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Autore: Dharkja    13/11/2017    1 recensioni
È una calda sera di Luglio del 2008, i Tokio Hotel arrivano a Modena il giorno prima della loro l'esibizione. Bill non aveva mai creduto nel colpo di fulmine, ma l'incontro del tutto casuale con Giulia sarà in seguito, una piacevole e lenta scoperta di sentimenti inaspettati. Gli impegni con la band lo porteranno in giro per il mondo, ma lui non scorderà quella ragazza che diventerà pian piano una dolce ossessione portandolo all'irrefrenabile desiderio di volerla incontrare nuovamente.
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Kaulitz, Georg Listing, Gustav Schäfer, Tom Kaulitz
Note: Lemon, Lime, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Modena

 

Agosto 2008

 

 

 

 

 

Era da un paio di minuti ormai che tamburellava chiassosamente le dita sul quel sottomano in pelle che sua madre gli aveva regalato per il suo trentesimo compleanno. I suoi occhi rileggevano instancabili quell' incartamento dettagliato rilasciato dal suo amico e collaboratore, il medico legale Egidio, in cui non vi era ombra di dubbio che a far morireGharib, in quella rissa scoppiata fuori la pizzeria centrale della città quella sera di Ferragosto, fosse quell'unica coltellata inferta dal suo assassino, che gli recise l’aorta addominale all’altezza della milza. Era parso chiaro fin da subito dalle indagini di sopralluogo che quel profondo taglio all'addome, doveva essere stata la causa del decesso della vittima; una conferma arrivata al tavolo del suo ufficio nell'arco delle quarantotto ore. Il sospetto principale è che si fosse trattato di un delitto a sfondo passionale, in cui la moglie del sospettato, un panettiere cinquantenne Simone Rovereto, padre di due figli minorenni, intratenesse rapporti di un certo tipo con la vittima; accusa ovviamente rigettata da parte dell'interessato che riversava invece la colpa di quanto accaduto a due dei quattro amici con cui aveva condiviso la serata, quel giorno dell'omicidio. Era inutile ma doveroso entrare nei meandri di una mente umana che potesse arrivare a tanto pensò accigliato Massimiliano: si rese pertanto conto che per quanto quel caso potesse sembrare semplice in realtà non lo era più di tanto in quanto non vi era alcun tipo di collaborazione da parte dell'interessato. Era assorto in questo tipo di meditazioni quando appoggiando i fogli sulla scrivania si accorse che il display del suo telefonino si era attivato con la ricezione di un messaggio.

 

 

 

- Spero non stia lavorando troppo. Mirko mi ha detto che state lavorando ad un caso molto importante; comunque grazie, sì, io sto bene-

 

Il cuore iniziò a battergli più forte come se avesse avuto una sferzata di vita improvvisa e titubante, prese comunque coraggio, compose il numero di telefono e fece partire la chiamata.

 

“ Non dirmi che sei al mare, sarebbe un'ingiustizia” disse con voce leggermente tremante per l'emozione.

 

“ Va bene, ti dirò che non lo sono, ho capito che cerchi solidarietà” rispose anche lei con voce che tradiva emozione.

 

“ Grazie, evviva l'empatia! Ma purtroppo nascondere il rumore del mare non ti riesce bene” rispose ridacchiando e riprendendo sicurezza.

 

“ Mh, io non sento alcun rumore, è tutto frutto della tua deformazione professionale”

 

Lui non potè che ridere, aveva proprio bisogno di sentire la sua voce.

 

“ Te l'ho detto che t'invidio? Comunque mi fà piacere tu stia bene.”

 

“ Me lo stai dicendo ora capitano. Io invece non t'invidio per niente. E' un sacrilegio star chiuso dentro quattro mura quando fuori c'è un sole splendente!”

 

“ Non infierire ulteriormente o mi pentirò di averti chiamata” disse punzecchiandola “Lo vorrei tanto anch'io ma il dovere è dovere.”

 

“ Lo so, scherzavo. Spero almeno siate a buon punto...” non continuò la frase perchè non sapeva fino a che punto potesse parlare del lavoro che stava svolgendo.

 

“ Non preoccuparti, siamo sulla buona strada.” la interruppe lui. D'improvviso si ricordò di quella sera in spiaggia a guardare le stelle e a quella mezza frase che lui aveva detto dettata dalla spontaneità; ebbe voglia di vederla ma sapeva che questo non era possibile.

 

“ Mirko mi ha detto che ti ha visto insieme a Maria qualche giorno fà. Come sta?” si sentì chiedere dall'altro capo del telefono “ è dispiaciuto anche ai miei che quest'anno non sia venuta a Maiori.”

 

Lui s'irrigidì lievemente.

 

“ Eh sì, niente ferie estive quest'anno per lei purtroppo, ma sta bene direi. ” tagliò corto “ tu piuttosto, stai studiando per la selezione e il test d'ingresso all'università?” chiese cambiando argomento.

