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Autore: PanRayuki    12/11/2017    1 recensioni
"Tutti da piccoli abbiamo avuto un sogno. Quello di diventare performer, chi allevatore di Pokémon, chi il più grande e rinomato maestro Pokémon di tutti i tempi, chi l'impiegato e via dicendo... ma c'è anche chi il suo sogno l'ha visto infrangersi su degli scogli. Chi si è ritrovato a terra, senza alcun aiuto e mai avrebbe pensato di riceverlo da uno dei membri più conosciuti del Team Rocket.
Quella che state per ascoltare, è la mia storia, la storia di una ragazza col sogno di diventare Pokémon Ranger, abbandonata a sé stessa e che ha trovato aiuto solo in chi avrebbe dovuto combattere.
Ora ho un nuovo sogno: servire Giovanni e diventare la recluta che arriverà al successo scalando la gerarchia il più brevemente possibile e ripagare chi mi ha lasciata sola nell'oblio, della sua stessa moneta.
Me la pagherete tutti. È una promessa."
Genere: Avventura, Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Giovanni, Nuovo personaggio, Team Rocket, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime, Videogioco
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Dopo aver fatto vedere i nostri compagni agli assistenti che si occupavano di rimetterli in forze, quella sera ci radunammo in una stanza con tre letti, adibita a nuova camera per il nostro gruppo, tuttavia ricevemmo tutti un messaggio che dal prossimo giorno saremmo dovuti star fuori per missioni più durature, quindi era d'obbligo godersi quel letto un'ultima volta e procurarsi dei sacchi a pelo con delle tende. Approfittammo dell'occasione per tenere anche gli altri Pokémon fuori dalle loro sfere: chi dormiva sulle coperte, chi sotto e chi ancora preferiva i cuscini che mi ero premurata di posizionare su un tavolo con accanto delle ciotole dell'acqua e qualche spuntino.

Il giorno dopo, con la schiena risanata e molta più voglia di fare, raggiungemmo il piano terreno da cui si poté constatare il piacevole calore dei raggi solari che, dalle finestre, filtravano, rallegrando il clima di quel periodo settembrino. Avevamo una bella lista di oggetti d'acquistare, prima della nostra partenza.
«Forza ragazzi.», incitai, «Prima facciamo spese e prima andiamo.»
«Non possiamo dormire ancora un po', vero?», ci scherzò su Nick senza ricevere risposte.
«Dai, muoviamoci allora.», terminò mettendosi lo zaino a tracolla sulla spalla con fare risolutivo, Lawrence.
Accompagnati da Evelyn, Char e Rei raggiungemmo in poco tempo l'esterno del centro commerciale, notando che vi erano pochissime persone nei dintorni e chi bazzicava i dintorni sembrava temere qualcosa da un momento all'altro.

«Oggi i cittadini si comportano in modo più strano del solito. Non trovate anche voi?»
«Già Nick... chissà che diavolo è successo.», concluse Lawrence, sospettoso. Personalmente non ci diedi troppo peso, pensai anzi di scrocchiarmi qualche osso che sentivo leggermente fuori posto, così feci di conseguenza spallucce ed entrai. Le stranezze aumentarono lì dentro, lasciandoci abbastanza confusi: i commessi in particolare sembravano essere turbati e, cavolo, non poteva di certo essere la nostra misera presenza, perciò mi feci avanti verso uno dei cassieri.
«Salve..?»
«C-come... posso... esserti u-utile, c-cara?»
«Ehm...», mi girai verso i ragazzi sollevando le spalle e assumetti un'espressione quasi smarrita. I due replicarono il gesto alzando pure le mani, non sapendo che fare, così scossi la testa e, sorridendo, chiesi: «... avrei bisogno di prendere del cibo per Pokémon e trovare delle attrezzature per campeggio.»
«S-secondo e terzo p-piano.»
«... ma che sta succedendo?»
«Non... non l'hai ancora visto?»
Feci cenno di no mentre con la mancina invitai Nick e Lawrence a farsi avanti per ascoltare.
«Sembra che Azzurropoli sia stata invasa dagli s-sp-spettri!»
«... eh?», stentai a credere alle mie orecchie: «Parla sul serio? Degli spettri?»
«S-sì! E sono ovunque! Ci hanno invasi! Ci hanno messo a soqquadro il terrazzo e il quarto piano..!»
Il cassiere sembrava seriamente spaventato, quasi potesse avere un attacco di panico da un momento all'altro; guardai i ragazzi con me e i nostri Pokémon: Nick e Pichu stavano sudando freddo, cercando comunque di non darlo a vedere, mentre Lawrence sembrò essere del mio stesso pensiero.
«Che siano dei Pokémon di tipo spettro?»
«Lo credo anche io. Teniamo gli occhi aperti: faremo le nostre spese e controlleremo la situazione.»
«D-d-dobbiamo proprio?»
«Tranquillo piccoletto, bisogna sempre aver più paura dei vivi che dei morti, dopotutto.», sorrisi per cercare di calmarlo, quindi ringraziai il commesso e andammo al secondo piano.
All'interno di questo settore potevamo procurarci tutto quel che ci sarebbe servito per il campeggio: tende, amache, sacchi a pelo, persino qualche stoviglia per cucinare!
In particolare, lasciammo quest'ultima scelta a Lawrence dato che sembrò essere l'unico, dopo un rapido dialogo, a capirci qualcosa di cucina, insieme a qualche scorta di alimenti a lunga durata, sia per noi che per i Pokémon.
Il terzo piano era dedicato a una parte di alimenti particolari per Pokémon, un altro per le evoluzioni tramite pietre e materiale per allenatori di cui ognuno di noi si premunì di pozioni, cure totali e Poké ball meno pregiate delle Ultra ball, per poter risparmiare.
Dopo una buona oretta passata tra scaffali, acquisti di zaini più spaziosi, materiale di sopravvivenza e carica batterie portatili, decidemmo che era giunto il momento di dare un'occhiata ai piani incriminati dalla presenza spiritica.

