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Autore: Signorina Granger    15/11/2017    5 recensioni
Raccolta di varie OS dedicate a coppie/singoli personaggi delle mie Interattive.
I: Joseph Richardson
II: Charlotte Selwyn
III: Ivan Petrov/Irina Volkova
IV: Constance Prewett
V: Markus Fawley/Berenike Black
VI: Jude Verrater/Isabelle Van Acker
VII: Jake Miller/Scarlett Anderson
VIII: Nicholas Bennet
IX: Antares Black
X: Gabriel Undersee/Helene Bergsma
XI: Altair Black/Elizabeth Abbott
XII: Aiden Burke/Eltanin Black
XIII: Adrianus Stebbins
XIV: Cecil Krueger/Isla Robertson
XV: Regan Carsen/Stephanie Noone
XVI: Pawel Juraszek
XVII: Phoebus Gaunt/Nymphea McLyon
XVIII: Hooland Magnus/Rose Williams
XIX: Dante Julius/Jane Prewett
XX: Lilian Blackwell
XXI: Oliver Miller/Ingrid Braun
XXII: Noah Carroll/Mairne Connelly
XXIII: Seth Redclaw/Kate Bennet
XXIV: Emil Bach/Rebecca Crawley
XXV: Sean Selwyn
XXVI: Jade Bones
XXVII: Andrew Maguire/Iphigenia Ashworth
XXVIII: Gabriel Greengrass/Elena MacMillan
XXIX: Wyatt Hill
XXX: Erzsébet Bathkein-Horvàth
XXXI: Carmilla Bathkein-Horvàth
XXXII: David Maguire
XXXIII: Maxine Keenan/Erik Murray
XXXIV: Charlotte/Adela/Hector/William/Aurora/Regan/Stephanie
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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Perfect together 

 
Jake Miller Image and video hosting by TinyPic  Scarlett Anderson Image and video hosting by TinyPic

Stephen MillerImage and video hosting by TinyPic


Batto!”
“Steve, aspetta… non prenderlo per la coda! E poi non si chiama così.”

Scarlett sbuffò mentre, ancora una volta, si lanciava all’inseguimento del figlio che stava inseguendo a sua volta uno dei loro cani, Ares, che però non sembrava morire dalla voglia di giocare con lui e continuava a trotterellare da una parte all’altra della casa.

Ma probabilmente Stephen interpretava quel comportamento solo come un invito a seguirlo e, sorridendo, sgambettava dietro al cane con le braccia protese verso di lui: 

“Batto, Batto!”

“Va beh, chiamalo come ti pare… Ma poi non lamentarti se Ares non ti ascolta, se non lo chiami correttamente.”
 
Scarlett roteò gli occhi chiari, maledicendo il momento in cui aveva fatto vedere quel film ai figli e Steve aveva immediatamente associato i loro cani al protagonista, inseguendo ostinatamente i Lupi Cecoslovacchi per casa per poter giocare con loro.

Il bambino allungò le piccole mani per afferrare la lunga coda del cane, che però non sembrò apprezzare e si diede alla fuga, sfuggendo alla sua presa e correndo a nascondersi in cucina mentre Stephen, perdendo l’equilibrio già precario, barcollava e cadeva sul pavimento, iniziando a piangere subito dopo.

“Ecco, ci risiamo… tesoro, non è un peluche… non puoi giocarci come ti pare. Ti ringrazio tanto.”

Scarlett sbuffò mente si inginocchiava accanto al bimbo, lanciando un’occhiata torva in direzione del cane mentre sua sorella raggiungeva la scena trotterellando, fermandosi accanto alla padrona per dare un colpetto con il muso sulla spalla del bambino.

“Steve? Guarda, c’è Eris.”
Gli occhi azzurri e lucidi del figlio si catalizzarono sul cane, abbozzando un lieve sorriso mentre allungava le mani, affondandole nel morbido pelo di Eris, che a differenza di Ares si lasciò coccolare e accarezzare docilmente:

Batto!”
Ma è una femmina, non si chiama Balto… va beh, non importa.”

 
*



“Ciao.”

Scarlett si lasciò scivolare sulla sedia senza nemmeno sfilarsi sciarpa o cappotto, tenendo le mani sepolte nelle tasche e rivolgendo un saluto pacato all’uomo che aveva davanti, che ricambiò senza sorridere.

“Allora?”
Dopo un attimo di pausa la strega parlò, sollevando un sopracciglio con evidente scetticismo mentre teneva gli occhi azzurri fissi sul padre, incitandolo a parlare: era stato lui ad insistere per vederla, e non le era mai piaciuto perdere tempo con convenevoli.

Di fronte alla titubanza del padre la leggera confusione della ragazza poté solo aumentare, continuando ad osservarlo tormentarsi leggermente le mani che teneva appoggiate sul ripiano liscio e lucido del tavolino, evitando accuratamente di guardarla in faccia.