 

Lei percepì subito quel cambio sul tono della sua voce.

 

“ Si e no e poi siamo ad Agosto... ho solo voglia di rilassarmi”

 

“ Sì e no, Giulia?! Ehi, non farmi fare la parte del fratello maggiore, anche se non mi dispiacerebbe ... ” rispose come a volersi convincere che solo così potesse mantenere una certa distanza di sicurezza da lei.

 

“ Un fratello ce l'ho già e mi basta quello ... “

 

“ Scherzavo“ aggiunse subito dopo avendo percepito una punta di fastidio nel tono della sua voce, quando trasalì leggermente nel sentir bussare alla porta del suo ufficio e vide il brigadiere avanzare in sua direzione con in mano una tazza di caffè fumante ed un mazzo di fogli sottolineati da un evidenziatore giallo.

 

“ Il suo caffè capitano. Questi sono i documenti del pm che mi aveva chiesto: il Gip deciderà anche sulla permanenza in carcere degli altri quattro. Quì ci sono anche I tabulati telefonici. In giornata è previsto il nuovo interrogatorio del signor Simone Rovereto”

 

“ Ottimo, grazie Romano” disse coprendo il telefono affinchè Giulia non sentisse e facendo cenno al brigadiere di uscire fuori dalla stanza.

 

“ Agli ordini capitano”

 

“ Giulia, scusami ...” disse riprendendo la comunicazione.

 

“ Tranquillo, è meglio che prosegua il tuo lavoro. Non vorrei distrarre il mio nuovo fratello ...”

 

“ Studia e vedrai che non ci sarà bisogno di un altro fratello”. Rispose scherzosamente

 

“ Agli ordini capitano” rispose secca.

 

“ Giulia..” la riprese dolcemente lui, ma ci fu silenzio dall'altra parte, non capì bene cosa lei avesse recepito con quella innocua battuta, ma tutto avrebbe voluto tranne che trattarla come una bambina; percepiva un cambiamento in lei negli ultimi tempi questo comportamento lo destabilizzava parecchio, a volte si sentiva inadeguato, non sapendo mai esattamente come porsi nei suoi confronti.

 

“ Davvero ora devo andare. Mamma oggi ha in serbo un mucchio di acquisti e mi ha chiesto il favore di accompagnarla. “

 

La comunicazione terminò lì facendolo rimanere con l'amaro in bocca.

Scrutò distrattamente i tabulati telefonici dell'inquisito con la testa evidentemente altrove: stava rendendosi conto che ormai, pensava sempre più spesso a lei; aveva bisogno di uscire fuori e respirare un pò d'aria fresca. S'incamminò verso il solito bar dietro la Caserma ed ordinò la sua aranciata ghiacciata preferita. Prese in mano il telefonino nel tentativo di mandarle un messaggio perchè aveva la necessità di risentirla ma si trovò a leggere un messaggio di Maria.

 

- Perchè sei sempre tra i miei pensieri? Ho voglia di vederti-

 

Sbuffò infastidito ed iniziò allora svogliatamente a controllarsi le mail e a curiosare sull'account di Giulia: conosceva ogni singola foto ormai, ma notò che negli ultimi giorni i suoi followers erano aumentati di un pò e lei contestualmente aveva iniziato a seguire qualche utente.

 

- Sei davvero bella, complimenti, di sicuro sarai una modella, non potrei trovare altra spiegazione.-

 

“ Complimenti, sì....complimenti per la trasmissione...” pensò ironico; quando lesse quel commento, si mise a ridere e l'effetto fu quello di risollevargli l' umore. Diede subito un'occhiata al profilo di quell'utente dal nick stravagante, ma vi trovò solo postata la foto di un'alba. Si rese subito conto che lo spirito con cui stava guardando il profilo social di Giulia era tutt'altro che di mera curiosità ma bensì era come se inconsciamente volesse controllarla in qualche modo; cercò di essere obiettivo e più distaccato possibile sull'intera faccenda, ma davvero stava diventanto sempre più difficle; cercò di ripassare nella sua mente il solito copione e cioè che lei non doveva rappresentargli niente se non la sorella del suo migliore amico e collega di lavoro, niente più e questo doveva ricordarselo come un mantra. Dopo aver ingurgitato l'ultimo sorso di aranciata, stizzito uscì dall'account e rispose al messaggio.

 

- Passo a prenderti alle 21, ceniamo fuori. Ti aspetto giù – scrisse abbandonando l'idea di chiarire con Giulia, ma non era Maria quella che avrebbe voluto vedere quella sera.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Maiori

 

 

 

 

 

 

 

“ Ho usato il caffè decaffeinato Ele, quindi puoi mangiarlo tranquilla” disse Silvia raggiante mentre si accingeva ad adagiare il suo tiramisù al centro del tavolo in legno nel piccolo giardino all'ombra del pergolato.

 

“Grazie, l'aspetto è meraviglioso e questo non mi aiuta a perdere qualche chilo però” commentò Elena.

