione estendendosi attraverso Tokyo, specialmente attraverso le prefetture di Saitama, di Kanagawa, di Chiba, di Gunma e di Tochigi. Le disse anche che un gruppo di grandi altopiani costituiscono gran parte della pianura e questi sono divisi in alcuni più piccoli che, a loro volta, danno vita a delle valli fluviali.
Sapeva tutto di quel meraviglioso posto. Si era informato, aveva letto dei libri e fatto svariate ricerche anche sul web. Amava quel paradiso terrestre immerso nel verde e sperava di poter trasmettere quell’amore anche a lei.
Scalarono insieme un piccolo altopiano, visto l’inesperienza di Kagome.
Fu abbastanza faticoso, molte volte la paura di cadere la prendeva alla sprovvista, ma quando guardava il mezzo-demone tutte quelle brutte sensazioni svanivano all’istante. Quando arrivarono in cima, un panorama da mozzare il fiato li attendeva, e lì, in quel preciso momento, capì che il terrore e la fatica che aveva provato erano  niente in confronto a ciò che aveva di fronte a se. 
Dopo la scalata, erano scesi a valle per fare un pic-nic sul prato, ma subito dopo lui cominciò a baciarla. Prima la fronte, poi le guance,  la scia di piccoli baci arrivò finalmente all’ambito traguardo: le labbra della corvina.
Quel dolce e tenero sfiorarsi di labbra, ben presto divenne qualcosa di più.
La dolcezza e la tenerezza lasciarono il posto alla passione.
Faceva sempre così, ma quella volta c’era qualcosa di diverso.
InuYasha cominciò a infliggere al collo la stessa tortura che poco prima avevano subito le labbra.
Estasiata, la ragazza, dapprima non si oppose a quel dolce e passionale assalto, ma quando lui era diventato più audace ed esigente, lo aveva respinto con decisione.
Suo padre predicava la castità, e lei all’epoca aveva solo diciassette anni.

 

-Che cosa posso fare per te?-

La voce del ragazzo,  interruppe il fluire dei suoi ricordi. La stava guardando a occhi socchiusi, come se stesse tentando di leggerle la mente.

-Poco fa ho incontrato l’uomo di quella notte a bordo di una Volvo nera. L’ho riconosciuto dalla cicatrice che ha in volto.-


Lui si fece più attento.


-Lui ti ha vista?-

Kagome scosse la testa.


-Non credo. Tra me e lui c’era l’auto della signora Kaede. È stata lei a bloccarmi, impedendomi di inseguirlo.-

-Inseguirlo?- gli occhi ambrati del mezzo-demone scintillarono di collera. –Tu lo avresti inseguito?!-

La corvina raddrizzò le spalle.
-Certo! Se avessi visto dove abitava, avrei potuto riferirtelo, offrendoti così qualche elemento su cui lavorare.-

InuYasha si alzò e aggirò la scrivania. Le sue mani forti come l’acciaio le calarono sulle spalle.

-Pazza!- sibilò sicuro. – Kagome sei una stupida, pazza incosciente! Se quel tizio è davvero un assassino e ti ha vista, potrebbe ucciderti per eliminare un testimone scomodo e pericoloso. Non lo capisci?-

Lei si sentì allargare il cuore.


-Allora mi credi?- sussurrò sorpresa.

Lui scrollò la testa.

-Non lo so, non sei mai stata bugiarda. Crudele e cinica si, ma mai bugiarda.-ammise.- tuttavia potresti essere diventata fragile di nervi e aver immaginato tutto.-

-Ho visto la scena, ti dico!- la ragazza si alzò di scatto dalla sedia, posta di fronte la scrivania. – ho visto quell’essere uccidere e non mi darò pace finché non verrà assicurato alla giustizia. È così che si dice, vero?-


Il mezzo-demone la fronteggiò, fissandola con occhi duri e impenetrabili, poi strinse le mani a pugno e si allontanò.

-Qualunque sia la verità, ti consiglio di essere prudente.-

-E io ti consiglio di indagare, com’è di tuo dovere!-


InuYasha emise una specie di ringhio soffocato.


-So benissimo qual è il mio dovere. Non ho certo bisogno che me lo dica tu! Il fatto è che non esiste un solo indizio, per non parlare del corpo del reato. Hai preso nota della targa?- domandò di colpo.

-No. La macchina era infangata e non sono riuscita a leggere i numeri. Mi pare che ci fosse una X o una Y, ma non ne sono sicura. Pensavo di poterla seguire… in ogni modo aveva il paraurti ammaccato.-

-Questo dettaglio ci consentirà di identificarla!- commentò con sarcasmo, voltandosi verso la finestra.