“Posso sapere perché hai chiesto espressamente di vedermi senza Jake o i bambini? Deduco che ci sia qualcosa che tu voglia dirmi.”
“Sì, e penso sia meglio dirtelo da soli… non so come la prenderai, Scarlett.”

“Beh, dimmelo e scoprilo.”

“Ho ricevuto una telefonata qualche giorno fa, Scarlett… da tua madre.”
Come?”

La strega aggrottò le sopracciglia chiare, osservando il padre mentre l’aria annoiata di poco prima cedeva il posto ad una semplice confusione, come se fosse certa di non aver sentito bene: non ricordava nemmeno l’ultima volta in cui aveva sentito le parole “tua madre” uscire dalla bocca di suo padre.

Ma lui annuì, passandosi una mano tra i capelli brizzolati con un debole sospiro: 

“Sì, mi ha chiamato la settimana scorsa… mi ha chiesto di te. All’inizio non sapevo se dirtelo o meno, ma penso sia una decisione che tu debba prendere da sola. Se vuoi incontrarla o parlare con lei, posso mettervi in contatto.”
“Tu… tu che cosa pensi?”

“Io non voglio sentire cos’ha da dire, e non sembra nemmeno interessata a darmi spiegazioni. Mi ha chiesto espressamente di te, com’è andato il tuo percorso a scuola e come stai ora. Le ho detto che hai una famiglia, ma non sono sceso nei particolari.”

Scarlett annuì distrattamente, abbassando lo sguardo mentre rielaborava mentalmente ciò che aveva appena sentito.
Aveva smesso di pensare a sua madre da ormai molto tempo, ci aveva messo una pietra sopra… E poi lei ricompariva, di punto in bianco.

“Ti ha detto perché non mi ha voluto vedere, quando avevo 17 anni? Sono andata da lei e non ne ha voluto sapere.”
“Lo so Scarlett, ma ho smesso di cercare di capire cosa passasse per la testa di tua madre da ormai molto tempo… ma se non hai cambiato idea e vuoi ancora conoscerla, adesso ne hai l’opportunità.”


*


“Mi dici che cos’hai? Sei insolitamente taciturna, non mi hai nemmeno rimproverato nulla... Va tutto bene?”

Quando mise di nuovo piede nella camera, uscendo dal bagno adiacente, gli occhi azzurri di Jake si catalizzarono immediatamente sulla moglie, seduta sul letto con Ares raggomitolato accanto.

“Circa.”
“Che cosa ti ha detto tuo padre? È successo qualcosa di grave? Ares, scendi dal letto.”

Il Lupo Cecoslovacco gli rivolse un’occhiata torva, facendogli capire chiaramente che non si sarebbe mosso di un centimetro mentre si lasciava coccolare dalla padrona, che abbozzò un sorriso:

“Rassegati Jake, non ti ascolterà mai…”
“Già, è tutto suo padre, Eris ed Ebe mi ascoltano, quantomeno… Vorrei ricordarti che la prima volta in cui mi ha visto, mi ha morso. Ma seriamente, che cosa c’è?”

Jake si avvicinò al letto, sedendo di fronte a Scarlett mentre la rossa continuava ad evitare di guardarlo in faccia, gli occhi chiari fissi su un punto del pavimento mentre accarezzava distrattamente il pelo del cane.

“Mio padre mi ha detto che ha ricevuto notizie da… mia madre.”
“Cosa? Quando?”
“Qualche giorno fa. Pare che abbia chiesto di me… si rifà viva dopo trent’anni.”

“E tu che cosa gli hai detto?”
“Che ci devo pensare, ovviamente. Tu che cosa ne pensi?”
“Beh, non me lo sarei mai aspettato… Ma se vuoi conoscerla o chiarire in qualche modo perché se ne sia andata dovresti incontrarla, Scarlett.”

“Non lo so. Una volta ero molto curiosa, in effetti, ma adesso… non lo so, ormai ci ho messo una pietra sopra. Ho smesso di  pensare a lei da quell’estate, quando si rifiutò di vedermi. Non l’ho mai più cercata, né fatto domande a mio padre a riguardo. Non lo so Jake, neanche me la ricordo, ma ho trent’anni e sono arrivata fin qui senza di lei, quindi…”

“Devi decidere tu, Rossa. Ma sai come la penso a riguardo… ci sono casi in cui potremmo davvero vivere meglio senza un genitore intorno, crescere insieme a loro non è sempre una così grande fortuna, e se non ti va di farla entrare nella tua vita, allora lasciala nel posto che si è scelta: fuori.”


*

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“Salve… sto cercando Jake Miller.”
“La sta aspettando?”
“…no.” 

Scosse debolmente il capo, rabbuiandosi leggermente mentre ripensava all’ultima volta in cui si erano visti. Quanto era passato? Troppo, probabilmente. 