Appena salimmo le scale, notammo che le luci iniziavano a sfarfallare, come se vi fosse un cortocircuito; Char e Rei assunsero un'aria difensiva ringhiando e preparandosi ad attaccare nell'evenienza, Evelyn invece sembrava solo curiosa. Varcata la soglia del quarto piano, sentimmo nell'aria una risata profonda che sembrava straripare di malvagità, il che fece rizzare i capelli a Nick e spaventare i due loro Pokémon.
Scossi la testa e, vedendo che nemmeno Lawrence faceva alcun passo, ebbi l'impulso di addentrarmi all'interno del settore, seguita solo dopo qualche minuto dagli altri; il commesso aveva ragione: scaffali ribaltati, sporcizia sparsa sul pavimento, attrezzature messe in posizioni assurde e via dicendo dovevano aver fatto fuggire il personale.
«Ehilà?», tentai un approccio con calma, venendo però assalita da Lawrence che mi tappò la bocca.
«Ma sei impazzita?! E se poi vogliono farci del male, eh?!», sussurrò agitato, lasciandomi poi andare.
«... ma non mi dire. Hai paura anche tu?», ridacchiai divertita mentre il ragazzo dai capelli neri arrossì (non sapevo se per rabbia o imbarazzo, sembrava per entrambe, per me!).
«Si chiama buonsenso.»
«Si chiama paura.»
Andammo avanti con queste due frasi per almeno due minuti aumentando, da parte mia, sempre più l'enfasi per prenderlo in giro, fin quando all'improvviso sentimmo prima un tonfo, quindi un rotolare a terra e infine un rumore che sembrava quasi simile a qualcuno che taglia l'aria con la velocità, tipo come facevano i Pidgeot di Lewis in volo. Fatto stava che ai nostri piedi ruzzolò un rotolo di carta igienica ormai finito, lasciando una striscia di carta a quattro veli che andava verso l'ascensore, probabilmente in direzione del terrazzo.
«Vi prego, vi prego, vi prego!», implorò con voce bassa, ma dal tono acuto, Nick.
«Torniamo indietro, non voglio vedere uno spettro..!»
Sospirai.
«Non sei obbligato a venire di sopra, puoi anche aspettarmi qui.»
«Eh?»
«Ma non so se incontrerete fantasmi.», incalzai maliziosa e lievemente sadica.
«M-m-meglio stare insieme, n-no?», finse sicurezza Lawrence, facendomi ridacchiare.
«Dai.», dissi premendo il tasto di richiamo dell'ascensore. «Vedrete che non sarà così traumatico.»

