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Autore: Lucky_May    14/11/2017    1 recensioni
" Lo sai che le streghe muoiono a 23 anni? "
L'inizio delle scoperte che segnano la vita di Seraphina.
Un ragazzo misterioso che non può toccarla- e lei non può toccare lui;
Una maledizione dal passato; la corruzione che diventa una lama a doppio taglio: li salverà o li ucciderà?
Una storia d'amore che va oltre i confini del normale.
Una battaglia che aspetta solo due ragazzi al confine con la terza dimensione.
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Sovrannaturale
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Capitolo 15

 

«Mamma...»

 

Seraphina non poteva essere più arrabbiata con il suo destino.

Cosa aveva risolto scoprendo le sue vere origini?

 

Adesso aveva un altro posto a cui apparteneva.

Una scelta in più.

Una persona in più da abbandonare.

Un altro peso sulle spalle di Seraphina.

 

Amanda asciugò le lacrime a Seraphina e le sorrise dolcemente.

 

«Ma non sarai tu a decidere a quale luogo appartenere. Sai bene che Qualcuno ha già scritto il tuo destino.»

 

Amanda porse la mano a Seraphina e la aiutò a rialzarsi.

 

«Tutto ciò che devi fare adesso è chiudere questa dimensione insieme ad Adrien e salvare le sorti del mondo. Io e Norian torneremo nella nostra dimensione, se dopo ciò non ti ritroveremo nella nostra dimora sappi che io e tuo padre Norian ti abbiamo voluto bene dal primo momento in cui siamo venuti a sapere della tua esistenza. Sempre te ne vorremo e il ricordo di te non svanirà mai dalle nostre menti.»

 

Norian cingeva con le sue braccia la vita di Amanda.

Tolse un braccio solo per appoggiarlo sulla schiena di Seraphina che si era appena fiondata tra le braccia della madre.

Il padre le lasciò un bacio ed una carezza tra i capelli.

 

Seraphina non aveva idea di cosa significasse avere un padre.

Non appena sciolsero l'abbraccio Norian prese coraggio e parlò.

 

«Sono fiero di te. Per un padre che armeggia con la magia nera è un onore avere una figlia con dei poteri di tipo elementale, sei diventata una strega potentissima, in grado di affrontarmi e sovrastarmi. Ciò anche grazie ad Adrien.»

 

Norian sorrise ad Adrien che stava timidamente in un angolo ad osservare la tenera scena.

 

«Ed è un peccato che tu debba rinunciare ai tuoi poteri così.»

 

Seraphina sgranò gli occhi.

Rinunciare ai suoi poteri?

Seraphina non ci aveva mai pensato.

La chiusura della terza dimensione, il non potersi incontrare più con Adrien comportava anche la perdita dei suoi poteri.

Sarebbe tornata una comunissima umana.

In un gesto istintivo sia Seraphina che Adrien si portarono le mani al petto.

Le loro mani non sarebbero mai più state capaci di creare acqua e fuoco.

Era davvero pronta a tutto questo?

 

I due ragazzi non lo erano.

Ma la terza dimensione tremava e si torceva quasi su se stessa.

Era un chiaro segno del suo imminente collasso.

 

«Dobbiamo andare»

 

Amanda tirò leggermente il braccio di Norian, con un sorriso triste sul viso.

 

«Ti amiamo Seraphina, è stato un piacere conoscerti.»

«Anche io, mamma, papà!»

 

Unirono i loro poteri per tornare nella loro dimensione.

Anche Amanda e Norian avevano bisogno l'un l'altro, proprio come Adrien e Seraphina.

 

Ormai Seraphina non ricordava più l'ultima volta che aveva pronunciato la parola "papà".

Le aveva quasi scaldato il cuore e poi lo aveva graffiato lasciandole un'altra ferita aperta.

 

I due ragazzi rimasero soli nella terza dimensione, Adrien non sapeva bene cosa fare.

La forte scossa che fece girar la loro testa vorticosamente gli suggerì di uscire al più presto da quel luogo.

 

«Seraphina...» Sussurrò Adrien.

«Si, lo so.» Alzò una mano verso il ragazzo, come ad intimarlo di tacere.

 

Ma non era questo quello che voleva Seraphina per la loro ultima volta insieme.

Avrebbe voluto urlargli di non andare via, di rimanere nella terza dimensione con lei per sempre.

