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Autore: JoiningJoice    14/11/2017    2 recensioni
Se lui non è sciocco e superficiale quanto sembra, Yoongi non è né calmo né distaccato quanto vorrebbe apparire: è un oceano in tumulto, e a testimoniarlo sono i respiri agitati che gli scuotono il petto e hanno ben poco a che vedere con ciò che stanno facendo o con l’errore che Hoseok ha commesso; il suo è un turbamento molto più profondo e reale, e vederlo risalire in superficie terrorizza Hoseok più di ogni altra cosa al mondo.
- Cosa c’è, Hoseok-ah? - sussurra.

/// Cafuné: n./ka.foo'.ne/. Portoghese Brasiliano. L'atto di passare le dita tra i capelli della persona amata.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jung Hoseok/ J-Hope, Min Yoongi/ Suga
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Cafuné


Cafuné: n./ka.foo'.ne/. Portoghese Brasiliano.

L'atto di passare le dita tra i capelli della persona amata.


- Che cosa ci è successo? -

Hoseok non è una persona stupida, per quanto il suo atteggiamento e la personalità che dimostra in pubblico possano suggerire diversamente. È perfettamente consapevole che la definizione comune di “nostalgia” si riferisca ad un luogo, non una persona – e a qualcosa di distante, lontano e perduto; ma per quanto strano e confuso sia, la logica non gli impedisce di provare una nostalgia tremenda per il ragazzo tra le sue braccia in quel preciso momento. Yoongi posa una mano sulla sua spalla nuda quasi per fermarlo e lo fissa negli occhi, le iridi scure appena visibili negli occhi socchiusi che tremano, tentando di concentrarsi su un punto preciso del suo viso.

È in una seconda ondata di sconforto che Hoseok realizza di non avere idea di cosa Yoongi veda quando lo guarda. Per questo motivo si lascia cadere su di lui e preme la fronte contro il cuscino, sottraendosi all’analisi penetrante del suo sguardo e affondando nuovamente dentro di lui, contro di lui. Yoongi trattiene il fiato per un istante: la sua presa si fa più forte contro la sua spalla e la sua schiena – tanto forte che Hoseok rimane fermo in quella posizione ad ascoltare i battiti del cuore di Yoongi scandire il ritmo e dettarlo ai propri. Solleva un braccio e circonda il suo capo, abbracciandolo nella maniera più completa che conosce.

- Hoseok-ah... -

Si sente stordito e per un momento, immerso nel buio dietro le palpebre dei suoi occhi chiusi, una voce sottile e perfida nella sua mente gli suggerisce che la voce di Yoongi è l’unica cosa reale al mondo: non esiste nient’altro. Neanche lui esiste veramente, e continuerà ad essere così finché non aprirà gli occhi e ricomincerà a vivere con quel peso nel petto che lo trascina a terra – contro il corpo di Yoongi, contro il materasso.

Ma poi, in un sibilo, Yoongi sussurra: - Hoseok, mi...mi fa male. -, e Hoseok non può fare a meno di riaprirli e riabituarsi in un battito di ciglia alla luce fioca della lampada sul comodino, coperta sbadatamente dalla sua maglia. Per qualche momento non sente più neanche il dolore che tanto lo preoccupava fino ad un istante prima: il pensiero di aver fatto del male a Yoongi lo spaventa molto di più, tanto da spingerlo a voltare il viso per osservare come stia. Ci sono lacrime agli angoli dei suoi occhi – una di esse scende sulla sua guancia quando si volta a restituirgli quello sguardo preoccupato, quel mai pronunciato “Stai bene?” – e il suo labbro superiore è arricciato in una smorfia, ma non gli è successo niente di grave. Allenta persino la presa sulla sua schiena, anche se Hoseok sospetta che la mattina successiva si sveglierà comunque con dei segni arrossati che ricordano vagamente la forma delle sue unghie sulle scapole.

Se lui non è sciocco e superficiale quanto sembra, Yoongi non è né calmo né distaccato quanto vorrebbe apparire: è un oceano in tumulto, e a testimoniarlo sono i respiri agitati che gli scuotono il petto e hanno ben poco a che vedere con ciò che stanno facendo o con l’errore che Hoseok ha commesso; il suo è un turbamento molto più profondo e reale, e vederlo risalire in superficie terrorizza Hoseok più di ogni altra cosa al mondo.

- Cosa c’è, Hoseok-ah? - sussurra.

