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Autore: Kano_chan    18/11/2017    1 recensioni
Selenis Lucis Caelum, nipote di Re Regis e cugina di Noctis, accompagnerà quest'ultimo nel suo viaggio assieme ai suoi amici di sempre: Gladiolus Amicitia, Prompto Argentum e Ignis Stupeo Scientia. Assieme affronteranno i nuovi pericoli che si metteranno sul loro cammino.
Se avete voglia di ripercorrere la trama di FFXV con l'aggiunta di qualche novità, Something Wild fa per voi!
~~~~~
Dall'Epilogo:
"Fine"
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gladiolus Amicitia, Ignis Stupeo Scientia, Noctis Lucis Caelum, Nuovo personaggio, Prompto Argentum
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-    Selis! –
-    SELENIS!!!-

La principessa aprì gli occhi di colpo, scattando a sedere nel contempo. Aveva il fiatone, goccioline di sudore le solcavano l’incavo del collo e aveva le orecchie tappate, tanto il battito del suo cuore era potente. Si guardò intorno spaesata, riconoscendo la suite che il Leville aveva messo loro a disposizione dietro richiesta del primo ministro. Gladio era vicino a lei, così come Ignis ancora senza occhiali, Prompto e Noctis erano al fondo del letto e la guardavano assonnati e spaventati assieme.

-    Cos’ho fatto? – domandò con voce sorprendentemente roca, realizzando che doveva aver avuto uno dei suoi soliti incubi.
-    Hai iniziato a urlare – rispose Gladio.
-    Sembrava che ti stessero torturando, o qualcosa di simile – aggiunse Prompto ancora scosso.
-    Come ti senti? – le chiese Noctis.
-    Frastornata – replicò con sincerità la ragazza, togliendosi dalla fronte i capelli che erano rimasti appiccicati.
-    Ti ricordi cosa stavi sognando? – le domandò Ignis.
-    No, buio completo. – sospirò la principessa – Scusatemi, vi ho svegliati tutti – aggiunse costernata.
-    Ah tranquilla, sempre meglio del tuo fidanzato quando russa – sdrammatizzò Prompto che si ricevette un cuscino in faccia dall’interessato.

Visto che ormai iniziava ad albeggiare e che l’appuntamento con il Primo ministro era fissato per quella mattina alle 8.00, i ragazzi si alzarono per prepararsi e scendere a fare colazione nel bar del Leville. Selenis, dopo essersi fatta una doccia e vestita, uscì sul balcone che dava sulla baia.
Il venticello fresco e i pallidi raggi del primo mattino, furono un vero e proprio toccasana. Un po’ della stanchezza che il sogno le aveva lasciato se ne andò.
Rimase ferma ad occhi chiusi, appoggiandosi alla ringhiera per godersi il calore del sole sulla pelle.


-    È un paesaggio a cui potrei abituarmi –

Selenis riaprì le palpebre, voltandosi leggermente a guardare Noctis fermo di fianco a lei.

-    Di certo è molto diverso da quello di casa – rispose la ragazza.
-    Però casa è sempre casa – replicò lui stiracchiandosi.
-    Non avresti mai detto che ti sarebbe mancata eh? – sogghignò lei.
-    Ammetto di no... – disse Noctis con un sorriso mesto.
-    Sei nervoso per l’incontro con il Primo ministro? –

Il principe si appoggiò con gli avambracci alla ringhiera prima di rispondere alla cugina.

-    Mentirei se ti dicessi che non è così – disse – ma sono pronto a fare quello che devo – aggiunse.
-    Parole degne di un Re. – replicò Selenis con un sorriso – Noi siamo con te, in tutti i casi – lo rassicurò.
-    Lo so, ed è proprio per questo che sono pronto – affermò il ragazzo – E tu? Sei pronta a diventare moglie? –
-    Selenis Lucis Caelum Amicitia – declamò la giovane divertita – Sì, penso di potermici abituare… Vorrà dire che dividerò le mie pene con Luna – aggiunse dando di gomito al cugino.
-    È una bella prospettiva – disse Noctis sereno.
-    Già, proprio bella – concordò la ragazza guardando la superficie scintillante del mare.

**

Alle otto in punto i cinque ragazzi si trovarono davanti alla residenza del Primo Ministro. Era una villa indipendente, incastonata in mezzo alla zona residenziale della città. Il cancello d’ingresso era presieduto da un terzetto di gendarmi; uno dei tre si prese l’incarico di scortarli fino allo studio del ministro.