 

“ Beh, è doveroso recuperare le energie visto che mi avete aiutato a far la spesa, non è ora di pensare alla dieta, godetevi il vostro dolce, io vado a sistemare in cucina prima che rientri tuo padre Giulia.” e con una velocità mai vista prima, lasciò le due ragazze sole con due enormi porzioni del loro dessert preferito.

 

“ A quest'ora avresti dovuto addentarne almeno la metà. E' evidente che non sei dell'umore migliore” osservò l'amica.

 

Giulia stava martoriando con la forchettina un pezzetto di pan di spagna intriso del liquido marrone misto a mascarpone.

 

“ Andiamo Ele , lo so che ti sei fatta un'idea strana di me. Voglio dire non sono di certo innamorata di lui, ho ben chiara la situazione e Dio Santo, lo so da ormai cinque anni questo che è ufficialmente fidanzato, ma non so perchè sto facendo così, non lo so davvero. Ma non mi sono rincitrullita improvvisamente. E' stato un giorno... l'ho guardato ed ho percepito qualcosa nei suoi occhi, mi guardava diversamente da tutte le altre volte. Non avevo alcun pregiudizio su di lui a riguardo, lo sai che ci conosciamo da tanto ormai e per me è stato sempre collega di Mirko e nostro amico. Ma il giorno è successo qualcosa e poi quella strana frase l'altra sera... so che non intendesse dire chissà che, eppure l'istinto mi diceva che c'era qualcosa in quelle parole, percepivo un calore nella sua voce che non avevo mai sentito... poi ci siamo salutati quella notte stessa, avevo la sensazione come se volesse dirmi dell'altro...era così vicino, sentivo come se avesse una tempesta dentro di sè che non riusciva a calmare ma poi si è allontanato. ”

 

“ Ma davvero vuoi giustificarti con me? Non ci vuole un lampo di genio per capire che ora ti sei accorta di lui come uomo e non più come amico e questo è anche colpa sua, perchè a lui dev'essere accaduta la stessa identica cosa. Vi piacete, punto. Ma sono stra sicura che lui teme di lasciarsi andare, primo perchè sei la sorella del suo collega, amico e si nota lontano un miglio che quando lui cerca di avvicinarsi tu ti irrigidisci, secondo perchè lui sta con lei che comunque sia è una brava ragazza e ormai conosce I suoi da tutto questo tempo e terzo la differenza di anni che vi separa e questo per lui non dev'essere un dato trascurabile anzi tutt'altro, dev'essere un limite a cui non riesce ad andare oltre...lui è un uomo maturo, non solo per gli anni che ha ma anche per le responsabilità che ha professionalmente.”

 

“ Non è difficile arrivare a capire tutto questo, ma ci sono cose che sfuggono alla ragione. Cuore e ragione...non vanno d'accordo. M'irrgidisco perchè ho paura, mi fà paura.. Non lo guardo più come un amico”

 

“ Tutto cambia. Giulia, Massimiliano è un amico, lo è ancora ma è anche un uomo, non un ragazzino, lui avrà obiettivi diversi rispetto a quelli che potrebbe avere un ventenne, è normale. Scordati storie come quella che hai avuto con Riccardo, nel caso succedesse qualcosa tra voi.”

 

“ Riccardo... sono già passati due anni” disse, ricordandosi di quanto gli fosse piaciuto quel ragazzo, poi aggiunse “Beh, sai che ti dico? Non ho più voglia di pensarci e di deprimermi. A proposito: hai visto che bella foto ha postato Willy?” le chiese mentre si portava improvvisamente alla bocca un pezzetto di tiramisù.

 

“ Si ho visto, ma quindi vi sentite tutti i giorni in chat?”.

 

“ No, non tutti i giorni cioè dipende, a volte sì. Sta diventando il mio svago, la mia distrazione in questa estate un pò così. Mi piace come scrive, sembra una persona sensibile, profonda. Sai che ha un fratello? Adora i dolci e I tatuaggi”.

 

“Credo debba stare attenta a non fidarti più di tanto…infondo non sai nulla di lui. Potrebbe nascondersi un serial killer” le disse con una smorfia divertita “ un fratello? Tatuaggi? Oddio Giulia, non sarà mica tatuato fino al midollo?!”.

 

“E se anche fosse..beh, affari suoi e poi non c’ è bisogno che mi allarmi con la tua lungimiranza…è un innocuo scambio di messaggi in chat….l hai visto, no? Non sto andando da nessuna parte, quindi riserva questo senso investigativo per altro e rilassati… ”

 

“così s’inizia, poi il serial ci sa fare….dà l’appuntamento raggirando la vittima, se la lavora per bene insomma” iniziò a ridere mentre Giulia basita la stava osservando “comunque se devo esser sincera, piace

anche a me questo Willy, però...”. Disse pensierosa senza terminare la frase.

 

“Però cosa?” chiese interessata Giulia.

 

“ Il mio sesto senso”.