Hoseok lo guarda di nuovo, permettendogli almeno questa volta di fare altrettanto senza scappare e rifugiarsi nell’oscurità artificiale dei propri occhi chiusi o del viso premuto contro il cuscino. È difficile, quando le sue gambe tremano e tutto ciò che il suo corpo gli impone di fare è riprendere ad ubbidire a quel movimento antico ed istintivo, quando tutto ciò che sembra giusto e corretto è soffocare contro le labbra di Yoongi e fare l’amore con lui fino a quando le forze non gli verranno meno – ma deve resistere all’istinto, alla stanchezza, al richiamo della sua pelle tanto delicata quanto calda ed invitante. Posa comunque le labbra contro il suo viso, ma non gli sfugge: è una misura temporanea mentre cerca le parole necessarie a rispondere alla domanda di Yoongi, e lui lo sa.

Alla fine, dopo dieci o cento o mille baci, le uniche parole che sfuggono alle sue labbra arrossate sono: - Mi manchi. -, e poi tutto tace. Yoongi è fermo, le braccia sotto le sue e le mani unite sulla sua nuca, gli occhi intenti a scrutare il soffitto come se il lampadario nascondesse la verità dietro a quella stupida dichiarazione. Hoseok sente di aver appena fatto esplodere l’enorme bugia passiva che stavano vivendo, e non è sicuro che gli dispiaccia. Non del tutto. Non quando sente il peso sul suo petto farsi appena più leggero.

Ma poi, inaspettatamente, Yoongi apre la bocca – e la richiude, salvo aprirla un istante dopo – per sussurrare: - Mi manchi anche tu. -, e Hoseok sgrana gli occhi, scrutandolo alla ricerca di una traccia di compassione e sostegno. Non ne trova, neppure quando Yoongi chiude le palpebre e le riapre con le iridi ferme sul suo viso, il pomo d'Adamo che si muove appena mentre deglutisce. Quando parla, la voce è bassa e tremula.

- So perfettamente come ti senti, va bene? -

Le dita di Yoongi affondano nei suoi capelli, carezzano piano la sua testa in lenti, ipnotici movimenti circolari che cauterizzano appena la cicatrice sul cuore di Hoseok. È un movimento che lo riporta ad un tempo che lo rende, se possibile, ancora più nostalgico e triste – quando le loro carezze erano timide ed impacciate, quando ogni momento passato assieme diventava un segreto prezioso. Hoseok si concede di chiudere gli occhi e per un momento è di nuovo un ragazzino spaventato dal peso della responsabilità e della fatica della cui paura Yoongi ha deciso di farsi carico, e le sue dita sono l’unico conforto che conosca.

- È… - Yoongi annaspa, schiocca le labbra in un inconsapevole tic che Hoseok adora. Se non fosse schiacciato sotto il suo corpo, le braccia intente a circondarlo, Yoongi starebbe gesticolando nervosamente. - È tutta questa situazione. È la fatica. È lo stress. Non l’abbiamo mai sopportata bene. -

- No, infatti. - Annuisce; il semplice gesto di rispondere lo sfianca, e Hoseok non può fare a meno di posare la guancia contro il petto di Yoongi e lasciare che lui continui a carezzarlo. - Ma non voglio che sia tu ad andarci di mezzo. Io… -

Le carezze di Yoongi rallentano, come stesse attendendo che Hoseok finisca di parlare prima di concedersi nuovamente – ma di nuovo, Hoseok sente una nuvola scura e cupa annebbiargli la mente e impedirgli di pensare logicamente e dire ciò che dovrebbe dire. Conosce benissimo quella sensazione: è un’amica di vecchia data, la compagna di mille ansie più o meno giustificate. È solo un’altra forma del peso sul suo petto, dell’abitudine di chiudere gli occhi per negare a se stesso la responsabilità di affrontare qualunque problema lo stia tormentando – ed è il nodo alla gola che gli fa emettere un unico, patetico singulto quando finalmente apre le labbra per terminare la propria frase.

- ...io credo che preferirei morire che perderti. - Annaspa – e poi scoppia a ridere, perché l’abitudine gli ha insegnato che forse, se ride abbastanza a lungo, gli altri inizieranno a pensare che è felice davvero. Ha sempre funzionato, persino con se stesso; c’è solo una persona arguta abbastanza da non cascarci e, sfortunatamente per Hoseok, è la stessa persona che in quel momento sta premendo i palmi delle mani contro il suo viso e glielo sta sollevando verso sé.

