4° Capitolo
Momenti
tormentati
<<
Mettete questa
strumentazione qua in fondo! >>, ordinò Norie, leggendo
un
foglio e indicando un punto lontano dal palco. << Durante
lo
spettacolo non si deve assolutamente vedere! >>.
Aoko stava provando i
trucchi per lo spettacolo che si sarebbe tenuto la sera. Era sempre
nervosa prima di esibirsi e aveva preso l'abitudine di fare lunghi e
rilassanti respiri nel suo camerino. Per quella sera aveva scelto un
completo pieno di strass neri e bianchi e avrebbe tenuto i lunghi
capelli sciolti.
<< Signorina
Nakamori, il suo costume di scena è nel camerino >>, le
comunicò Norie, premendo l'auricolare che aveva all'orecchio.
<< Grazie mille.
Andrò subito a vederlo >>.
La ragazza si recò nella
piccola stanza che lei aveva decorato con foto e ricordi. Quello
spazio era un po' la sua stanza segreta, dove si rifugiava prima di
cambiare viso e diventare la partner di Kaito anche sul palco.
L'abito era appeso sulla
gruccia e scintillava sotto la tenue luce delle lampade a muro. Aoko
toccò la stoffa liscia e accarezzò gli strass.
<< Molto bello >>.
Si voltò e Kaito era
appoggiato allo stipite della porta. Il cuore di Aoko perse qualche
battito e gli sorrise. Non permetteva al fidanzato di vedere gli
abiti di scena prima dello spettacolo, voleva che fosse una sorpresa
ogni volta.
<< Avresti dovuto
attendere questa sera >>.
<< Stavo passando di
qua discutendo con Norie di alcuni dettagli, e l'ho intravisto
>>,
le circondò la vita con le braccia e affondò il viso nei cappelli
scuri di lei.
Aoko avvertì una certa
rigidità. << Va tutto bene? >>, si scostò
per guardarlo
meglio in faccia. Era pallido e aveva occhiaie profonde, a causa
delle preoccupazioni e del furto del Rubino Stellato.
<< Solo molto stanco
>>.
<< Domani ci
riposeremo tutto il giorno >>.
Kaito ammirò il sorriso
di Aoko e il momento fu interrotto dal bussare dell'assistente, che
un po' imbarazzata gli comunicò di dover salire sul palco per le
prove finali.
C'era
ancora più gente
delle volte precedenti: la fama di Kaito cresceva sempre più. Aoko
sbirciò la folla da dietro le quinte e prese il primo dei molti
respiri che avrebbe fatto prima di veder aperto il sipario.
Kaito si stava cambiando
con il completo bianco e si guardava allo specchio mentre si
abbottonava la camicia. Aveva restituito il rubino quella mattina e
immaginò la faccia del direttore quando se lo sarebbe visto
recapitare a casa. Incrociò la fidanzata nel corridoio e le strinse
la mano.
<< Pronta? >>.
<< Prontissima! >>.
La voce all'interfono
annunciò che lo spettacolo stava per cominciare. Tra il pubblico
c'erano anche Chikage e l'ispettore Nakamori, due genitori felici di
vedere i propri figli realizzarsi.
Il sipario rosso si alzò
veloce e la coppia fu accolta da un grosso applauso. Kaito camminò
fino al bordo del palco.
<< Salve pubblico!
Stasera incanterò i vostri occhi insieme alla mia bellissima
compagna >>, indicò Aoko e il pubblico le dedicò un altro
applauso.
<< È
mia figlia! >>, esclamò l'ispettore, rivolgendosi
all'uomo
accanto a lui.
<< Dopotutto siete
venuti qui per vedere fantastiche magie >>. Mentre
parlava, i
pollici di Kaito si illuminarono di una luce dorata e sparirono per
apparire su altre dita per poi svanire del tutto. Il ragazzo camminò
fino alla ragazza e ritrovò le luci tra i suoi cappelli, Aoko finse
di essere imbarazzata.
Il pubblico rise e
applaudì, poi lo spettacolo passò a trucchi più seri. Durante
l'esibizione, la folla gradì molto e quando Kaito sparì in una
nuvola di brillantini e riapparve su uno spalto, accanto ad un'ignara
coppia, l'applauso durò oltre un minuto.
Calato il sipario, Aoko
aveva il cuore a mille e abbracciò Kaito ritornato sul palco.
