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Autore: Five Silent Miles    18/11/2017    3 recensioni
'Ma lei cosa fa nella vita, signor Takibana?' chiese lei con fare serioso, mettendo le sue doti recitative a dura prova nel tentativo di ravvivare la conversazione.
'Tutta questa formalità mi lusinga, signorina Miyamizu' rispose lui ancora più cerimonioso mentre tratteneva a stento un sorriso, per poi restare in silenzio per qualche istante.
'Ehm, ad essere onesti, mi sono laureato solo alcuni mesi fa e al momento sto cercando ancora un lavoro decente...' disse un po' imbarazzato, allungando il braccio per indicarle un blocco pieno di disegni che portava con sé.
Fu proprio mentre guardava distrattamente il braccio che il riflesso del suo orologio gli ricordò del colloquio.
Si portò freneticamente il polso davanti al volto e gridò: 'Oddio, sono in straritardo!! Scusa, scusa, ma devo scappare, ho un colloquio qui vicino... spero mi faranno ancora entrare!'
'Cavolo, mi dispiace! Spero non ti abbia fatto fare troppo tardi...è un colloquio importante?'
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il più anziano dei due prese in mano alcuni documenti dalla scrivania, e dopo aver dato una veloce occhiata ai nomi, sollevò lo sguardo verso di Taki, 'Allora... Chi abbiamo qui?'
'Eccolo, candidato Takibana Taki, giusto?' disse mentre scorreva con l'indice sulla lista.

Lui annuì con la testa, quindi il vecchio continuò: 'Vedo che lei ha un curriculum molto interessante: un ottimo voto di laurea, delle sorprendenti capacità grafiche, e ha pure condotto diversi stage presso grossi studi della zona'.
Si fermo qualche secondo, e con un sorriso sul volto proseguì: 'ma come lei saprà, siete in tanti ad avere le carte in regola per questo posto... mi dica perchè dovremmo scegliere proprio lei.
Perchè vuole lavorare per noi?'

Era un uomo sulla sessantina, di statura media, grassoccio ma con uno sguardo rassicurante e paterno. Sopra ad un collo cortissimo, quasi inesistente, si stagliava un volto paffuto e rotondeggiante. I capelli, anch'essi corti, erano di un bianco grigiastro, ripiegati su di un lato come a nascondere un principio di calvizie incombente.
Nel mentre l'altro "esaminatore", belloccio ed elegante, sembrava molto attento ad esaminare un certo album dal nome "Mare 2017" su Facebook: senza dubbio prendeva con molta serietà il suo compito di commentatore di foto di coetanee di sua figlia.

'Vivendo in Giappone, sin da bambini dobbimo convivere con tante difficoltà: il rischio di terremoti, tsunami, il pericolo del nucleare, solo per citarne alcuni-' rispose Taki, dopo aver preso qualche secondo per organizzare il discorso, '...in un mondo così spaventoso, vorrei poter creare qualcosa di rassicurante, che possa restare nei cuori della gente.
Creare qualcosa che si integri con la natura, che sia sicuro ma nel rispetto delle nostre tradizioni. Qualcosa che sia così memorabile da poter sopravvivere a tutto'.

Rimase in silenzio per qualche secondo -un'infinità di tempo ai suoi occhi- insicuro su come proseguire. Ripensò alla ragazza che aveva appena incontrato alla stazione e trovò le parole per continuare.

'Diversi anni fa visitai le rovine della cittadina di Itomori.
Fu un'esperienza molto toccante: di fronte ad uno spettacolo simile non si può restare impassibili.
Però non fu quell'enorme distruzione a colpirmi maggiormente, ma vedere come la natura, seppur lentamente, stesse riprendendo il controllo sul cemento e sulle macerie...

Il mio sogno è veder rinascere posti del genere, diventare un architetto capace di progettare qualcosa di simile'.

Il più anziano dei due, che aveva seguito il suo discorso molto attentamente, annuiva con il capo; l'altro invece sembrava non essere molto soddisfatto- probabilmente doveva essere arrivato all'album Inverno 2017- e scuoteva la testa con
dissenso.

Un po' confuso nel vedere due reazioni così discrepanti, Taki riprese a parlare: 'Se posso farvi vedere a cosa mi riferisco, qui ci sono una serie di progetti e schizzi a cui ho lavorato in questi anni...'

Prese allora il blocco che aveva portato con se e tirò fuori una serie di lavori, fatti a tempo perso ai tempi dell'università.
'Questi sono sulla ricostruzione di Itomori, questi su Fukushima, questi sulla penisola di Hoshika e alcuni invece sono su Tokyo...' disse mentre indicava e raggruppava i progetti e i disegni a cui si stava riferendo.

Il più anziano dei due guardava le tavole con molta attenzione, annuendo con il capo.

'Il suo sogno è ammirevole, signor Takibana, e le sue motivazioni sono molto valide.
Sapesse quanti candidati dal curriculum stellare vediamo ogni giorno, con l'unica aspirazione di mettere il proprio nome su qualche edificio ed intascarsi il loro compenso per tornare a casa contenti.
In questo studio, invece, difficilmente si torna a casa contenti. Ma tutte le sere usciamo da quì soddisfatti, consapevoli di aver fatto qualcosa per un mondo migliore rispetto a quello che avevamo trovato il giorno prima'.

Si fermò. Volse uno sguardo duro verso il collega alla sua sinistra, tanto che persino Taki potè percepire il disprezzo negli occhi dell'anziano signore.
Questi, sentendosi forse osservato, smise di scrollare ed annuì alla parole del suo superiore, fingendo di condividerle in pieno.