La stanza, situata al primo piano, era grande a sufficienza da accogliere una piccola delegazione attorno al tavolo rettangolare posto nel mezzo. All'altra estremità, c’era una scrivania dietro la quale era seduta Camelia. Alle sue spalle, un grande camino di marmo bianco riempiva la parete, mentre il lucido parquet di cedro che ricopriva il pavimento, era impreziosito da un ampio tappeto damascato.
Dalle alte finestre sormontate da tende di broccato rosso, entrava forte la luce del sole.

-    Grazie per essere venuti – li accolse la donna con il solito tono formale.
-    Grazie a lei per essere venuta ad accoglierci personalmente – replicò Noctis.
-    È il minimo che potessi fare per un Re – ribattè Camelia – Weskham non mi ha fatto pervenire l’invito, così ho fatto da sola… Anche se le circostanze sono cambiate, il Re e la Sciamana sono finalmente entrambi ad Altissia  -
-    Ha detto di avere Luna in custodia, non è un rischio per il paese? – domandò Noctis.
-    Il Re si preoccupa dei nostri rapporti con l’Impero? – sorrise la donna – E' vero, la Sciamana è un rischio, per questo siamo pronti a consegnarla. Sta a te impedirlo –

Selenis, rimasta indietro assieme a Gladio, Ignis e Prompto, storse il naso infastidita. Wesk poteva anche affermare che quella donna avesse tutte le migliori intenzioni del mondo, ma il suo modo di fare, così saccente, alla principessa proprio non andava giù. Il fatto che si reputasse superiore a Noctis solo per la sua giovinezza, era davvero sgradevole…
Un buffetto sulla mano da parte di Ignis la riportò coi piedi per terra. Il ragazzo si era infatti accorto dello sguardo tagliente che la principessa stava rivolgendo al Primo ministro e gli sembrò il caso di ricordarle in quale delicata posizione fossero.

-    Sarò franca – stava dicendo intanto Camelia, dopo essere venuta a conoscenza del reale motivo dietro il desiderio di Luna di evocare Leviatano – la possibilità che si scateni il caos mi preoccupa – asserì incrociando le mani sopra il legno lucido della scrivania – Sai meglio di chiunque altro cos’è successo a Lucis con l’Immane. Dimmi, com’è andata? –
-    Ho incontrato Titano e mi ha concesso il suo potere – rispose semplicemente Noctis.
-    Come nelle leggende... All’Impero però non piace il finale della storia – disse la donna – Si sta mobilitando proprio in questo momento; lo scontro sembra inevitabile –

Nell’udire quelle parole i ragazzi fremettero. Anche loro erano consapevoli dell’arrivo delle armate di Nifelheim, ma averne la certezza era tutta un’altra storia..

-    Probabilmente si prepara una guerra – proseguì Camelia – tuttavia non accetto battaglie sul mio territorio, e non ci sono Dei o Imperi che tengano – affermò molto seriamente.
-    Una battaglia in città sarebbe una vera catastrofe – concordò Noctis.
-    Esatto. Dobbiamo essere pronti a far evacuare la popolazione – asserì il Primo ministro.
-    Ecco su cosa voleva trovare un’intesa. – replicò il principe.
-    Acuto e diretto – si complimentò la donna alzandosi – E' molto più facile parlare liberamente senza stare a girare intorno al problema.. quindi non tergiversiamo oltre e parliamo delle condizioni – disse avvicinandosi alla finestra – Se volete procedere con il rito, dovrete garantire la salvezza dei cittadini collaborando all’evacuazione –
-    Va bene, farò come dice – si accordò Noctis.
-    Lieta di sentirtelo dire – approvò la donna – Se la salvaguardia del mio popolo è garantita, non ho obiezioni al rito, ma c’è dell’altro... – lo avvertì guardandolo dritto negli occhi – Una volta iniziato, non mi farò carico delle conseguenze. Sarete da soli. – affermò.
-    Non è un problema, sappiamo difenderci – asserì Noctis senza battere ciglio.
-    Grazie. Mi dispiace di non poter fare di più – disse Camelia mostrando per la prima volta un accenno di cordialità – Queste sono le mie condizioni; in poche parole dovrete salvaguardare la popolazione e affrontare l’Impero… accetti? – domandò.
-    D’accordo, considerateci vostri alleati – assentì il giovane immediatamente.
-    Alleati? Quanta fiducia! – replicò il Primo ministro con ironia – E sia... noi faremo la nostra parte e proteggeremo la Sciamana – disse fermandosi davanti a Noctis -    Un ultimo monito, anche se dubito che arriveremo a tanto… il mio dovere è di difendere i miei cittadini. Se rimanessero coinvolti a pagare saranno il Re e la Sciamana – concluse.
-    Non ci saranno vittime – replicò con decisione Noctis.