<< Sei stata
bravissima! >>.
<< E tu
straordinario. La faccia di quella coppia me la ricorderò per molto
tempo, >> rise lei.
Ritornarono dietro le
quinte e Chikage stampò un bacio a tradimento sulla guancia del
figlio, lasciandogli il segno del rossetto rosso scuro.
Kaito si pulì la guancia
infastidito. << Uffa mamma, perché mi tratti sempre come
un
bambino? >>.
<< Sarai sempre il
bimbo adorato della tua mamma >>, lo prese in giro,
tirandogli
la guancia per infastidirlo.
<< Dovete dirmi come
avete fatto a compiere l'ultimo trucco! >>, disse
Nakamori,
entusiasta.
<< Un mago non
rivela mai i suoi trucchi >>, dissero in coro Aoko e
Kaito e
scoppiarono a ridere.
<< Avete proprio
ragione >>.
La voce di Miho si fece
largo tra la folla. Indossava un vestito nero che metteva in risalto
il suo fisico di acrobata e aveva una scollatura a cuore, le gambe
avvolte dalle calze e tacchi con suola rossa.
<< Piacere di
conoscervi, mi chiamo Miho Okamoto >>, allungò le mani
verso i
due genitori e si presentò educata.
<< Mio figlio mi ha
parlato di te >>, disse Chikage.
<< Lei è la madre
di Kaito? Mi sembra troppo giovane per avere un figlio di quasi
vent'anni >>.
<< In verità ne ha
molti di più ma si dimentica che non è più una ragazzina
>>.
La madre pestò un piede al figlio che fece un verso di dolore.
<< Ti è piaciuto lo
spettacolo? >>, le domandò Aoko.
<< Moltissimo, siete
stati veramente grandiosi. E tu >>, guardò la ragazza.
<<
Stai proprio bene sotto i riflettori! >>, le sorrise.
Aoko avrebbe voluto odiare
Miho con tutte le sue forze ma le risultava difficile perché era
sempre così carina e spontanea, per niente falsa.
<< Lasciamo i
giovani tra loro >>, disse Nakamori ed era la frase
sbagliata
perché si prese un'occhiata fulminante da Chikage. <<
Ehm...
cioè... Credo sia ora di andare >>.
<< Ci vediamo a casa
>>, disse Aoko, dando un bacio sulla guancia al padre.
Rimasti soli, Kaito invitò
Miho nel suo camerino e chiusero la porta. Le mostrò il giornale.
<< Ho letto grandi
performance di Red Fox >>, disse Kaito.
La ragazza parve
contrariata. << Una grande perdita di tempo, non era la
mia
gemma. E non mi sono divertita nemmeno tanto. L'ispettore che mi
hanno assegnato è un vero idiota >>.
<< Quella assegnata
a Kid sembra essere una tosta >>, intervenne Aoko.
<< Quella? È
una donna? >>, chiese Miho.
La coppia annuì.
La ladra soffocò una
risata. << Ahi, ahi... Prevedo dolori per il mago al
chiaro di
luna >>.
<< Perché mai? >>.
<< Le donne possono
essere molto testarde e malvagie quando ci si mettono >>,
Miho
si scambiò un'occhiata d'intesa con Aoko e si capirono al volo,
ridendo.
<< Okay, sta
iniziando il teatrino degli uomini contro le donne >>,
Kaito si
tolse la giacca e l'appese. << Però Aoko ha ragione,
questa
non scherza. Senza offesa, ma sembra più sveglia di Nakamori
>>.
Aoko abbassò lo sguardo:
aveva ragione e questa cosa le metteva molta preoccupazione.
<< Hai ricevuto
altre informazioni? >>, domandò il ragazzo.
<< Nessuna. Forse è
ancora troppo presto >>.
La coppia si guardò e i
due pensarono che sarebbe potuta morire un'altra persona e questo li
rendeva molto inquieti e tristi.
Il
giorno dopo era
domenica e uno stanco Kaito dormì fino alle dieci di mattina con
accanto la sua Aoko. Quando si svegliò e scese per preparare la
colazione, il cellulare squillò.
<< Akako? >>.
<< Tu brutto
illusionista dei miei stivali! >>.
Kaito allontanò la
cornetta dall'orecchio, era sicuro di aver perso l'udito.
<< Ti
sei svegliata male stamattina? >>.