 

“ Continua” la incalzò lei.

 

Elena sembrava divertita, le piaceva provocarla fingendosi misteriosa.

 

“ Scusa, ma non ti ha mandato ancora una sua foto? ”.

 

“No, ancora no. Ma tu cosa intendevi dirmi?”

 

“ Come se non fosse un perfetto sconosciuto”

 

“Eh?!?”

 

“ Sì, boh, non lo so è solo una sensazione. E' di Amburgo, ha un fratello, canta o comunque ha a che fare con la musica... non so, che siano solo coincidenze? Sarà, anche se io non ci ho mai creduto più di tanto”

 

“ Che c'entra Amburgo adesso? Che c'è di strano ad avere un fratello o il fatto che canti?”

 

“ Hai la memoria corta...ma davvero pensi di superare il test all'università o passare la selezione per hostess in queste condizioni?”

 

“ Senti, l'ubriaca quì mi sembri te però” disse ironicamente.

 

“ Mi ricorda qualcuno di questa estate”.

 

“ Naaa” rispose dopo aver riflettuto un istante “ ma ti riferisci a Tord e Brand?!?”

 

“ Bingo!!”

 

“ Certo che lavori assai di fantasia. Amburgo ha una popolazione assai cospicua, non credo sia abitata solo da loro due. Poi scusa, perchè non mi avrebbe subito detto che era lui?”

 

“ A questo non saprei risponderti, è ancora troppo presto, ma tu prova a chiedergli se ha un cane ed un fratello e com'è di aspetto”

 

Giulia la guardò sorridendo.

 

“ Sicuro che lo farò, ma non posso mica tempestarlo di domande e se anche fosse lui e non vorrebbe dirmelo, pensi che sarebbe così stupido da rispondere affermativamente a queste domande? Ele, Ele, non brilli per intelligenza eh! ” e aggiunse poco dopo “ Dai, sbrigati a finire, ho voglia di scendere in spiaggia.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Los Angeles, MtV Music Awards, Paramount Pictures

Settembre 2008

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“Gus, non riusciresti ad assere un po' più ...allegro? Mamma mia che faccino depresso! Dai ragazzi, abbiamo vinto e siamo ad una festa, un po' di allegria su quei volti, vi costa tanto? Guardate me ad esempio” disse allegramente un Tom sorridente, mentre cercava di far rientrare tutti nel riquadro della sua fotocamera.

 

“Ti vuoi muovere anziché rompere? Per forza abbiamo queste facce, sei tre ore con quell'affare in mano senza deciderti e scatta dannazione!” osservò Bill spazientendosi.

 

“Pronti?”

 

“Ancora?!? E dai” gli urlarono i tre.

 

“Uno, due, treee.........cheeeeese!”.

 

“Alleluja” esclamarono nuovamente i tre quasi all'unisono.

 

“Ok, ora che finalmente la montagna ha partorito il topolino vado a mangiare qualcosa”

 

“E ti pareva...... il nostro caro buon Gus...” disse Georg beccandosi per tutta risposta un bacio mimato dal batterista.

 

“Come sempre, sei venuto uno splendore” osservò Georg guardando Bill nel il capolavoro fatto da Tom “ e peccato sia un maschietto altrimenti a quest'ora avremmo avuto almeno quattro o cinque figli, ed un sesto magari in arrivo tesoro, mmmh....” gli sussurrò scherzosamente mentre si mordeva il labbro.

 

Bill di rimando sfoderò uno tra i più bei sorrisi del suo repertorio, a cui nessuno avrebbe potuto resistere.

 

“Geo, lo sai che hai della labbra da urlo, ma sono altre quelle in cui vorrei morire” Sentenziò davanti ad un Georg per niente meravigliato. “Ed ora vado a prendermi una boccata d'aria, qua c'è un chiasso infernale, ci vediamo dopo ragazzi” disse mentre gli altri si erano già incamminati verso l'angolo bar.

 

 

La notte afosa era ormai calata da un po’e lui, dimenandosi tra la folla e dal gruppo di amici negli eleganti locali della Paramount, s’incamminò verso il vialetto esterno circondato da edera e rose rampicanti che costeggiava l’enorme piscina illuminata.

Era inebriato da quella felicità che lo stava accompagnando tutto il giorno e dalla forza continua che Simone gli stava infondendo con le innumerevoli chiamate di congratulazioni: ricordava il disagio del caldo e di quel red carpet infinitamente lungo, di Georg e Gustav che si lamentavano per quell'afa, di Tom già stanco prima di iniziare e di Benjamin che instancabile si aggirava tra loro con la telecamera, il dolce in bocca al lupo di Natalie e le parole di Russell Brand al microfono che enunciava la loro vittoria. Aveva ancora nelle orecchie quelle urla di gioia e quegli applausi scroscianti del pubblico e dei fans; aveva ancora davanti agli occhi la loro immagine proiettata nello schermo gigante del palco con stampata in faccia la loro incredulità e l' imbarazzo misto a stupore,

quel senso inebriante di gioia infinita quando aveva preso in mano il trofeo Moonman e tenuto alla spicciola quel discorso breve ed improvvisato davanti a tutte quelle persone che attendevano solo loro.

