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Autore: ellydarklight    14/11/2017    4 recensioni
Storia scritta in collaborazione tra me e LadyEloredane
Harry è stato tradito dal mondo magico, muore ad Azkaban ma la Morte lo riporterà indietro nel tempo.
Genere: Angst, Dark, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Un po' tutti | Coppie: Draco/Harry
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Nessun contesto, Più contesti
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storia scritta in collaborazione con LadyEloredane http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=119189

 

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L'ULTIMO DONO DELLA MORTE

 

ventiduesimo capitolo

 

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POV Harry

C’era decisamente una tetraggine da fine-delle-vacanze nell’aria quando mi svegliai quel mattino.
Una pioggia pesante picchiettava ancora contro la finestra mentre s’infilava i jeans e una camicia nera.
-Buongiorno, Harry -, salutò Theo uscendo dalla sua camera, affianco alla sua.
-Giorno, Theo -, dissi trattenendo a stento uno sbadiglio.
Assieme scendemmo in cucina dove Sirius se ne stava praticamente accasciato sul tavolo, mugugnando tra sé e se, completamente ignorato da Remus intento a leggere l’edizione di quel mattino del Daily Prophet dove vi era a caratteri cubitali in prima pagina l’articolo che riguardava quanto accaduto alla finale di Quidditch.
Ci sedemmo al tavolo iniziando a far colazione. Nonostante a Hogwarts fossi sempre sotto l’occhio vigile di Dumbledore non vedevo l’ora di farvi ritorno, mi mancava quel luogo, poter trascorrere tutto il tempo che volevo con Draco e con i miei amici era tutto ciò che desideravo in quel momento e non importava se quell’anno ci sarebbe stato il Torneo Tremaghi, anche se ero curioso di sapere come avrebbe fatto Voldemort a risorgere dato che Barty Crouch jr. non avrebbe preso il posto di Mad-Eye in quanto Remus era ancora l’insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure, mi ero assicurato che la maledizione che il vecchio serpente aveva lanciato su quel posto sparisse poco prima della fine dell’anno precedente.
Remus ripiegò il giornale, finì di bere il suo caffè e sì alzò, -Ci vediamo stasera al banchetto, ragazzi -, disse sorridendoci mentre i lamenti di Sirius aumentavano. -Paddy un mese devi resistere da solo poi verrai mandato anche tu a Hogwarts con la tua squadra per controllare l’evento di quest’anno -, disse guardando esasperato l’amico.
-Un mese è un tempo interminabile! -, si lamentò Sirius alzando di scatto il capo e guardando male l’amico.
Remus roteò lo sguardò, -Non sarai completamente solo. Andromeda e Ted ti hanno già detto che ti vogliono a cena da loro ogni mercoledì sera -.
-Oltretutto ai il lavoro, Sirius -, disse Theo posando la sua tazza di caffelatte. -E i tuoi colleghi con cui uscire. Vedrai che non ti accorgerai nemmeno che il mese sarà già passato e ci raggiungerai a Hogwarts -.
Sirius parve rincuorato almeno in parte dalle loro parole che finalmente si decise a consumare la sua colazione mentre Remus con un sorriso spariva per dirigersi a Hogwarts dove avrebbe riprese possesso dei suoi alloggi.
Draco decise in quel momento di mostrarsi a noi. Aveva fatto piuttosto fatica ad abituarsi a questa nuova realtà.
Da come mi aveva raccontato i suoi genitori poco prima di lasciarlo nella nostra tenda gli avevano comunicato che per la sua sicurezza era meglio che venisse a vivere da noi in quanto quello che era accaduto al finale di Quidditch era solo l’inizio di ciò che sarebbe potuto succedere in un futuro non troppo lontano.
