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Autore: JeremyGender    22/11/2017    0 recensioni
Crocifissa è una ragazza di 16 anni che dalla vita tranquilla del paese si è ritrovata catapultata nel mondo magico.
Ma le cose diventano ancora più difficili quando ritrova in uno dei bagni della scuola di Kairawan, l'Arcaica Scuola Siciliana di Magia e Stregoneria, una ragazza ricoperta di sangue e un libro tanto antico quanto misterioso.
Chi è la Dama del Lignaggio e perché tra tutte ha scelto proprio lei?
Genere: Commedia, Fantasy, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto, Nuova generazione
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Capitolo 9. Dove anche i posti più tranquilli nascondono delle insidie
 
Crocifissa era turbata.
Non capiva come mai il libro aveva deciso di farle leggere proprio quel pezzo della vita della Dama.
‘Oh Gesù!’ disse una volta finito richiudendolo di colpo.
Se era questo il libro che La Bugiarda cercava non poteva di certo lasciarlo in stanza e, tra questo e i fantasmi che avevano invaso la scuola, era quasi felice di avere l’appuntamento con i suoi compagni.
Prese il Diario della Dama, qualche rotolo di pergamena, il libro e gli appunti di erbologia e scese in Aula Magna.
‘Come sarebbe a dire che vuoi scendere nei sotterranei?’ chiese Crocifissa ad Egidio portandosi le mani sui fianchi.
‘Li c’è una stanza dove possiamo lavorare in tranquillità; qui c’è troppa confusione.’ rispose Egidio.
Effettivamente tra il chiacchiericcio degli studenti e il fruscio dei fantasmi che danzavano sopra le loro teste, quello non era l’ambiente adatto per studiare.
A convincere definitivamente Crocifissa ci pensò Ismaele Estravago che, facendo un gran rumore, attraversò la sala tenendo in mano un tubo metallico puntato verso il soffitto.
‘Cosa fa Estravago? Cos’è quel coso?’ domandò Geronimo guardando la scena.
‘Idiota, quello è un’aspirapolvere.’ rispose Crocifissa. ‘Credo che voglia aspirare i fantasmi. Quando ho fatto la battuta sui ghostbusters quella volta in biblioteca intendevo proprio questo.’ disse Crocifissa ancora amareggiata.
‘Amavo i ghostbusters! A carnevale volevo sempre vestirmi da loro. E invece come mi è andata a finire; a frequentare una scuola di magia ed avere un fantasma come insegnante di Arte.’ intervenne Egidio.
‘Oh!’ si stupì Crocifissa, qualcuno che finalmente la capiva.
‘Allora è deciso.’ intervenì Ranavalona ‘usciamo da qui!’
Quando i quattro lasciarono l’Aula Magna per scendere verso i sotterranei incrociarono il Professor Marmo, docente di Babbanologia, che inveiva contro Ismaele: ‘Estravago ridammi subito dell’aspirapolvere, finirai per fare del male a qualcuno.’
I sotterranei, come si aspettavano, erano deserti.
Superarono l’aula di Antiche Rune e proseguirono per un lungo corridoio.
‘Per Merlino quante stanze!’ costatò Geronimo mentre avanzavano illuminati dalle luci delle bacchette.
‘Prima gli studenti e i professori erano molti di più, alcune di queste stanze erano dormitori, altre aule; ci sono pure tunnel e stanze sotterranee che servirono durante la seconda guerra mondiale a salvare e proteggere la vita di molti ebrei.’ spiegò Ranavalona.
‘Wow! Quante cose sai!’ disse Egidio esprimendo il pensiero del gruppo.
‘Bhè, dovreste saperle anche voi; sono tutte cose che abbiamo studiato.’
‘Ecco. Per un secondo mi ero dimenticata quanto mi fosse antipatica!’ disse Crocifissa.
‘Eccoci arrivati.’
Egidio si era fermato davanti un’elaborata porta dall’aspetto molto antico.
‘Come hai fatto a scoprire questa stanza?’ chiese Ranavalona studiando le decorazioni della porta.
‘Non mi sembra il caso di risponderti davanti alla presidentessa di Casti per il Signore.’ rispose Egidio abbozzando un sorriso.
‘Porco!’ disse Crocifissa abbassando la maniglia per aprire la porta.
Ma la porta restò chiusa.
‘Alohomora.’ disse allora scocciata dopo aver estratto la sua bacchetta dalla borsetta.
Ancora niente.
‘Allora?’ chiese Crocifissa guardando spazientita Egidio. ‘Come si apre questa stupida porta?’
‘Per aprirla devi chiederglielo gentilmente.’ le spiegò Egidio.
‘Qui facciamo notte allora. Ci penso io.’ si propose Geronimo.
‘Stai lontano rattoso essere!’ lo bloccò Crocifissa coniando un nuovo aggettivo.