Pensava a tutto questo quando sorseggiando la Vodka, tirò fuori dai pantaloni il suo telefonino e finalmente riuscì a rispondere a Giulia.

 

-Ok, forse è per uno che sta scoprendo di non essere più solamente infatutao ma che sta iniziando ad amare?-.

 

Attese un istante e la risposta arrivò.

 

-Mettiamola così, questa meravigliosa luna che hai postato, non dà molto adito a dubbi e dunque la prescelta sarà fortunata comunque e tu sei un inguaribile romantico, innamorato o infatuato chiunque egli sia. Ma temo che non sia difficile indovinare chi possa essere- Scrisse cercando di indovinare.

 

 

Restò un bel po’ a fissare quella frase, perchè forse l’aveva spiazzato. Piegò le gambe e si sedette coi talloni appoggiati sulle natiche adagiando il calice per terra, mentre con dall'altra per poco non gli scivolò il telefonino sul selciato.

 

-Bene, non sapevo avessi un fiuto così fine! Romantico, per così poco? Per la foto di una luna?! Forse lo sono, forse no, ma l'ardua sentenza spetterà solo all' ipotetica prescelta allora-.

 

-Dunque ho azzeccato! Che aspetti allora? Questa prescelta non sa di essere... tale, vero..?!-.

 

> Vuoi che ti dica che la prescelta sei tu? che ho perso la testa per te? Che sono pazzo di te? Che sono passati due mesi e ti desidero come non ho mai desiderato nessun’altra? Oh tesoro……. non provocarmi, questa splendida luna non sembra altro che tua complice stanotte ed insieme vi state divertendo a torturare questo mio povero cuore ……” < pensò con lo sguardo assente rivolto verso quella gente che poco lontano si muoveva a ritmo di soul tra luccichii di flute e abiti firmati.

 

Giurò che c’erano stati momenti in cui la tentazione era stata così forte da dirle tutto quanto e da essere così fuori di testa da esser capace di interrompere la tournè per prendere il primo aereo e andare da lei. Ma poi quel po’ di ragione che gli restava lo riportava coi piedi per terra, capendo che un gesto simile non sarebbe servito a nulla.

 

-Aspetto che lei lo capisca da sola- sentenziò laconico.

 

-Oh Willy ….sei un mascalzone, impazzirei fossi in te. Devi avere molto autocontrollo per queste cose. Quando m’innamoro io lo perdo completamente-.

 

Sorrise per quell'appellativo insolito e nel constatare che doveva essere anche molto passionale.

 

-Ci sono situazioni in cui l'autocontrollo è necessario, per il bene di … tutti- cercò di convincersi anche se non era più così tanto sicuro - Anche se sei innamorato e .. se sei a pezzi-.

 

Prese il bicchiere e se lo portò alle labbra, inumidendole, sentì le guance accaldate e il sudore bagnarli la fronte.

Giulia quella frase non l’aveva proprio capita: come si poteva avere il controllo su una questione in cui la razionalità secondo lei, non poteva esistere quando c'era l’amore di mezzo?.

 

-Ragione e sentimento….non vanno molto d’accordo negli affari di cuore-. Era quello che ultimamente si ripeteva in continuazione quando pensava a Massimiliano “Se ti ‘autocontrolli’ facendo

prevalere la ragione, non ti stai lasciando andare”

 

-Sono d’accordo- ribattè Bill apprezzando a fondo quanto gli aveva scritto -Ma a volte certe situazioni impongono un autocontrollo pur essendo innamorati: se ti affidi troppo ai tuoi sentimenti, in certe circostanze in cui ancora non potresti farlo, nel senso che ancora non potresti palesare le tue emozioni, finiresti per essere irrazionale, forse addirittura ridicolo e rischieresti qualche brutta figura”.

 

-Non si è mai ridicoli quando si ama o si desidera qualcuno; qui divergiamo con i nostri punti di vista, temo che non andremo mai d’accordo-.

 

-Non volevo scrivere proprio ridicolo...ma qualcosa che ti faccia sentire in enorme imbarazzo, ecco perchè ti ho scritto che a volte è bene che la ragione prevalga-.

 

-No ribadisco, se la ragione prevale non c'è sufficiente sentimento-.

 

-Quando desideri o ami intensamente una persona, potresti arrivare anche a questi estremi: non ti trovi più in un punto di equilibrio, sta a te scegliere quale dei due può prevalere per diverse ragioni-. Era esattamente la situazione che lui stava vivendo e che per niente al mondo avrebbe voluto; la ragione doveva prevalere ad ogni costo ora, perchè abbandonarsi totalmente a ciò che lui sentiva avrebbe significato allontanarlo dalla realtà. Alzò gli occhi al cielo accorgendosi che la luna si era levata velocemente velando la parte di cielo ad essa circostante: la vista di Los Angeles nella vallata sembrava irreale avvolta dal candore della sua pallida luce.