Ma questo per sempre, lo sapeva bene, non sarebbe durato comunque a lungo.

 

Tacque.

Tra milioni di parole che avrebbe potuto pronunciare, decise di tacere.

 

Con il cuore dolorante Seraphina si avvicinò pericolosamente ad Adrien.

Sollevò la mano verso quella di Adrien e ne rimase a pochi centimetri.

 

«Quando il tuo nome ricorderò

Tra la folla ti cercherò

Quando il sole sorgerà

La mia anima tra le tue braccia riposerà.

Io possiedo te

E

Tu-»

 

Risuonarono queste parole nello spazio circostante.

Spezzate da un tonfo provocato dal corpo di Seraphina.

Non sentiva nemmeno le urla di Adrien che cercavano di farla risvegliare dall'improvvisa perdita di sensi.

 

Seraphina si trovava già in un altro luogo.

Questa volta non era un ricordo, non era una visione.

Si trovava lì per davvero.

 

Anche questa volta camminava sul nulla.

Ma il luogo intorno a lei non era bianco come pochi secondi prima.

Tutto brillava di un bianco intenso, su uno sfondo nero-violaceo.

In basso alla sua destra intravide un piccolissimo e lontanissimo squarcio bianco.

Davanti a lei una scrivania di legno scuro.

Un uomo, se così poteva essere definito, siedeva dietro la scrivania.

I suoi lineamenti non erano ben definiti.

Era trasparente, indossava un mantello con un cappuccio di una scura tonalità di viola.

Riusciva a riconoscere la presenza di un naso, dei solchi con delle pupille altrettanto scure ed un paio di labbra, la sua mandibola ed il punto in cui terminava il collo e cominciavano le sue spalle.

Le sue mani impugnavano una piuma ed accanto a lui, sulla superficie alla sua destra vi era una bottiglietta con uno scuro liquido che Seraphina riconobbe come inchiostro.

 

L'essere era affaccendato nello scrivere ma sapeva che Seraphina era a pochi metri da lui.

Non voleva però interrompere il flusso di pensieri ed idee che stava trascrivendo sul suo spesso libro.

 

Seraphina avanzò qualche passo verso l'essere.

Stava letteralmente bruciando di rabbia.

 

I suoi occhi non erano più neri ma rossi, con qualche striatura di arancione.

Stringeva forte i pugni, ma avrebbe molto tranquillamente bruciato tutto ciò che le sarebbe capitato sotto mano in quel momento.

 

«Prego, signorina Seraphina.»

«Posso sapere chi è lei e cosa vuole da me? Non ho molto tempo.»

«La prego di moderare i toni, signorina. Io sono semplicemente Qualcuno. Lei è stata richiamata personalmente dal sottoscritto a causa di un cambiamento nel corso della sua vita.»

 

Seraphina non capiva dove voleva arrivare l'uomo con la voce distorta.

 

«Si spieghi meglio.»

«Non è ancora giunto il momento di chiudere la terza dimensione. Lei ha appena compiuto 21 anni, o sbaglio?»

«Non sbaglia.»

«La missione che le è stata affidata ha come termine i suoi 23 anni, signorina.»

 

Seraphina giurava di non vederci più dalla rabbia.

Fece tremare la scrivania quando piantò violentemente le mani sulla superficie lignea.

Difficilmente, e nemmeno lei sapeva come, riuscì a tratterene i suoi poteri e non mandare il mobile a fuoco.

 

«La missione è letteralmente andata a farsi fottere nel momento in cui io e Adrien ci siamo innamorati, o mi sbaglio?»

 

L'essere dalle sembianze maschili strinse la penna tra le sue dita e si fermò un attimo dallo scrivere, infastidito dalle maniere di Seraphina.

 

«Non era previsto, vero? Era proibito, vero? Eppure è successo.»

 

Seraphina teneva gli occhi socchiusi.

Quella volta non sentiva il solito calore dei suoi poteri dentro di lei, sentiva più un flusso di lava.

 

«Ah l'amore, che cosa stupida. Ma sono qui per aiutarti, se vuoi.»

«Aiutarmi? In che modo? In cosa?»

«A vivere il resto della tua vita con quell'umano, scrivendolo in questo libro.»

 

Un lampo passò negli occhi di Seraphina.

Ora erano accesi più che mai.