-    Continui a incuriosirmi – commentò allora Camelia sollevando appena gli angoli della bocca – Non somigli affatto a tuo padre, mi chiedo che tipo di sovrano diventerai – disse enigmatica – In quanto e a te... – proseguì poi rivolgendosi questa volta a Selenis – la cugina del Re non ha niente da dire sul nostro accordo? – le chiese.

Selenis fece qualche passo avanti, sostenendo senza timore lo sguardo indagatore della donna.

-    Non ho alcuna obiezione in merito alle scelte del mio Re – rispose la ragazza – La mia fiducia è totalmente riposta in lui – aggiunse.
-    Ma pensa... - sorrise divertita Camelia.
-    Signora, è ora – li interruppe il Gendarme che li aveva scortati fino a lì.
-    Servono quattro persone che si occupino dell’evacuazione, scegli tu chi – riprese il Primo ministro tornando a parlare con Noctis – Secondo le nostre informazioni, la flotta Imperiale includerà quattro corazzate. Preparatevi ad una battaglia campale – li avvertì – I quattro che penseranno all’evacuazione verranno affiancati da un reggimento di Gendarmi di Altissia, che collaboreranno per portare la popolazione al sicuro – spiegò – Avete tempo fino alle tre e mezza di oggi pomeriggio per completare i preparativi, ora per la quale l’Impero sarà arrivato qui… - aggiunse.
-    Intesi. – disse Noctis.
-    Sono lieta di questa conversazione, impegniamoci ognuno per il bene comune – affermò la donna stringendo la mano del ragazzo – Sua Altezza – aggiunse allungandola anche a Selenis – Signori –

Con un ultimo cenno del capo in direzione dei tre ragazzi, la donna uscì dallo studio.

-    Noi quattro allora ci occuperemo dell’evacuazione – disse Ignis dopo un momento di silenzio – Tu raggiungi l’altare delle mareggiate e trova Luna – asserì rivolto a Noctis.
-    Mi spiace avervi messo in questa situazione – replicò il principe.
-    Hai portato a termine brillantemente l’incontro, non hai niente di cui scusarti, giusto? – ribattè Selenis.
-    Già, ha ragione – assentì Gladio appoggiando una mano sulla spalla dell’amico.
-    Quindi è ora? – disse Prompto.
-    Sì -  rispose Noctis – fate attenzione – aggiunse.
-    Non devi preoccuparti – lo rassicurò Ignis.

I cinque ragazzi quindi si divisero, e mentre Noctis si dirigeva verso la Cattedrale dove Luna avrebbe tenuto il suo discorso, gli altri supportati da un nutrito gruppo della gendarmeria, si diressero ognuno in una diversa zona della città.
Gli abitanti erano già stati invitati a ritrovarsi nei punti di raccolta indicati dalle autorità, e il vero lavoro fu in realtà quello di farli affluire senza intoppi verso il grande anfiteatro che, oltre a poterli ospitare tutti in attesa della fine dello scontro, era anche il punto più lontano dall’altare delle mareggiate e quindi dalla furia di Leviatano.
Il problema maggiore fu di non far diffondere il panico causato dalla notizia dell’arrivo dell’Impero. Nessuno era 
ovviamente contento di dover lasciare la propria casa senza avere la certezza di potervi fare ritorno, e l’astio nei confronti di Lunafreya, non nacque solo perché a tutti era noto con quanto zelo si fosse dedicata a compiere i riti di purificazione di chi aveva contratto malattie a causa dai Deamons.
Selenis, inviata nella zona nord di Altissia, cercava di rassicurare come poteva la gente e soprattutto i numerosi bambini presenti. Vedeva i loro volti spauriti e li capiva.. perchè dovevano essere gli stessi di coloro che avevano dovuto lasciare Insomnia dopo l’invasione Imperiale. Nessuno di loro aveva scelto di farlo, ma erano stati costretti da una guerra di cui non capivano neppure il significato.

-    Noct, sei in posizione? –

La voce di Prompto scaturì dal telefono di Selenis. Era ormai arrivato il momento del discorso di Luna e i cinque ragazzi, come d’accordo, si erano messi in contatto per essere sicuri che tutto fosse pronto.

-    Sì – rispose il principe.
-    Non dimenticare il piano – disse la voce di Gladio.
-    Neanche voi – replicò il ragazzo.
-    Ehi, per chi ci hai presi? – replicò la principessa.
-    Naturalmente – assentì più diplomaticamente Ignis.

Dopo di che, la conversazione venne interrotta.
La ragazza si guardò intorno; gli ultimi residenti stavano salendo sulla barca che li avrebbe portati al sicuro. Ormai era tutto pronto e non le restava altro che raggiungere i suoi amici all’anfiteatro, dove avrebbero mantenuto una linea di difesa nell’eventualità che l’Impero avesse deciso di attaccarlo.