 

-Willy, ti salva solo il fatto che tra un po’ devo andare in segreteria, all'Università, ma il discorso non finisce qui…a proposito… la prossima settimana io ed Ele avremo la selezione all'AirFly. Auguraci in bocca al lupo-

 

-In bocca a che ? Che vuoi dire?- Chiese incuriosito e preoccupato al tempo stesso.

 

-E' un modo di dire, un augurio di buona fortuna, augurami buona fortuna-.

 

-Ah ok” scrisse ridendo “Ma certo, ti auguro il meglio e tutta la fortuna di cui avrai bisogno, ma - aggiunse preoccupato - Pensi di non poterti connettere fino ad allora?”.

 

“-Spero di si, anche se per poco, perchè sto studiando parecchio ed ora che sono ritornta a Modena devo pensare anche alla casa-.

 

-Allora ci conto- Scrisse sentendosi improvvisamente giù di corda.

 

-Willy...-.

 

- Dimmi- rispose subito incuriosito.

 

- Lei com'è? -

 

Bill si bloccò per un lungo istante: come avrebbe potuto scrivere a parole le emozioni, gli impulsi, le sensazioni, le percezioni che lei gli faceva provare ? Era come in uno stato di eccitazione perenne, come se stesse prendendo tutti i giorni una dose di anfetamina, dormiva pochissimo, mangiava pochissimo ed aveva persino perso qualche chilo, nonostante fosse già molto magro.

 

- Non ci sono parole per descriverla-.

 

- Oh Willy, spero un giorno possa accorgersi di te. Sai, anch'io penso ad una persona-.

 

Bill non capì o meglio ebbe paura di capire.

 

- Beh, ultimamente penso sempre ad una persona, ma non credo di essere al punto in cui ti trovi tu.- e dopo aggiunse – perchè ho capito che tu sei innamorato, vero?-

 

Si rialzò in piedi con le gambe tremanti, riprese a camminare senza sapere dove stesse andando. Improvvisamente ebbe una sensazione di nausea ed una forte tachicardia; quelle parole gli arrivarono come un pugno in pieno stomaco.

 

Allungò lo sguardo …..Si sentiva la musica da lontano e attraverso i cespugli poteva vedere delle ragazze che si erano messe in costume e che lentamente s’immergevano nell’acqua della piscina.

 

-Tu sei innamorata?- chiese ignorando la sua di domanda.

 

- No, ma mi piace. Ci conosciamo da moltissimo tempo, ma non voglio annoiarti-

 

- Tu non mi annoi mai. E lui? Sì, insomma, lui è innamorato?- non gl'interessava più se stava agendo d'impulso e se le sue domande potessero essere invadenti.

 

- Ma tu non mi hai risposto-

 

- Io... io credo di amarla, sì....-

 

-Vorrei tanto che tu possa trovare il momento giusto ed il modo per farglielo capire. Per me è diverso, non saprei dirti se lui prova qualcosa per me -

 

Si era accorto di essere arrivato al limite dell'enorme giardino, allontanandosi da tutto e da tutti. Solo bassi lampioni costeggiavano il selciato che l'avrebbe portato in un enorme fabbricato disabitato. Si sedette per terra allungando le gambe: sentiva il petto pesante come un macigno e quella nausea salirgli dallo stomaco senza dargli tregua; la gioia di quel giorno si era mescolata improvvisamente all'amara consapevolezza che aveva viaggiato troppo di fantasia per tutto questo tempo e che aveva avuto troppe aspettative positive da questa storia. Fece appello a quel poco autocontrollo rimasto ed inviò la risposta.

 

- Non ci conosciamo, ma credo che sarebbe impossibile a chiunque non accorgersi di te. Non penso che lui non provi nulla per te se tu sei arrivata a dirmi questo - le scrisse a malincuore.

 

- Non lo so e non so perchè ti sto scrivendo tutto questo Willy. Non ti conosco, ma scriverti…è bello- Quel complimento gli arrivò come una lieva carezza.

 

- Ora vai, non vorrei essere l'artefice dei tuoi ritardi- le rispose solo, non riuscì a scriverle altro.

 

Il display del telefonino si spense e lui rimase lì, inebriato dal profumo delle rose del giardino e sconvolto dalla nausea.

 

 

 

 

 

 

 

 

“ Bill, ho visto che andavi solo verso il vialetto ed ho capito che non volevi compagnie…”

 

Si voltò lentamente e vide il gemello avanzare in sua direzione dopodiché gli si sedette accanto.

 

“Tom….” Disse con un filo di voce e con tono supplichevole. I suoi occhi erano così lucidi e vivi che non ci impiegò molto a capire che qualcosa non era andata per il verso giusto.

 

“ Allora questa volta la faccenda è proprio seria ” osservò Tom.