E non, tristemente, per la proposta allettante di vivere la propria vita con Adrien.

Ma perchè Seraphina si trovava veramente davanti a Qualcuno.

Colui che scriveva il destino delle persone sul suo libro.

 

Colui che aveva reso l'ultimo anno di vita di Seraphina impossibile.

Colui che l'avrebbe ingannata, in un modo o nell'altro, per puro divertimento.

Un'offerta così dolce, così pura, così capace di rendere la vita di Seraphina serena, per una volta e per tutte, non poteva essere stata proposta dallo stesso uomo che gli stava rovinando la vita.

 

Seraphina decise che se era stata in grado di cambiare il suo destino con le sue stesse mani allora non avrebbe avuto bisogno di una mera frase scritta su un libro per farle reincontrare Adrien.

 

Però.

 

L'uomo davanti a lei avrebbe potuto ostacolarla in tutti i modi possibili.

E non solo la sua vita, ma anche quella di tutti gli essere viventi.

Anche quella di Amanda e Norian, che finalmente si erano riuniti.

 

I suoi genitori avevano sofferto abbastanza.

Lei aveva sofferto abbastanza.

Sua madre adottiva aveva sofferto abbastanza, per la morte del marito.

L'intera popolazione mondiale aveva sofferto abbastanza.

Adrien aveva sofferto abbastanza.

Per delle scelte che non avevano compiuto loro.

 

Tutto a causa del destino.

 

«Tu non meriti di vivere.» Biascicò tra le sue labbra Seraphina.

«Vivere? Io non vivo, io esisto dalla creazione dell'universo.»

 

I colori davanti a lei cominciavano a diventare più offuscati, distorti, opachi.

Rimpiazzati da una costante sfumatura di rosso e arancione.

Le pupille di Seraphina stavano straripando di potere elementale.

 

Le bastò un solo secondo ed un solo tocco per bruciare e ridurre in cenere la penna che l'uomo teneva in mano.

Successivamente toccò alla scrivania.

Dopo al libro.

 

Impiegò in tutto 3 secondi per bruciare il lavoro che l'essere davanti a lei aveva compiuto dalla creazione dell'universo.

 

Bruciò anche la bottiglietta di inchiostro davanti agli "occhi" dell'essere.

 

«Ed adesso tocca a te.»

 

Seraphina avvolse il collo di Qualcuno con la sua mano e puntò il suo sguardo su quelli che dovevano essere i suoi occhi.

 

«Brucierai come le anime di chi hai condannato all'inferno con i tuoi stupidi giochetti e sparirai per sempre. Mi hai affidato la missione di salvare il mondo ed io lo farò. Adempierò al mio compito fino in fondo, facendoti sparire. Lasciando che le persone decidano per sè cosa è giusto e cosa non lo è. Niente più condanne, niente più maledizioni. Sparirai, per sempre.»

 

Ed accadde proprio questo.

L'essere si trasformò in un cumulo di cenere trasparente di cui si potevano solo riconoscere i bordi.

 

Non essendo ancora sparita l'ira dentro Seraphina, decise saggiamente di bruciare anche il mantello violaceo che l'uomo possedeva.

 

Soffiò sulle ceneri che le rimasero sulla mano, facendole disperdere nell'universo infinito.

 

Quando Seraphina ritornò in sè trovò il volto terrorizzato di Adrien davanti ai suoi occhi.

La sua vista era ancora offuscata e tendeva a vedere tutti i colori in diverse sfumature di arancione.

 

Sentiva la rabbia -ed il fuoco- scorrerle nelle vene.

 

Ma il volto di Adrien non era solo spaventato, ma anche sofferente.

 

«Seraphina! Calma le tue fiamme, ti prego...»

 

Era ovvio, uno stregone elementale d'acqua soffriva in mezzo a tutte quelle fiamme.

 

...In mezzo a tutte quelle fiamme?...

 

L'intera terza dimensione era a fuoco.

Seraphina non capiva come avesse fatto o perchè Adrien fosse rimasto accanto a lei anche quando rischiava di ... evaporare.

 

Ma Seraphina non riusciva a calmarsi, i suoi denti sbattevano e non riusciva a respirare appropriatamente.

Inoltre nel suo habitat naturale, tra le fiamme, si sentiva a suo agio.

