24 luglio 2017
Caro diario non so come dirtelo ma... sono ancora a Firenze!
È l'una e un quarto di notte o del mattino che dir si voglia, e da poco sono rientrata in albergo, ma non quello in cui alloggiavo ad Empoli... Ieri mattina come ti avevo detto era il mio ultimo soggiorno lì, perché per l'appunto stavo partendo per tornare a casa. Invece è passato un giorno e sono ancora qui, ma stavolta sono proprio a Firenze centro!
No, non ho perso il treno... o forse in qualche modo l'ho perso... ma non volutamente!
Ma è meglio che ti racconti cosa è accaduto... (E cavolo se è accaduto qualcosa!)
Dopo
colazione sono salita in camera a preparare i bagagli e a cambiarmi.
Erano tipo le 10:00 del mattino e faceva un caldo
pazzesco, dal momento che avrei dovuto fare un lungo viaggio mi ero
vestita abbastanza leggera, adoperando quasi un look alla Lara Croft
con pantaloncini beige e canotta nera. Avevo anche raccolto i capelli
in una lunga treccia per restare più fresca ( i capelli
lunghi li adoro ma con quel caldo erano insopportabili).
Quando
poi sono scesa per andare via, il ragazzo che stava nella hall
mi disse che l'autista stava fuori ad aspettarmi.
Autista!?
Le cose non quadravano dal momento che la stazione di Empoli era
a due
passi dal mio
albergo... Ho fatto finta di nulla, pensando che si
fosse sbagliato, e dopo aver salutato e ringraziato per
l'ospitalità sono andata
via.
Non
avevo fatto nemmeno in tempo ad
alzare il manico del trolley per
incamminarmi verso la stazione, quando un
signore vestito quasi per bene con tanto di giacca e pantaloni blu (
probabilmente tra i 30 e
40 anni) mi si avvicina
e con accento tipico toscano mi dice
gentilmente di porgergli il
bagaglio.
Naturalmente l'ho guardato
stranita, ribadendo che non ne avevo
bisogno e ho continuato a procedere verso la stazione.
Quando ho provato
ad allontanarmi, lui ha
gentilmente insistito dicendo che
se ero io Veronica dovevo
seguirlo.
Ho provato più volte a far capire che c'era
qualcosa che non andava, e solo dopo
la mia titubanza ( il poverino evidentemente
dava per scontato che io sapessi di
questa cosa, ma ovviamente non era così) lui mi ha mostrato
un cartellino con su scritto il nome dell'associazione
"Fantasy in touch" e mi ha spiegato che era stato mandato da loro a
prendermi per accompagnarmi a Firenze e che per qualsiasi cosa, potevo contattarle
tramite il numero che mi avevano fornito.
Beh
un passaggio gratis fino a
Firenze mi sarebbe stato comodo, così avrei preso solo il
treno per Napoli
(ok che poi non l'ho
preso, ma questo ancora non lo
sapevo)
e quindi ho accettato.
Durante il viaggio naturalmente ho deciso di chiamarli
per capire cosa
stesse succedendo e la
ragazza che mi ha
risposto, mi ha detto semplicemente di non
preoccuparmi di nulla, che avevano pensato
a tutto loro, e che quando sarei arrivata a Firenze avrei capito.
Sarà
passata più o
meno una mezz'oretta
qualcosa in
meno forse, prima di arrivare.
Durante il viaggio in auto, dopo essermi scusata con l'autista, ho
provato a chiedergli spiegazioni, o perlomeno
a domandargli se sapesse
qualcosa, ma lui mi ha semplicemente detto quello che gli era stato
chiesto di fare, ovvero venirmi
a prendere e accompagnarmi
a Firenze.
Scesa dall'auto, ad accogliermi
in strada, c'era la ragazza dello staff con cui avevo parlato la sera
precedente. Improvvisamente mi si ghiaccia il sangue nelle vene,
ricordando il discorso fatto il
giorno prima e
collegando tutto quello che stava accadendo in mattinata, non poteva
essere davvero così!?
Lei
lo nota, mi
sorride e prova a
tranquillizzarmi.
Mi spiega che
avevano riferito a
Tom i
miei impegni (e soprattutto la mia partenza nel
pomeriggio) ma che lui aveva insistito per
passare almeno qualche ora insieme, motivo per il quale mi trovavo
lì, davanti all'entrata di quel bellissimo
albergo.
