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Autore: Teenager_Imagination    11/11/2017    3 recensioni
|| Klance ||
Zarkon è stato sconfitto e la pace è tornata. Arriva, per i ragazzi del castello, il momento di tornare a casa e godersi un po' di riposo.
Ma "casa" non sempre significa famiglia, non per tutti e non per Keith, che la sua, l'ha trovata proprio nel castello, tra le facce dei suoi amici, e in particolare in un viso, che sta scoprendo regalargli emozioni profonde, anche se spesso ricoperto di maschere di bellezza...
Lance.
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Kogane Keith, McClain Lance, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Erano passati un po' di giorni dal suo ritorno a casa, le giornate erano trascorse tutte uguali dopo le prime due per abituarsi; anche perché in pratica non faceva nulla a parte dormire, leggere, mangiare e tornare a dormire.

Le sue giornate si erano ridotte a quello: una serie di azioni ripetitive e senza scopo, fatte per occupare il tempo da un momento di noia all'altro.

Continuava a vivere le sue giornate senza un vero scopo o ragione, si era totalmente abbandonato alla sua solitudine; ma come avrebbe potuto far qualcosa se ora come ora si sentiva inutile e senza obbiettivi? Come poteva fare dei progressi personali, quando l'unica cosa che riusciva a fare era restare sdraiato e fissare con sguardo vuoto il soffitto?

Aveva anche pensato più volte di andare in città e guardare un po' come le cose fossero cambiate, ma c'era sempre qualcosa che lo bloccava, non riusciva a trovare le forze o il coraggio di uscire. Spesso si rigirava tra le mani il pugnale e la fiala che era solito portarsi dietro da qualche tempo, guardandosi le mani umane, senza alcun segno della trasformazione. Era strano, aveva scoperto da poco di essere per metà Galra e da quando era successo, si sentiva sempre più estraneo ai suoi compagni di squadra.

Loro erano tutti convinti di ciò che stavano facendo, lottavano contro la dominazione dell'universo da parte di un folle, salvavano pianeti dalla schiavitù; ma per lui era diverso, non che non fosse felice di essere un paladino, ma c'era anche il fatto che stava lottando contro quella che era per metà la sua specie, senza sapere se tra quelle schiere di nemici forse ci fosse stata sua madre o un qualche parente che sapesse della sua esistenza, anche se ne dubitava fortemente, altrimenti l'avrebbero cercato, e invece no, era sempre lì, da solo in una casa sperduta nel mezzo del deserto ad annoiarsi guardando il soffitto e riascoltando per l'ennesima volta il Cd della sua Band preferita.

Se qualcuno lo avesse guardato in quel momento da fuori avrebbe di certo pensato che fosse uno di quei tipici ragazzini depressi, ma non lo era, forse, cioè okay che si sentiva giù, solo e sperduto, ma non si sentiva di essere arrivato a quel livello, o almeno sperava.

Non che ascoltare i MCR per l'ennesima volta lo salvasse da quello stereotipo comunque, ma decisamente non si sentiva di essere depresso.

Spesso di lasciava andare ai ricordi di quando nel castello si ritrovavano tutte le sere in sala a parlare ridere e scherzare; ricordava Hunk in cucina che provava a cucinare qualcosa di commestibile, Pidge che giocava col suo computer, Allura e Coran che parlavano dei vecchi tempi sul loro pianeta, Shiro che li guardava con sguardo orgoglioso e Lance...lui con il suo modo allegro di fare, i suoi scherzi, le battute e i flirt non ricambiati.

Dio, quanto gli mancava quel rompi scatole.

Gli mancava anche solo il modo con cui, solo con uno sguardo, riusciva a capirlo perfettamente e avesse sempre le parole giuste da dirgli.

Gli mancavano tutti.

Senza loro che erano diventati la sua famiglia si sentiva perso, solo.

La loro mancanza gli creava dentro un enorme buco, ed una sgradevole sensazione di gelo che non sapeva mai come colmare o scaldarsi, quindi alla fine si ritrovava a piangere raggomitolato su se stesso.