 

“E'come se la conoscessi da sempre e questo mi fa male. Ho cercato con tutto me stesso di non pensare più a lei, di concentrarmi sul lavoro….ma non è servito a molto. Forse è triste dirti che la sto idealizzando, anzi, l'ho già fatto…..e forse è ancora più triste dirti che..” mentre la frase gli morì in gola.

 

Tom cercò di osservarlo meglio in quella poca luce, ma ciò che riuscì solo a scorgere era quel luccichio negli occhi, come se fosse sul punto di piangere.

 

“ Dirmi cosa, Bill?”

 

“Credo...credo di essermi innamorato! Dannazione, come si può essere più stupidi? Cerco con tutto me stesso di evitare di pensarci, ma non ci riesco, proprio non ci riesco. Ma come ho potuto permettere che accadesse? Come?Oh Tom!” gli disse, mentre si toccava nervosamente il bracciale in pelle borchiato “La desidero da impazzire.”

 

Seguì un istante di silenzio in cui poi s'incamminarono arrivando in fondo al selciato in cui vi era una panchina. Il leggero alito di vento scompigliò i capelli corvini di Bill rivelando il suo profilo perfetto e quella pelle chiara come la porcellana. Tom provò in quell’istante un senso profondo di affetto verso il gemello: Bill era davvero un essere speciale.

 

“Credo che tu ti stia colpevolizzando per qualcosa che accade d’improvviso e che arriva senza preavviso. Quando provi qualcosa per qualcuno è così. Anche se l'hai vista per pochi istanti e non ce l'hai più accanto. Ma qualcosa ti rimane e ti entra dentro e non ti lascia più. Lascia che il tuo sentimento scorra, non impedire nulla, vivilo fino in fondo, fai quello che ritieni più giusto per te e per lei. La vita va vissuta, non giudicata. E non credo sia triste quando capiamo di provare qualcosa per qualcuno, anche se l’altro non lo sa o non ricambia. L’amore ci migliora comunque. Ci insegna tante cose. Sta a noi poi cercare di far sì che questo sentimento non ci annulli o ci distrugga, qualsiasi sia l’esito della storia. Bill, credo che tu debba fare qualcosa di concreto oltre sentirvi tramite tramite chat. E’ stupido e controproducente e sai che ti avevo avvisato. Capisco che non voglia dirle la verità perché hai paura…..ma qualcosa dovrai farla perchè così non potrai tirare alla lunga”

 

Bill appoggiò i gomiti sopra lo schienale della panchina. Così pareva ancora più magro con la maglietta bianca e le bretelle nere. Tirò indietro il capo e chiuse gli occhi sospirando.

 

“Lei pensa ad un altro Tom. Scontato no?”.

 

“E tu temi di essere relegato alla friend zone, giusto? E' qual'è il problema? Era ipotizzabile una simile evenienza. Ma ora che fai? Già alla prima difficoltà ti butti giù?”

 

“Io non esisto, fisicamante per lei intendo,capisci? Che valore può avere uno con cui chatti da dietro ad un Pc e di cui ignori il resto? E' come parlarsi al telefono e non incontrarsi mai. Praticamente diventi il suo confessore.”

 

“ Ho ben chiara la situzione ed allora falle capire che esisti, forza un po' la situazione”

 

“Tom, mi sento davvero un idiota per queste cose, sono troppo timido” disse Bill alzando lo sguardo per ammirare la luna. “Non posso darle nessun appuntamento se è a questo quello a cui ti riferivi col 'forzare la situazione'. Mica è così stupida.”

 

“Essere sfacciati in certe occasioni….a volte è per pura sopravvivenza. Sono sicuro che troverai il modo perchè lei si fidi di te. Bene” disse poi alzandosi in piedi davanti a lui “Ora mi merito un extra fratello, la lezione di filosofia è terminata” disse divertito.

 

“Ed in cosa consisterebbe questo extra, sentiamo” chiese svogliato Bill

 

“Se vuoi proprio saperlo vieni con me…..non so, ma visto che ultimamente sei assente ed hai la testa altrove per accorgetene…..là in sala….c’è tutto quel ben di Dio di fanciulle”

 

“Ci risiamo…..è sempre la stessa solfa con te…..il sesso ti dà al cervello” disse Bill scuotendo il capo

 

“E ah” aggiunse Tom ridacchiando “ Christie sta aspettando là per salutarti.”

 

Bill sgranò gli occhi ed arrossii lievemente.

 

“Christie? E' venuta pure lei?” chiese meravigliato “E' da un bel po' che non la vedo”

 

“Guarda che ormai me ne sono fatto una ragione sai? Ha sempre preferito te e mi pare che in passato te l'abbia ampiamente dimostrato” disse il gemello stirando le labbra in un sorriso carico di significati.

