Libri > Eragon
Segui la storia  |       
Autore: PrincessintheNorth    12/11/2017    1 recensioni
Prequel di "Family"!
Nel regno del Nord, una principessa e Cavaliere dei Draghi, Katherine, farà conoscenza di Murtagh, il Cavaliere Rosso che si è autoimposto l'esilio ...
In Family abbiamo visto il compimento della loro storia e il loro lieto fine: ma cos'è successo prima?
"-Principessa, per l’amor del cielo … - prese a implorarmi Grasvard. – Spostatevi da lì … non vi rendete conto di chi è?
-È Murtagh figlio di Morzan, ex Cavaliere del Re Nero, erede del ducato di Dras-Leona. – ringhiai. – So benissimo chi è. So anche che è un essere umano come me e come te, a meno che tu non sia un elfo sotto mentite spoglie. È un essere umano ed è vivo per miracolo. Quindi, dato che come me e come te è carne e sangue, gli presteremo le cure che necessita. Sono stata chiara abbastanza?"
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castigo, Eragon, Murtagh, Nuovo Personaggio, Un po' tutti | Coppie: Selena/Morzan
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
MURTAGH
 
 
 
Aveva detto sì.
Beh, con molte più parole, ma il concetto era quello.
Aveva detto sì.
Mi buttai sul letto, ancora incredulo.
Mi amava.
In migliaia potevano avermelo assicurato, ma solo la conferma, sussurrata dalle sue labbra, mi aveva dato la certezza.
Mi amava e non credeva che l’amassi anche io, quando era impossibile non amarla.
Un muro più in là, la sentivo scartare i suoi regali, trattenendo gridolini di stupore e gioia, ma senza trattenere versi di disgusto.
- Aiuto … - la sentii mormorare, e poi qualcosa cadde a terra con un tonfo leggero. – No, santo cielo, April, tu devi stare ferma! – protestò.
April doveva essere scappata da Miranda e andata da lei.
- Tata! – esclamò allegra la piccola.
- Allora, tata quanto vuoi, ma è tardi e devi dormire.
- Tu dolmi! – protestò April.
Lasciandola ammutolita.
- Io ho sedici anni in più di te, possiedo il comando della Marina e ho un drago. Tu sei una nanerottola di un anno che nemmeno sa dire il mio nome e se la fa nel pannolino e pretendi pure di mettermi a letto?!
- Tata dolmi. – ripeté April tutta convinta. – Io gioco.
- Tu dormi!
- A letto, April!
- Tata stlonza!
In quel momento, la sentii toccarmi la mente.
Dato che sei stato tu a renderla così, mi minacciò. Ora vieni subito qui.
Meglio.
L’avrei rivista.
E magari anche baciata. Sicuramente l’avrei baciata.
Quindi, andai da lei ed entrando trovai il marasma più totale.
Non si vedeva neanche mezzo centimetro di pavimento, completamente coperto da regali e carta da pacco.
April era lì, tutta contenta, con un pitone di piume viola addosso e una corona, intenta a pavoneggiarsi e insultare sua sorella, che aveva un’espressione tra il furioso, lo stanco e il depresso.
- Fino a un’ora fa eri il ritratto della felicità. – commentai tirando su la bambina.
- Fino a un’ora fa ero con te, poi è arrivata la piccola sadica. – sbuffò tirandosi su.
- Oh, quindi un po’ ti rendo felice.
- Smettila, stupido.
Che amore che era.
Guardai April, che mi fissava divertita.
- Stlonzo.
Avevo creato un mostriciattolo sparaparolacce.
E dire che neanche avevo fatto apposta.
- Ma te sei proprio una bimba educata e simpatica.
-  Lo so. – sorrise tutta contenta.
In un attimo, mi si accoccolò in braccio e iniziò a dormire.
Katherine strabuzzò gli occhi, poi si portò una mano davanti alla bocca per evitare di dire cose di cui si sarebbe pentita.
- Che bambina infame. – disse solamente, poi.
- Ha un anno. – sospirai. – Lasciala vivere finché nessuno può sgridarla.
- Mmh.
Misi la piccola nella culla, e in un attimo mi ricordai di due cose.
La prima, quando mettevamo a letto April, di soli pochi giorni.
La seconda, quella sorta di visione che avevo avuto in uno di quei momenti: io e Katherine, e una bimba nella culla, che non era April.
Sulle labbra mi affiorò un sorriso, pensando che probabilmente a quella realtà eravamo un passo più vicini.
- Che c’è? – fece Katherine incuriosita, con un mezzo sorriso.
- Che c’è cosa?
- Tu. – ridacchiò. – Non credevo che le tende del mio letto fossero così interessanti.
- Non è niente …
- Ti dirò un piccolo segreto: sono le donne a dire “niente”. Mi nascondi qualcosa? – fece quel suo maledetto sorriso da malandrina, e non potei non baciarlo.
Rendendola moolto felice.
Dei, se solo un semplice bacio la rendeva così felice, l’avrei baciata per tutto il tempo.
- Mi ero incantato, nana.
- Passi troppo tempo con Alec. – storse il naso.
- Oh, e con chi dovrei passarlo? Con la sua noiosa sorella? – la presi in giro.
- Potrebbe essere un’idea …
Trattenne uno sbadiglio, e la lasciai andare.
- Mi sa che April aveva ragione. Devi dormire.
- Sto bene …
- Abbiamo tempo, Katie. Riposati.
Fece un piccolo sorriso, e annuì.
- Brava.
La strinsi ancora un po’, godendo del tepore che emanava, e le lasciai un bacio sui capelli.
Quando la liberai, aveva un’espressione serena e contenta.
- Buonanotte … - mormorò.
- Buonanotte, amore.
Ancora non mi capacitavo di poterla chiamare così. Ma le brillavano gli occhi come stelle al tramonto quando glielo dicevo, perciò avrei continuato a farlo.
Lasciai che si cambiasse e si preparasse per andare a letto, e andai in camera mia.
 