Keith si stava rigirando per l'ennesima volta tra le lenzuola, annoiato più che mai e stanco di guardare il suo banale soffitto grigiastro, cantando a squarciagola Afraid dei The Neighborhood, quando di colpo sentì uno strano rumore sotto di sé, spaventandolo leggermente.

Bip bip

Lo sentì per altre due volte, e non capendo da dove venisse, pigramente e col corpo dolorante, si alzò andando alla ricerca della fonte di quel fastidioso rumore.

Biiip

Si era messo a cercare ovunque, con scarsi risultati. Non era sul letto, tra le coperte, sul comodino, vicino alle pantofole, né sotto il borsone che da quando era arrivato era rimasto nello stesso punto e dopo vari minuti di ricerca, non aveva ancora trovato la cosa che stava emettendo quel dannato rumore, finché all'ennesimo suono finalmente capì da dove veniva; rapido si chinò nuovamente a terra, accanto al letto, guardando il pavimento impolverato sotto al suo letto e finalmente lo vide.

Il suo telefono che s'illuminava.

Era stato quel dannato telefono a far tutto quel rumore.

Lo prese ripulendolo dalla polvere, chiedendosi tra sé e sé perché non si era accorto prima che era caduto e da quanti giorni fosse la sotto, visto com'era sporco; subito sbloccando lo schermo del telefono cercò di capire perché gli stessero arrivando così tante notifiche, anche perché a parte suo padre nessuno aveva il suo numero, a parte anche beh...i suoi ex colleghi difensori dell'universo. Quindi chi diavolo gli stava scrivendo così tanti messaggi??

6 messaggi da 39****85

-Ma che caz-?- confuso da tutte quelle notifiche e dal numero sconosciuto, aprì la casella dei messaggi, cercando di capire chi fosse, ma proprio in quel momento gli arrivò un nuovo messaggio.


From 39****85

Hey,

già sono ancora io,

sinceramente non capisco perché non mi rispondi, ci eravamo detti (e promessi) che ci saremmo sentiti ogni tanto, no?

Okay si, hai ragione, ci ho messo una vita a scriverti, ma sono stato sommerso dai miei famigliari e poi scusa, potevi scrivermi anche tu, no? A meno che tu non abbia più voglia di sentirmi, se così fosse mi ritengo profondamente offeso, Mulletboy !!! ;'( <\3

Coooomunque...Hunk e io volevamo farci un giro in città domani, e poi fermarci a mangiare una pizza, ti va di unirti a noi?

Fammi sapere ;)

Ps. NON PROVARE AD IGNORARMI ANCORA. SAI CHE NON SMETTERÒ DI SCRIVERTI FINCHÉ NON RISPONDI ! ! !

A domani~ ;)


In un primo istante non aveva capito chi fosse, continuando a leggere confuso il messaggio, finché poi non collegò le cose, e all'improvviso uno strano e dolce calore lo pervase facendogli battere il cuore ed un sorriso ebete gli spuntò sul viso.

Era Lance.

Rapido salvò il numero sorridendo allegro, rigirandosi il telefono tra le mani impacciato e troppo agitato, intanto che pensava ad un modo per rispondergli.

Non aveva molta voglia di vedere delle persone, però l'idea di vedere di nuovo Hunk e Lance, sopratutto il secondo visto come gli era stato vicino nell'ultimo periodo, lo rendeva davvero molto felice, anche se l'idea di uscire di casa lo spaventava; quindi molto timidamente e senza saper che parole usare, provò a rispondergli.


From Keith ~

Lance, Hey...

Hemm si, certo, vengo con voi domani...vi aspetterò alle 15 davanti al negozio di vinili? Sempre se esiste ancora. Comunque sarò lì da quelle parti.

E scusa se non ti ho risposto, non sapevo dove fosse il telefono e diciamo che non...lasciamo stare.

Okay.. hemm

A domani.

Ps. Mi manchi


Mi manchi - sussurrò tra sé e sé, cancellando quell'ultima cosa dal messaggio.

