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Autore: Walt96    19/11/2017    4 recensioni
La Fantasia è il motore che muove il mondo.
Nella città natale di Walt, Athom, la Fantasia era quel potere innato che nei giovani determinava lo sviluppo di un potere piuttosto che un altro; Walt controllava l'elettricità.
È giunto il momento di un nuovo inizio, il ragazzo viene ammesso alla famosissima Accademia dei Sette, dove i sette maestri insegnavano l'utilizzo della Fantasia ai loro studenti.
Vecchie e nuove amicizie andranno a fondersi e il destino di Athom sarà imbrigliato tra Luce e Oscurità.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Kingdom Hearts W'
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Capitolo 8
 
Battle Stadium
 
 
 
 
 
Dopo un paio di settimane dedicate alla costruzione dell’enorme arena ettagonale in grado di fronteggiare attacchi da parte di tutti gli elementi, finalmente il giorno della Battle Stadium era arrivato.
Athom non aveva badato a spese e, come ogni anno, a poche decine di metri dalla spiaggia era stato allestito tutto il necessario per l’evento più atteso dell’estate.
Non solo l’enorme arena era stata eretta perfettamente a immagine e somiglianza della Sala dei Sette, con tanto di linee nere sul campo di battaglia e le sette alte sedute dei maestri, ma ogni sorta di bancarella era presente nei dintorni dell’arena e delle mura esterne della città.
Banchetti con cibo, oggetti fatti a mano dagli abitanti e i negozianti della città fecero la loro comparsa in ogni angolo della zona e rendevano l’atmosfera particolarmente festosa e gioviale.
Dave, che era a capo dell’organizzazione degli eventi in città, sia sportivi che non, si era davvero superato: addobbi, luci e fiaccole stavano per illuminare le strade con l’arrivo della sera e gran parte degli abitanti di Athom avrebbe partecipato alla festa.
L’evento della Battle Stadium, ovviamente, non si focalizzava unicamente sulla battaglia che sarebbe avvenuta tra quattro squadre composte esclusivamente da studenti dell’Accademia e capitanati da quattro maestri, ma c’erano anche diverse altre esibizioni tra canto, danza e musica che avrebbero fatto da contorno all’evento principale.
Era inutile cercare di definire l’alone di euforia che aleggiava tra gli studenti, sia tra chi aveva deciso di partecipare sia tra chi invece avrebbe solo assistito all’evento.
Walt, Erik e Matt avevano deciso di partecipare già molto tempo prima e quasi tutti i loro compagni avevano preso la stessa decisione, a parte Cindy a cui non era mai interessato più di tanto combattere.
Anche Lilly sarebbe stata sugli spalti a fare il tifo in quanto, non possedendo il dono della Fantasia, non poteva partecipare.
Quella sera tutto il gruppo di amici si riunì nella piazzetta con il piccolo obelisco su cui era inciso il simbolo di Athom. C’erano Walt, la sua classe, Andy, Al, Lezia, Cindy, Frida, July e Lilly.
«Allora ragazzi? Siete pronti ad essere sconfitti dai gemelli?» disse Al mentre il gruppetto imboccava una via laterale ricca di villette.
«I gemelli? Chi sono i gemelli?» chiese Matt curioso di sapere chi fossero questi temibili sfidanti.
«Come chi sono? Eccoli qui!» disse Al mettendo in mostra i suoi due bicipiti grossi e forti «È come se fossero figli miei» aggiunse con aria melodrammatica.
Lezia gli lavò la faccia con una bolla d’acqua gelata.
«Ma sei matta è freddissima!» disse lui tentando di asciugarsi con la maglietta.
«Scusa, dovevo lavarti via l’aria da spavaldo e far tornare il solito Al» rispose lei facendo ridere tutti.
