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Autore: Napee    20/11/2017    1 recensioni
Il ragazzo si appoggiò pigramente con la schiena al muro, rilassando la sua posizione ed assumendo una posa ben poco elegante, ma nessuno osò fiatare a riguardo.
Vedeva milioni di volti semicelati sfilargli davanti senza davvero vederli, solo gli occhi restavano impressi. Quegli occhi che cadevano sempre sulla sua figura senza che lui lo volesse davvero.
Per un momento, si pentì di essersi presentato alla festa.
Gli accordi erano già stati presi senza il suo consenso, la sua presenza non era affatto richiesta, tuttavia gradita.
Presto gli si sarebbe parata davanti una giovane nobildonna, magari accompagnata dal padre, che avrebbe mostrato un fittizio interesse sulla sua vita sentimentale.
Sospirò frustrato di non avere l’opportunità di isolarsi da quel covo brulicante di serpi e potersi ritirare suonando la sua lira magari.
Genere: Angst, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elia Martell, Lyanna Stark, Rhaegar Targaryen, Robert Baratheon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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3.    Di corone di fiori e regine d’amore e bellezza
 

Quella stessa sera, la notte prima del torneo di Harrenhal, Elia gli confessò di star aspettando il loro terzogenito.
Il principe non ne rimase sorpreso, aveva appreso del cambiamento nel corpo della moglie molto prima.
Un sorriso felice andò ad adornargli le labbra, mentre con la mano, tentava di percepire ogni minimo movimento del suo erede nel ventre della consorte.
Era bello veder crescere delle creature frutto del suo corpo, nelle quali scorreva il suo stesso sangue.
Tuttavia, non era con Elia che voleva creare la sua discendenza ed una mite fantasia gli invase la mente, immaginando un bambino dai capelli scuri, la pelle nivea e gli occhi viola.
Ed una la domanda meschina si affacciò nei suoi pensieri: se era felice per un erede da Elia, quanto avrebbe gioito per uno di Lyanna?
L’ombra scura della  tristezza oscurò il suo sorriso, tramutandolo ben presto in un ghigno tirato non appena concretizzò che quella fantasia poteva soltanto restare tale.
La lupa, così bella eppure così irraggiungibile…
Causa del suo batticuore, fonte d’ispirazione, destinata ad essere ammirata soltanto da lontano.
Inavvicinabile. Inarrivabile. Irraggiungibile.
“Qualcosa ti affligge?” Indagò la moglie, sempre attenta e premurosa.
“Riflettevo…” Rispose senza alzare gli occhi sul suo viso, incapace di guardarla a causa del senso di colpa che gli opprimeva il petto.
Era triste, meschino, pensare alla lupa anche in un momento come quello, mentre la sua consorte gli confessava la sua ennesima gravidanza.
“Lo so. Quando pensi troppo, ti si forma una lieve fossetta fra le sopracciglia.” Rise lei, toccandogli con l’indice scarlatto il punto indicato.
Sbuffò un sorriso di cortesia, celando il disagio che in verità gli attanagliava lo stomaco dinanzi ad una scomoda verità.
Lei lo conosceva così bene, lei sapeva tutto di lui, ma il principe non poteva vantare lo stesso.
In quegli anni che avevano condiviso, a stento conosceva le suo abitudini quotidiane, mentre lei pareva sapere ogni minimo dettaglio della sua vita, dal più insignificante, al più importante.
“Non sei felice di questo figlio?” Osò chiedere lei, a testa bassa, quasi come se temesse di udire una risposta sgradita.
“Certo che lo sono, Elia.” Si affrettò a rispondere con enfasi, tornando a carezzare quella lieve rotondità sul ventre della consorte.
“Ma…?”
“Temo per la vostra salute. Domani al torneo ci saranno delle armi e se tu dovessi…” mentì vigliaccamente. Codardo. Ingannevole. Finto.
Elia si meritava un vero uomo al suo fianco, non uno che recita la parte del marito premuroso mentre, al contempo, immagina una famiglia con l’unica donna che ama.
“Non ci accadrà niente, Rhaegar.” Sorrise amorevole, carezzandogli il viso e quei capelli argentei con il tocco di una donna innamorata.
Il principe le sorrise sereno, non avrebbe potuto concederle di più in quel momento.
Il suo cuore e la sua mente erano con la giovane Stark in quel momento, rapiti dalla dolce fantasia con cui si stava tormentando.
Ma non per questo, sua moglie, doveva soffrire e rovinarsi un così bel momento.
Non lo meritava affatto, e lui le aveva già tolto troppe cose.
Si coricarono insieme, in quella stanza afosa a causa della calura estiva, e dormirono sereni senza mai sfiorarsi.