Lucius aveva poi parlato con Sirius per una manciata di minuti, prima di andarsene con la moglie. A quanto sembrava aveva garantito a Sirius che se ci fossero state altre attività da parte dei Death Eaters lo avrebbe informato.
Era un grande rischio, ma sembrava che la mia storia con Draco aveva spinto i Malfoy a prendere la decisione di fare il doppio gioco per proteggere il figlio.
Un’ora più tardi stavano caricando i loro bauli nella monovolume che Sirius aveva comprato all’inizio dell’estate, naturalmente era privo di patate, ed era stata magicamente modificata seguendo l’esempio del signor Weasley.
Il viaggio fu assai veloce. Con le modifiche alla macchina era facile passare come razzi tra le macchine incolonnate.
L’Hogwarts Express era già là spuntando nuvole di fumo, da cui i molti studenti di Hogwarts e i loro genitori sulla banchina emergevano come cupi fantasmi. Cercai tra la folla i miei amici, ma invece di loro trovai qualcuno che non mi sarei aspettato di rivedere, almeno non così presto.
Jake Monroe è inconfondibile nella folla della stazione, i suoi abiti Babbani spiccano in mezzo agli abiti sgargianti dei maghi.
Era un uomo molto bello, un Magonò, di 54 anni pieno di cicatrici, dalla pelle olivastra, capelli castani scuri leggermente mossi ed occhi verdi, dai lineamenti marcati ed il naso patrizio, altezza media.
Un gran esperto in veleni, combattimento corpo a corpo e armi bianche, lavorava nei servizi segreti britannici.
Suo fratello gemello, Bob, è molto simile a lui, ma è più alto ed è albino oltre ad essere un mago, un indicibile per la precisione, nel mio futuro avrebbe perso il lavoro per avermi difeso.
Oggi sono entrambi qui insieme ad una bambina dai capelli biondo scuro e pelle leggermente olivastra vestita come una bambola, probabilmente la figlia di Jake, si era ritirata dalla scuola dopo la fine del torneo Tremaghi e lo zio gli aveva insegnato tutto sulla magia la sera mentre il pomeriggio andava in una scuola Babbana, un’educazione assai migliore rispetto ad Hogwarts, dopo che suo zio è diventato un reietto non ha più messo piede nella comunità magica britannica/irlandese, se ben ricordo il suo nome era Christina; vorrei andare da loro e ringraziarli per essersi battuti per me ma quelle cose in questa linea del tempo non sono mai successe e non dovranno mai succedere, ma almeno per il futuro so che Monroe non è corrotto, ci vorrebbero più persone come lui nel ministero.
Saluto Sirius affettuosamente mentre salgo sul treno con Draco e Theo prendendo posto in uno scompartimento vuoto.
Devo trovare le gemelle Carrow. Hestia e Flora sono molto intelligenti, nella graduatoria degli studenti del loro anno occupano tra sesto e il nono posto in quasi tutte le materie, non hanno mai preso parte alla guerra, troppo pacifiche e paurose per farlo, non credevano negli ideali purosangue e disapprovavano la violenza, loro due hanno accesso a numerose informazioni utili per la guerra essendo parte della famiglia Carrow, figlie di Alecto e con padre sconosciuto (anche se si dice che siano figlie di Amycus).
-Vado a cercare gli altri -, dico alzandomi poco dopo che il treno si mosse.
Lo stretto corridoio del treno è affollato e la confusione regna sovrana. A fatica mi faccio strada, gettando occhiate veloci nei vari scomparti sino a quando non incontro Graham.