 

Quando Adrien vide le fiamme bruciare nelle iridi della ragazza capì che non sarebbe stata capace di spegnere quelle fiamme da sola.

Ed era giusto così, Adrien pensò.

Che Seraphina avrebbe sempre avuto bisogno dell'aiuto di Adrien, era corretto.

 

Adrien prese un profondo respiro e fece piovere acqua nell'intera dimensione, nonostante questo gli portò via tantissima forza e quasi si sentiva svanire.

 

Non appena l'acqua bagnò il corpo di Seraphina, le fiamme sparirono dagli occhi, ritornando al loro color nero originale.

 

Seraphina si rese conto di sentirsi meglio in pochi minuti.

Sorrise ad Adrien, avvicinandosi a lui quanto poteva per non trapassare il suo fantasma.

Stava bene in mezzo alle sue fiamme, ma le pioggie di Adrien la calmarono in un modo particolare.

I due ragazzi cercarono di abbracciarsi e lo squarcio della terza dimensione imitò il loro movimento.

 

I due lembi della crepa si abbracciarono piano piano, richiudendosi completamente davanti agli occhi dei due ragazzi.

 

Seraphina si guardò attorno meravigliata.

 

«Dopo aver scoperto la verità, pregò allora che arrivasse l'acqua a spegnere il fuoco che ardeva.

La corruzione del suo desiderio creò una terza dimensione, in modo che potesse arrivare l'acqua a spegnere il fuoco...»

 

Adrien ripetè le parole sottovoce.

 

«La maledizione! Si è avverata la profezia, si è avverato l'ultimo desiderio della strega elementale...»

 

Seraphina e Adrien si vedevano più nitidi, privi di quella trasparenza che li rendeva fantasmi nelle altre dimensioni.

 

Seraphina si osservò la mano e istintivamente la appoggiò sul viso di Adrien.

Rimase sconcertata quando non riuscì a toccarlo.

 

«Perchè non posso toccarti ancora?! La maledizione è svanita, cosa devo fare ancora per poterti solo sfiorare?!»

«Guardati attorno Seraphina, lo squarcio è stato richiuso ma la terza dimensione sta comunque collassando. Dobbiamo chiuderla ed andare via.»

«Andare via...? Adrien ma io non voglio-»

«Lo so Seraphina, nemmeno io voglio lasciarti.»

 

Poggiò le mani sulle guancie della ragazza, anche se nessuno dei due poteva veramente sentirlo.

Si guardò un attimo attorno, per confermare che non ci fosse nessuno ad interromperli, questa volta.

Si morse il labbro inferiore e cominciò a parlare.

 

«Nemmeno io voglio lasciarti, io ti amo. Tu mi completi e giuro sul mio nome che ti verrò a prendere in qualsiasi dimensione ti troverai. E quando ci riuscirò ti stringerò così forte per compensare tutte le volte che non ho potuto farlo, perciò aspettami. Ma per adesso, ti prego, mettiti in salvo, mettiamoci in salvo. Sei la cosa più importante che non possiedo.»

 

Agli occhi lucidi di Seraphina neanche Adrien riuscì a trattenere una lacrima.

Appoggiò la fronte su quella di lei, forse per sentirla più vicina.

Una cadde sulla guancia della ragazza e lei la avvertì.

Venne poi travolta dal flusso delle altre lacrime, mescolandosi a quelle del ragazzo vicino che continuavano a cadere su di lei.

 

Insieme cominciarono a cantare i versi dell'incantesimo.

Seraphina sperava di svanire un'altra volta e rivivere lo stesso istante per sempre, ma non accadde.

 

«Quando il tuo nome ricorderò

Tra la folla ti cercherò

Quando il sole sorgerà

La mia anima tra le tue braccia riposerà.

Io possiedo te

E

Tu possiedi me.»

 

I due ragazzi si allontanarono facendo un passo indietro, mai distogliendo lo sguardo l'uno dall'altro.

Ma al secondo passo entrambi caddero e si ritrovarono ognuno nella propria dimensione.

Sguardo rivolto al tetto e schiena sul pavimento.

Entrambi si alzarono in piedi e si guardarono allo specchio.

 

Seraphina aveva i capelli di un rosso naturale, come tutte le altre ragazze nate con i capelli rossi.

Non erano più di quel rosso fuoco acceso che non poteva passare inosservato in nessun luogo.

