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Autore: PrincessintheNorth    15/11/2017    1 recensioni
Prequel di "Family"!
Nel regno del Nord, una principessa e Cavaliere dei Draghi, Katherine, farà conoscenza di Murtagh, il Cavaliere Rosso che si è autoimposto l'esilio ...
In Family abbiamo visto il compimento della loro storia e il loro lieto fine: ma cos'è successo prima?
"-Principessa, per l’amor del cielo … - prese a implorarmi Grasvard. – Spostatevi da lì … non vi rendete conto di chi è?
-È Murtagh figlio di Morzan, ex Cavaliere del Re Nero, erede del ducato di Dras-Leona. – ringhiai. – So benissimo chi è. So anche che è un essere umano come me e come te, a meno che tu non sia un elfo sotto mentite spoglie. È un essere umano ed è vivo per miracolo. Quindi, dato che come me e come te è carne e sangue, gli presteremo le cure che necessita. Sono stata chiara abbastanza?"
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castigo, Eragon, Murtagh, Nuovo Personaggio, Un po' tutti | Coppie: Selena/Morzan
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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MURTAGH
 
 
 
Quel mattino, mi svegliai prestissimo.
Ero intenzionato a scoprire cosa volesse dire quella ragazza, in quella maledetta lingua incomprensibile.
Ég elska þig.
Presi una mela da un cesto di frutta, per poi andare verso la biblioteca. Avrei cercato un dizionario di nordico, così magari avrei capito e avrei evitato problemi con la gente.
Fatto sta, che passai tutta la mattina in biblioteca, immerso nei libri, senza trovare un dizionario di quella stramaledetta lingua.
Il peggio era che, dopo un paio d’ore, Katherine era venuta a gongolare.
E da un’ora, era lì, di fianco a me, tutta contenta, mangiandosi un’arancia.
- Katie, ma se tipo tu me lo dicessi ... – tentai.
-  No. – sorrise divertita.
-  Stronza.
-  Quindi ti piace baciare un escremento?
-  Puoi non essere intelligente per un momento?! – sbuffai.
Scoppiò a ridere.
-  Allora ti darò un indizio. È qualcosa che ti ho già detto.
-  Brutto idiota? – provai.
Di nuovo, rise e mi lasciò un bacio sulla guancia. – Riprova.
-  Mmh ...
La tirai giù e la baciai. Sapevo che le piaceva, e perchè negarglielo, se lo adoravo anche io?
Quelle sue labbra erano un paradiso.
E da quando, ieri pomeriggio, aveva scoperto che i baci seri non le dispiacevano, ero parecchio più felice anche io. E molto più creativo, in certi termini ed ambiti.
-  Ecco, se non mi dai la soluzione questo non succede più ... – la minacciai.
Rise, e mi accarezzò i capelli.
Evidentemente, sapeva quanto mi piacesse.
No, Katie, ti prego ...
Iniziò con i grattini.
I grattini no.
Andavo matto per i grattini.
-  Katie, se fai così impazzisco ... e non trovo la soluzione ...
-  Lo so. – rise.
-  Amore, mi piace troppo ... smettila ...
-  Certo che sei veramente strano. Una cosa ti piace e non la vuoi.
A quel punto, le presi le mani e continuai a baciarla.
Le sue labbra si incurvarono in un sorriso, mentre iniziava a gemere piano.
Se andava avanti così, non sapevo quanto sarei peggiorato là sotto.
-  Katie ...
Non riuscii a non continuare.
Finché, non ci raggiunse un rumore di vetri infranti.
Quello ci fece staccare.
Era nientemeno che Shay, che se ne andò immediatamente, infuriata.
Non che Katie fosse meno incazzata. Già da prima che le confessassi tutto non le piaceva.
Inoltre, ce l’aveva con me perchè non avevo voluto andare oltre nella nostra relazione.
Aveva anche cercato di farmi credere di essere incinta, quando mi ero preoccupato io che non potesse accadere.
-  E se lo dice a mio padre? – sussurrò arrossendo.
- Tuo padre mi ha dato il permesso, non hai da preoccuparti.
-  Allora non lo conosci.
-  Katie, mi ha detto lui, prima che io gli dicessi qualunque cosa, che avevo il suo permesso, non c’è da aver paura. Okay? L’unica cosa che devi temere sarà ciò che ti farò fare quando avrò risolto quel tuo enigma.
Quello le restituì il sorriso.
E mi regalò anche un bacio.
-  Devo andare. – sussurrò. – Peccato, mi sarebbe piaciuto vederti disperato ancora un po’.
- Ma che dolce che sei.
-  Lo so.
E detto questo, se ne andò.
Lasciandomi solo a disperarmi.
 