«Ragazzi ma voi non siete eccitati di combattere fiano a fianco coi i maestri?» disse Frida con un fremito «Spero che partecipino tutti, sarà un esperienza altamente formativa!».
«Io spero partecipi Kudo» disse Matt che non vedeva l’ora di fare da spalla al maestro della Lotta.
«Spero partecipi Walter anche se ne dubito…» disse Walt a voce bassa.
Walt si era allenato molto nell’uso dello Spazio in quelle due settimane, ed era riuscito a compiere diversi passi in avanti nonostante dovesse trovare il tempo e le occasioni per potersi allenare da solo senza dare nell’occhio.
Era riuscito a generare alcune bolle di Spazio di dimensione massima di venti centimetri e riusciva a spostarle bene attorno alla propria mano.
Aveva difficoltà a mantenere il controllo man mano che la bolla si allontanava da lui e tendeva a scoppiare, però per essere trascorsi solo tre allenamenti era soddisfatto.
Era consapevole di non poter usufruire di quel potere quella sera, perciò era deciso di concentrarsi al massimo sull’uso dell’elettricità in modo da affinare ancor di più le tecniche e le mosse con quell’elemento.
«No Andy, per di qua!» lo richiamò Erik visto che si stava dirigendo verso la direzione opposta alla loro meta senza accorgersi che gli altri avevano cambiato direzione.
Superarono una piazza rettangolare per inoltrarsi in una nuovo viale alberato ricco di villette tutte diverse tra loro ma molto elaborate, ognuna con il proprio piccolo giardino.
«Voi non trovate che Dave sia affascinante?» disse Lezia ad alta voce avvicinandosi con aria sognante alle ragazze.
«Signore, cosa mi tocca sentire» commentò Walt prendendole in giro con gli altri ragazzi.
«Ha degli addominali più caldi del suo Fuoco» disse Frida spiazzando un po’ tutti che la ritenevano una ragazza seria e zelante.
«Che c’è ?! Sono una ragazza anche io!» rispose agli sguardi attoniti dei ragazzi.
«Vogliamo parlare delle sue guanciotte con le fossette?» aggiunse Lilly infatuata.
«E dei suoi riccioli bruni da scompigliare?» sembrò concordare Cindy anche lei in preda all’attrazione.
«Oh, piantatela! È inutile che nascondiate l’amore folle che provate per me» si girò a punzecchiarle Al, ritrovandosi con uno strado di ghiaccio sul volto grazie alla combinazione dei poteri di Lezia con quelli di Cindy e Frida.
Da una casa alla loro destra vennero dei rumori di bruciatura seguiti da uno scoppio di pietra.
Tutti si allarmarono, fermandosi e voltandosi alla ricerca della fonte dei rumori.
«Non voglio più sentirti parlare in questo modo!! Tu non sei NESSUNO e se non sarai il migliore continuerai a rimanerlo!» urlò con arroganza una voce maschile.
Una porta venne sbattuta con violenza e una persona si fece strada nel buio della notte, singhiozzando.
Purtroppo a causa delle folte chiome degli alberi del viale i lampioni non riuscivano a illuminare a dovere gli angoli tra le case e la figura rimase nell’ombra per i primi passi.
Appena si accorse del gruppo di ragazzi che lo osservava si bloccò, come colto sul fatto; utilizzando il movimento dinamico classico di chi controlla il Fuoco, svanì.
Nell’attimo prima che sparisse nelle fiamme, queste ultime illuminarono la chioma bionda e gli occhi azzurrissimi di un ragazzo.
Tutti rimasero sbigottiti dalla scena, erano curiosi e imbarazzati allo stesso tempo.
«Chi era?» chiese Walt che non riusciva a tenere a freno la sua curiosità.
Frida e Cindy si guardarono, erano le persone che in quel gruppo lo conoscevano meglio, e non poterono non riconoscerlo.
«Era Victor».
 