Una volta che la porta si aprì sulla terrazza, dinanzi a noi si presentò uno scenario preoccupante: i tavolini erano stati ribaltati su sé stessi, le piante sradicate dai vasi con la terra sparsa su tutto il pavimento intorno, prodotti di vario genere, dall'alimentare a quello sanitario sparso ovunque, i distributori completamente bloccati e svuotati e parti delle barriere protettive della terrazza malridotte. Sembrava un vero e proprio atto di vandalismo compiuto da qualche teppista, altro che uno spettro.
«... forse è meglio andarcene.», suggerì a bassa voce Nick, ricevendo accettazione da parte di Lawrence. Personalmente non ero intenzionata ad andarmene senza scoprire chi fosse stato.
Alle spalle di quella che sembrava essere una muraglia composta con le sedie e dei teli di cellophan, s'intravidero degli esseri violacei che stavano ridacchiando.
«Chi va là?»
«Che cazzo fa--»
«Non lo so!», commentarono stizziti il corvino e il moretto, tenendosi abbracciati per la paura.
Alla mia richiesta le risate cessarono immediatamente e, finalmente, si fecero vedere quelli che erano due Haunter, due Gengar e un Gastly. Quest'ultimo in particolare sembrava non darci alcuna retta e appariva con un muso lungo. I quattro Pokémon spettro si fecero avanti con intenzione di attaccarci, ma non ero affatto intenzionata a far ciò. Alzai le mani in segno pacifico, sbalordendo gli altri, quindi mi feci più vicina a loro, cercando di rassicurarli.
«Non vi faccio nulla, non intendo cacciarvi o catturarvi.»
«...»
«Cosa ci fate qui? Di solito voi non dovreste stare a Lavandonia, nella Torre Pokémon?»
A quella mia domanda che mi consentì di abbassare le mani, i quattro volsero i loro sguardi in direzione del Gastly che ancora dava le spalle. Tentai di avvicinarmi ulteriormente, ma Haunter si piazzò in mezzo, allontanandomi. Provai in ogni caso a farmi avanti, o quanto meno di mettermi in punta per cercare di capire il motivo, ma a quel punto venni tirata a terra da uno dei Gengar, contrariato.
«Ehi-- che cavolo...», mi massaggiai la testa adirata, venendo affiancata da Evelyn e gli altri ragazzi.
Eevee allora decise di prendere l'iniziativa e di scattare in avanti, superando i Pokémon spettro e raggiungendo l'altro lato della barriera, emettendo solo alla fine un verso stizzito.
«Evelyn! Che hai trovato?!», trasalii preoccupata. La cosa che mi stupì fu che dopo a una nuova sua risposta anche i quattro Pokémon assunsero un'aria sorpresa e decisi così di approfittarne per superare quella massa di mobili accatastati alla carlona.
«Tutto bene, Evel--», non finii in tempo la frase, la voce si era come bloccata in gola così come gli occhi che, per poco, pareva potessero uscirmi dalle orbite.
«Come..?»
«Pan? Tutto bene?», domandò preoccupato Nick prendendo coraggio e facendosi avanti nel momento in cui non sentirono alcuna mia risposta.
Sorpassato l'ostacolo, il gruppo mi vide inginocchiata a terra di fronte a una foto bruciacchiata con rappresentata una famiglia composta da tre persone di cui non si vedevano bene i volti, se non una piccola parte di una bambina di 7-8 anni massimo, con capelli lunghi fin sotto le spalle, mossi e castano scuri, avente un paio di ciocche fucsia e metà di quella che doveva essere la madre con occhiali, capelli raccolti color biondo cenere e occhi azzurri, vestita con una tunica che pareva appartenere a un medico o scienziato; l'uomo accanto invece non si vedeva, si percepiva la sua presenza per via di un braccio che cingeva in un caloroso abbraccio la vita della figura materna.
«Cos'è?», si sporse a vedere meglio, sistemandosi gli occhiali, Nick.
«Com'è... possibile..?», sussurrai incredula, allungando poi la mano per afferrarla, quando il Pokémon gassoso di scatto l'agguantò con veemenza, voltandosi come se volesse attaccarmi, ma il suo sguardo, da iroso, mutò in meravigliato. Restò a bocca aperta a fissarmi, cominciando a girarmi attorno senza staccare un solo secondo gli occhi di dosso, ritornando infine al punto di partenza per guardarmi dritto negli occhi.
Da parte mia l'espressione stupita rispecchiava l'emozione mista a paura, malinconia e sofferenza che quella foto ormai rappresentava da tempo e che avevo cercato inutilmente di cancellare.
«Come fai a... ad avere questa foto?»
«Gasstly..?»
«Ivai! Ivaai!»
«... tu ci stai capendo qualcosa, Lawrence?»
«Ne so quanto te.», confabularono tra loro i due ragazzi.
Mi alzai da terra, fissando con insistenza quella foto rovinata dalle fiamme, quindi vi fu un unico pensiero che trapassò la mia mente. Un nome.
«... Cheryl?»
Anche quel Gastly fu sorpreso al sentir nominare quel nome.
Possibile? ... effettivamente... ricordo che... da piccola..!, il pensare intensamente al passato, in particolare a quando avevo circa sei, sette anni, mi fece tornare in mente che avevo incontrato più volte un Pokémon simile a lui e fu proprio in quel momento che mi ricordai, sobbalzando con tanto di piccolo salto indietro!
«... sei il Gastly di Cheryl?!»
Lui annuì, rimasi immobile.
«Cheryl?»
«Boh, non chiedere e osserva, Nick.»
«Sei... il Gastly... di mia madre?!»
Tutti quanti i presenti vennero colti alla sprovvista, quindi Gastly assunse un'aria quasi commossa, fece un altro giro attorno alla mia persona che lo guardavo meravigliata con un sorriso enorme: «M-ma! Com'è possibile? Dov'eri finito tutto questo tempo??»
«Gass gasstly gaaas!»
In quel momento, iniziai a mia volta a girare intorno a lui, seguendone i movimenti e gesticolando in preda a un misto di emozioni predominati dall'euforia. Ero felicissima!
«I-io, io ti avevo dato, chessò! Per disperso tipo! E invece ora sei qui, davanti a me! Chi cazzo se l'aspettava??», terminai quel monologo con un abbraccio verso Gastly, divertito.
«E ora che sei tornato! Ahah! Ti prometto che non ti lascerò mai, mai, maaaai più!»
«Gaaaastly!»
«Ivaaai!»
Sembrava quindi che i quattro Pokémon alle nostre spalle avessero deciso di aiutare il mio amico d'infanzia a ritrovarmi, girando in lungo e in largo e, non riuscendoci, avessero pensato di portarlo lì per cercare quantomeno di sollevarne il morale facendo degli scherzi.
Nick a quel punto si fece avanti, chiedendo di vedere la foto che mostrai cercando di recuperare un po' di contegno.
«Mhm... questa faccia... io questa donna credo di averla già vista.»
«S-sì, eheh...», iniziai a ridere nervosamente mentre Gastly riempiva la sottoscritta ed Evelyn di attenzioni, «... è possibile, ecco.»
«Mhm...», aggrottò le sopracciglia invece, toccando la montatura degli occhiali, Lawrence, senza aggiungere nulla prima che me la ridessero indietro.
Da parte mia, la misi rapidamente in tasca, acchiappando una Poké ball che mostrai a Gastly.
«Bentornato a casa e benvenuto nella squadra allora, amico mio!»
Senza indugio, il Pokémon gas entrò nella sfera, uscendo nuovamente quando rilanciai la stessa nel cielo, estasiata.
Gastly sembrava sprizzare allegria da tutti i pori e danzava attorno ai due Gengar e ai due Haunter per ringraziarli; entro pochi minuti ormai tutti i presenti avevano bellamente fatto amicizia tra loro. Dopo una buona mezz'ora i quattro Pokémon ci salutarono, allontanandosi da Azzurropoli per dirigersi verso casa, mentre noi uscimmo dal centro commerciale, ricevendo i ringraziamenti dai vari commessi e cassieri per averli liberati dai fantasmi.