-Ho trovato le gemelle -, disse facendo un mezzo sorrisetto. Avevo parlato solo con lui e Neville della mia idea di avvicinare le gemelle Carrow per renderle mie alleate e spie entrambi si erano dimostrati concordi con il mio piano in quanto avevano concordato che erano degli elementi preziosi se la guerra fosse scoppiata.
-Dove sono? -, domandai.
-Nel prossimo vagone -, disse Graham prima di precedermi nel vagone successivo a quello in cui ci trovavamo sino a fermarsi davanti ad uno scompartimento, mi sporsi un poco e le vidi.
Due ragazzine di tredici anni sedevano in solitaria in quello scompartimento. Indossavano già le loro divise, i colori di Slytherin facevano bella mostra su di loro, ed entrambe erano immerse in una fitta lettura.
Essendo le figlie di Alecto non potevano essere una grande bellezza. Non erano molto alte per la loro età e piuttosto in carne, entrambe avevano i capelli di un biondo sporco.
Hestia li teneva legati in una coda bassa e gli occhi scuri erano nascosti dietro un paio di occhiali che sembravano dei fondi di bottiglia, Flora invece li aveva sciolti lungo le spalle, l’occhio sinistro era attraversato da una cicatrice e la palpebra ricadeva mollemente su di esso, era stata sua madre a farle quello poiché Hestia a pochi mesi dal loro undicesimo compleanno ancora non mostrava segni di magia in lei e per questo aveva deciso di “aiutarla” colpendo la gemella ripetutamente con incantesimi diversi per spingerla ad usare la magia e fermarla.
Hestia ci era riuscita ma solo quando ormai l’occhio sinistro della gemella e il suo braccio destro erano stati danneggiati seriamente.
Erano oggetto di scherzi orribili e prese in giro nella loro casa, anche peggio di quello che era accaduto a Luna nella vecchia linea temporale, ed erano completamente isolate.
-Hai ciò che ti ho chiesto? -, domandai a Graham il quale annuendo mi passò un piccolo involucro che aveva custodito per me durante l’estate, -Aspettami qui -, dico prima di entrare nello scompartimento e attirare su di me i loro sguardi spaventati.
Sorrido leggermente loro che nonostante siano spaventate ora mi guardano con curiosità e anche confusione.
-Voi siete Hestia e Flora Carrow, giusto? -, domandò. Loro si limitano ad annuire. -Posso sedermi? -, non aspetto una risposta e mi accomodo di fronte a loro. -Penso che questo vi appartenga -, dico porgendogli l’involucro che mi ero fatto dare da Graham.
È Hestia a prendere ciò che porgo e a sciogliere il nodo del tessuto prima di emettere un suono pieno di sorpresa, -Il tuo medaglio, Flora -, sussurra mostrando alla sorella un medaglione con su il blasone della famiglia Monroe, antica famiglia purosangue francese di cui faceva parte la loro bisnonna materna, l’unica persona che abbia mai amato quelle due ragazze e che ha sempre cercato di proteggere dalla crudeltà della madre. Era da lei che si erano rifugiate durante la Seconda Guerra Magica che dalla morte del marito era tornata a vivere in Francia poiché aveva sempre disapprovato il matrimonio tra suo figlia, Abigail, e suo cugino di primo grado, Nefas Carrow.
-Dove l’hai trovato? -, domandò Flora guardandomi.
-È stato alla fine dell’anno precedente, mi ci è voluto un po’ per scoprire a chi appartenesse e devo ringraziare solamente Graham Montague se sono riuscito a riconsegnarvelo -.
-Siamo noi a doverti ringraziare -, dice Flora. -Non sai quanto sia prezioso questo ciondolo. Grazie, Potter -.
-Harry, chiamatemi solamente Harry -, dissi sorridendo ampiamente. Avevo appena fatto il primo passo per avvicinarle a me.

