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Autore: Sab009    22/11/2017    0 recensioni
⚠NON È LA SOLITA DRAMIONE
SE SIETE DEGLI ODIOSISSIMI CLICHÈ DELLA SERIE:
- RON CHE TRADISCE HERMIONE CON LAVANDA;
- PERSONAGGI MORTI IN GUERRA CHE RITORNANO IN VITA A CASO;
- DRACO E HERMIONE CHE FANNO UN GIRO FUORI DA HOGWARTS PER MOTIVI A CASO;
TENETEVI LONTANO DA QUESTA FF, GRAZIE⚠
Ora avrebbe dovuto scegliere, l'aveva capito solo ora, se stare con il bene o con il male e la cosa che più la destabilizzava era che in cuore suo aveva già scelto fra i due ragazzi. Ora doveva solamente urlare al mondo la sua scelta, sapeva che ciò avrebbe avuto delle conseguenze che le avrebbero fatto del male, sia a lei che a lui, ma non poteva farci niente: quando il cuore sceglie nulla gli può far cambiare idea.
Vide l'oggetto dei suoi pensieri che si allontanava e gli gridò:"Aspetta! Ti prego fermati! Solo ora ho capito cosa voglio". Il ragazzo si fermò permettendo alla ragazza di raggiungerlo, una volta vicini gli sussurrò queste parole al suo orecchio:"Ti prego, perdonami" e lo abbracciò passandogli la mano fra i capelli rossi. Una testa bionda aveva visto e sentito tutto e sentì il suo cuore sanguinare mentre una lacrima gli scorreva
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter | Coppie: Draco/Hermione
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
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La luce della luna baciava delicata la pelle del suo volto pallido e creava dei riflessi argentei sui suoi capelli chiari.

Il bel serpeverde fu destato dai suoi sogni da un lieve rumore: un topo si stava divertendo a zampettar per la sua stanza e, con le sue piccole zampette, creava un rumore insopportabile alle orecchie del giovane.

In molti ad Hogwarts non l'avrebbero neanche sentito quel rumore, e sinceramente neanche lui l'avrebbe sentito. Prima.
In quella notte cambiò tutto - pensò il giovane, mettendosi a sedere sul materasso morbido; mostrando il suo petto scolpito all' animale, ma esso era troppo impegnato a scovare qualche briciola di pane per prestare attenzione ad un simile spettacolo - sopratutto io lo sono.

Lanciò uno sguardo colmo di ribbrezzzo e di disgusto al roditore.
Stupide bestie! Persino più inutili di Lenticchia!
Un soffio di vento entrò dalla finestra, aumentando, di poco, la temperatura già fredda della stanza, ma gli fece ne caldo ne freddo, gli era indifferente.
Ecco un'altra cosa che era cambiata.

Da quella notte non si sentiva più se stesso (il che era molto comprensibile, dato quello che aveva subito), ma quel corpo non gli sembrava più il suo, gli era quasi estraneo; il che era molto insolito, visto prima che è andava molto fiero; e come dargli torto: conquistava ragazze a iosa e ogni ragazzo voleva avere il suo carisma.
Era il sogno di tutta la scuola, in tutti i sensi.
Tutto questo era prima, non che ora fosse diverso, anzi, il suo charme era addirittura aumentato, solo, quel corpo non gli sembrava più suo.

Rassegnato, prese la sua bacchetta e, con un incantesimo non verbale, rispedì quell' infimo roditore da dove era venuto.
Non sapeva da quanto tempo nei sotterranei vivessero quei luridi topi, ma da quella notte, aveva scoperto una brutta abitudine dei suoi sgraditi ospiti: la notte, mentre tutti dormivano, quelle bestiole zampettanti uscivano dall'ombra e girovagavano per le stanze alla ricerca di qualche briciola di pane da portare nelle loro tane. Non era la prima volta che aveva uno scontro con loro.