Il mattino seguente, il grande torneo di Harrenhal iniziò ed un via vai continuo di cavalli e cavalieri consumava la terra battuta dell’arena.
Molti avevano giostrato, molti erano stati sconfitti e ben pochi vantavano l’abile maestria che possedevano solo i veri vincitori.
Uno dei cavalieri non ancora battuti, era il principe che, tuttavia, pareva non prestare particolare attenzione al torneo.
Agli spalti era donato il suo sguardo, su una dama ben precisa esattamente come la sera precedente al banchetto.
Quello splendido sorriso era donato caritatevolmente al mondo, illuminandolo con una luce troppo preziosa per essere elargita con così tanta semplicità.
I capelli leggeri mossi dal vento che ondeggiavano sulle sue spalle, carezzandole il corpo dolcemente, come avrebbe desiderato fare lui.
D’un tratto, la vide irrigidirsi, mentre un nerboruto nobile le sfiorava la mano.
Il principe strinse gli occhi inquadrando la figura al fianco della donna amata.
Il lupo selvaggio sedeva alla sua destra, mentre, a sinistra, un cervo troppo temerario aveva osato fin troppo.
Lo osservò meglio, sperando d’incenerirlo con lo sguardo.
Quel cervo… se lo ricordava fin troppo bene.
Quello stesso Baratheon che la stava importunando al ballo.
Tirò le redini del suo destriero, pronto a correre sugli spalti e mozzare quella vile mano che aveva osato sfiorarla.
Ma poi, d’improvviso, i loro occhi s’incontrarono.
Non era mai avvenuto durante il torneo, neppure dopo che aveva conquistato l’ennesima giostra.
Il principe percepì chiaramente il suo cuore fermarsi, mentre il suo respiro si faceva inudibile.
Intorno a lui regnava solo silenzio, i suoni erano stati soppressi, le distrazioni annullate, tutto era stato reso irrilevante mentre il grigio ed il viola si fondevano assieme.
Poi un sorriso.
Un dolce sorriso, discreto, imbarazzato, le aveva adornato le labbra prima che un sussurro venisse rilasciato furtivamente, senza che occhi indiscreti osassero impossessarsi di un messaggio tanto speciale.

Buona fortuna

Un sospiro fugace, condotto alle sue orecchie grazie ad un vento amico, gli riempì il cuore di coraggio.
Armò la sua mano.
Spronò le redini della cavalcatura.
La giostra era iniziata e lui avrebbe trionfato in onore di quel sentimento che gli gonfiava il petto.

Con la conclusione dell’ultima giostra, il principe venne decretato vincitore del torneo di Harrenhal.
I sonatori intonarono inni gioiosi durante la sua premiazione, le dame lanciarono fiori dinnanzi ai suoi piedi e grida esultanti acclamavano il vincitore.
Lo sguardo del principe corse sugli spalti, verso quelle iridi grigie che non fu difficile incontrare.
Un sorriso sincero adornava quelle labbra perfette ed il cuore di Rhaegar aumentò pericolosamente i battiti.

“Questa è la corona della regina di amore e bellezza, ecco a voi altezza.
Incoronate la vostra signora”

La voce del Signore degli Whent arrivò ovattata alle sue orecchie, come se l’uomo fosse a mille e più metri di distanza anziché al suo fianco.
Il sorriso di Lyanna lo aveva stregato ancora una volta, catturando la sua mente ed il suo cuore in un effimero istante.

“Altezza… potete incoronare la vostra signora adesso…”

Con voce titubante, il padrone di casa aveva tentato di risvegliare il principe da quella sorta di incantesimo.
Rhaegar abbassò lo sguardo sulla corolla di fiori cerulei che teneva fra le mani.
Ne sfiorò uno con le dita, scrutandolo attentamente e sorrise riconoscendoli. Rose blu.
Riportò lo sguardo dinnanzi a sé, sulla donna che custodiva il suo cuore. 
La vostra signora…
Quelle parole rimbombarono nella sua mente con forza.
La sua signora, la sovrana del suo cuore, colei che sola era riuscita a farlo innamorare perdutamente.
Spronò il cavallo ed avanzò verso gli spalti.
Mille e più spettatori gridarono fomentati, inneggiando e gioendo per la sua vittoria. Non li considerò minimamente.
Gli occhi del principe scrutavano la sua signora con bramosia, insistenti e famelici, come quelli di un leone che punta la sua preda.
Lyanna arrossì.
Vide chiaramente quell’epidermide chiara, colorarsi di un rosso vivo, ma lei non abbasso lo sguardo neppure per un secondo.
Lo sostenne strenuamente, sfacciata come soltanto la lupa selvaggia poteva essere.
Un ghigno sprezzante si formò sulle labbra del principe.
L’aria era carica di elettricità intorno a loro e quella peculiare alchimia pareva averli coinvolti in un gioco pericoloso.
Il destriero del principe avanzò ancora, consumando la terra battuta e, quando sorpassò la consorte dorniana, un silenzio irreale scese su di loro.

Il volto di Elia si fece scuro, mentre il suo consorte depositava la corona in grembo alla giovane Stark.
L’espressione innamorata che Rhaegar indossava, le fece dolere il petto. Un fastidio intenso, localizzato sul suo cuore che, era sicura, per un attimo aveva smesso di battere.
Senza indugiare oltre, si alzò dal suo posto e si ritirò nelle sue stanze, seguita subito dalle dame di compagnia.

Lyanna sorrise felice, ricevendo quella corona blu, sotto lo sguardo attonito e stupito di suo fratello e del suo promesso sposo.
“a voi, mia signora, regina d’amore e bellezza”
Le parole di Rhaegar le gonfiarono il petto ed un piacevole sfarfallio le attanagliò lo stomaco.
Il principe chinò leggermente il capo senza mai staccare gli occhi dai suoi.
Sfacciato. Esattamente come quella notte di anni prima.
“Vi ringrazio, mio principe” carezzò le ultime due parole con malizia e lascivia.
Sfacciata almeno quanto lui.
Prese la corona di fiori e se la depositò sul capo, sui capelli scuri.
L’incanto si spezzò quando il lupo selvaggio la strattonò per un braccio, portandola via da quella situazione scomoda, dissolvendo la particolare magia che avevano creato unicamente fra loro.
  
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