«Da che parte si va allora?»
«Tu che dici, Lawrence?»
«Proviamo a ripassare per Zafferanopoli?»
«Ma sì Nick, potremmo provarci. Tanto dubito che quella guardia lavori ancora al passaggio.», conclusi divertita: il pensiero di chissà quale mirabolante discorso l'agente Jenny avesse fatto al malcapitato di turno mi fece scappare una risata.
A quel punto nei nostri tre palmari arrivò una notifica: una nuova missione principale ci aspettava.
«C-cosa?!», sobbalzò Nick completamente preso alla sprovvista.
«Mhm, niente male. Si comincia a fare sul serio quindi...», annunciò Lawrence con flebile interesse riportando il dispositivo nella tasca posteriore dei pantaloni.
«Dobbiamo rubare delle Poké ball dal centro Pokémon di Celestopoli..?», riflessi ad alta voce in un misto di emozioni, memore anche dallo spiacevole furto non riuscito al laboratorio.
Riposi a mia volta l'oggetto elettronico nel suo solito posto nello zaino, guardai quindi Evelyn e Gastly che sembravano decisi nel portare a termine la nostra missione, così annuii portando le mani strette a pugno davanti a me: era il momento esatto per potersi riscattare!
Nick probabilmente pareva essere il più contrariato dei presenti, ma per paura più che per i principi e, onestamente, ne fui sollevata: perché unirsi al Team Rocket altrimenti?!
«Forza allora!», scattò Lawrence con voce cupa, «Si va a Celestopoli!»
«Aspetta un momento!»
«Mh?»
«Che ne pensi di fare una sfida? Sai, noi due ne avremmo ancora una in sospeso...», ammiccai maliziosamente, facendo riferimento a quando, con l'inganno, mi avevano fatta aggregare al loro gruppo.
Dell'espressione quasi incisa sul suo volto, non ebbi alcun dubbio su cosa significava: Lawrence credeva di avere già la vittoria in tasca.