Imbarazzato come non mai, inviò il messaggio, ancora non del tutto convinto di ciò che aveva scritto, ma neanche due secondi dopo il telefono vibrò nuovamente tra le sue mani.


From IdiotLance~

Grande!! Sono davvero felice che verrai!!

Non vedo l'ora xD

Ho tipo tantissime cose da raccontarti e immagini che tu non vada in città da un po', quindi ho anche taaaantissime cose da farti vedere, amico.

Ora però vado che è arrivata mia zia da Cuba e mia madre mi sta leggermente assillando perché vuole che parlo un po' con lei.

Uff

Ci credi che mi fa strano parlare in spagnolo con loro? cioè non parlavo così tanto in spagnolo da anni. LOL

Anche se mi sono tenuto in allenamento con te ;)

Ma okay.. ci sentiamo dopo okay?

Si, hai capito bene dopo.

Vedi di scrivermi

Se non mi scrivi domani ti taglio il Mullet 3;)

A dopo ;*


Senza rendersene conto si portò automaticamente una mano tra i capelli, scoppiando a ridere da solo accorgendosi dell'atto, continuando a sorridere al messaggio e ricominciando a sentire quel dolce calore avvolgerlo come una coperta.

Era da giorni che non sorrideva e gli era bastato un suo messaggio per farlo.

Per la prima volta, dopo vari giorni, si sentiva felice tanto da fargli capire che aveva davvero bisogno di uscire o almeno farsi coraggio e provarci, ed ora si sentiva impaziente che arrivasse il giorno seguente per poter rivedere due dei suoi "colleghi", anche se la cosa continuava a mettergli ancora un leggero senso d'ansia ed una forte tentazione di disdire tutto.

Un paio di ore dopo, mentre si asciugava i capelli bagnati, pensando se fosse davvero arrivato il momento di tagliarsi i capelli o no, riprese il telefono in mano, deciso a scrivere al castano come gli aveva "promesso", scervellandosi per capire come approcciarsi o come iniziare il messaggio. Non era abituato a queste situazioni, Keith si era sempre considerato troppo asociale per dover scrivere alle persone, solitamente erano gli altri a scrivergli se avevano bisogno di qualcosa. Non sapeva proprio cosa scrivergli.


From Keith~

Hei Lance..


-Oddio! Mi sento un imbranato, non so neanche cosa scrivergli- si passò varie volte la mano tra i capelli cercando di capire perché lo stava facendo, ricordandosi poi che era stato il castano a chiederli di scrivergli.


From Keith~

Mi avevi chiesto di scriverti, ed eccomi qua...però non saprei proprio cosa dirti, a parte che la mia vita fa schifo e mi mancate tutti, ma sono troppo triste per uscire, ma sopratutto mi mancate te e le tue brutte battute che mi hanno sempre fatto ridere di nascosto.


NONONONO.. cancella cancella cancella- sbuffò per l'ennesima volta contro la tastiera del telefono- Perché è così difficile scrivere a una persona?! - Di peso di lasciò andare contro il materasso del letto portandosi davanti al viso il telefono ancora illuminato con la chat di Lance aperta - Infondo potrei anche non scrivergli, forse se ne è pure dimenticato - mormorò a bassa voce bloccando lo schermo e girandosi di lato a fissare muro, decidendo così di non scrivere al castano, non sapendo che a poche ore da dove si trovava, c'era davvero qualcuno che aspettava con ansia un suo messaggio, che ogni due per tre controllava il telefono nella speranza che arrivasse un messaggio anche se sentiva già che alla fine non sarebbe mai arrivato; aveva perso il conto di quante volte con ansia guardava lo stato sotto al nome del moro cambiare, ma da qualche minuto quello non stava cambiando più dal " online" al "sta scrivendo...", triste che l'altro non gli avesse scritto, bloccò il telefono e lo rimise in tasca, continuando a sperare che forse il moro più tardi gli avrebbe scritto.