Si alzò, camminando scalzo, raggiunse lo specchio e fissò il suo riflesso: i capelli albini sommati con la sua carnagione cadaverica e gli occhi grigi, gli davano l'aspetto di un'angelo, un bellissimo angelo caduto; il torace era muscoloso, grazie agli allenamenti del Quidditch, ma non in modo eccessivo: il giusto per far sognare le ragazze che lo avevano visto a petto nudo.

Sono la perfezione fatta a persona - si complimentò mentalmente con se stesso - tutti i maschi vorrebbero essere me e tutte le ragazze svengono appena sorrido loro, eppure... non lo sento mio questo corpo.

Il ragazzo era talmente impegnato a elogiarsi da solo, da non accorgersi che il topolino di prima, non avendo gradito il trattamento ricevuto, esigeva vendetta contro di lui; pertanto si stava avvicinando minaccioso (per quanto possa essere minaccioso un topolino) al suo piede destro, e, una volta giunto vicino ad esso, azzannò più forte che potè il mignolo, facendo urlare il ragazzo (più di frustrazione che di dolore) e il topolino soddisfatto per essere riuscito a perpetuare la sua vendetta, zampettò rapido nella direzione da dove era venuto.

Il ragazzo emise un urlo di frustrazione al morso del topo, che ora sanguinava, e decise di farla finita una volta per tutte:"Accio roditore!" Disse con voce imperiosa e la povera bestiola fu appellata e malamente stretta in un pugno, nonostante tutti i suoi svariati sforzi.

"Brutto roditore ora hai segno! Per mesi ti ho lasciato scorrazzare liberamente per la mia camera, ma ora non ne posso più!" Lo sgridò a mezza voce e, nonostante gli squittii terrorizzati del suo acerrimo nemico, gli puntò contro la bacchetta per ucciderlo.

Per settimane, aveva sopportato il suo zampettio, ma quella lurida bestia aveva cominciato a far parte della sua lista nera da quando lo aveva morso.
Come aveva osato, quel sudicio topo, morderlo? Era da anni che nessuno gli mancava di rispetto in quel modo (dal terzo anno, quando una certa schifosa Mezzosangue lo aveva schiaffeggiato).
Era determinato a fargli la pelliccia, ma venne interrotto dalla porta che si aprì cigolando.

"Ora la tua lista nera comprende, oltre a Pottypoo, la Mezzosangue zannuta e il Legume, anche un roditore?" Chiese ironico il suo migliore amico, che venne azzittito con un occhiataccia.
Il roditore chiamato in causa, morse a sangue un dito di Draco, lasciandoli il segno dei canini sulla pelle e il serpeverde colto alla sprovvista allentò la presa, permettendo al roditore la fuga. "Non finisce qui, viscido ratto!" Esclamò, poi si rivolse all'amico:"Quella sottospecie di ratto, ha osato mordermi! Ti rendi conto della gravità della situazione?", "Assolutamente..." rispose lui, prendendolo in giro cautamente.
Sapeva bene che l'umore dell'amico, in quel periodo era piuttosto volubile: bastava una piccolezza per farlo adirare.

Ci andava cauto con le sfide e gli scherzi, nonostante sapeva che l'amico non gli avrebbe mai torto un capello, ma era meglio non rischiare.

Certo che il suo umore è proprio instabile: come avere a che fare con Daphne quando ha il ciclo - pensò il moro, non prima di aver eretto una barriera mentale per garanzia - sta attraversando un periodo difficile ed è meglio andarci con i piedi di piombo.
Spero di non lasciarci la pelle, un giorno o l'altro.

Sentendo rintoccare le due di notte, decise che aveva sprecato troppi minuti che gli sarebbero potuti essere preziosi per il suo sonno di bellezza e salutò l'amico.
Il biondo ricambio distrattamente il saluto, immerso com'era nei suoi pensieri. Quella lurida bestia morirà presto.

Qualcosa gli fece pizzicare il labbro e dalle ferite ne uscirono poche gocce di sangue: aveva fame, aprì la porta e silenzioso camminò per i corridoi, deciso di porre fine alla sua martellante sete.

   
 
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