‘Io so essere gentile, guarda.’ poi tornando alla porta: ‘Apriti!’
Niente.
‘Dovresti sforzarti un po’ di più.’ la incalzò Ranavalona.
‘Porta apriti; adesso!’ disse tradendo un po’ di nervosismo.
Ancora niente.
Egidio, prevedendo che, già al secondo rifiuto Crocifissa stava perdendo le staffe ed era pronta a sfondare la porta a borsettate, la anticipò mettendosi davanti e dicendo: ‘Porta, potresti aprirti e farci passare per favore?’
La porta scattò all’istante e quando entrarono tutti si chiuse di botto urtando il gomito di Crocifissa.
‘Hey! Ma avete visto? L’ha fatto apposta!’ si lamentò massaggiandosi teatralmente il gomito.
Ma gli altri non le prestarono attenzione intenti com’erano a guardare la stanza.
Sembrava una sezione della biblioteca.
Un’ampia stanza circolare in più piani era illuminata da torce appese alle pareti che riflettevano la luce sul marmo delle statue che la decoravano; scaffali ricolmi di libri circondavano una piccola fontana con un laghetto alla base dove nuotavano placidamente dei grossi pesci rossi e davanti ad essa c’era un grande tavolo con un esemplare di Mimbulus Mimbletonia sopra.
‘Wow!’ Questa stanza è bellissima. Vieni spesso qui a studiare?’ chiese stupita Ranavalona che era amante dei libri e dello studio.
‘Ho capito solo adesso che è una stanza delle necessità… Per anni ho pensato fosse una camera da letto sempre pulita e appartata…’
Una volta seduti intorno al tavolo i quattro iniziarono a lavorare.
‘Sbrighiamoci a trovare qualcosa perché questa pianta è disgustosa.’ si lamentò Geronimo.
La Mimbulus Mimbletonia era una pianta globosa di colore grigio-verdastro, ricoperta di tubercoli che rilasciavano una sostanza vischiosa, verde scura e decisamente poco profumata.
‘E’ sulla puzzolinfa che dobbiamo puntare.’ gli rispose Ranavalona ‘In biblioteca ho trovato questo libro di Melissa Deti dove spiega che…’
‘Lo sapevate che è la zia del Professor Pule?’ la interruppe Geronimo che aveva passato troppe ore senza pettegolare.
‘Interessantissimo. Comunque io proporrei questo: estratto di puzzolinfa, tre petali di gelsomino, 4 gocce di sangue di assolotto, e scorza di limone quanto basta a togliere il nauseante odore, da usare dopo una ferita. La puzzolinfa e il gelsomino producono le encefaline che inibiscono il dolore, l’assolotto ricostruisce i tessuti; dosate bene possono curare anche grandi ferite.’ disse Crocifissa fiera mentre gli altri l’ascoltavano attenti.
‘Effettivamente ha senso.’ disse Ranavalona che aveva annotato i quattro ingredienti nella sua pergamena. ‘E’ geniale! Come ti è venuta in mente?’
‘Ho usato questa.’ disse Crocifissa indicandosi la testa.
In realtà non aveva fatto altro che riportare un appunto che la Dama aveva scritto in una delle pagine del diario.
‘Ma siamo sicuri funzioni? Non è che mi fidi tantissimo di ‘questa’.’ disse Geronimo dubbioso.
‘Non ci vuole niente a romperti un braccio Terranova. Potremmo provare la sua efficacia su di te.’ abbaiò Crocifissa di risposta.
‘Ragazzi calmatev…’
Ravanalona venne interrotta da un rumore proveniente da uno dei corridoi della libreria.
‘L’avete sentito anche voi?’ chiese alzando gli occhi.
‘Certo che l’abbiamo sentito, siamo proprio qui accanto a te.’ le rispose acida Crocifissa.
Stavolta Crocifissa era pronta. Se erano nuovamente gli scagnozzi de La Bugiarda, questa volta, li avrebbe affrontati.
Strinse il diario della Dama, con l’altra mano la borsetta, e si alzò.
‘Hey ma quello…’ iniziò a dire Ranavalona riconoscendo il libro.
‘Andiamo a vedere!’ la interruppe Crocifissa.
Guidando il gruppo salì gli scalini che si trovavano vicino la fontana e proseguì verso il corridoio.
Man mano che si inoltravano (la stanza si rivelò molto più grande di quello che sembrava) le torce diventavano sempre meno e presto si ritrovarono al buio.
‘Magari non era niente. Toniamo indietro.’ propose Geronimo.
Ma Crocifissa sentì nuovamente il rumore.
Proveniva da una piccola porta nascosta nell’ombra.
Fece segno ai suoi compagni di fermarsi e avanzò silenziosa tenendo salda la borsetta.
   
 
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