I suoi occhi non erano più neri carbone, bensì di un castano dolce e scuro.

Seraphina era tornata umana a tutti gli effetti.

 

Anche Adrien si specchiò e trovò dei cambiamenti nel suo aspetto.

I suoi capelli erano adesso neri ed i suoi occhi di un azzurro chiaro, non più quel blu in cui si poteva letteralmente affogare.

Anche Adrien era tornato completamente umano.

 

Ecco che il vuoto dentro entrambi si faceva spazio tra le loro viscere e li torturava notte dopo notte, lasciandoli svegli e a volte senza fiato.

 

Ogni mattina Seraphina si svegliava con una nuova luce negli occhi.

Si autoconvinceva che anche quel giorno avrebbe reincontrato il suo predestinato.

Ma non accadeva mai.

Giorno dopo giorno Seraphina abbandonò l'idea in un angolo della sua testa.

 

 

 

 

La madre svegliò Seraphina sussurrando una sinfonia ben conosciuta.

 

«Tanti auguri a Seraphina... Tanti auguri a te!»

Quando Seraphina aprì gli occhi, sua madre la accolse con un grande sorriso ed una torta tra le mani.

Due candeline ed un " 23 " sulla glassa.

 

Seraphina sorrise e soffiò sulle candeline strofinandosi gli occhi.

Si preparò per uscire.

Nella mente balenava il pensiero del compleanno di Adrien, nella tasca della giacca la gemma che Adrien le aveva regalato per il suo compleanno era stretta forte nel pugno di Seraphina.

 

Voleva scacciare quel pensiero facendo una passeggiata per incontrare alcuni dei suoi amici.

Ma piuttosto di scacciarlo, si perse con la testa tra le nuvole.

E si perse anche realmente.

Non sapeva come fosse arrivata in quel bosco ai piedi della montagna dietro casa sua.

Non riusciva a fermare i suoi passi, in preda al panico.

Tra tutti i pensieri che si scontravano l'un l'altro uno la colpì particolarmente.

 

Quel luogo le era familiare.

 

Con il naso rivolto verso il cielo e gli occhi a scrutare le alte cime degli alberi che la circondavano arrivò sotto un basso dirupo senza che lei stessa se ne accorgesse.

 

I suoi occhi guardavano ancora il movimento delle nuvole che la incantavano.

Quando poi il suo sguardo si spostò verso il basso rimase ancora più incantata.

 

Una figura dai capelli neri le dava le spalle.

Si voltò non appena un lamento lasciò le labbra di Seraphina involontariamente.

 

Il cuore dei due smise di battere come i loro occhi si incrociarono.

Il respiro di Seraphina si fece affannato, non riuscì a reprimere un sorriso ed un brivido le percorse la schiena.

 

Il ragazzo davanti a lei corse nella sua direzione ma rimase ferma allungando le braccia verso di lui.

 

Non appena le sue dita sfiorarono il corpo del ragazzo, diverse lacrime rigarono il suo volto.

 

«Adrien...»

Affondò il volto nell'incavo del suo collo inalando il più possibile il suo reale profumo.

 

«Seraphina...»

Adrien teneva stretta la nuca della ragazza tra le sue braccia.

Non riusciva e non voleva staccarsi da quella presenza.

Aveva paura che sarebbe svanita.

Ma prese coraggio e si staccò quello che gli bastò per appoggiare le labbra su quelle soffici di Seraphina.

Sentiva la ragazza sorridere sotto il suo bacio e giurò di non aver mai provato sensazione più bella nella sua vita.

 

«Visto? Te l'avevo detto che sarei venuto a prenderti.»


 

 THE END.





Angolo scrittrice-
Beh che dire? Ci ho messo un pezzo per elaborare un finale che potesse rendere giustizia all'intera storia.
Spero di esserci riuscita e spero che vi sia piaciuta ♥
E' la mia prima storia seria completata quindi se non vi dispiace, lasciatemi una recensione per capire cosa vi è rimasto e cosa vi ho suscitato ♥
Ovviamente se non ci avete capito una mazza della storia scrivetemi e vi chiarirò ogni dubbio, lol.
Detto questo, potrei tornare con un PREQUEL di questa storia ahaha però NO SPOILER.
Restate sintonizzati ♥
Baci baci

Lucky_May







 

  
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