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Autore: Mayfa_P    21/11/2017    0 recensioni
Primo libro della trilogia "I Dominatori di Elda".
Per secoli Elda venne tenuta sotto controllo dai 4 dominatori che mantenevano l'ordine al fianco del Capostirpe, al termine della Grande Guerra però scomparvero diventando leggenda, una leggenda trascritta da un antico stregone il quale narrava il ritorno di queste forze ritenuto minaccia o fonte di grande potere per colui che fosse riuscito a conquistare la loro fiducia.
Mornon, uomo privo di sentimenti, privo di pietà e bramoso di potere tanto da mettere in pericolo la vita del suo stesso primogenito Erech, verrà a conoscenza di una verità che lo porterà all ricerca dei dominatori.
Sarà Nilde, una guerriera senza passato, che per scoprire la verità e per proteggere Elda dal tiranno, scenderà in prima linea pronta a combattere per il popolo, troverà però un'ostacolo ad attenderla, un'ostacolo che non si sarebbe mai immaginata.
Un uomo spietato pronto a tutto per il potere.
Un figlio sottomesso.
Una Guerriera, pronta a tutto per difendere la pace di Elda.
Una Guerra contro le tenebre e un amore proibito.
Genere: Fantasy, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Violenza
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18 Saovine
Una fitta all’addome fu la sveglia di Nilde mentre un raggio di sole la colpì in pieno volto accecandola, lentamente si mise a sedere ignorando il dolore che attanagliava ogni parte del suo corpo.
Nor e Hathol dormivano ancora mentre Erech era in piedi concentrato ad osservava l’enorme distesa di ghiaccio.
Fin dal primo momento che si erano incontrati aveva percepito qualcosa di famigliare in quel volto cosi duro e cupo, eppure non riusciva a capire dove potesse averlo mai visto.
“Smettila di fissarmi!”
La voce profonda e roca dell’uomo le arrivò prepotente alle orecchie, abbassò rapidamente lo sguardo mentre le sue gote iniziarono a colorarsi leggermente di rosso, era talmente concentrata ed ammaliata dalla bellezza di quel principe così misterioso da non rendersi neanche conto che si era voltato nella sua direzione.
Si insultò mentalmente per aver visto così tanta bellezza nell’uomo che solo il giorno precedente l’aveva rapita e quasi uccisa a pugni.
Quando risollevò lo sguardo però, il fiato le se mozzò in gola, lui era li, accovacciato fino a raggiungere la sua altezza, erano faccia a faccia e così vicini che riusciva a percepire il calore del suo respiro sulle sue labbra.
Erech incatenò i suoi occhi in quelli della ragazza e lei si lasciò trasportare da quel vortice nero come la pece, perdendosi completamente.
“Forse dovrei chiederti scusa.- fece una lieve pausa aspettando che Nilde dicesse qualcosa, ma la ragazza era troppo scioccata da ciò che aveva sentito per dire qualcosa.- sai perché ti ho rapita?”
Nilde non rispose si limitò a guardarlo in quelle iridi così nere e profonde.
Il principe fece un piccolo sorriso abbassando lo sguardo.
“Sai sono proprio curioso di sapere cosa sai fare.”
Rapidamente tagliò le corde che legavano i polsi di Nilde e la invitò ad alzarsi.
Lei rimase per un istante interdetta fissandosi le mani, ormai libere. Non capiva il gioco che stesse facendo quell’uomo e la cosa la turbava.
Lentamente si sollevò e si mise in piedi davanti al principe, lui le passò le sue lame e con troppa esitazione le prese.
Riaverle tra le sue mani e risentire il loro peso la fecero sentire invincibile, si sentiva pronta ad affrontare quella situazione. Si perse qualche minuto ad osservare le rune elfiche che ornavano le due lame e il suo pensiero andò subito al maestro.
Era stato lui a donarle quelle lame quando aveva visto che sapeva combattere, “Le ho fatte forgiare dal miglior fabbro di tutta Elda e vedi queste rune - le disse mostrandogli quelle piccole scritte dorate poste su entrambe le lame.- queste rispecchiano la tua persona, quando sarai grande le capirai.”
E in quel momento le fu tutto più chiaro.
“Guerriera di fuoco.”, lei era una guerriera di fuoco, doveva solo capire come accenderlo.
Nilde riportò lo sguardo sull’uomo davanti a se che attendeva impaziente che lei iniziasse.
Fece roteare le sue lame sopra la testa e un sorriso le illuminò il volto, lasciando per un attimo disorientato Erech. Aveva un sorriso così luminoso che ti stordiva e lui ne rimase incantato.
Un fendente della ragazza però lo fece ritornare alla realtà e iniziò a rispondere, i due iniziarono così quella danza mortale. In breve però la furia cieca della ragazza iniziò a montare, i suoi colpi erano sempre più potenti, sempre più precisi ed Erech era sempre più in difficolta. La lama iniziò a colorarsi di rosso facendo luccicare le rune dorate e lo sguardo di Nilde mutò completamente.