- Hoseok. Hoseok. Apri gli occhi. -

Hoseok obbedisce, sforzandosi di non pensare a che disastro sia il suo viso in quel momento. Non ha un bell’aspetto, quando piange, ma Yoongi lo sta guardando con uno sguardo che conosce – lo stesso che gli ha rivolto la prima volta che si sono baciati, e mille altre volte ancora: Yoongi lo sta guardando come fosse qualcosa di piccolo e fragile che si è autoimposto di proteggere.

- Sono qui. - Sussurra, e per la prima volta da quando ha sputato fuori le parole che hanno dato inizio a quello stupido confronto Hoseok crolla realmente: ogni suo muscolo cede, sopraffatto da una spossatezza tanto fisica quanto emotiva. Bacia Yoongi a labbra aperte, gli occhi socchiusi per non perdersi nemmeno un istante di lui, senza mai lasciargli il tempo di pronunciare le uniche tre parole che sembra essere rimasto in grado di pronunciare – “Hoseok”, “Sono”, “Qui” – per intero.

- Ti amo. - Piange, prendendo nuovamente a muoversi dentro di lui. Le loro mani sono ovunque sul corpo dell’altro: afferrano la pelle, cercano dita e appigli e tremano sperando forse di riuscire ad affondare dentro le prigioni che sono i loro corpi. Hoseok si muove contro Yoongi e Yoongi si muove assieme a lui, scontrandosi anziché assecondarlo, inclinando il capo all’indietro senza che Hoseok protesti quando si trova a baciare il suo collo anziché le sue labbra. - Ti amo, ti amo. -, ripete, e poi: - Mi dispiace. -

Quasi muore sul serio quando sente Yoongi ridere e la gola trema sotto le sue labbra. - Sei un idiota. - Mugola, ma le sue parole non hanno alcun intento crudele – e vengono immediatamente sostituite da gemiti discontinui, sempre più forti e frequenti. Le dita di Yoongi trovano un rifugio definitivo sul suo fondoschiena: sono ancora lì quando Hoseok sente il calore dell’orgasmo montargli dentro, premono e lo implorano di spingere ancora di più e ancora più a fondo. Non è la prima volta che Yoongi sussurra tramite i propri gesti quanto gli piaccia sentirsi completamente distrutto dal corpo di Hoseok quando fanno sesso, forse non sarà l’ultima – ma per quanto grezzi e scoordinati possano apparire i loro corpi in quel momento, Hoseok sente di non essere mai stato tanto in sintonia con lui. Lascia scivolare una mano tra di loro, tenendolo sollevato dal materasso con un solo braccio, e afferra la sua erezione – massaggiandola con una lentezza che gli fa guadagnare un paio di insulti frustrati nella voce arrochita di Yoongi. Sorride; ha il volto ancora arrossato e gonfio per il pianto, e nel farlo lo scopre quasi indolenzito: come non avesse mai sorriso in quel modo prima d’ora. Come non avesse mai sorriso veramente.

Yoongi trema in un brivido che coinvolge anche Hoseok: perde la propria presa e la ritrova stringendo contro la sua schiena, affondando il viso nell’incavo della sua spalla – le labbra dischiuse mentre ansima a voce alta, un po’ più forte ogni volta che Hoseok sfrega il suo sesso sporcandosi del suo orgasmo. - Cazzo. Cazzo. - Annaspa. Si stringe, in tensione, e Hoseok non riesce a trattenersi ulteriormente: lo segue immediatamente, le braccia che cedono deboli e li fanno cadere entrambi contro il materasso in un confuso ammasso di baci e carezze e folle ricerca. Ogni tocco di uno sembra voler ricordare all’altro della propria presenza ed esistenza, ogni bacio è una promessa che li ancora entrambi a quella realtà – e quando la tempesta si placa e anche loro si ritrovano fermi, immobili e spaventati da quanto appena successo, Hoseok sente di non essere mai stato tanto vivo e tanto reale quanto in quel momento.

- Non me l’avevi mai detto prima. - Sussurra Yoongi, sbirciando attraverso il velo di silenzio scivolato tra loro. Hoseok sbatte le palpebre.

- Che cosa? -

- Che mi ami. - Risponde, e un piccolo sorriso sghembo gli scopre i denti. Hoseok realizza solo in quel momento – e quello successivo perde completamente la capacità di parlare.

- Io...io… - Balbetta, optando per un silenzio di tomba quando Yoongi prende a ridere quella sua risata perfida e acuta, tirandolo a sé perché si abbandoni contro il suo petto. È contro il cuore di Yoongi che Hoseok pensa che se proprio deve morire d’imbarazzo tanto vale farlo ora, mentre è ancora aggrappato a quell’ondata di felicità che non vuole saperne di lasciarlo andare.