-    Signora, noi saremmo pronti ad andare – disse il comandante del gruppo di gendarmi che era stato assegnato alla zona.
-    Sì, andiamo pure – rispose Selenis.

La principessa si voltò per salire sull’imbarcazione che li stava aspettando, ma proprio in quel momento da uno degli altoparlanti presenti, la voce di Luna proruppe forte e chiara.

“Miei cari amici, sono qui con voi oggi nella speranza che le mie parole superino ogni confine. Lentamente, ma inesorabilmente, la luce abbandona questo mondo. In sua assenza, le ombre si allungano sempre più, finchè tutto soccomberà all’oscurità. Un’oscurità che instilla terrore, odio e disperazione nel cuore degli uomini. Meditate sulle ceneri di Lucis… un sogno di speranza ridotto ad un incubo di morte e distruzione, tomba di innumerevoli vite e calvario di altrettante anime. Eppure vi supplico di non cedere allo sconforto. Abbiate fede negli Dei che vegliano su di noi. Con la benedizione delle stelle che illuminano i cieli, il nostro mondo sarà liberato dalla minaccia dell’oscurità. Oggi sono qui ad Altissia per invocare Leviatano, Dea dei mari e spirito degli abissi. Per mezzo di questo sacro rito, entrerò in comunione con l’Abissale. Ma prima, lasciatemi professare un voto solenne. Vi prometto, sul mio onore di Sciamana, che non mi darò pace finchè l’oscurità non sarà bandita dal mondo e la luce tornerà su di noi. Siate benedetti.”

Selenis, sbattè le palpebre più volte, ricacciando così indietro la voglia di piangere. Aveva ascoltato il discorso di Luna nel perfetto silenzio creatosi dopo l'evacuazione. Sapeva quanto le era costato dire quelle parole, quanto avesse sofferto anche lei per la caduta di Insomnia e quanti sforzi avesse dovuto fare per stringere i patti con i Siderei. Eppure, ancora una volta, aveva dimostrato al mondo quanto fosse forte, inflessibile e totalmente devota al bene comune.
Selenis era orgogliosa della sua amica e non vedeva l’ora di poterglielo finalmente dire di persona.

Un rombo improvviso strappò la principessa dai suoi pensieri. La ragazza alzò lo sguardo schermandosi gli occhi dalla luce, per vedere passare sopra di sè una parte della flotta di areonavi di Nifelheim. Nello stesso istante il cellulare le squillò di nuovo.

-    Noct, sono arrivati gli Imperiali – annunciò la voce di Ignis – Le areonavi da incursione si avvicinano al porto. Cerca una posizione elevata per raggiungerle –
-    Bene. Pensate ai cittadini – replicò il principe.
-    Lascia fare a noi – rispose Gladio.
-    Si comincia..- disse Prompto serio.
-    A più tardi ragazzi – chiuse la chiamata Selenis.

Non appena la principessa ripose il telefono nella tasca, una fitta alla testa la fece gemere. Come un lampo a ciel sereno, l’immagine di Noctis e Luna alla mercè di Leviatano balenò nella sua mente.

-    Signora? Dobbiamo andare – la incalzò il gendarme.

Selenis riaprì gli occhi stordita. L’anello le vibrava al dito, fremendo e spingendola nell’esatta direzione della cattedrale.
Quello che aveva visto… era un frammento di un sogno che aveva fatto...
Ora si ricordava! Quello era il momento che Gentiana le aveva profetizzato a Caem...
Un fremito di paura la scosse, rammentava bene cosa le avesse detto la messaggera e a cosa andava incontro..

-    Mi stai dicendo che hanno bisogno di me? – momorò al gioiello, e come se quello avesse capito le sue parole, iniziò a vibrare con maggiore vigore.

La ragazza sollevò lo sguardo verso il militare che la guardava con espressione interrogativa.

-    Andate senza di me – disse mettendo un piede già nella direzione opposta.
-    Cosa? – esclamò l’uomo confuso.
-    C’è ancora qualcosa che devo fare, dite ai miei amici che li raggiungerò più tardi – rispose e ignorando le successive domande del Gendarme, Selenis si inoltrò nelle vie deserte di Altissia, dirigendosi laddove l’anello le stava indicando.

Come aveva potuto dimenticarsi di quel sogno?
E come si concludeva?
La ragazza proprio non se lo ricordava, ma tutto dentro di lei la spingeva ad affrettarsi verso l’altare. Come a darle ragione di ciò, la terra tremò improvvisamente e un ruggito solcò l’aria. Selenis si fermò, e con occhi sgranati osservò innalzarsi nel cielo un gigantesco serpente marino: Leviatano.