 
 
Dato che era pomeriggio e non avevo cavato un ragno dal buco, decisi di andare a chiedere alle persone.
Fu disastroso anche quello.
Quando ero andato da Alec, dicendogli ciò che sua sorella aveva detto a me, prima era scoppiato a ridere, poi mi aveva risposto “anche io”.
Che risposta era?!
Quando ero stato dalle domestiche, si erano sciolte come neve al sole.
Oh, dei … sospirai.
Non ce l’avrei mai fatta.
Perché nessuno mi dava la risposta?!
Ripensai a ciò che lei mi aveva detto. Era qualcosa che già mi aveva rivolto.
Ti amo non era sicuramente, lei non era una tipa da ti amo, trottolino amoroso.
Era più da brutto idiota.
Per questo mi piaceva.
Fatto sta, che arrivò la sera, e ancora non l’avevo scoperto.
E di nuovo, lei era lì a ridersela.
-  Non ridere! – le gridai dietro. Facendola ridere ancora di più. – SMETTILA! SMETTILA, HO DETTO!
L’unico risultato?
Lei, a terra, tenendosi la pancia.
-  KATIE!
-  Scusa … - ansimò asciugandosi le lacrime.
-  Ti odio. – protestai. – Sappilo. Mi hai fatto andare in giro tutto il giorno a dire quella stupida frase a tutti e sembrare un idiota.
Ridacchiò, e mi raggiunse, abbracciandomi e regalandomi un bacio sulla guancia.
-  E dire che ci puoi arrivare …
Iniziai a riflettere, di nuovo, su tutto ciò che lei mi aveva detto.
-  Io ci riprovo. – decisi. Lei iniziò a ridere, mentre mi alzavo e tornavo da suo fratello.
 