- Sei davvero un idiota. - Borbotta Yoongi – un po’ esasperato, ma di nuovo senza crudeltà. Hoseok sospira, sorridendo appena nel sentire le dita che hanno ripreso a giocare coi suoi capelli. Quel gesto, realizza, è il modo più intimo che Yoongi conosce per far sì che Hoseok sia consapevole della sua presenza: è una vecchia abitudine sviluppata negli anni in cui erano praticamente da soli contro un mondo troppo più grande di loro. Ha vinto contro gli anni, contro il muro che si è innalzato tra di loro – fatto di notti di prove senza fine, di aspettative sempre più alte e dello stress che li ha condotti in quella stanza d’albergo a bruciare un rapporto deteriorato dall’abitudine. Ha vinto contro le loro paure.

- Dovrei lavarmi. - Borbotta. Il petto di Yoongi si alza e si abbassa regolarmente, un dondolio che culla la sua mente esausta.

- Fa freddo. Non alzarti. -

Il sorriso timido di Hoseok diventa un vero e proprio ghigno. - Come faccio ad abbracciarti e accarezzarti tutta la notte se sono sudato e sporco, Yoongi-yah? -

Comprende di aver fatto centro quando Yoongi lo getta di lato emettendo un verso disgustato – a cui risponde con una risata. Sorride ancora quando lui gli posa un dito contro le labbra per intimargli di stare zitto. - Dimmi cento volte che mi ami e sta pur certo che ci sarò sempre, Hoseok, ma azzardati a ripetere certe frasi e ti butto a calci in culo fuori da questa stanza senza neanche ridarti i tuoi vestiti. -

La risata di Hoseok muore piano, intervallando momenti in cui trova l’intera situazione assurda e delirante e momenti in cui ciò che Yoongi ha appena detto prende il totale controllo dei suoi pensieri. Apre la bocca non appena scosta il dito dalle sue labbra. - Davvero posso ripeterti che ti amo? -, mormora. Yoongi alza gli occhi al cielo e gli da le spalle, rotolando dall’altra parte del letto senza degnarlo di una risposta. Hoseok ha l’impressione che la sua reazione dovrebbe offenderlo, ma non è così: al contrario, lo fa sentire in pace con se stesso. Yoongi non è stupido quanto lui; non ha bisogno di sentirsi sopraffatto dalla paura per dirgli o dimostrargli quanto sia innamorato di lui. Lo farà a tempo debito – in un certo senso l’ha già fatto, solo con parole diverse dalle sue.

Hoseok si volta sul fianco opposto, allungandosi verso il comodino per recuperare dall’astuccio del trucco un paio di salviettine con cui asciugarsi le mani – dovrà farsele bastare, a meno che non voglia mettere alla prova la mira di Yoongi con una ciabatta mentre scappa in bagno. Spegne la lampada e solo dopo rotola verso di lui, facendo scivolare casualmente un braccio oltre il suo fianco e sorridendo quando la mano di Yoongi afferra e stringe la sua.

- Yoongi-yah. - Sussurra al suo orecchio. Yoongi si irrigidisce, pronto a ripetere la scenata di poco prima nel caso Hoseok tentasse di provocarlo nuovamente. Hoseok solleva la mano libera a carezzargli i capelli e lo sente rilassarsi sotto le proprie dita. - Mi sei mancato. -

Il peso sul suo petto è solo un ricordo lontano quando dieci minuti dopo, nel più totale e confortante dei silenzi, Yoongi risponde: - Anche tu. -




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((Nota: ho fatto usare il banmal ad entrambi perché ho letto che Hoseok e Yoongi parlano in maniera informale tra di loro ma mi scuso in anticipo se quest'informazione dovesse rivelarsi errata;;;))

Ieri mi sono svegliata con l'intenzione di scrivere roba fluff e invece prima di rendermene conto stavo scrivendo di Hobi in crisi esistenziale a causa del suo rapporto con Yoongi. Voglio proprio bene a questi ragazzi.

L'idea di un rapporto deteriorato dall'abitudine e dallo stress di uno stile di vita decisamente difficile mi ha assalito e non ne ha voluto sapere di andarsene, tanto che a un certo punto mi sono chiesta come sarebbe venuta questa storia se ad affrontare l'argomento fosse stata una coppia diversa e forse proverò a scrivere qualcosa a riguardo coi NamJin, tanto per mettermi alla prova!

Spero di aver reso bene l'IC di entrambi e che sia stata una lettura piacevole. Alla prossima!

- Joice



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