Era spaventosa.. la sua mole riempiva il cielo e pur restando ancora lontana dal punto in cui si trovava la ragazza, era già capace di incutere timore.
Lo sguardo della Dea era puntato più in basso; con tutta probabilità su Luna.


“Devo sbrigarmi!” pensò Selenis fremendo di paura.

I suoi pensieri lambirono il viso di Gladio, ma li ricacciò indietro. Chissà se l'avrebbe mai perdonata...
Riprese a correre attraverso i canali, che risultavano strani senza tutta la vita che fino al giorno prima li aveva animati. Ormai tutta la popolazione era al sicuro all’anfiteatro, ben protetta dai militari e ben presto anche dai suoi amici... O forse non proprio tutta...

Con la coda dell’occhio, la ragazza colse un movimento da una delle vie laterali che stava percorrendo. Incuriosita vi svoltò, percorrendo un tratto di strada che la fece sbucare in una piazzetta a ridosso di uno stretto canale. Là, scorse un ragazzino dirigersi a rotta di collo verso una delle case presenti.

-    Ehi, tu! – lo apostrofò.

Il ragazzo si fermò, voltandosi verso di lei con gli occhi sgranati. Doveva avere all’incirca tredici anni e sul viso pieno di lentiggini si poteva leggere una paura quasi tangibile.

-    Cosa fai qui? Devi tornare indietro! Non è sicuro questo posto! – gli disse avvicinandosi.
-    Mio nonno.. – ansimò lui buttando uno sguardo alla casa alle sue spalle.
-    Cos’è successo? –
-    È rimasto intrappolato in cantina, prima… prima quando c’è stato quel terremoto gli sono caduti addosso degli scaffali, non potevo lasciarlo qui! – esclamò concitato.
-    Adesso calmati – gli disse Selenis ammorbidendo il tono – Portami da lui, lo faremo uscire da lì – asserì.

Il ragazzino annuì un po’ meno spaventato e la condusse all’interno di quella che si scoprì essere la bottega di un fabbro. Una rampa di scale portava al piano interrato dove c’era il laboratorio.

-    Marcus! Ti avevo detto di andartene da qui! –
-    Ho portato aiuto nonno – replicò il ragazzino.

A Selenis fu subito chiaro che la situazione era più complicata del previsto. Il nonno di Marcus, un uomo dalla stazza robusta e dalla folta barba, era intrappolato da una pesante trave di legno che gli bloccava il bacino

-    Riesce a muovere le gambe? – gli domandò la ragazza inginocchiandosi vicino a lui.
-    Sì – rispose lui.

Selenis valutò velocemente la situazione e poi provò ad alzare la trave, che però non si smosse di un millimetro.

-    È inutile, peserebbe troppo anche per un uomo come me – replicò affannato l'anziano.
-    Marcus, per favore, vai di sopra e cerca qualcosa che si possa usare da leva. Va bene qualsiasi cosa, ma che sia abbastanza robusta da non spezzarsi – disse la principessa al ragazzino, che annuendo serio tornò sù.
-    Le fa male da qualche altra parte? – domandò poi rivolta al nonno.
-    No.. – rispose lui – Mi dispiace – proseguì mentre Selenis studiava le sue condizioni – sono tornato indietro per recuperare la foto di mia figlia… è morta tanto tempo fa ed è l’unico ricordo rimasto di lei.. – spiegò, e solo in quel momento la giovane si accorse che l’uomo stringeva tra le mani la foto di una ragazza con le stesse lentiggini di Marcus – Non potevo perdere anche questo.. sono un povero stupido vecchio – mormorò trattenendo le lacrime.
-    No, non lo è – rispose la ragazza – Avrei fatto esattamente come lei anche io – aggiunse con un sorriso mesto.

Ed era vero… sapeva bene quanto fossero importanti i ricordi legati alle persone scomparse. Forse era stupido aggrapparsi ad un oggetto, ma poteva esserci racchiuso un mondo intero. Avere qualcosa di tangibile tra le dita che provasse che quella persona era esistita, non era stupido da desiderare o da difendere.
Pensando a queste cose, le dita di Selenis sfiorarono la forma famigliare del ciondolo regalatole da Nyx l’ultimo giorno che si erano visti. Non l’aveva mai tolto da allora e mai l’avrebbe fatto.

-    Per di qua! -

La frase arrivata dal piano di sopra, fece drizzare le orecchie a Selenis. Marcus era tornato, ma non da solo...