Stava aspettando che la ragazza che aveva davanti le desse una risposta quando una voce alle sue spalle attirò la sua attenzione, facendola quasi raggelare:

“Perché cerchi il mio papà?”

Si voltò ed ebbe un tuffo al cuore quando si trovò davanti una bambina dai capelli rossi che la stava osservando con curiosità, una scatola di colori in mano.

“Io… voglio salutarlo. Tu sei Jane?”
“Sì. Tu chi sei?”

Tua nonna 

Si limitò a sorriderle debolmente, osservando il volto della nipotina screziati di lentiggini, cercando qualche somiglianza con il figlio.

“Adesso può vederla, signora, è nel suo ufficio.”
“Grazie. Jane? Mi accompagni da papà?”

“Ok. Vieni.” 

La bambina sorrise allegramente, facendole cenno di seguirla prima di trotterellare lungo il corridoio per raggiungere l’ufficio del padre.

“Come mai sei qui?”
“Il martedì vengo da papà, faccio la sua assistente. Papy? C’è una signora!”


Jane aprì la porta, affacciandosi nella stanza mentre la debole risata e la voce del figlio giungevano alle sue orecchie dopo anni:

“Davvero? Grazie tesoro…”
Jane sfoggiò un piccolo sorriso soddisfatto prima di entrare nella stanza con la nonna al seguito, che però si fermò sulla soglia e si limitò a posare lo sguardo su Jake, che invece la guardò con evidente sorpresa, esitando per un attimo di parlare, incupendosi leggermente mentre si rivolgeva alla figlia:

“Tesoro… puoi andare a chiedere a Lisa se mi porta un caffè, per favore?”
“Ok! Posso prendermi qualcosa?”
“Certo, quello che vuoi.”

Jane sorrise, annuendo prima di lasciare i colori sul suo tavolino e saltellare fuori dalla stanza, lasciando il padre solo con quella che non sapeva essere sua nonna:

“Che cosa ci fai qui?”
“Ti volevo parlare. E ho conosciuto Jane… era anche ora.”
“L’ora è quando lo decido IO, e quel momento sarebbe anche potuto non venire mai. Che cosa vuoi?”

“Io e tuo padre… li vorremmo conoscere. Sono pur sempre i nostri nipotini.”
“Non lascerei lei e Steve nella stessa stanza con lui neanche sotto tortura, pensavo che il messaggio fosse chiaro già quando non vi ho invitati al mio matrimonio. Hai detto a Jane chi sei?”

“No, certo che no, prima volevo parlare con te… che cosa le hai detto a proposito dei suoi nonni?”
“Steve è ancora piccolo per rendersi conto, lei una volta ha chiesto a Scarlett perché abbia solo un nonno mentre gli altri bambini ne hanno di più... ma sta benissimo senza di voi, non temere. Io e Scarlett siamo, per fortuna, genitori migliori di quanto non lo siano stati i nostri.”


*


“Che cosa stai leggendo? Brutte notizie? Hai una faccia…”

Jake si  avvicinò alla moglie mentre si sfilava la giacca, trovandola seduta su uno degli alti sgabelli in cucina con una lettera in mano, apparentemente poco felice di ciò che stava leggendo:

“Ho ricevuto una lettera da Ilvermorny, pare che TUO figlio abbia pensato bene di far Evanascere l’intaglio dei Wampus dopo che la sua squadra ha battuto Tuonoalato a Quidditch.”
“Davvero? Sta facendo passi avanti il ragazzo, io ero al settimo anno quando ho decapitato gli intagli, lui ha solo dodici anni… si, insomma, questo per dire che ha fatto male, malissimo, e spero lo puniscano.”

Jake annuì, parlando con il tono più serio che gli riuscì mentre Scarlett gli rivolgeva un’occhiata torva:

“La Holland non è molto felice… povera donna, immagino cos’abbia provato quando si è ritrovata un altro Miller nella sua Casa.”

“Avrei tanto voluto vedere la sua faccia durante lo Smistamento, è vero… Jane mi ha detto che sembrava stesse per svenire, di certo avrebbe preferito avere LEI tra i Tuonoalato, ma la nostra baby Rossa è finita altrove.”
“Con grande gioia della sua madrina, la povera Hailey deve ancora mandare giù che i suoi figli non stiano studiando ad Ilvermorny… gli svantaggi di trasferirsi in crucconia, immagino. Ma tornando a Steve, devi smetterla di complimentarti con lui quando combina pasticci, così lo fomenti e basta!”

“Ma sentila, la studentessa modello… scusa, chi mi ha chiesto di saccheggiare la dispensa privata della Holland per poter preparare un filtro e avvelenare un suo compagno, riempiendogli la faccia di bolle brucianti?”

“Beh, quello era per una giusta causa, che c’entra!”
“Anche il Quidditch è una giusta causa!”

“Sei impossibile.”
“Anche tu… sarà anche per questo che siamo perfetti insieme, Rossa.”

   
 
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