Pov Neville

Il Torneo Tremaghi.
Un evento piuttosto importante si sarebbe tenuto lì ad Hogwarts durante l’arco dell’anno.
Molti erano gli studenti entusiasti di tale evento, io non ero sicuramente tra questi e a giudicare dallo sguardo di Harry nemmeno lui era particolarmente felice di tale evento. 
I Cavalieri si erano riuniti qualche ora dopo la fine del banchetto d’inizio anno per discutere di tale evento e se fosse saggio che qualcuno di noi si proponesse come Campione di Hogwarts.
-Siamo seri ragazzi -, stava dicendo Hermione, sovrastando il frastuono che si era creano nella stanza. -I nostri compagni sono ottusi e bigotti. Se si presentasse Graham e venisse selezionato come Campione il resto della scuola non gli darebbe il suo appoggio perché è di Slytherin, perché è figlio di Death Eaters e perché sguazza nelle Arti Oscure -, disse guardando Montague seduto accanto a me alla destra di Harry. -E se si presentasse Angelina gli Slytherin non darebbero il loro supporto perché è dei Gryffindor -.
-Serve qualcuno che unisca le quattro case. Dobbiamo dimostrarci uniti -, disse Harry, intromettendosi nel discorso per la prima volta da quando ci eravamo riuniti. -Qualcuno di Ravenclaw o di Hufflepuff -, aggiunse guardando i Cavalieri appartenenti a quelle Case, che ricambiarono il suo sguardo. -Qualcuno di voi pensa di sentirsela a proporsi come Campione? Dovete essere in grado di trattenere la vostra reale forza magica, ragazzi, dovete ricordarvi che per il resto del Mondo Magico siete dei semplici maghi di diciassette anni e soprattutto non dovete cadere nella tentazione di usare le Arti Oscure -.
Era chiaro che nessuno si sentisse all’altezza, ora come ora era impensabile per loro riuscire a trattenere la loro reale forza magica. Era già molto faticoso dover frequentare le normali lezioni mostrandosi come dei normali studenti con particolari doti in alcune materie.
-Credo che quel compito spetti a me -, disse Cedric sollevando lo sguardo verso Harry. -Tra i Cavalieri con l’età giusta per partecipare al Torneo Tremaghi sono quello con più controllo sulla propria forza magica e ricorro assai raramente alle Arti Oscure, se non sono strettamente costretto -.
Cedric aveva ragione. Non era mai stato attratto dalle Arti Oscure come i gemelli o come altri seduti al questo tavolo, lui e la sua ragazza, la ravenclaw Cho Chang, erano i due ad utilizzare meno le arti oscure tra tutti noi ma erano comunque molto competenti ed in grado di duellare e combattere al nostro stesso livello.
Il Capitano della squadra di Hufflepuff mirava a qualcos’altro. Eccelleva in Trasfigurazione e Incantesimi, mirava a diventare il massimo esperto in queste due branche magiche e bisognava dire che in questi due campi lui era decisamente il migliore tra di noi, secondo solamente a Harry.
-Se gli altri sono d’accordo potrai candidarti tu, Ced -, disse Harry e non vi era bisogno di aggiungere nient’altro.
Tutti sarebbero stati d’accordo perché era la scelta più giusta, la decisione migliore.
Cedric era benvoluto da tutta la scuola, ammirato dagli altri studenti e i professori lo tenevano in grande considerazione.
Sarebbe stato un ottimo Campione per la scuola e sicuramente avrebbe vinto il Torneo Tremaghi portando onore e gloria a Hogwarts.
Ben presto i Cavalieri si ritirarono recandosi verso i loro Dormitori, rimanemmo solamente io, Harry e Graham nella Sala.