La ragazza si tirò immediatamente in piedi, facendo cenno all'uomo che era con lei di fare in silenzio. Evocò il kukri e rimase in attesa mentre i passi iniziavano a scendere le scale…

-    Iggy! – esclamò sollevata la ragazza quando il suo amico comparve al fianco di Marcus – Come mai non sei all’anfiteatro? – gli domandò stupita.
-    Sono arrivato per primo e la squadra che era con te mi ha avvisato che ti eri diretta alla cattedrale, così sono venuto a cercarti – rispose il giovane.
-    Per fortuna mi ha sentito ed è entrato nel negozio – disse il ragazzino, che aveva ritrovato in loro la speranza di salvare il nonno.
-    Appena fuori di qui ti spiegherò tutto, ma adesso dobbiamo aiutarli – replicò Selenis facendo cenno alla situazione.
-    Ho trovato queste di sopra – disse Marcus porgendole un paio di robuste sbarre di acciaio.
-    Iggy dammi una mano per favore –
-    Certo –

I due ragazzi si inginocchiarono, ciascuno ad una estremità, posizionando le sbarre sotto alla trave e cominciando a fare leva. Il pesante oggetto si sollevò solo di qualche centimetro, insufficiente all’uomo per scivolare via.

-    È inutile – asserì Ignis - Selis dobbiamo sbrigarci, i Magitek saranno qui a momenti – aggiunse a mezza voce per non farsi sentire.

La principessa si guardò intorno in cerca di un’idea; non era possibile che non ci fosse nessun modo di liberarlo da lì…

-    Il laboratorio si trova al di sotto del livello del canale che c’è qui di fianco, vero? – domandò improvvisamente ai due Altissiani.
-    Sì, non di molto però – rispose l’uomo a terra.
-    Penso che possa bastare – affermò Selenis alzandosi e facendo apparire un’ampolla di fuoco.
-    Cosa vuoi fare? – le chiese Ignis.
-    Voglio aprire una breccia in questo muro – rispose la ragazza indicando la solida parete sul fondo della stanza – Se facciamo entrare l’acqua..-
-    Allagherà la stanza e alleggerirà il peso della trave permettendoci di fare leva più facilmente – completò per lei Ignis – Potrebbe funzionare – asserì.
-    Bene, allora state pronti – replicò la ragazza.

Selenis mirò alla base del muro e lanciò la sfera infuocata. I mattoni saltarono via e una nuvola di polvere si mischiò al forte getto d’acqua che scaturi dall’apertura appena creatasi. Velocemente la ragazza tornò dall’uomo, iniziando a fare leva con la sbarra di ferro assieme a Ignis.
Non appena il livello dell’acqua fu sufficientemente alto, la trave si sollevò e il nonno di Marcus riuscì a svincolarsi. I due amici, aiutati dal ragazzino, sorressero l’uomo e tornarono al piano superiore.

-    Vi sono debitore – disse l’anziano dopo aver bevuto una pozione che lo aiutò a rimettersi in piedi.
-    Ora dovete andarvene e di corsa anche – replicò la ragazza.
-    La barca con cui sono arrivato è ancora all’attracco, usate quella – aggiunse Ignis.
-    Grazie! – esclamò Marcus affrettandosi ad allontanarsi con il nonno.
-    Ora mi spieghi perché sei qui? –

Ignis puntò lo sguardo su Selenis che osservava Leviatano agitarsi nel cielo.

-    Mi sono ricordata del sogno che avevo fatto – rispose la ragazza – Luna e Noctis hanno bisogno di aiuto e devo essere io a doverglielo portare – asserì – Anche l’anello mi sta spingendo in quella direzione –
-    Allora sarà meglio sbrigarsi – replicò Ignis senza battere ciglio.

Selenis gli sorrise, per poi rimettersi a correre in direzione dell’Abissale che si faceva sempre più vicino.

-    Hai già provato a contattare gli altri? – domandò la ragazza.
-    Sì, ma le comunicazioni sono interrotte – rispose Ignis dietro di lei.
-    Spero che non ci siano stati problemi –
-    Stai tranquilla, i cittadini erano tutti al sicuro e sono certo che Gladio e Prompto sappiano difenderli anche da soli – disse il giovane.
-    Ci siamo! – esclamò finalmente la principessa.

Poco più avanti di loro c’era la scalinata che li avrebbe portati su uno dei tanti belvedere che si affacciavano sulla baia dell'altare.

-    Speriamo di essere ancora in… -

Selenis si interruppe, incespicando nella corsa, mentre un altro frammento di sogno si andava a sommare a quello già visto in precedenza.
Vide una persona, riversa a terra e con tutta probabilità.. senza vita. Le parole che Gentiana le aveva rivolto quella sera a Caem, acquistarono improvvisamente un significato tutto nuovo e molto diverso da quello che lei aveva inteso.