 
 
 
I fuochi artificiali sancirono l’inizio della festa e, mentre qualche esibizione musicale intratteneva il pubblico, tutti gli studenti dell’Accademia che volevano partecipare alla Battle Stadium si erano diretti negli spogliatoi dell’arena, per cambiarsi dalla loro divisa scelta dal destino e indossare una tuta monocolore in base alla squadra in cui sarebbero capitati.
Walt, Erik e Matt si svestirono come tutti quanti e notarono che negli spogliatoi maschili l’atmosfera era già più tesa del solito.
Ovviamente erano presenti sia i loro compagni di corso con la stessa età, quindi Al e ed Andy, ma anche tutti gli altri studenti delle classi con un età maggiore ed inferiore.
Walt notò subito Giano con la sua classe mentre si pavoneggiava in mutande su quanto fosse stata grata la natura con lui in confronto ai suoi amici.
«Strano che Matt non sia già corso a reggergli il gioco» bisbigliò Walt a Erik.
«Cosa?» percepì vagamente Matt.
Walt scoperto non poté non cambiare argomento repentinamente: «No dicevo, hai visto Victor? Sembra più nervoso del solito… chissà che cosa succede in casa sua» disse schivando la figuraccia.
Effettivamente si voltarono a guardarlo senza farsi notare e Victor era seduto senza vestiti sulla panchina di legno degli spogliatoi, tutti avevano mantenuto una certa distanza da lui e se ne stava lì da solo a fissare il vuoto in attesa che qualcuno arrivasse a consegnarli dei nuovi indumenti.
Lui, che davvero aveva un fisico statuario di cui avrebbe potuto vantarsi in faccia a Giano, non aveva mai proferito parola sull’argomento.
Fosse stata una persona tranquilla, grazie al suo fisico, gli occhi azzurri e i capelli biondi avrebbe certamente avuto la fila di ragazze ai suoi piedi, Frida stessa l’aveva ammesso una volta.
L’arrivo di Dave in movimento dinamico distolte i pensieri di Walt e lo riportò al presente.
La vampata di fiamme si rapprese formando il corpo del maestro, anch’esso in intimo, con in mostra gli addominali scolpiti e le gambe atletiche; sotto il braccio destro aveva le numerose tute dei quattro colori delle squadre.
«Se ci fosse Cindy sarebbe già svenuta» commentò Walt all’orecchio degli amici che smorzarono a forza le risate.
«Allora ragazzi, siete pronti?» chiese retoricamente il maestro, carico di energie e grintoso come sempre «Avis è già di là da dieci minuti con le ragazze a spiegargli come funzionano le regole, ma visto che noi siamo maschi la faremo molto più breve!» disse.
«Allora già due dei quattro maestri partecipanti li abbiamo già scoperti: sono lui e Avis» bisbigliò Erik agli altri che annuirono in segno di assenso.
«Ci saranno quattro squadre capitanate da quattro maestri! Le squadre saranno divise a caso con lo stesso numero di partecipanti e saranno distinte in quattro colori: rosso, blu, giallo e verde. Le armi non sono ammesse. Ci sono domande?» chiese ma nessuno disse niente in quanto le regole fin ora erano abbastanza semplici.
«Non si colpirà né per uccidere né per ferire, si è eliminati quando la tuta sarà strappata, bruciata o logora e un meccanismo vi teletrasporterà istantaneamente in infermeria e non potrete più entrare. L’arena è coperta da una cupola invisibile che non vi permetterà di allontanarvi dal campo di battaglia, perciò evitate attacchi in volo troppo alti o colpi di massa troppo grandi, in quest’ultimo caso se lo farete interverremo noi maestri a bloccarvi per far proseguire il gioco. Tutto chiaro?» chiese nuovamente.
«Ehm maestro?» chiese Al alzando il braccio «Come verranno divise le squadre?»
«Ah giusto! Beh è molto semplice, così!» esclamò e lanciò in aria tutte le tute colorate che andarono a spargersi in tutti i punti dello spogliatoio.
Matt scattò per accaparrarsi una tuta verde appena vide che Giano ne aveva una di quel colore nonostante l’occhiataccia assassina di Walt in quel momento. Lui si rassegnò a raccoglierne una blu che gli era caduta ai suoi piedi ed era una delle poche rimaste, Erik invece optò per una gialla.
«Ottimo le squadre sono formate! Siamo stati rapidissimi!» commentò il maestro che però era rimasto ancora in mutande.
Walt ne approfittò per vedere come la sorte avesse smistato le squadre e notò con piacere di essere nella stessa squadra con Al poi voltandosi notò che oltre a dei ragazzi che non conosceva di persona, anche Victor aveva preso la tuta blu.
«Ti tocca la belva» disse Erik.
«Meglio alleato che nemico» rispose Walt sperando con tutto il cuore che quell’affermazione fosse vera.
Dave fece per uscire quando uno studente più grande lo fermò «Maestro, guardi che lei è ancora in mutande» gli fece notare con garbo.
«Ah, già. Scusate, che sbadato!» disse ridacchiando e grattandosi la nuca in imbarazzo «Forse sarà scontato, ma io sono il capitano della squadra rossa, ovviamente».
Così dicendo, una fiamma sottile gli ricoprì il corpo materializzando la sua tuta rossa da capitano, molto più elegante ed elaborata.
 
 
 