Passarono un po' di ore e Keith dopo essersi arreso all'idea di scrivere al castano, senza cenare, si era addormentato per puro caso, forse troppo annoiato o semplicemente avendo superato il suo limite di ore sveglio; non era colpa sua se la notte non riusciva a dormire ma dei suoi incubi.

Terribili incubi in cui si trasformava in un galra e per qualche strano motivo era dalla parte di Zarkon ed era costretto a lottare contro i suoi amici ed ucciderli, risvegliandosi sempre col viso ricoperto di lacrime e l'immagine del corpo senza vita di Lance tra le sue braccia.

Anche questa volta stava avendo lo stesso incubo, ma per sua fortuna uno strano rumore al di fuori del sogno lo svegliò proprio quando stava per trafiggere il corpo debole e ricoperto di sangue del castano che lo richiamava con le lacrime agli occhi ricordandogli le sue stesse parole "Siamo una bella squadra".

Di colpo Keith si sedette sul letto, asciugandosi le lacrime che da sole scendevano lungo le sue guance, guardandosi intorno spaesato ancora confuso dal sogno e da quella maledetta canzone che non smetteva di risuonare per la stanza.


P-Pronto? - rispose al telefono senza neanche controllare e con voce impastata dal sonno ed arrochita dal pianto.

TU, HIJO DE BUENA MADRE!!! PERCHÉ NON MI HAI SCRITTO?!?! - gli urló Lance dall'altro capo del telefono.

L-Lance? Cos-?? - scostò rapido il telefono dal viso controllando l'ora- Hai idea di che ore sono?!? - gli chiese cercando di controllare la voce.

Si, fino a prova contraria quello è il mio nome e sì, mi corazòn, sono le tre di notte - gli rispose arrabbiato il castano- Tanto te la notte non dormi, quindi visto che sono sveglio e TU  non mi hai scritto, ho pensato di chiamarti, così non potevi ignorarmi - ridacchiò vittorioso.

Lance.. mi ero appena addormentato. -lo avvisò con tono seccato- Sai quanto per me sia difficile dormire per colpa dei miei incubi?! - alzò leggermente il tono della voce, lasciando sentire all'altro la propria voce leggermente rotta.

Oh Dios! PERDONAME, Keith.. non ne avevo ide- si bloccò sentendo la voce del moro- Keith.. stavi piangendo? - sbuffò sapendo che l'altro avrebbe negato, portandosi due dita a pizzicarsi la radice del naso- Da quanto sono riiniziati gli incubi, Keith? Perché non mi hai chiamato? Sai che io per te ci sono sempre, amico. Proprio come quando eravamo al castello, se hai bisogno di me perché hai avuto degli incubi o stai male, chiamami e io correrò subito da te. Non sei più solo, Keith, tu fai parte della mia famiglia. - gli sussurrò con tono dolce e preoccupato Lance, sentendo dall'altra parte del telefono Keith scoppiare a piangere- Shhh...va tutto bene, Keith...ci sono io con te ora. Vorrei essere davvero lì con te e darti la mia spalla, ma non posso, però sono qui. -Continuò a sussurrargli rassicurante, sentendo l'altro piangere senza sosta e timore per quanto odiasse mostrarsi così debole- Hei, la vuoi sapere una cosa buffa? Oggi mia zia, mi ha portato in un negozio di peluche per prendere un regalo per mia sorella, visto che tra un po' è il suo compleanno, e c'erano così tanti peluche che ho urlato dentro al negozio attirando su di me l'attenzione di tutti - Ridacchiò cercando di distrarlo dai brutti pensieri- E c'era quest'enorme peluche a forma di squalo blu. Giuro che ho provato a resistere, ma era così morbido, e okay, sono un adulto, ma era bellissimo, e tipo che ho fatto leggermente i capricci con mia zia per averlo. E proprio in questo momento lo sto abbracciando, sono il bambinone più felice di questo pianeta - Rise, rilassandosi nel sentire che pure Keith si era lasciato scappare una piccola risatina.