Un'assonnata Aoko apparve
sulla soglia della cucina, capelli disfatti e strofinandosi gli
occhi. In un secondo sentì strepitare Akako dalla cornetta.
<< Cos'è questa
storia che pensi che Saguru sia un serial killer? >>.
Il ragazzo guardò Aoko e
lei si rese conto di essersi completamente dimenticata di informarlo
che Akako era a conoscenza di tutta la storia a trecentosessanta
gradi.
<< Non penso che
Saguru sia un serial killer ma... >>.
<< Ma un corno >>,
lo interruppe lei. << Potrebbero essere mille le ragioni
per
cui non si fa sentire >>.
<< Sono d'accordo,
Akako. Ma non pensi che sia tutto un po' strano e ci siano molte
coincidenze? >>.
La strega era seduta sulla
sedia in camera da letto, indossava ancora la vestaglia rosso rubino
e teneva i capelli neri legati in una coda.
<< Ciò non
significa niente! Non voglio più sentire queste cose orribili su di
lui >>.
<< Quando ne verremo
a capo o si farà sentire, allora potrò stare tranquillo
>>.
<< Allora io e te
avremo un problema fino a quel momento! >>.
La ragazza gli chiuse il
telefono in faccia. Kaito posò il cellulare e fissò Aoko.
<< Mi sono
dimenticata di dirtelo amore, scusa. Avevo tanti pensieri e questo mi
è passato di mente >>.
Il fidanzato scosse la
testa. << Capisco la rabbia di Akako. Probabilmente avrei
reagito anch'io così se avessero detto cose del genere su di te
>>.
Aprì l'anta del mobile e ne estrasse una padella. <<
Pancake?
>>.
Miho
posò il sacchetto
della spesa sul retro della macchina e si mise al posto di guida. Si
guardò allo specchietto e sistemò un leggero sbaffo di matita nera
dagli occhi. Immise la retromarcia e si voltò per procedere quando
sentì bussare allo sportello. Spinse il piede sul freno e vide una
ragazzina bionda dai capelli scalati e occhi scuri dietro un paio di
occhiali.
<< Sei Miho Okamoto?
>>.
La ragazza era convinta di
non averla mai vista, non doveva avere più di sedici anni.
<<
Ci conosciamo? >>.
<< Uhm... non
proprio, diciamo >>, un grande sorriso. <<
Volevo parlare
con te, se è possibile >>.
Miho guardò l'ora dal
cruscotto. << Mi spiace, ho un impegno tra poco. Posso
chiederti come ti chiami? >>.
<<
Noa Suzuki, frequento la prima classe del liceo Kaiho a Kyoto, sono
in vacanza da mia nonna malata. Devo parlare con te e sei l'unica a
cui posso rivolgermi >>.
Ma chi è questa
ragazzina?
Non sapendo come
comportarsi, la giovane decise di darle il beneficio del dubbio.
<<
D'accordo, potremo fare domani mattina alle nove al caffè Kichida?
Sai dove si trova? >>.
<< Lo conosco bene.
Allora a domani mattina! >>.
La ragazzina la salutò
con un cenno della mano e sparì. Miho spense l'auto, rendendosi
conto della conversazione surreale che aveva appena avuto: come
conosceva il suo nome?
Che sia... una ladra?
Quella ragazzina del primo anno?
Quegli
ingenui occhi non potevano appartenere a una ladra senza malizia e
piena di furbizia. Rimise in moto e si immise nel traffico di Tokyo,
guidando meccanicamente fino a casa, immersa nei pensieri.
<<
Voleva vedermi?
>>.
Nakamori aveva ricevuto
una chiamata dall'ispettrice Kawano, di domenica. Si era vestito e
corso da lei in ufficio.
Gli indicò una sedia
imbottita di fronte alla scrivania della donna. << Prego,
si
sieda. E le chiedo ancora scusa per averla disturbata in un giorno di
riposo >>.
<< Si figuri. Di che
cosa voleva parlarmi con tanta urgenza? >>.
<< Da quanto segue
Ladro Kid? >>, l'ispettrice congiunse le mani sulla
scrivania.
<< Più o meno dal
1997, avevo vent'anni >>.
<< Quindi ora
dovrebbe avere circa quarant'anni, giusto? >>.
<< Ehm sì >>,
balbettò l'uomo, cominciando a sudare freddo.