 
 
 
 
Il mattino dopo, non venne a colazione.
E tutti sembravano tremendamente tristi.
- Dov’è lei? – chiesi.
Derek deglutì. – Oggi avrà bisogno di una giornata da sola.
- Perché?
- Oggi è l’anniversario di morte di sua nonna e … lei le era tremendamente legata. Più di tutti, perfino più di me, ed era mia madre. – sospirò Miranda. – Ieri già non voleva la festa per questo motivo, perché iniziava già a provare dolore. L’anno scorso non ha neanche fatto la festa, perché mia mamma era stata male e lei è subito corsa da lei … finché un anno fa, alle prime luci di questo giorno, non è trapassata. Ha passato il suo compleanno con lei, e per questo abbiamo fatto una festa come si deve ieri, perché doveva celebrarne due. Oggi … non vorrà vedere nessuno, povera. Sarà sicuramente già partita.
- Partita?
Derek annuì. – Ieri mi ha chiesto di poter andare a White Peaks, dove c’è ancora suo nonno e il resto della famiglia. Dev’essere partita stanotte. Al massimo all’alba.
Non era mai andata a dormire.
Ricordai con quanto fastidio fosse arrivata alla cena, alle lacrime che ogni tanto le vedevo bruciare negli occhi.
Era stata male per tutta la sera e non mi era neanche venuto il dubbio di chiederle come stesse, talmente ero preso da me stesso e dall’ansia di finalmente ammetterle ciò che provavo per lei.
Probabilmente voleva solo starsene in camera sua con i suoi sentimenti e l’avevamo tutti costretta a far qualcosa che non voleva. Io incluso. Nonostante fossi certo che, per qualche momento, l’avessi resa felice, avrei potuto aspettare, lasciarle i suoi spazi.
- Non ti preoccupare. Ho fatto apposta a farla andare alla festa. – fece Miranda con lo sguardo di chi la sapeva lunga. E di sicuro ne sapeva di più lei su sua figlia di me. – Si sarebbe chiusa in camera a piangere e a disperarsi. E questo era da evitare, almeno per un po’.
Non le avevo concesso i suoi spazi la sera prima, ma l’avrei fatto ora, non inseguendola. D’altronde, io non avrei voluto che lei lo facesse.
Lasciandola libera di sfogarsi.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Eragon / Vai alla pagina dell'autore: PrincessintheNorth