«Va bene, pronto Char?»
Il Pokémon fece per rispondere, ma intervenni d'impulso per impedirgli di fraintendere e alzai al cielo una sfera.
«No, no! Una sfida alla pari: il mio Caterpie contro la tua Weedle.»
Si disegnò una smorfia quasi sadica in viso del ragazzo che prese a sistemarsi gli occhiali, lasciando che la luce del sole si riflettesse sulle lenti, impedendo di vederne lo sguardo fiero: era carico. Nick intervenne con Pichu, preoccupato, con l'intento di far placare gli animi, ma ormai eravamo partiti: avremmo messo in chiaro chi dei due comandava?
«Avanti, Caterpie. Vieni fuori!»
«Tocca a te Weedle!»
«... rrrpiee?»
«Weeeedle!»
«... ehm...», ero rimasta sconcertata: mentre infatti Weedle era pronta al combattimento, il mio Caterpie sembrava spaesato se non addirittura addormentato, il che fece scoppiare in una fragorosa risata il mio avversario.
«AHAHAHAHAHAHAHAH!»
Che umiliazione..., pensai amareggiata. Pestai a terra il piede, urlando: «CATERPIE, SVEGLIA!»
Immediatamente il Pokémon balzò in aria e si preparò alla sfida, ripristinando un briciolo di dignità, sia sua che mia.
«Non sarai veramente convinta di vincere, vero?»
«Piantala di vantarti come se l'avessi già fatto!»
«Ragazzi...»
«HA! Ma come, non lo sai? Io ho già vinto! Vai Weedle, usa velenospina!»
Accidenti!
Lawrence aveva attaccato alla sprovvista e immediatamente urlai: «Presto! Contrattacca con millebave, Caterpie!», lasciando che il filo di seta tessuto dalla bocca del bruco verde andasse a rallentare l'avversario che, probabilmente, non se lo sarebbe mai aspettato, proprio come s'intuì dalla sua espressione. Con Weedle impantanata nei fili, Caterpie aveva il via libera per passare all'offensiva, ma si sa: gli allenatori imparano in fretta!
«Attaccala con azione!»
«Rrrrpiee!»
«Non cantar vittoria! Vai con millebave, Weedle!»
«Spostati!»
Il bruco ruzzolò a lato, quasi come se fosse appena rotolato fuori dal mio zaino, mostrando uno sguardo serio e concentrato, quasi rabbioso si poteva definire. Lawrence decise allora di continuare a mirare alla velocità di Caterpie che, diciamocelo, era alquanto irrisoria e, in pochi minuti di lotta i nostri Pokémon si ritrovarono entrambi bloccati dietro a fili e fili di seta.
Nick sembrava incuriosito a mille e il suo Rei non era da meno: la nostra lotta alla pari li stava entusiasmando talmente tanto che, nuovamente, il moro riprese a prendere appunti.
«Tutto bene, Caterpie?»
«Forza Weedle, dimostriamo loro quanto sei forte!»

Di tutta risposta dai due interpellati arrivò un verso convinto, quindi si fissarono tra loro con una determinazione fuori dal comune: non ci volle molto che infatti entrambi, chi con le antenne e chi con l'aculeo sulla propria testolina, si liberassero dalle fila, caricassero nei confronti di l'un l'altra... e fu proprio in quel momento che i due s'illuminarono, brillando come se fossero stati esposti a una di quelle sfere stroboscopiche presenti nei locali notturni che creavano effetti a seconda delle modalità in cui le luci si riflettevano su di esse.
«Cosa..?», fissai a bocca aperta la scena.
«Di già..?», chiese invece retoricamente l'avversario con la medesima emozione in corpo.

Finita l'evoluzione, con tanto del giovane Nick meravigliato, di fronte a noi rispettivamente si erano mostrati un Metapod e una Kakuna.