-È tempo di insegnare ai Cavalieri le imperdonabili -, disse Harry, passandosi una mano tra gli scompigliati capelli neri. -Ho aspettato che tutti fossero abbastanza grandi e maturi per comprenderle, ma non possiamo aspettare oltre. Presto ci sarà una guerra e loro devono essere in grado di difendersi in ogni modo possibile -.
-È la decisione migliore -, disse Graham annuendo. -Quando pensi di iniziare? -, chiese.
Sia io che Graham conoscevano già le Imperdonabili. Harry ce le aveva insegnate durante l’estate e con poca sorpresa avevo notato che io fossi assai portato per quelle tre maledizioni in particolare per la Cruciatus, la stessa maledizione che mi aveva portato via i miei genitori per gran parte della mia infanzia.
-Da settimana prossima-, disse Harry pensoso. -Voglio che siano in grado di maneggiare tutte e tre le Maledizioni prima delle vacanze di Natale. Darò una festa per l’ultimo dell’anno, aprirò Villa Smeraldo alla l’Alta Società Magica non solo inglese, ma anche al di fuori del paese. Per allora sarò considerato emancipato per il Mondo Magico ed è tempo che il Mondo sappia chi è Harry Potter -.
Graham sorride leggermente, -Immagino che tu voglia invitare anche i nostri informatori e alleati -.
Harry annuì, -Lascio a te questo compito, Graham -, poi si voltò verso di me. -Neville vorrei che i tuoi genitori fossero presenti a tale festa. Pensi che per allora potranno reggere ad una serata del genere senza stancarsi troppo? -.
-La loro riabilitazione sta procedendo bene -, dissi. -Fanno grandi passi avanti ogni giorno. Penso che per allora potranno sopportare una serata di gala -.
-Bene -, annuì Harry, chiudendo gli occhi.
Non mi chiese altro sui miei genitori. Non era mai stato invasivo dal loro risveglio né aveva mai fatto pressioni su di me per farli passare dalla nostra parte, si era sempre e solo interessato della loro salute e se avessero qualche problema con il ciclo di pozioni che prendevano per la riabilitazione.
-Vi ho chiesto di fermarvi perché ho bisogno del vostro aiuto -, disse Harry alzandosi dal suo posto e iniziando a camminare per la stanza. -Questa notte dovremmo lasciare la scuola per dirigerci a Little Hangleton. Li vi è custodito un’oggetto assai importante -.
Prese un libro dalla biblioteca e con un veloce movimento di bacchetta lo trasformò in una Passaporta, senza dire una parola sia io che Graham ci avvicinammo a lui.
Un breve scambio di sguardi e afferrammo anche noi la Passaporta, qualche istante dopo la familiare sensazione di strappo all’ombelico ci prese e ci condusse lontano da Hogwarts.
Riapparimmo davanti ad una casa fatiscente, una catapecchia che era chiaramente in piedi solamente grazie alla magia. Le piante e l’erbaccia ormai cresceva incontrollata, il vialetto era inaccessibile.
-State attenti -, ci avvertì Harry. -La casa è sicuramente circondata da reparti di protezione e da maledizioni. Dobbiamo muoverci con cautela -.
Annuimmo e bacchetta alla mano iniziammo a lanciare incantesimi di rivelamento. Come Harry aveva annunciato era pieno di reparti di protezioni e maledizioni decisamente mortali.
-Come procediamo, Harry? -, chiese Graham.
-Iniziamo a eliminare i reparti più esterni -, disse indicando i reparti magici momentaneamente visibili ai nostri occhi. -Procediamo per gradi. Potrebbe volerci tutta la notte -.
Feci un mezzo sorriso, -Sai bene che non mi tiro indietro -, dissi prima di lanciare il primo incantesimo per smantellare la barriera più esterna subito seguito da Harry e poi da Graham.