N-non cambi mai eh...- sussurrò con voce rauca dal pianto il moro- Sono felice che certe cose non cambino. Servirebbe anche a me un peluche d'abbracciare adesso- sospirò- Magari non uno squalo, non mi piacciono...preferisco gli ippopotami...sono così belli.. - Sorrise sentendo l'altro ridere all'immagine di lui abbracciato ad un ippopotamo- O magari te...tu saresti decisamente meglio di qualsiasi peluche- mormorò tra sé e sé, sapendo che l'altro non l'avrebbe sentito.

Stai meglio ora? - gli chiese nuovamente preoccupato Lance- Se vuoi, hemm...possiamo rimanere al telefono finché non ti addormenti, o non crollo io - rise- Sai che ho una pessima resistenza quando si parla di sonno, però se vuoi resto qui con te, e domani ti abbraccio forte forte se me lo permetti - sorrise imbarazzato all'immagine che gli si era formata in testa di loro due abbracciati.

Tranquillo, Lancito, ora sto meglio...è solo che, beh lo sai...i miei incubi mi tormentano - sbuffò sorridendo lievemente- E si, se vuoi, puoi abbracciarmi domani...sempre se trovo il coraggio d'uscire di casa - borbottò.

...Scherzi vero?! - lo riprese il castano - Se non ti trovo davanti al negozio di vinili domani alle h15, che tra l'altro esiste ancora, vengo a prenderti per le orecchie in quella catapecchia nel deserto in cui vivi - lo sgridò- E se non ci vengo io, mando mia madre, che fa quattro volte più paura di me arrabbiata - ridacchiò, facendo ridere anche Keith - Ma a parte gli scherzi...ti prego, vieni. È da un po' che non ci vediamo e non so, sento la strana sensazione che se non ti vedo domani tu potresti sparire nel nulla, quindi ti prego ti prego ti pregooooo...Keith Kogane, domani vieni all'incontro ok? - Gli chiese con vocina implorante.

Okay...okay...-sbuffò, non potendo resistere a quella vocina e sentendo anche lui quella strana sensazione- Domani verrò, o almeno ci proverò, non voglio che tua madre mi rincorra per il deserto col suo famoso cucchiaio da sugo - ridacchiò- Ora, Lance, vai a dormire. So quanto hai bisogno di dormire, io sto bene e domani mi vedrai...quindi vai a riposarti - Gli ordinò con tono dolce, sentendo subito dopo Lance salutarlo ed augurargli la buona notte.


Dopo aver spento la chiamata, Keith si sentì davvero meglio, non sapeva come spiegarselo, ma Lance riusciva sempre a farlo star bene, come se lui ed il suo imbarazzante modo di essere fossero la cura per tutti i suoi mali.

Lance era quella persona che aveva sempre cercato; certo c'era anche Shiro, ma con lui le cose erano diverse, Shiro era come un fratello maggiore con cui confrontarsi o un modello a cui inspirarsi, Lance invece era ciò che lo faceva sorridere.

E con quel pensiero in mente e il fisico stanco, a causa del pianto, finalmente si riaddormentò, in un sonno tranquillo e senza incubi.

 

 

 

 

 

 

 

Note dell'Autore:
I'M BACK AND ALIVE, MY DEARS.

Perdonatemi per la mia lunga assenza, non sono stat molto bene e tra blocco dello scrittore e cose brutte, mi sono del tutto dimenticat della storia, ma come promesso, sono tornat e con me un nuovo capitolo della Klance.

Spero che questo nuovo capitolo vi piaccia e che lascerete qualche bel commentino con cio che pensate della storia.

Grazie a tutti voi che leggerete la fanfic..

Ed un GRAZIE enorme alla mia beta, che oltre a correggere gli errori mi sta sostenendo enormemente in questa storia e in altre, grazie grazie grazie. ( Perdonami. So che ti faccio sclerare tanto TnT) 

Penso sia tutto..

A presto 

 

PS. Prometto che proverò ad aggiornare molto prima e che non faro passare cosi tanti mesi. 

Incrociate le dita per me e che la divina ispirazione mi colpisca hahaha cosi il blocco non viene a farmi visita. 

  
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