Quindi si rivolse nuovamente verso Taki, stavolta non più corruciato, e riprese a parlare: 'Dalle sue parole e da questi lavori traspare un'enorme passione.
Lei ha capito davvero qual è la missione che ci siamo imposti in questo studio-' prese in mano un progetto dal blocco (un piano di ricostruzionee di Itomori), tendolo sollevato per guardarlo controluce.

'In particolare, questo progetto mi ha molto colpito, potrebbe lasciarmelo per qualche giorno? Vorrei farlo vedere ad alcuni miei colleghi'.

Taki si sentì finalmente soddisfatto. Qualcuno non solo apprezzava il suo lavoro, ma condivideva i suoi stessi ideali, combatteva le sue stesse battaglie.
L'uomo si alzò in piedi e con fare gioviale tese la mano destra, 'Il progetto potrà venire a riprenderlo lunedì mattina, e in cambio mi metterà una firma sul suo contratto'.
I due si strinsero la mano e successivamente, seppur controvoglia, anche l'altro uomo si alzò per fare altrettanto.

'Grazie mille per darmi questa opportunità, vi sono infinitamente grato' disse Taki tutto d'un fiato, mentre si inchinava quasi fino a dare una testata sul tavolo di fronte a lui.
'E' un piacere averla tra noi. Mi raccomando, sia puntuale lunedì'.
 

                                                                                                  *****
 

Per tutto il fine settimana, Tsukasa e Takagi vollero assicurarsi che il tasso alcolemico di Taki si mantenesse a livelli tali da garantire il disturbo della quiete pubblica.
Dopo molte bevute e diverse prese in giro all'ultimo arrivato nel mondo del lavoro, rincasò ormai a notte fonda.
Per paura di arrivare in ritardo, il mattino seguente uscì di casa pressochè all'alba, nonostante fosse ancora in hangover e trovasse difficoltà anche solo a camminare in linea retta.

Quantomeno lo rassicurava il fatto che, di lì a poco, si sarebbe trasferito in un nuovo appartamento, dalle parti di Shinjuku, e che quindi non si sarebbe più dovuto svegliare ad orari così disumani.
Se non fosse stato per l'aiuto e la pazienza che Okudera aveva dimostrato negli ultimi giorni, probabilmente si sarebbe trovato a dormire sotto qualche ponte per una settimana prima di trovare casa vicina all'ufficio.

Il primo giorno trascorse molto velocemente.
Dopo la mattina dedicata ad ascoltare una serie di presentazioni, venne messo sotto la supervisione di un collega -un ragazzo poco più grande di lui- che si occupò di fargli conoscere lo studio.
Scoprì che i due incontrati al colloquio il venerdì precedente non erano altri che il figlio del proprietario e il secondo in comando, il più anziano dei due, amico e collega di lunga data del proprietrio dello studio.

Poco dopo le 5 e mezza,Taki lasciò lo studio per ritornare a casa.
Si sentiva un po' demoralizzato perchè nei giorni precedenti ogni suo sforzo di trovare la ragazza della stazione era stato vano: nessun profilo Facebook, nessun indizio sul suo posto di lavoro.
Addirittura anche la ricerca del negozio della nonna si era rivelta un buco nell'acqua.

Decise quindi di allungare la strada, nella speranza che magari la potesse incontrare nuovamente dallle parti della stazione, dove l'aveva vista la prima volta.
Dopo un lungo e infruttuoso girovagare giunse infine a Yotsuya, da cui normalmente avrebbe preso il solito treno affollato per casa.
Ma invece che salire sul treno, all'ultimo volle cambiare destinazione: da quelle parti si trovava un enorme centro commerciale, e Taki aveva una serie di acquisti da fare prima di trasferirsi nell'appartamento nuovo.

 

Una volta sbarrata anche l'ultima parola della lista della spesa, si sedette al tavolo di un bar all'aperto, in una sorta di piazzale all'interno del centro commerciale, sorseggiando un frappè mentre controllava distrattamente i messaggi sul cellulare.
Ben presto però la sua attenzione fu attirata da una coppietta, che discuteva animatamente davanti ad un negozio di abiti da sposa, a pochi metri di distanza.
Anche in questo caso, riconobbe un marcato accento del Kansai.

A pensarci bene però, potrebbe anche essere un accento di Mino, commentò Taki tra sè e sè, memore della lezione di linguistica che gli era stata impartita qualche giorno prima.


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AAAAAllora rieccomi! Il capitolo è pesantissimo, un mattone, una pallonata sugli zebedei, un'armadio sul mignolino... Mi dispiace! Pensavo che sarebbe stato sbagliato omettere il colloquio quindi ho iniziato a scrivere sta parte, ma si è rivelata molto difficile. 
Spero si noti che comunque ci  ho messo il massimo dell'impegno, cercando di non sembrare troppo banale e alleggerendo in qualche modo alcuni punti. Ho concluso con un cliffhanger che di suspense ne ha veramente poca, perché sicuramente saprete tutti a chi mi stessi riferendo, però vi avviso che il prossimo capitolo scorre che è una meraviglia se paragonato a questo, ed è pure pressoché completo, devo solo decidere a che punto concluderlo!
Vi giuro che le parti noiose dovrebbero essere finite, state con me ancora per un po' che arrivano le parti migliori( Università permettendo). 
Beh ditemi un po' che ve ne pare, ogni critica è accettata e ogni recensione mi aiuta :) 
Mi chiedevo, come mai ci sono così poche ff a tema Your Name? Sarà perchè siamo nella categoria film e non in quella anime? Avete qualche suggerimento per il proseguimento?

   
 
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