 
«Signore e signori!» esordì Dave al microfono, era in piedi sulla sua seduta sovrastando l’enorme arena ettagonale tutta illuminata da potenti fari «Siamo pronti per la Battle Stadium annuale!» proseguì scaldando il pubblico.
«Perfetto il mio capitano sarà Avis» disse Walt a Erik, notando che anche la giovane maestra indossava già la tuta blu.
«Spero ardentemente che la squadra gialla non vada ad Eugeo» rispose l’amico.
«Vi vado ad illustrare le regole…» continuava Dave elencando tutti i dettagli della gara.
Avis fece segno ai partecipanti di separarsi per colore e di mettersi negli angoli opposti dell’arena.
«Ci vediamo dopo».
«A dopo e in bocca al lupo» si salutarono Walt ed Erik, purtroppo Matt era già andato a fare da spalla a Giano.
Walt notò con piacere che nella sua squadra faceva parte anche Frida e le si avvicinò «Mi raccomando, mi fido della migliore studentessa dell’Accademia!».
«Sarò anche brava, ma vedrai che punteranno tutti ad abbattere lui» rispose lei mentre si dirigevano al punto indicato.
«Chi?».
«Victor, non ti ricordi le sue dimostrazioni alla lezione di Kudo, tiene testa ad un maestro facilmente, o almeno per quello che abbiamo visto noi delle capacità dei maestri».
«Hai ragione non ci pensavo, poi il suo temperamento impulsivo e imprevedibile non agevolerà gli avversari».
«Precisamente. Vedrai che la maggioranza punterà a lui» concluse Frida.
«July in che squadra è finita?».
«Gialla, insieme a Jorgette. Mentre invece Lezia è nella verde con Andy e Matt».
«Ok capito» disse Walt chiudendo il discorso perché era arrivato un momento importante, ovvero la scelta degli altri due maestri partecipanti.
La Battle Stadium era uno di quei rari eventi in cui si era sicuri di poter vedere i sette maestri riuniti insieme.
Infatti le sette sedute ai sette angoli dell’arena erano tutte occupate.
«Devo chiedere ai miei colleghi chi vuole capitanare le due restanti squadre» disse a gran voce Dave e in quel momento dai partecipanti delle due squadre rimanenti si levarono voci indistinte che chiamavano i propri maestri preferiti, o quelli ritenuti più forti.
Kudo si alzò immediatamente carico di competitività e si lasciò cadere dalla sua postazione per atterrare in ginocchio davanti alla squadra verde che lo acclamava; si rialzò con fare da macho.
«Ti pareva che il capellone non andasse dai suoi cocchini» commentò acidamente Walt.
«Ti riferisci a Giano e Matt?» chiese lei.
«E certo, che mi aspettavo…».
In quel momento un piccolo movimento di Walter fece voltare lo sguardo della maggior parte dell’arena su di lui, credendo che avesse deciso di partecipare.
Spostò semplicemente le gambe incrociate in modo da avere quella sotto sopra e viceversa, sgranchendosi le articolazioni.
Poi continuò ad osservare la scena come se niente fosse.
Walt rise «Secondo me lo fa apposta, si diverte da matti a far credere a tutti che combatterà in pubblico».
«Forse hai ragione» concordò Frida sorridendo.
La squadra gialla si sgolava tra chi chiamava Antonella e chi Erika. Di sicuro Erik non stava chiamando Eugeo.
Alla fine, come degna rivale di Kudo, si alzò Erika e atterrò sul campo controllando il metallo della sua armatura in modo che non facesse nessun tonfo pesante ma atterrasse leggiadra e femminile, con i capelli argentati e brillanti mossi dal vento.
Avis era si era già teletrasportata
«Benissimo!» riprese Dave al microfono «Ed ora si dia inizio alla battaglia!» e così dicendo, abbandono il microfono, si lasciò cadere in un tuffo di testa e a metà dell’altezza si tramutò in Fuoco atterrando come fiamme, un entrata in scena molto scenografica.
E da lì in poi fu il delirio.
 
 
 