-    Aspetta! – gridò la ragazza fermandosi di botto.
-    Cosa succede? – le chiese Ignis allarmato.
-    Non… non posso farlo... – mormorò.
-    Selis non capisco – replicò il ragazzo aggrottando le sopracciglia.
-    L'ultima notte che abbiamo passato a Caem... ho incontrato Gentiana – disse la principessa – Mi ha predetto che il giorno in cui Noctis avrebbe avuto bisogno del mio aiuto era molto vicino e… - Selenis si interruppe, cercando di mandare giù il nodo che le si era formato in gola - ...e che questo avrebbe richiesto un sacrificio. Le ho detto che avrei fatto qualsiasi cosa, ma.. non posso fare questo! – esclamò disperata guardando il ragazzo.
-    Prima, hai visto qualcos'altro vero? – le domandò allora Ignis facendo due più due  – Cosa? – chiese quando la giovane annuì.

Selenis lo fissò devastata, senza riuscire a formulare la frase di risposta.

-    Selenis – Ignis la prese per mano. Aveva già capito. – Forza, dobbiamo andare – le disse.
-    No! – la ragazza scosse la testa, stringendo la presa ma spingendolo nella direzione opposta – Vado da sola – disse.
-    Io vengo con te – replicò Ignis, calmo ma deciso.
-    No. – ribadì lei.
-    Non puoi decidere per me – le fece notare il ragazzo.
-    E tu non puoi pretendere che io ti veda morire!! – urlò a quel punto Selenis.

L’immagine dell’amico, rannicchiato a terra immobile, era intollerabile.

-    Hai detto che eri disposta a fare qualsiasi cosa perchè questo scempio avesse fine – le fece notare il ragazzo.
-    Ma non sono disposta a sacrificare te! Ero pronta ad esserlo io! –
-    Hai fatto un giuramento davanti alla tomba dei Re, devo forse essere io a ricordartelo? – replicò Ignis con tono inaspettatamente duro.

Selenis trasalì mentre un nuovo ruggito di Leviatano scuoteva l’aria.

-    Non puoi tirarti indietro – riprese il giovane con calma – Vuoi davvero lasciare Noct e Luna senza protezione? – le chiese.
-    Io… - la ragazza strinse nuovamente la mano dell’amico – Mi dispiace – mormorò affranta.
-    Non devi – replicò Ignis dolcemente – Andiamo, forza –

La principessa si lasciò trascinare via, ricominciando a salire la scalinata e cercando di non pensare a niente, di cacciare via il dolore che minacciava di stritolarle il cuore.
Una volta saliti, i due ragazzi si trovarono al margine del grande bacino circolare alle spalle della cattedrale. Davanti a loro, Leviatano torreggiava nel centro esatto. Aveva già distrutto diversi edifici che ora galleggiavano nell’aria, sospinti dalla forza del vortice d’acqua che la Dea aveva creato e che circondava tutta la zona.
Selenis si spinse fino alla ringhiera che si gettava a strapiombo sullo specchio d’acqua. Con gli occhi frugò in lungo e in largo alla ricerca dei suoi amici, finchè non vide una figura a terra, vestita di bianco, su ciò che restava dell’altare delle mareggiate.

-    Luna!!! – gridò Selenis sopra il frastuono del vento e dell’acqua.

Un rumore improvviso di lame che si incrociavano la fece però voltare indietro. Un gruppo di Magitek li aveva raggiunti e Ignis stava cercando di respingerli.

-    Ci penso io qui! Tu occupati di loro! – esclamò il ragazzo, guardandola di sfuggita prima di ingaggiare un nuovo scontro con un soldato.

La principessa si costrinse di tornare a guardare verso Luna.

-    Luna!!! – urlò nuovamente.

La Sciamana stava cominciando a pensare che fosse tutto inutile, che i suoi sforzi per guidare Noctis non fossero valsi a nulla... poi udì l’eco distante di una voce che non sentiva da molto tempo, ma che non avrebbe mai potuto scordare.
Luna si voltò, reggendosi con fatica al tridente che aveva usato per l’invocazione, e finalmente la vide.
Selenis era là, era davvero arrivata.
Anche se la sua amica di certo non poteva vederla da quella distanza, Luna le sorrise, felice di averla potuta rivedere. Saperla al suo fianco in quel momento le ridiede la forza che minacciava di abbandonarla.

Selenis vide Luna alzare il tridente più in alto che poteva, come per chiederle aiuto, e la punta dell’arma prese ben presto a brillare fiocamente.
Allo stesso tempo, anche l’anello al dito della principessa emise un bagliore, e la ragazza seppe cosa doveva fare.