<< Ho chiesto al
museo di spendere qualche soldo per aggiornare il vecchio sistema di
videocamere che possedevano in vista del furto di Kid. Ho studiato i
video per due giorni e stampato qualche frame >>.
<< Cosa ha concluso?
>>. Nakamori cercava di non darlo a vedere.
L'ispettrice girò il
portatile verso l'uomo. << Non mi sembra il volto di un
quarantenne >>.
Fece finta di osservare
quelle immagini. << Giuro che ho sempre pensato che
fossimo
coetanei, ecco >>.
Gli occhi smeraldo della
donna si affilarono. << Al contrario di quanto credono
molti
nostri colleghi, io penso che lei sia un uomo molto furbo, ispettore
Nakamori. In tutti questi anni non si è mai accorto della giovane
età del nostro ladro? >>.
<< Credo mi abbia
ingannato l'ovvio. Insomma, ho cercato di arrestarlo per vent'anni e
ho erroneamente creduto che fosse la stessa persona >>.
L'ispettrice sospirò. <<
Ho visionato anche i video di due anni fa e sembra lo stesso ladro
delle riprese del furto del Rubino Stellato. Abbiamo a che fare con
un imitatore >>.
<< Possibile >>,
concordò Nakamori, cercando di non far trasparire il nervosismo.
<< Credo che dovremo
puntare alla cattura del ladro ma capire cosa l'ha attirato del
precedente Kid tanto da commettere più crimini. Lei mi aiuterà
vero? >>.
Si guardarono per qualche
secondo e poi l'ispettore annuì.
<< Perfetto >>,
disse felice la donna.
L'ispettore osservò le
foto sulla scrivania e una ritraeva Kawano con due bambine.
<< Le sue figlie?
>>.
<< Uh? >>.
Voltò il bel viso verso la cornice. << Sì, Miya ha sette
anni
e Aya cinque compiuti da poco >>.
<< Non sapevo fosse
sposata >>.
<< Non porto la fede
a lavoro >>.
Nakamori si chiese come
potesse una madre di famiglia passare la domenica in ufficio invece
che a casa a godersi le figlie.
<< Può andare,
ispettore. Domani faremo una riunione generale alle nove
>>.
<< D'accordo, ci
sarò >>.
Lasciò la stanza e in
ascensore si appoggiò alla parete, rilasciando un lungo respiro come
se potesse far uscire tutto lo stress accumulato in quel breve
colloquio. Quell'ispettrice era davvero la mente giovane che aveva
richiesto, forse anche troppo scaltra.
Miho
buttò la bustina nel
cestino della spazzatura, toccò la tazza di tè bollente e decise
che doveva farla raffreddare. Vivere da sola aveva i suoi vantaggi e
adorava godersi il salotto quando calava il pomeriggio.
Accese la televisione che
guardava molto più di quanto volesse ammettere e morse il primo
biscotto al cioccolato. Fece zapping per una decina di secondi e su
un canale c'era il telegiornale.
<< Che noia >>,
si lamentò, finendo il biscotto e bevendo un sorso di tè. Stava per
cambiare quando la signorina del TG annunciò una nuova notizia.
<< Ed ora passiamo
alla cronaca. Nel tardo pomeriggio è stato ritrovato il corpo di una
giovane ragazza di quattordici anni, Noa Suzuki, studentessa del
primo anno al liceo Kaiho a Kyoto >>.
La tazza si ruppe sul
pavimento e il liquido ambrato si sparse fino a bagnare il tappetto
sotto il tavolino. Miho era sicura che il tempo si fosse fermato.
<< Stando a quanto
detto dalla nonna, ora in ospedale per lo shock, la nipote era stata
mandata qualche giorno per aiutarla nella ripresa dopo un'operazione
complicata. La vittima è stata ritrovata impiccata alla trave della
soffitta, si pensa a un suicidio. Nel pomeriggio, la nonna si era
assentata da casa per sostenere una terapia, accompagnata
dall'ambulanza... >>.
La giovane era sicura che
le stesse per venire un mancamento.
<< Era... era
davvero una ladra >>, mormorò. << La
seguiva, voleva...
voleva aiuto >>.
Miho si prese la testa fra
le mani, sentendosi profondamente in colpa.