 
Attacchi a lungo raggio vennero sparati in ogni direzione e ne arrivavano sempre di nuovi.
Come aveva predetto Frida, molti di questi erano diretti verso la squadra blu e Victor in particolare.
Mentre molti loro alleati si erano già materializzati altrove, Walt ancora stava al centro della mischia, fondamentalmente non sapeva che fare, era la sua prima battaglia seria.
Usa il tuo potere Walt! Scatenati!” gli rimbombò una voce nella testa, lui non capì da dove provenisse.
Victor creò una barriera psichica davanti a tutta la sua squadra, e con gran fatica parò tutti colpi diretti a loro.
Quattro membri della squadra rossa circondarono l’area in cui erano ancora ammassati i blu e iniziarono a sferrare colpi diretti alla barriera.
Un flusso di fiamme, uno di acqua, uno di schegge d’acciaio e in fine uno di ghiaccio colpirono contemporaneamente la barriera che andava a creparsi e dissolversi man mano.
Walt decise di dare ascolto alla voce che gli aveva consigliato di scatenarsi e così liberò di getto la sua Fantasia, generando quattro saette che caddero dal cielo colpendo i quattro ragazzi rossi.
Victor si avvicinò con calma a Walt e disse indistintamente «Mpf, grazie» poi tramutò parte del suo corpo in un grosso vortice di fuoco e andò subito a scontrarsi con Dave, che stava utilizzando un attacco simile.
Dopo quel momento Walt si tramutò in elettricità, portandosi spalle a spalle con Frida.
«Bisogno di una mano?» chiese lui urlando per sovrastare il frastuono degli attacchi indirizzati verso di loro.
Nel frattempo generava saette che andavano a scontrarsi contro foglie, fiamme e blocchi di pietra, frantumandoli tutti.
Frida non rispose ma gli fece capire la sua indipendenza utilizzando una bellissima combinazione dei suoi due poteri, dopo aver contrastato gli attacchi avversari, con una mano ricopriva con un velo d’acqua i loro corpi (omettendo la testa) e con l’altra mano li congelava all’istante. In questo modo la tuta risultava logora e loro venivano teletrasportati con un flash fuori dall’arena.
Nel tempo in cui Walt riuscì a lacerare la divisa gialla di un nemico che controllava l’acqua, Frida ne aveva già eliminati cinque.
«No, grazie non mi serve una mano» disse lei ironica facendogli un sorrisino.
In un'altra parte dell’arena Dave si divertiva a stuzzicare Avis con il suo Fuoco e lei rispondeva altrettanto pungentemente con attacchi d’acqua.
«Facciamo così…» disse colpendola con un calcio all’avambraccio sinistro mentre lei era in posizione di difesa.
«Cosa?» rispose lei allontanandolo con un onda sgorgante dal suolo dell’arena.
Lui fece un ampio arco in volo completamente mutato in fiamme incandescenti per poi rigettarsi con ad enorme velocità e calore contro Avis che lo afferrò per le mani, erano l’uno che spingeva contro l’altro.
«Se vince la mia squadra, accetti il mio invito ad una cena intima solo noi due!» propose lui mentre si guardavano in cagnesco per vedere chi dei due spingeva con più forza verso l’altro.
Lei ridacchio un attimo, lusingata, poi finse di riassumere un’espressione seria e disse: «Te lo puoi scordare!» e formando un onda sotto i suoi piedi lei si sollevò dal suolo, rimanendo sul pelo dell’acqua mentre lui affondò fino alla vita prima di prendere fuoco ed asciugarsi definitivamente.
Walt bazzicava da un punto all’altro dell’arena con il movimento dinamico, essendo il suo il più veloce di tutti nessuno riusciva a intercettarlo in tempo.
In questo modo aveva la possibilità di evitare gli studenti più capaci ed esperti di lui e anche quelli che controllavano la Terra, nemica naturale del Fulmine.
Un ragazzo che controllava la Lotta gli si pose davanti bloccando la sua attraversata nell’arena; aveva la divisa verde.
Walt decise di fare lo spavaldo «Toh guarda, un altro energumeno ai piedi di Kudo» disse e lui gli si avvicinò con passo pesante a causa dei suoi numerosi e massicci muscoli sferrandogli un calcio all’altezza della testa.
Walt si piegò all’indietro ad una velocità elevatissima, schivandolo. Successivamente il verde tentò di colpirlo con una serie di colpi velocissimi tra calci e pugni molto potenti.
Walt, senza fatica alcuna, li schivò tutti muovendosi ad una velocità estrema, non sapeva di esserne capace senza utilizzare il movimento dinamico.
Saltò in aria fluttuando come elettricità statica e riuscendo a mantenersi in volo; era vero che in una battaglia vera e propria si migliorava molto di più che in allenamento come dicevano i maestri.
Saltò nuovamente, portando tutto il suo corpo all’altezza della testa del tonto con la divisa verde che non capiva la situazione appieno, e caricò la gamba destra con l’elettricità sferrandogli un calcio velocissimo in mezzo agli occhi e scaraventandolo a terra.
«Wow! Il calcio alla velocità della luce! Fantastico!» esclamò tutto contento.
Mentre il ragazzo a terra cercava di riprendersi, Walt, ancora in volo, scagliò un fulmine contro la sua tuta, strappandola a metà e facendolo automaticamente teletrasportare fuori.