La corvina si avvicinò. Le spalle del mezzo-demone erano così larghe da impedirle di vedere l’esterno.
A un tratto percepì il suo profumo, un profumo inconfondibile, che sapeva solo di lui. Il dopobarba muschiato e selvaggio le fece girare la testa, troppe emozioni, troppi ricordi e nostalgia.

-Io ho fatto del mio meglio, Inu.- mormorò.

Sentendosi chiamare in quel modo, lui si voltò di scatto.
I suoi occhi ambrati diventarono cupi e le labbra serrate con forza formavano una linea dura.

-Nessuno mi chiama così da anni!- sibilò con disgusto e rabbia.

Kagome abbassò la testa.

-Scusami.- sussurrò mortificata.

-Nessuno mi chiama così da quando te ne sei andata cinque anni fa, piantandomi in asso. - specificò lui.

InuYasha si aspettava una spiegazione, voleva una fottuta spiegazione.
Lei lo aveva ferito, lo aveva deluso, lo aveva distrutto, lo aveva ucciso dentro, il suo cuore era stato frantumato in mille pezzi e dopo cinque maledettissimi anni, stava ancora raccogliendo i cocci.
La sua Kagome aveva preferito un altro e non lui.

La ragazza non aprì bocca. Dirgli quello che era successo sarebbe stato umiliante, complicato e doloroso.

-Perché cazzo sei tornata?! Tokyo non ti piaceva?- domandò con cattiveria.

-Non quanto pensavo. E poi non avevo più ragione di restarvi.-

Il mezzo-demone serrò le labbra. Era evidente che lottava per dominarsi.

-Quel demone… come cavolo si chiamava?-

-Koga. Koga Yoro.-

-Già, il fantastico Koga. Il grande seduttore. Mi avevano detto che vi eravate sposati.-

-Ho divorziato da lui un anno fa.-

InuYasha sorrise sarcastico.

-Ti ha piantata vero? E tu sola e smarrita sei tornata qui a leccarti le ferite?!-

La corvina si torse le mani.

-Smettila InuYasha!!- sbottò lei con occhi lucidi.

-Perché dovrei? Non provo pietà per te. Non ti ho perdonata!-

-Lo so.-

Quell’ammissione sommessa e desolata lo stupì, frenando la sua collera-

-È già qualcosa.- mormorò con voce meno dura, osservando la sua testa china e la sua figura piegata su se stessa, come se volesse proteggersi da lui, fragile come non l’aveva mai vista.
Avrebbe voluto toglierle le forcine che tenevano su i capelli e allargarle la chioma intorno al viso. Quella massa lussureggiante nera lo aveva sempre fatto impazzire.
Avrebbe voluto…
Le mani gli tremarono.
Dannazione, la deliziosa ragazza di un tempo era diventata una donna irresistibile.
Avvertiva la sua vicinanza e ne era inebriato, ma doveva cedere… lei ne avrebbe sofferto troppo…

-Devo mandarti via, Kagome.- dichiarò, rimettendosi a sedere dietro la scrivania. – ho molto lavoro da sbrigare, e tra un po’ ho un appuntamento.-

-Un appuntamento di lavoro?- chiese trattenendo il respiro.

-No, ho un appuntamento con Kikyo, se proprio lo vuoi sapere!-  rispose impassibile, senza tradire la minima emozione.

-Kikyo… non… non sapevo di voi… cioè di voi due…- farfugliò.

Il mezzo-demone sorrise sarcastico, quasi ghignando.

-Pensavi forse che t’avrei aspettato per sempre? Che non sarei andato avanti per la mia strada? Che avrei vissuto nella speranza di un tuo ritorno? Quando te ne sei andata, mi sono sentito morire, tu mi avevi ucciso, ma Kikyo mi ha aiutato a rialzarmi e ad andare avanti senza te!-

La ragazza rimase zitta, sconvolta da quella confessione.

-Adesso, te lo chiedo per favore, vai via..-

Lei annuì, uscì piano chiudendosi la porta alle spalle, ma portandosi dietro un enorme vuoto.

 

 

 

 

 

 


Salvee!!!
 
E anche qui abbiamo un piccolissimo assaggio di ciò che accadde realmente cinque anni fa, ma è troppo presto per rivelarvi tutto. ;)
La storia si complica e InuYasha e Kagome sembrano essere ai ferri corti.
Troppi segreti non rivelati rischiano di mandare in frantumi il loro fragile rapporto.
Ringrazio chi ha recensito il capitolo precedente.
A presto
Stella          

   
 
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