Aoko
chiuse la porta di
casa con un gesto lento e poggiò le chiavi nel piatto, stanca. Non
appena mise piede nella villetta sentì un buon profumo provenire
dalla cucina e camminò per controllare cosa fosse.
Kaito stava guardando
qualcosa nel forno e si girò non appena la vide.
<< Buonasera amore
>>.
La fidanzata sorrise,
contenta. << Cos'hai combinato stavolta? >>.
<< Non posso voler
cucinare una cenetta alla mia fidanzata? >>.
<< L'ultima volta
che l'hai fatto avevi distrutto la mia bici nuova facendo retromarcia
con l'auto >>, ricordò lei.
Il ragazzo rise. <<
La tua bici è intatta. Controlla >>.
Aoko affondò la testa
nella spalla di Kaito e gli stampò un bacio. << Ci credo,
sciocco >>.
<< È
la serata che ti avevo promesso, ricordi? >>.
Aoko sbirciò dentro le
pentole e nel forno. << Hai cucinato tutti i miei piatti
preferiti! >>.
Kaito servì un analcolico
e brindarono. Dopo il primo sorso, Aoko si sentì mille volte meglio.
<< Avevamo bisogno
di una serata tutta per noi >>.
Il ragazzo le fece
assaggiare quello che aveva cucinato, tra le risate, e Aoko si scottò
la lingua tanto era caldo il curry.
Ad un certo punto, il mago
posò il bicchiere sul bancone. << Manca un po' alla cena
>>.
La ragazza indietreggiò
fino a toccare il bordo del tavolo e lui la bloccò togliendole ogni
via di fuga. Le diede un bacio e Aoko circondò il collo del ragazzo
con le braccia, sentendo le sue mani sui fianchi. Con un gesto veloce
la fece sedere sul tavolo e Aoko iniziò a sbottonare la camicia, tra
un bacio e una risatina. Kaito lasciò una scia di baci sul collo,
sulla spalla e stava per scendere sul petto finché non sentì la
fidanzata rabbrividire e irrigidirsi.
<< Non ci posso
credere >>, scandì lei.
Kaito si fermò e la
guardò perplesso.
Aoko arrossì e si coprì,
indicando un punto dietro di loro. << Che hai capito.
Voltati!
>>.
Il ragazzo le obbedì e
sgranò gli occhi, nascondendo il viso tra le mani. Miho aveva
provato a bussare contro la vetrata ma non l'avevano sentita ed era
entrata facendo scorrere l'ampia portafinestra.
<< Ma perché cavolo
non hai suonato il campanello? >>, le domandò furiosa
Aoko,
rimettendosi la maglia, mai stata tanto imbarazzata.
<< Non volevo che mi
vedessero i vicini. È
meglio essere cauti >>.
Kaito si rivestì alla
velocità della luce. << Dobbiamo parlare di questa cosa
di
entrare in casa mia di nascosto >>.
<< Sì d'accordo
ma... alza la zip del pantalone >>, disse Miho, tendendo
il
viso all'insù per non guardare e il ragazzo decise che il livello di
vergogna non poteva essere più alto di così.
<< Hai pianto? >>.
Superato l''imbarazzo
iniziale, Aoko notò il viso provato di Miho. Quest'ultima non
avrebbe mai voluto ammetterlo.
<< Che è successo?
>>.
<< Ero uscita dal
supermercato e una ragazzina mi ha chiesto un incontro, io avevo già
un impegno e mi ero accordata per domani mattina >>.
<< Una ragazzina? E
cosa voleva da te? >>, continuò Kaito.
Miho ricacciò le lacrime
indietro. << Era qui per assistere la nonna malata,
viveva a
Kyoto. È
morta >>.
La notizia scioccò la
coppia.
<< E come? >>.
<< La nonna l'ha
trovata impiccata a una trave della soffitta >>.
Aoko le offrì una sedia e
si sedettero attorno al tavolo.
<< Pensi che fosse
una ladra? >>.
Miho mostrò alcune
fotocopie conservate dentro una cartella. << Non lo
penso, lo
era >>.
<< La ladra dei
pugnali >>, mormorò il mago. << Non l'ho
mai sentita >>.
<< Operava solo da
due mesi, nemmeno io la conoscevo. Usava dei pugnali di diversi
dimensioni per rubare gioielli, aveva compiuti sei furti di cui uno
all'estero >>.
<< Era solo... una
ragazzina >>, lesse Aoko, sconvolta.