Bussai, e mi aprì Audrey.
- Ciao. – fece.
-  Adesso devi dirmi, almeno tu, ti prego, cosa vuol dire Ég elska þig.
Sgranò gli occhi dalla sorpresa, e arrossì.
-  E chi te l’avrebbe detto?
-  Katherine!
-  Oooooh … - fece un sorrisetto. – Capisco … tipico suo.
- Sì, ma cosa vuol dire Ég elska þig?
E di nuovo, entrò in scena Alec.
-  Anche io! – gridò, arrivando e abbracciandomi togliendomi il respiro. – TANTISSIMO! Sei la mia vita e Audrey deve lasciarci soli così possiamo coronare i nostri sogni! Dai, facciamo il nostro primo ballo!
-  Ma tu sei impazzito, sei malato, ti devono portare in manicomio! – urlai.
-  È tutto regolare. – fece Audrey ridacchiando. – è che Alec è così, è un Principesso.
Scoppiò a ridere, mollandomi.
- Dai, Aud, adesso lasciaci che dobbiamo fare cose.
-  Ma cose le fate voi due, dato che stando con tua sorella non le posso fare. Anzi, per solidarietà nemmeno voi dovreste farle …
-  Sì, e perché te non puoi divertirti non dobbiamo farlo noi? – commentò Audrey.
-  Esatto! Non ne posso più di sentirvi fare cose mentre a me tocca star lì a far niente tutta notte! Non sono abituato! Non è normale!
-  Tu stai sclerando. Hai bisogno di bere. – decise Alec, facendomi sedere e mettendomi in mano un bicchiere di rum.
-  E quindi. – ridacchiò Audrey. – Il donnaiolo non ce la fa a reggere la vita di coppia senza sesso.
-  Ce la posso fare … - protestai. – Ma dovete farlo più silenziosamente. Così non mi fate stare in pena.
A quel punto, non ce la fecero più, e scoppiarono a ridere senza resistere. Come Katherine, da tenersi la pancia.
- Ma che bello! Ma sono anche il vostro giullare, ma se me lo aveste detto prima facevo il numero completo! – urlai, tanto oramai la dignità era andata insieme alla pazienza. – Ecco, Principe e Principessa, contenti? Alla prossima cena di corte!
Alla fine, si calmarono.
-  Ancora non ci sei arrivato? – fece Audrey divertita.
- No!
- Ti amo. – rispose alla fine. – Questo, ti ha detto.
Prima, arrivò l’amore.
Poi, lo shock.
-  QUELLA STRONZA MI HA FATTO DIRE TI AMO A MEZZO CASTELLO?! MA IO LA AMMAZZO!!
-  Oh, e comunque … - disse Alec, tutto tranquillo.
Per poi assestarmi un pugno in faccia.
-  Ma te sei peggio di tua sorella! Ma siete da ricoverare! – gridai. – Ma che malattia hai?
-  Ringrazia che l’ho fatto io e non papà. – rispose ridendosela. – Quando ha sentito da una certa amichetta tua che stavi coccolando la sua piccola BabyKatherine in posti intimi, da soli e al calore del camino della biblioteca, si è messo a stracciare documenti a fettine sottili. Probabilmente immaginava fossero le tue viscere.
-  Ma se mi ha dato il permesso di corteggiarla. E poi, non l’ho certo toccata laggiù. – sbuffai. – Quell’idiota di Shay l’ha detto per screditarmi, tua sorella la stavo solo baciando.
-  E il pugno era per quello. Vedi, nonostante io approvi … che razza di fratello sarei se non fingessi gelosia?
-  Quindi, non sei geloso del fatto che bacio tua sorella. – feci, scettico. – Che la bacio. In bocca. Con la lingua. E le piace.
A quel punto, la sua espressione cambiò.
-  Scappa. – disse solamente Audrey.
E preferii obbedirle.
Me ne tornai in camera, dove Katie mi aspettava, tutta presa da un libro. Era impossibile, la lasciavi due minuti e la trovavi con un libro in mano.
-  Mia cara piccola Katie … - gongolai io stavolta.
E quando mi sentì, emise un lungo lamento.
La abbracciai, e seppellì il viso nel mio petto.
-  Ti prego … - sussurrò, lagnandosi.
-  No.
-  Murtagh …
-  Ti amo anche io, amore, ma non ti risparmia nessuno.
- Se mi ami, non farmelo fare … ti preeeeego … Murtagh, ti amo tantissimo … non è che potresti fare qualche piccola deroga?
-  Ma certo … - fece un gran sorriso, sollevandosi sulle punte per baciarmi. - … che no.
La sua espressione crollò nello sconforto.
- Fai sogni d’oro, piccola, domani mattina dovrai svegliarti all’alba. – la presi in giro.
-  Murtagh …
La baciai, stringendola, perché onestamente era troppo buona.
-  Ecco. – sorrise. – Se esageri niente più baci.
-  Guarda che sei tu quella che mi fa gli occhioni per averne, amore.
Sospirò, e alla fine sorrise.
- Buonanotte … - mormorò, mentre la stringevo ancora. Quanto desideravo che restasse.
-  Notte. – la salutai, lasciandola libera di andare.
 
 

 
   
 
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