 

“E' acqua passata e lo sai” precisò Bill, ricordandosi di quella strana amicizia che lo aveva legato a lei in passato, fin dall'inizio della sua carriera; ricordava benissimo la sua bellezza algida e provocante nonostante fosse giovanissima come lui, quei fianchi longilinei e quella sua camminata decisa nei corridoi della Universal, di quella volta che nell'ufficio del padre aveva spento davanti a tutti le sue sedici candeline emozionandosi a tal punto da scoppiare in lacrime, di quegli occhi azzurri, trasparenti come acque cristalline, di quegli sguardi pieni di desiderio che indirizzava solo a lui ed improvvisamente gli sembrò tutto così strano fino a provare un profondo senso di vergogna ripensando poi a quei momenti condivisi insieme, quando un po' più grandi, si erano ritrovati a scambiarsi avidi baci nei bagni dei pubs dove si esibivano, inebriato da quel suo profumo dalla fragranza fiorita che aveva ormai imparato a riconoscere tra mille, da quel desiderio irrefrenabile di possederla e da tutte quelle continue provocazioni che lei si divertiva a fare assecondando poi quel suo capriccio preferito nell'offrirgli alla fine la sua calda bocca fino fargli raggiungere copiosi orgasmi nell'arco di poco tempo gli uni dagli altri.

 

“Ero più piccolo, ma ora è cambiato tutto.”

 

“E cioè? Non hai più pulsioni sessuali?” chiese ridendo “Però è stata una bella esperienza, ammettilo. Mi ricordo cosa mi raccontavi su di lei ... era brava a fare certe cose, tu ti sentivi come in paradiso. Dovresti lasciarti andare un po’……ti farebbe bene, oggi è l'occasione giusta”

 

“Scusa, ma l'occasione giusta per cosa? Non interessa portarmi a letto Christie o una sconosciuta, non ho bisogno di questo, se è questo quello a cui stai pensando” Ora niente e nessuno aveva senso che non fosse Giulia. “E se tanto t'interessa saperlo, le ho eccome le pusioni sessuali, non sono mica morto”

 

Tom stirò nuovamente le labbra con fare malizioso.

 

“E allora devi aver optato per un voto di castità fino a scioglimento dello stesso non c'è altra spiegazione, fino a a quando ti accoppierai con Giulia!”

 

“Accoppierai? Ma come parli!” osservò stizzito “Lo sai che con lei è tutto diverso”

 

“L'ho capito, ma non è la tua ragazza. Cos'è, vorresti morire di desiderio aspettando lei?”

 

“Ok, so dove vuoi arrivare, ascoltami bene però: quando ci messaggiamo sono il ragazzo più felice di questo mondo, ho bisogno di sentirla in qualche modo e quando guardo le sue foto immagino tante cose stupende e tra le altre, anche tante porcate, lo ammetto. Sono un uomo. Ma non vado a masturbarmi tutte le volte. Ti è chiaro il concetto?”

 

Tom non resistette ed esplose in una risata fragorosa.

 

“Bibi, tesoro! Sei unico quando mi parli così! Ma io intendevo dire che così ti divertiresti per davvero e con zero compromessi, non chiuso in bagno, per lavori in corso, ad immaginare chissà cosa con lei, ma vista la situzione, spero per te che un giorno tu possa avverare il tuo desiderio che ora ti tormenta, tanto sei cocciuto ma….conoscendoti però, sarò sicuro che non sapresti da dove iniziare trovandoti in intimità con lei e disperato mi chiameresti al telefono per chiedermi cosa fare”

 

“Casanova, vorrei ricordarti che anch’io ho avuto qualche altra ragazza oltre lei e che non sono un imbranato come mi stai facendo credere.” iniziò ad indispettirsi.

 

“Dai, vorresti farmi credere diversamente, timido come sei? Anche se con Christie non notai tutta questa timidezza effettivamente”

 

“ Sono timido per certe cose, idiota, ma tu sei così stupido, non puoi capire!” esclamò risentito.

 

“ Beh, ma lasciami solo fare un appunto a riguardo: totalmente inesperto su come soddisfare una donna, questo sì però” disse ridendo Tom

 

“Non sembrava che Christie se ne andasse insoddisfatta tutte le volte. Il fatto che tu abbia avuto mille donne, non significa nulla” obiettò stizzito Bill.

 

“Oh, io credo invece di sì: non riescono a stare al passo coi miei instancabili tempi...” rispose compiaciuto il gemello

 

“Idiota ed illuso, vai a consumare il tuo extra che è meglio anziché perdere il tuo tempo con altre idiozie, anche se tu perdi sempre tempo a prescindere…” rispose alla fine soddisfatto con un colpetto affettuoso al braccio ed accorgendosi che quel forte senso di nausea che l'aveva accompagnato fino a poco prima era completamente scomparso.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*: (Khaled Hosseini)

Disclaimer: Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di queste persone, nè offenderle in alcun modo.

Note autore: ringrazio sempre chi spende del tempo a leggere questi miei capitoli e a chi vorrà esprimere un proprio parere. Grazie ancora.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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