<< Dici che è stato
lui? >>.
<< Ne sono sicura!
>>, Miho sbatté il pugno sul tavolo, facendo sobbalzare
le
stoviglie, due lacrime sulle guance. Quegli occhi di chi credeva nel
futuro, nei sogni e l'ingenuità dei suoi quattordici anni non li
avrebbe mai dimenticati. << Questo mostro deve pagare nel
modo
peggiore >>.
< Possiamo quindi
scagionare Saguru, direi >>, intervenne Aoko.
<< Non è detto >>,
disse Miho e Kaito non aggiunse altro.
<< Non è stato
Saguru >>.
<< È
ancora presto per dirlo >>.
Kaito avvertì la
discussione accesa che stava per nascere tra le due ragazze: una
scossa per la morte prematura di una ragazzina, l'altra nel vedersi
interrotta la serata che tanto desiderava da una notizia tragica.
<< Ho in programma
un altro furto tra dieci giorni >>, disse Kaito.
<<
Vediamo se facciamo fare un passo falso a questo assassino
>>.
<< Mi dispiace
avervi interrotto... prima >>, Miho si alzò, spostando
indietro la sedia. << Credo che vogliate riprendere da
dove
avete lasciato >>, fece uno dei suoi sorrisi pieni di
fascino.
<< Sicura di non
volere compagnia? >>. Kaito era sicuro che le occhiatacce
di
fuoco della fidanzata non potessero essere più accese.
<< No, non voglio
essere un terzo incomodo. Non c'è niente di peggio di due
piccioncini che se la spassano quando tu non ne trovi uno decente da
mesi >>.
Il ladro pensò che Miho
era incredibile: chissà quante lacrime aveva versato per quella
ragazzina che era poco più che una bambina ed era tornata Red Fox in
men che non si dica.
Miho prese una fragola e
la morse. << Ci vediamo domani in facoltà
>>, disse e
sparì oltre la portafinestra. Il suono morbido suggerì che aveva
saltato dal prato sulla staccionata per oltrepassare il giardino e
arrivare in strada.
Aoko chiuse la finestra
per essere sicuro che nessuno li interrompesse ancora e si appoggiò
ad essa, sguardo basso.
<< Ho paura, Kaito.
Non ha avuto pietà nemmeno per una bambina >>.
<< Lo so >>,
concordò lui. << Ma se vogliamo che esca allo scoperto,
io
sono un'esca perfetta >>.
La ragazza strizzò gli
occhi lucidi, poi li riaprì e allargò la bocca in un sorriso.
<<
Be', non roviniamoci la serata. La cena ormai sarà pronta, a tavola!
>>.
Akako
stava mescolando
delle polveri in una ciotola, rinchiusa nel suo antro. Era lì solo
fisicamente e girava il mestolo in legno, soprappensiero.
Aveva fatto una sfuriata a
Kaito ed era la prima volta che si comportava così nei confronti di
qualcuno.
Il mestolo smise di
girare. << Sono cambiata? >>.
Era arrivata al liceo
Ekoda tre anni fa ed era anche la prima volta in cui si era
mescolata agli umani. Per quasi diciassette anni si era sentita un
gradino sopra quei comuni mortali, abituata fin da piccola ad essere
osannata per essere l'erede della magia rossa. Da quando frequentava
Kaito, Aoko e Saguru aveva cominciato a provare sentimenti di cui non
conosceva nemmeno l'esistenza.
Mischiò una polverina blu al composto grigio e sorrise.
Non sono male, gli
umani.
Angolo autrice!
Salve lettori!
Ecco il nuovo capitolo! Un
po' grigio e dai toni drammatici ma anche con qualche risata. Sto
dando un po' più di spazio ad Akako per far sviluppare il suo
personaggio che trovo molto interessante. Vedremo in seguito che fine
ha fatto Saguru :)
Ringrazio chi l'ha letta,
messa tra le preferite e le seguite!
Miky2911:
Grazie per la tua
recensione e ti ringrazio per i complimenti! :)
Shinici e ran amore:
Ti
ringrazio per le tue bellissime recensioni! :D
Alla prossima!
NB= Da
metà dicembre fino
agli inizi di gennaio ritornerò in Italia per le feste. Avrò il
portatile (non vado da nessuna parte senza!) e cercherò di essere
regolare ma se salta il capitolo settimanale sapete perché :)