Protese la mano verso Luna e non appena lo fece, un fascio di luce abbagliante scaturì dalla gemma andando ad unirsi con quella del tridente.
Alla principessa iniziò a girare la testa. L’anello sembrava alimentarsi direttamente con la sua energia e non accennava a diminuire l'intensità. La luce crebbe ancora, piovendo dal cielo in colonne accecanti, e si indirizzò verso un punto ben preciso. Selenis vide la figura inequivocabile di Noctis sollevarsi, protetta da quel chiarore. Il principe era pronto per fronteggiare la Dea del mare per reclamarne il potere.

Con un ultimo lampo, il flusso si interruppe e Selenis, completamente stordita, cadde a terra. I suoni le arrivavano ovattati alle orecchie e la vista andava e veniva, ma il gemito che provenne dalle sue spalle la riscosse quel tanto da farle trovare la forza di girarsi su un fianco per mettere a fuoco la scena che si stava consumando dietro di lei.
Della squadra di Magitek che li aveva attaccati, ne erano rimasti attivi solo due.
Uno, trascinandosi a terra, aveva afferrato la caviglia di Ignis, che stremato aveva perso l’equilibrio cadendo all’indietro. L’altro, cogliendo l'occasione si avventò su di lui, ma venne fermato dalla punta della lancia che il ragazzo gli piantò nel petto.
Con orrore, Selenis vide il punto in cui avrebbe dovuto esserci il cuore del Magitek, iniziare a lampeggiare di un rosso cupo. I soldati di Nifelheim avevano un'ultima terribile risorsa: l’autodistruzione.
Ignis cercò di respingerlo senza successo. L’esito dello scontro era chiaro…

Selenis si sollevò sui gomiti, protendendo una mano verso l’amico come aveva fatto poco prima con Luna. Con uno sforzo immane cominciò ad evocare una barriera, attingendo dalle poche forze rimaste e a quelle delle pietre incastonate nel fermaglio della sua treccia. Un sottile strato opalescente cominciò ad espandersi e a ricoprire Ignis; ma era lento, troppo lento.
Il ragazzo si voltò, urlando all’amica di smettere, ma lei non si diede per vinta.
Con un gridò diede fondo alle ultime energie. La barriera crebbe ancora, aveva superato il petto, il collo, risaliva sul viso…. Poi, come se qualcuno avesse improvvisamente spento la luce, divenne tutto buio.
Selenis non vide più niente, né udì la potente deflagrazione che seguì.



Campeggio dell'autrice:

Ben arrivati a venerdì!

Lo so che volete andare subito al succo della questione, ma andiamo per gradi!
Innanzitutto ribadisco una cosa che vi aveva già anticipato, ovvero che questa è stata la mia libera interpretazione di come sono andate le cose ad Ignis durante la battaglia di Altissia. Come avete potuto notare, non si avvicina proprio per niente a quello che il trailer di Episode Ignis ci ha brevemente mostrato.
L'anello di Selenis sembra essere molto di più che un semplice talismano, racchiude un qualche tipo di energia.. ma di cosa si tratterà? Sono aperte le scomesse!
L'idea di allagare il laboratorio del nonno di Marcus per poter sollevare la trave, ammetto che non è farina del mio sacco, ma devo ringraziare Uncharted 4 Fine di un Ladro per avermi dato questa chicca. (Quando i meriti vanno attributi, vanno attribuiti insomma!).
Infine si svela l'arcano... Selis era convinta di dover essere lei a sacrificarsi per proteggere Noctis e Luna, invece con suo sommo orrore è il suo migliore amico. Qui lascio spazio alle supporter della ship Selignis (Grazie a White per averle dato un nome xD) di pensare quello che vogliono xD
Il resto va da sè e si può ben intuire come Ignis abbia perso la vista (sempre secondo la mia fervida immaginazione di un anno fa).
La cosa più straziante da scrivere in realtà è stato il breve incontro con Luna, perchè le due amiche alla fine non si sono potute riabbracciare per davvero...
E ora che succederà? Come reagirà Selenis quando riprenderà conoscenza? Anche qui sbizzarritevi ;)
Infine posso dire che il multiplayer Comrades mi sta piacendo da matti! Soprattutto perchè finalmente ho potuto "creare" Selenis per davvero <3 Quindi se ci state giocando anche voi e una sera doveste vedere un campo "Selenis", sappiate che sono io xD Una piccola info per chi magari non lo sa, ma fino a lunedì 20 è possibile giocare online senza bisogno dell'abbonamento Plus! Approfittatene ;)
Come sempre è arrivato il momento di ringraziare i miei magnifici Lettori e le mie fantastiche Comrades, le recensiste!

Un abbraccio a tutti!
Marta
  
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