Si sono già evoluti?, pensammo all'unisono Lawrence e io. Nick ci corse incontro saltando stupito ed esuberante per poi osservare i loro due nuovi aspetti.
«Un Metapod e una Kakuna! Non ci credo!», urlò in preda all'euforia per poi dimostrare effettivamente il perché vero e proprio della sua stramba reazione.
«Non avevo mai assistito a un'evoluzione in diretta! Che cosa magnifica!»
Portai la mancina alla testa, grattandomi in segno d'incertezza, quindi mi rivolsi a Lawrence: il mio vero obiettivo era testare le capacità di Caterpie e addirittura questo si era evoluto. Non c'erano dubbi: avevo fatto bene ad accogliere quel piccoletto in squadra.
Ritirai il Pokémon dalla lotta, scoprendo in completo accordo il ragazzo dai capelli corvini.
«È andata bene.»
«M-mh.», affermai tacitamente, facendogli gesto con il capo, a quel punto non restava che rimettersi in marcia verso il centro Pokémon!

Raggiunta finalmente Celestopoli fra una battuta e una frecciatina, ci accorgemmo che la sicurezza era improvvisamente aumentata senza che vi fosse un apparente motivo. Circa.
Cercammo l'edificio designato e ne guardammo la zona perimetrale in cerca di un qualche ingresso indiretto, scovando un accesso in prossimità del retro, ma avevamo anche a che fare con le guardie e i Growlithe degli stessi: sarebbe stato pericoloso agire di giorno, così optammo per uscire dalla zona controllata e iniziammo a organizzare un piano di attacco...
«Tutto pronto? È chiaro come dobbiamo agire?», affermò Lawrence dopo una buona decina di minuti passati a spiegare il suo piano.
«Cristallino.», rispose sicuro di sé Nick.
«Questo piano farà acqua da tutte le parti.», risposi con leggera disapprovazione.
«Ah sì, è così saputella?»
«... già. E lo sai anche tu che ci sono dei buchi che ci fregherebbero fin troppo facilmente.», ribattei con un leggero tono di arroganza, come aveva mostrato più volte anche lui. Questo scosse la testa scegliendo in seguito un posto in cui accamparci nell'attesa della notte, nei pressi della zona erbosa situata subito in basso a sinistra del percorso quattro.
Una volta preparato il tutto, riprendemmo a discutere delle migliorie per puntare alla riuscita del piano, indicando ogni minimo dettaglio.
«Secondo me potremmo fare anche così... e così poi, per arginare la falla di questo punto... e infine...»

«Ohhh! Mi sembra un buon piano.», sentenziò soddisfatto il morettino, ma anche stavolta Lawrence non sembrava minimamente convinto delle nostre scelte, impuntandosi sulla sua idea.
«... fidati di me, così è perfetto.», borbottai riuscendo a convincerlo e, appena calò la notte, nel momento in cui le guardie si allontanarono dal centro Pokémon ci avvicinammo e buttammo giù una grata all'esterno in modo da poter penetrare all'interno, lasciando che fosse Gastly a procedere davanti, in modo da non essere visti subito.
Appena la grata fu recuperata e riposizionata nel modo corretto, si sentirono dei rumori e delle voci ricollegabili a dei poliziotti e dei Pokémon dell'unità cinofila che avevano appena sostituito i colleghi precedenti.
Che avessero già fiutato la nostra presenza o meno, poco c'importava: ormai eravamo già dentro e non ce ne saremmo andati a mani vuote..!
 

-----AUTHOR'S NOTE-----

#spazioautore  

Ciao ragazzi! Scusate il ritardo del post in questa piattaforma del nuovo capitolo, ma l'esame medico mi ha obbligata ad alzarmi prima del previsto - fortuna vuole che avevo già scritto una buona parte del testo Mercoledì sera e Giovedì mattina! -, inoltre la stanchezza torna a farsi sentire e non avevo avuto occasione di fare il tutto dal pc. In ogni caso ci tenevo a mostrarvi questo capitolo il prima possibile perché finalmente si può dire di aver inculcato qualche idea e curiosità che voi lettori già vi state facendo commentando nel box sottostante. I dubbi aumenteranno, ma saranno chiariti, non temete e vedrete!

Che dirvi di più?
Lasciatemi le vostre impressioni sul capitolo nei commenti, mi raccomando!
Ci si vede come sempre Venerdì prossimo!

Chuu ~
- Pan Rayuki VP

 
  
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