Walter lo osservava con molta attenzione, senza che il ragazzo se ne accorgesse.
Kudo aveva un unico obiettivo: Erika. Non si fermava nemmeno a considerare i giovani sfidanti che volevano tentare un duello con lui, inseguiva e attaccava solo gli altri maestri.
Correva a grandissima velocità e compiva salti incredibili per raggiungere la maestra del metallo, che grazie alla manipolazione della sua armatura, poteva tranquillamente starsene sospesa in aria.
«Mettiamo fine allo scontro dell’anno scorso!» disse lui carico di rivalità.
«L’anno scorso ho vinto io Kudo, non c’è più nulla da discutere» rispose Erika.
Il maestro della Lotta si lanciò in aria con un salto supersonico, aveva una forza straordinaria, tutta indirizzata verso di lei.
Erika si voltò appena in tempo per far scontrare il pugno diretto al suo petto contro lo scudo triangolare che le faceva da mantello dietro la schiena.
Il fragore fu tale da creare una spinta d’aria che sorprese tutti i partecipanti sotto di loro facendoli sobbalzare via.
Kudo atterrò con un tonfo e lei, ancora sospesa in aria, creò delle lance di acciaio che spedì contro di lui a tutta velocità, erano quasi aghi da quanto erano sottili e appuntite.
Il maestro ne prese al volo una e facendola roteare con le mani, e contrastando il controllo di Erika con la sua forza, intercettò la traiettoria delle altre facendole schizzare altrove.
Lanciò via anche quella che aveva in mano per creare una bolla di Lotta concentratissima e la scagliò contro Erika che a sua volta creò un muro di metallo spessissimo a mezz’aria.
Lo schianto creò un boato assurdo. La sfera piegò il metallo senza perforarlo.
Erik nel frattempo aveva avuto un idea geniale: generando una sfera più grande di Fuoco in una mano ed una più piccola d’Acqua nell’altra, riusciva a fonderle creando una massa di vapore leggero, caldissimo e facile da controllare.
Con questo trucchetto, che Walt sospettava avesse scoperto e mantenuto segreto per l’occasione, riusciva a raggiungere nemici lontani e bruciargli la tuta e così eliminarli.
«E bravo Erik!» esclamò Matt sospeso in aria che lo osservava dall’alto.
«Vedo che anche a te piace startene in disparte!» ripose lui commentando il suo compagno che sembrava starsene a mezz’aria finché qualcuno non fosse abbastanza distratto da bucargli la tuta con qualche piccola pietra tagliente.
Erano esattamente uno sopra all’altro, Matt a testa in giù, più leggero del suo secondo elemento.
«E così? Vorresti provare con me?» chiese Erik con fare beffardo, di sfida.
«Sì ma ci andrò più pesante del solito!» e appena finì di pronunciare l’ultima parola, creò un enorme roccia che lascò cadere grazie alla forza di gravità su Erik.
Con un getto d’acqua ad altissima pressione Erik perforò la roccia creando un cilindro perfetto in cui si infilò mentre il masso cadeva al suolo con un forte fragore.
Con una tecnica di concentrazione simile ma utilizzando il vapore, fece saltare in aria la roccia come se fosse una pentola a pressione surriscaldata.
Lame di vento lo investirono ma lui già aveva utilizzato il movimento dinamico per tramutarsi in fiamme e svanire.
«Sempre il solito diplomatico» commentò Matt.
«Non ne sarei così sicuro» disse Erik riapparendo vicinissimo a lui e sovrastandolo con un’enorme onda e gettandolo al suolo.
Matt si rialzò in un momento e scaraventò un masso gigantesco contro Erik, con una velocità tale da essere difficilmente schivabile.
Un fulmine arrivò da lontano a colpire il masso frantumandolo in mille pezzi.
Matt si girò e vide Walt e la sua neonata abilità di volo osservarlo con aria di sfida da distante.
La mano con cui aveva scagliato quella folgore era quella che si era rotto combattendo contro di lui, e adesso era piena di piccoli fulmini che collegavano le dita e le falangi in ogni direzione, scalpitavano per essere scagliati.
Mentre Matt decise di voltarsi verso Erik per attaccare prima lui, Walt avvertì qualcosa dietro di se… una modifica molto veloce nell’elettricità statica.
Ebbe appena il tempo di voltarsi e vide Giano ridacchiante in lontananza, aveva lanciato una grossa e potente sfera di Lotta contro di lui mentre era di spalle… ormai era a poco meno di due metri.
Walt ebbe solo il tempo di lasciarsi cadere a terra, con le mani a coprirgli il volto prima che l’attacco andasse a segno.
Ma ciò non avvenne.
La sfera si consumò contro qualcosa di invisibile a pochissimi passi davanti al ragazzo.
Giano se ne era già andato e Walt non stava capendo cosa stesse succedendo, non stava capendo più nulla.
Com’era possibile?
Un ragazzo apparve dal nulla davanti a lui, aveva la tuta blu della sua squadra, i capelli scuri a scodella, era magro e un po’più alto di Walt.
Gli tese la mano per aiutarlo ad alzarsi.
«Chi sei?» chiese Walt che ancora non capiva cosa stesse accadendo.
«S-s-siamo in squadra assieme, piacere s-s-sono Lucas».
 