Hella Pov’s

Mi inchinò su una povera anima appena giunta nel mio regno.
Lo osservo con attenzione, mentre questi piagnucolando cerca di allontanarsi da me.
La paura che emana mi inebria i sensi.
Quest’uomo è una delle anime che preferisco. Un assassino, uno stupratore di donne, che nel mondo dei vivi si sentiva tanto spavaldo, tanto forte ora piange ai miei piedi.
Mi picchietto il mento pensosa. Quale potrà essere una giusta punizione per quest’omuncolo?
Potrei spedirlo nella Fossa li troverebbe sicuramente gente ben peggiore di lui che gli faranno molto peggio di ciò che ha fatto lui.
O potrei spedirlo alla Torre le sue vittime saranno ben felici di vendicarsi di lui.
La mia attenzione viene però distolta quando percepisco il mio Padrone in pericolo, senza perdere tempo raggiungo il regno dei vivi nel luogo preciso in cui si trova Harry.
Con mia grande gioia lo trovo nel luogo in cui quel piccolo fifone di Tom Riddle a nascosto la mia Pietra rendendola un orrido contenitore di un frammento della sua inutile anima, ma con orrore noto anche che indossa già l’anello.
Mi avvicinò velocemente a lui, la sua mano sta già diventando nera. La maledizione posta su tale oggetto sta già raggiungendo il braccio e presto arriverà al cuore se non agisco velocemente.
M’inchino su di lui e gli afferrò il braccio iniziando ad agire velocemente per fermare quell’infida maledizione.
-Hella… -, sussurra Harry sfiorandomi il volto.
Alzò il capo di scatto. Se riesce a vedermi la maledizione ha raggiunto il cuore e presto non vi sarà più nulla da fare.
Agisco velocemente lanciando due incantesimi di sonno hai ragazzi che sono con lui, prima di apparire nel piano astrale degli umani e concentrarmi su di Harry liberando una buona parte del mio potere.
So già che quando tornerò nel mio regno vi sarà quell’antipatica di Frigg a farmi la paternale per essermi di nuovo impicciata negli affari degli umani, la fortuna di essere la Dea della Morte è che il mio ruolo mi mette al di sopra persino degli altri Dei ma mi infastidisce lo stesso il suo continuo impicciarsi in ciò che non la riguarda.
Ma ora ciò che mi preme è salvare la vita del mio amato.
-Ti rimarrà la cicatrice -, mormoro osservando l’orribile cicatrice che parte dall’anulare sinistro risalendo sul polso e poi lungo il braccio sino ad arrivare al cuore.
-Una in più non fa differenza -, dice emettendo un sospiro. -Ho di nuovo l’anello -, sussurrò mostrandomelo con un leggero sorriso.
-Devi stare più attento Harry -, gli dico carezzandogli il volto. -Potresti raggiungermi molto prima di quanto entrambi vogliamo -.
Chiude gli occhi al mio tocco e un sorriso affiora sulle sue labbra, m’inchino e catturo le sue labbra.
Amo questo ragazzo e non è più solo una questione che lui è l’unico degno dei miei doni.
Mi allontano da lui, il quale fa un verso di disappunto riaprendo gli occhi, -Hella! -.
Rido, scuotendo il capo, -Ancora non possiamo, Harry. Quando avrai tutti e tre i miei Doni ne riparleremo -, dico prima di scomparire e tornare nel mio giardino.
Manca ancora la bacchetta di sambuco e poi Harry potrà viaggiare tra questo mondo e il suo senza essere danneggiato.