Erech tentava in tutti i modi ti parare ogni colpo ma quella ragazza era davvero indistruttibile, notò come il suo sguardo fosse cambiato, le sue iridi si erano colorate di rosso e sembravano vere e proprie fiamme.
L’uomo iniziò a preoccuparsi, non riusciva più a respingerla e se fossero andati avanti così lei lo avrebbe ucciso, avrebbe dovuto fermarla in qualche modo, ma non sapeva cosa fare e disarmarla era praticamente impossibile.
Un urlo alle loro spalle lo fece quasi trasalire ma cercò di restare concentrato, riuscì a riconoscere la voce di Nor che tentava di riportare Nilde alla realtà.
“Nilde sono Nor, fermati!”
Un ultimo urlo disperato uscì dalle labbra del ragazzo e sembrò avere effetto, le fiamme negli occhi della ragazza si spensero e improvvisamente si arrestò
Respirava affannosamente e aveva lo sguardo perso, come se non capisse cosa fosse successo.
Il principe era poco distante da lei ancora con la spada sollevata a parare un colpo, respirava anche lui affannosamente e la guardava, rimase colpito dallo sguardo mortificato che le rivolse lei e lentamente abbassò la lama riponendola nel fodero.
Rimasero tutti congelati al loro posto per quello che sembrò un’eternità, nessuno sapeva cosa dire o fare quando un rumore rimbombò prepotente nel cielo. Alzarono lo sguardo, il cielo era particolarmente limpido e non sembrava stesse per scoppiare una tempesta. Il principe abbassò lo sguardo sulla ragazza davanti a se e la vide illuminata da un sorriso raggiante, aveva lo sguardo puntato alle sue spalle. Lentamente si girò e quello che vide lo pietrificò.
Un drago.
Si posò pesantemente sulla neve ghiacciata e fece un ruggito in grado di far accapponare la pelle.
“Imlach” si fece sfuggire in un sussurro Nilde e per un istante dimentico tutta la situazione, dimentico di essere stata rapita e che i suoi rapitori fossero li, si lanciò in una folle corsa per raggiungere il suo drago.
Non riusciva a credere che fosse sano e salvo.
Non riusciva a credere che fosse andato li per salvarla.
Lo abbracciò di slancio contenta di risentire quella corazza dura a contatto con la sua pelle.
“Nilde allontanati da quella bestiaccia!”
L’urlo di Erech la riportò bruscamente alla realtà.
Si voltò lentamente rimanendo vicina a Imlach.
“Lui non è una bestiaccia!”
La rabbia iniziò a montare nuovamente, era disarmata, le sue lame erano alle spalle del principe, ma lei aveva Imlach ed era una dominatrice.
Non aveva bisogno di lame per combattere.
Ricordò quando il maestro le aveva parlato di come i dominatori agissero e tentò di ricordare ogni passaggio che le aveva spiegato.
“Si concentravano innanzi tutto sul loro respiro, in quel modo si isolavano dal resto in modo tale da non avere distrazioni, dopo di che si concentravano sull’energia che passava attraverso le loro vene, sai a quanto si dice riuscivano a percepire il loro potere, in fine incanalavano quell’energia fuori dal loro corpo.”
Imlach dovette intuire cosa stesse tentando di fare e con delicatezza sfregò il muso contro la schiena della ragazza incoraggiandola.
Nilde chiuse gli occhi e si concentrò sul suo respiro, in poche tempo riuscì a sentire l’energia percorrerle l’intero corpo come linfa vitale, lentamente non sentì neanche più il vento gelido di quella landa desolata, ma un dolce tepore la riscaldò da dentro.
Iniziò a spingere mentalmente l’energia verso le sue mani e quando riaprì gli occhi delle piccole fiamme danzavano sul palmo delle sue mani.
Ci era riuscita.
Lo sguardo andò a posarsi su Erech, terrorizzato alla vista di ciò che era riuscita a fare, e un sorriso compiaciuto incorniciò il viso fiero della giovane.
“Adesso ci lascerete andare senza fare nulla oppure vi assicuro che vi ucciderò con le mie stesse mani.”
La voce le uscì da sola, bassa e minacciosa spaventando anche se stessa.
Vide del terrore nello sguardo del principe, durò solo una frazione di secondo perché subito si tramutò in rabbia.
“Sei davvero convinta che ti lascerò andare senza fare nulla?”
Una forte risata uscì dalle labbra dell’uomo, Nilde non capiva come potesse ridere di gusto in quel momento, erano messi alle strette e se li avessero sfidati non ne sarebbero usciti vivi, non c’era nulla da ridere per loro.
Dei ruggiti alla sue spalle la fecero voltare allarmata, era talmente impegnata con i suoi poteri che non si rese neanche conto delle viverne non più presenti alle spalle del ragazzo, che avevano approfittato della sua distrazione per attaccare Imlach.
La paura di poterlo perdere la paralizzò sul posto.
Era grosso quanto le due viverne messe insieme, ed era forte, ma restavano due contro uno, da solo non era sicuro riuscisse a farcela.
Fece un passò in avanti per aiutare il suo amico, ma delle catene le avvolsero i polsi bloccandola. 

“Credevi davvero di sfuggirmi?”.

 
   
 
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