 
 
 
«Piacere mio, sono Walt. Ma cosa è successo?» rispose il ragazzo approfittando della mano dell’alleato per rialzarsi.
«Ciao Walt, i-i-io controllo le Ombre e mi ero reso invisibile poi ho visto che quello ti ha attaccato alle spalle e mi sono messo in mezzo. L-l-l a Lotta non ha effetto sulle Ombre e p-p-per questo l’attacco si è annullato. Se c’è una cosa che non tollero è la slealtà» spiegò Lucas.
«Fantastico che abilità straordinaria!» esclamò Walt entusiasta dalla conoscenza di un nuovo elemento che non aveva mai visto all’opera.
«S-s-scusami devo tornare invisibile, s-se no mi salta la copertura, ci si vede!» e salutandolo svanì completamente senza lasciare traccia.
Walt si voltò verso Erik e Matt e vide che ancora erano occupati in un impegnativa lotta alla pari, così decise di non intromettersi e andò subito alla ricerca di Giano, voleva fargliela pagare, voleva essere lui a eliminarlo dalla partita.
Volando a qualche metro dal suolo, seppur con un andamento piuttosto incerto a causa della poca dimestichezza, riuscì ad individuare Giano in poco tempo.
Era come al solito impegnato a crogiolarsi nelle adulazioni dei suoi compagni di classe e in questo caso anche di squadra.
Walt atterrò davanti a lui, a distanza di sicurezza e in quel momento gli ribollì talmente forte il sangue nelle vene che decise di prendere alla lettera il consiglio che la voce all’inizio gli aveva dato.
Sollevò una mano a coppa e l’aria intorno ad essa iniziò a vibrare leggermente.
Le dita non riuscivano a stare ferme dalla tale tensione che avevano e lentamente si formò una piccola bollicina rosa all’interno del palmo che in un istante velocissimo si espanse fino a riempirlo completamente.
«Adesso ti faccio vedere io…» sussurrò Walt con lo Spazio nella mano pronto ad essere usato.
Ma, come un rimprovero divino, una sottile saetta scese dalle nubi nel cielo e andò direttamente contro Walt, lacerandogli la tuta perfettamente a metà.
Svanì.
Il suo corpo non fu trasportato in infermeria come gli altri ma negli spogliatoi, e davanti a lui c’era Walter.
«Perché lo hai fatto?» chiese il maestro. Non era arrabbiato, ne dispiaciuto, o almeno così sembrò a Walt.
«Ero incazzato, Giano si meriterebbe molto di peggio!» disse sfogandosi.
«Su questo ti do ragione, ma non puoi rischiare la vita di un'altra persona se punti a farle fare una figuraccia davanti a tutti. Anche se lo meritasse» rispose il maestro.
«Una voce all’inizio mi ha detto di scatenarmi e così ho deciso di dare il massimo!» tentò di giustificarsi il ragazzo, adesso mogio.
«Non intendevo utilizzando lo Spazio».
«È stato lei?».
«Sì, volevo incoraggiarti a dare il massimo. Perché non hai utilizzato i tuoi attacchi elettrici? Stai migliorando moltissimo» rispose Walter.
Quel complimento fatto così spontaneamente sciolse la rabbia di Walt che sorrise e si tolse la tuta lacerata per cambiarsi e rimettersi la sua solita divisa bianca con le strisce azzurre, poi rispose.
«Non so perché, mi chiamava, voleva essere utilizzato» disse riferendosi allo Spazio.
«Cerca di placare le emozioni, soprattutto se sono superflue come l’odio per Giano. Ora devo andare Walt, goditi il resto della festa» disse salutandolo e svanendo.
«Anche lei, maestro» disse ricambiando il saluto.
Walt finì di cambiarsi e si diresse sugli spalti per vedere come erano messe le squadre a quasi un’ora dall’inizio dell’incontro.
Notò con piacere che tutti e quattro i maestri erano ancora in campo e dall’esterno notò quanto loro prendessero superficialmente tutta la battaglia.
Era vero che si attaccavano senza troppi problemi, però non usavano nemmeno lontanamente la loro vera forza. D’altronde Dave combatteva Avis per convincerla ad uscire con lui e Kudo combatteva Erika per vendicarsi della sconfitta dell’anno scorso.
Erik e Matt erano stati eliminati, probabilmente erano ancora nell’infermeria in quel momento; Victor stava lentamente sovrastando Giano, e gli bruciò la divisa facendolo svanire.