Pov’s Draco

Harry non era ancora sceso a colazione e il fatto era molto strano.
Solitamente quando arrivavo in Sala Grande lui era già seduto al tavolo di Ravenclaw intento a consumare la sua colazione, solitamente discutendo di qualche nuova ricerca pubblicata recentemente con i suoi compagni.
Ma non c’era e ora che osservavo meglio le tavolate non erano presenti nemmeno Neville e Graham e la cosa iniziava ad insospettirmi e a preoccuparmi.
-Stai calmo Draco -, disse Theo sporgendosi verso di me. -Vedrai che ora arriva -.
Annui cercando di mantenere la calma, cercando di mangiare qualcosa nonostante il mio sguardo corresse continuamente verso le porte della Sala Grande.
Ma mezz’ora dopo ancora non erano arrivati e a malincuore mi dovetti alzare per dirigermi verso la mia prima lezione, Trasfigurazione, dove speravo di trovare Harry.
Con mio grande dispiacere trovai solamente Neville fuori dall’aula intento a parlare con Hermione, mi avvicinai e lo afferrai per un braccio, stringendo, -Dov’è Harry? -, chiesi.
Neville mi rivolge uno sguardo storto, -Non fare il solito isterico, Draco -, mormorò. -Harry sarà qui a momenti -.
Scrutai il suo sguardo scuro cercando qualcosa che mi dicesse che cosa avessero combinato, perché ero sicuro che si erano cacciati in qualche guaio dopo la riunione della scorsa notte, ma non trovai nulla.
-Draco è arrivato Harry -, mi sussurrò Hermione.
Mi voltai di scatto verso il mio ragazzo che si stava avvicinando a noi con passo svelto, parlando fittamente con Graham il quale aveva un’ora buca. Harry annuiva col capo, ascoltando attentamente le parole di uno delle sue ombre.
Gli andai incontro, afferrandolo per un braccio con forza, Harry fece una smorfia e congedò Graham con un cenno del capo.
Questi mi lanciò un’occhiataccia prima di riprendere il corridoio appena percorso e sparire dietro l’angolo.
-Dove sei stato? Non eri a colazione -, dissi con tono inquisitore.
-Non ora, Draco -, disse Harry staccandomi dal suo braccio. -Ne parliamo dopo la lezione di Trasfigurazione -, disse superandomi e raggiungendo Neville, facendogli cenno di seguirlo dentro la classe.
Rimasi fermò nel mezzo del corridoio incapace di comprendere ciò che era appena accaduto. Mi aveva liquidato con una tale velocità e con un tale menefreghismo che ero rimasto scioccato.
-Draco dobbiamo entrare in classe -, Hermione mi aveva raggiunto e sorridendomi dolcemente mi aveva preso per mano, conducendomi in classe. Fui costretto a sedermi accanto a Hermione, che solitamente sedeva con Neville ma oggi occupava il mio posto accanto a Harry, al centro dell’aula, e parlavano a bassa voce.
-Stai tranquillo Draco -, disse Hermione sedendosi al mio fianco. -Vedrai che non è nulla di grave -.
-Lo spero, Herm -, sussurrò.
La McGonagall entra in quel momento in classe e con poche parole ci informa della verifica che dovremo fare nella prossima ora.
A causa di quanto accaduto non sono concentrato mentre rispondo alle domande del compito.
Al suono della campanella scattò in piedi e blocco Harry prima che possa uscire dall’aula, -Mi devi delle spiegazioni -.
Harry si passa una mano tra i capelli facendo un cenno del capo a Neville di precederlo alla prossima lezione, -È una di quelle cose che non vuoi sapere, Draco -, disse guardandomi negli occhi. -Posso solo dirti che ho dovuto lasciare la scuola la scorsa notta per potermi recare in un villaggio a recuperare un oggetto -.
-Che oggetto? -, domandai.
Harry sorrise, scosse il capo. Era un’altra cosa che io non volevo sapere.
Segreti, segreti e ancora segreti.
Merlino! Perché la nostra relazione si stava basando solamente su segreti, cose omesse o dette a metà?
Perché era ciò che volevo io! Perché ero spaventato da ciò che Harry stava facendo, da ciò che stava creando e lo ero ancora adesso.
Ma questi segreti, queste omissioni ci stavano allontanando lentamente e non è ciò che voglio.
-Non credo di poter accettare tutto subito -, dico guardandolo negli occhi. -Ma puoi dirmi le cose minori. Voglio che parli con me, voglio esserti d’aiuto -.
Mi attira a sé, baciandomi, -Tu mi sei d’aiuto -, disse Harry sorridendomi. -Solo rimanendo al mio fianco mi sei di grande aiuto, cucciolo, ma se è ciò che desideri lo farò. Stasera ti dirò cosa ho fatto la scorsa notte, ci vediamo alle dieci e mezza alla Stanza delle Necessità -.
Sorrido, annuendo, prima di baciarlo velocemente e lasciare la classe di Trasfigurazione per dirigermi alla mia seconda lezione della mattinata con il cuore più leggero.

Pov Cedric

Non posso credere che sto per iscrivermi come campione di Hogwarts, ho il sostegno di tutti i cavalieri e Luna dice che vede una vittoria nel mio futuro (anche se non sa se è il toreo o la mia futura carriera sportiva o nel ministero).
Far parte dei cavalieri fantastico, Harry è un vero e proprio leader, tutti noi lo seguiamo e nessuno ha intenzione di tradirlo;
ancora non capisco perchè non si libera di Ronald e Givevra Weasley sono due sanguisughe che agiscono sotto gli ordini del direttore, capisco che vuole aspettare di finire Hogearts (o sconfiggere Voldemort) prima di liberarsi di Dumbledore ma quei due sono veramente fastidiosi.
Quest'anno dovrò allenarmi parecchio per far vincere Hogwarts, so già tutto il programma scolastico e tutto l'addestramento Auror ma voglio comunque essere sicuro di vincere.
Sono nelle cucine insieme alla mia ragazza, Cho è seduta accanto a me addormentata con la testa poggiata sulla mia spalla, ho intenzione di chiedergli di diventare la mia fidanzata quest'anno e quando uscirà da Hogwarts gli chiederò di diventare mia moglie; devo pianificare in modo che tutto sia perfetto, la amo più di ogni altra cosa.
   
 
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