«Mpf, avrei voluto farlo io in maniera molto più plateale» commentò aspramente Walt anche se nessuno lo stava udendo. Era appoggiato agli spalti sopra l’uscita dell’infermeria, aspettando i compagni.
Frida era ancora dentro l’arena e teneva egregiamente testa a Dave grazie alla collaborazione con Victor.
In quel momento Lucas uscì dagli spogliatoi, era solo.
Visto che Erik e Matt non sembravano ancora pronti, Walt decise di andare a salutarlo, per ringraziarlo come si deve per averlo protetto precedentemente.
«Hey Lucas!» lo chiamò.
«C-c-ciao Walt, non rimani a vedere la fine della battaglia?».
«No, aspettavo i miei amici ma stanno tardando, tu?».
«Raggiungo la mia classe, m-m-mi stanno aspettando dalle mura, se vuoi possiamo fare un pezzo insieme».
«Volentieri!»
Così partirono dall’infermeria per dirigersi alle mura, godendosi bancarelle, artisti di strada e musica.
«Volevo ringraziarti per prima, sei stato molto gentile» disse Walt.
«Non preoccuparti n-n-non rischiavo niente, come ti ho detto ero immune» spiegò lui gentilmente.
«E come ti hanno fatto fuori, eri rimasto invisibile no?».
«Sì ma probabilmente qualcuno mi ha visto difenderti, e mi hanno colpito dopo un po’ con il B-Buio, che per  chi controlla le Ombre è particolarmente aggressivo».
«Ah capisco, mi dispiace molto».
«T-t-tanto non avrei sicuramente fatto chissà che cosa per la squadra. Controllo u-un elemento solo io. Ora devo andare la mia classe è laggiù, ci vediamo in giro!» disse Lucas e si separò da Walt mentre lo salutava.
Passò qualche secondo prima che Walt ci pensasse sopra: «Anche io controllavo un elemento solo…» ragionò. Poi alzò lo sguardo vedendo che la classe di Lucas era composta dal ragazzo ingobbito che aveva visto un paio di volte a lezione e l’energumeno corpulento e tonto che Walt aveva steso durante la Battle Stadium.
Vedendo che classe fosse capitata a Lucas, Walt provò dispiacere. Di sicuro non erano suoi grandi amici si vedeva anche dal suo atteggiamento.
Un ragazzo che aveva difeso un perfetto sconosciuto in una situazione a lui estranea non poteva trovarsi affatto bene con due tipacci del genere.
E su questo Walt aveva ragione.
Lucas non si era mai trovato bene con i suoi compagni, li frequentava perché la sua timidezza non gli permetteva di tentare ad approcciarsi a amicizie nuove, o almeno così era sempre stato fino a quel momento.
Lucas si voltò indietro per osservare meglio Walt mentre se ne andava, gli stava simpatico quel ragazzo, se fosse stato capace di tornare indietro nel tempo si sarebbe impegnato per finire in classe con persone come lui.
«Eccolo!» esclamò una voce talmente forte da essere inconfondibile: Lilly.
«Hey Lilly come va? Ci hai visto nell’arena?» chiese lui mettendo da parte l’argomento Lucas per un po’.
«Ovvio! Ma non ho capito chi è stato ad eliminarti».
«Nemmeno io Lilly, dai andiamo a prendere gli altri in infermeria e godiamoci la fine della Battle Stadium di quest’anno» propose Walt.
«Sì eh, c’è Cindy che ci sta tenendo i posti. Lezia e Andy sono già arrivati mentre Al è ancora in gioco».
«Ottimo».
Così si avviarono verso le tribune, per vedere chi tra i rimanenti delle quattro squadre avrebbe vinto la Battle Stadium.
  





 
 
Angolo dell’autore:
 
Ecco un nuovo capitolo!
Finalmente assistiamo alla Battle Stadium!
Cosa ne pensate di questo evento tanto atteso?
Siete contenti di come sono andati gli eventi?
Abbiamo visto quattro maestri in azione e sono anche state approfonditi i loro caratteri.
Quanti di voi avevano capito che la persona per cui è innamorato Dave era in realtà Avis?
Abbiamo anche assistito ad una curiosa scena all’inizio del capitolo, che ne dite a riguardo?
Inoltre ha fatto la sua comparsa Lucas, cosa ne pensate? E soprattutto cosa ne pensate di lui qui ad Athom in confronto alla versione che abbiamo conosciuto in Kingdom Hearts 2W ?
Fatemelo sapere in un commento!


 
Critiche, recensioni e nuove idee sono sempre ben accette!


Il prossimo capitolo arriverà domenica 3 dicembre!


See you next time!
 
   
 
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