(Albergo in cui si trovava Tom
che era lì ad aspettarmi, non so se mi spiego... Immagina
l'ansia!)
Lei mi chiede di seguirla e io comincio a balbettare qualche
parola dicendole che non me la sentivo, che
ero impreparata
alla cosa sia mentalmente che
emotivamente, ma soprattutto fisicamente, cioè: se avessi
saputo di incontrare davvero Tom quella mattina, mi sarei preparata
diversamente! Lei mi tranquillizza dicendo che non avevo nulla che non
andasse e soprattutto che lo
sapevo e non potevo prendermela con loro.
(Ok Sì lo sapevo... Me lo avevano
accennato la sera
precedente... ma ero convinta che fosse tutto nella mia testa!
Perché mai Tom Felton vorrebbe incontrarmi!?)
Varchiamo
la soglia dell'albergo, chiudo
gli occhi e faccio un lungo respiro. Dal momento che ero ancora con
il mio trolley gli addetti alla
reception mi avevano detto che potevo lasciarlo lì da loro
momentaneamente.
Mi sentivo così spaesata, così fuori
luogo, così tremendamente inadeguata rispetto al luogo in
cui mi trovavo. (Si era luglio, faceva un caldo pazzesco, ed io ero
vestita praticamente con il minimo indispensabile per sopravvivere a
quelle temperature, ma in quell'ambiente così elegante e
raffinato mi sentivo totalmente in imbarazzo... Ennesima figuraccia da
annotare).
Seguo
la ragazza verso una saletta dove probabilmente si trovava l'angolo
bar. Una volta entrate, l'ambiente circostante era più caldo
e familiare, c'erano tavolini scuri e divanetti colorati sparsi in
giro, con diverse persone tranquillamente intente a chiacchierare tra
di loro.
Comincio quindi a prendere
leggermente più sicurezza,
ma questa va via pochi istanti dopo, quando riconosco
la figura di Tom seduto di
spalle, preso a sorseggiare un caffè.
La mia grandissima
fortuna è stata
proprio quella: il fatto che si trovasse
di spalle,
mi ha dato quel briciolo di tempo
in più per fare mente locale su quello che stava per
avvenire, e soprattutto per
riprendere fiato dal momento che mi ero quasi paralizzata.
Quando
ci avviciniamo al suo tavolo, e
la ragazza attira la sua attenzione, Tom
scatta immediatamente in piedi per
salutarla e ringraziarla (la cosa
da un lato finisce di turbarmi,
era decisamente troppo vicino! Ma dall'altra mi rassicura un
pò, notando che vestiva con una semplice t-shirt chiara sui
pantaloni verdi del giorno prima, e che io non ero poi vestita
così male per quella situazione e quell'ambiente)
poi si gira verso di me, mi
saluta con una stretta di mano (che sembrava interminabile) e mi
ringrazia, poggiando anche l'altra sul dorso scoperto, guardandomi con
quegli occhi
azzurro mare in cui praticamente sono annegata.
Inutile
dirti che la mia è stata praticamente scena muta!
La ragazza ci
ha praticamente
salutato quasi subito lasciandomi
nel panico più totale da sola con Tom Felton!
E adesso??
Tom mi ha gentilmente invitato ad accomodarmi sul divanetto di
fronte a lui e
mi ha chiesto se volessi
qualcosa da bere. Gli
ho detto
che non c'erano problemi, ma lui
ha insistito affinché prendessi qualcosa.
È stata la situazione peggiore della mia vita,
avevo il ragazzo dei miei sogni accanto e mi ritrovavo nella stessa
situazione di una mummia... il cuore in gola, le mani tremanti (quel
maledetto drink l'ho bevuto solo dopo un'ora, non volevo che notasse il
mio Parkinson mentre prendevo il bicchiere con fare tremolante) non
riuscivo a spiccicare parola, non una sillaba, mi sentivo un'idiota!
Tom lo aveva intuito e tentava in tutti i modi di mettermi a mio agio, continuava a sorridermi ed io continuavo a restare in silenzio, (mordendomi il labbro inferiore e torturandomi le mani) fissando più il drink che lui per evitare il contatto con quegli occhi tremendamente penetrarmi e soprattutto quelle labbra così carnose e seducenti.
Ad un certo punto si sporge verso di me, e mi posa la mano sul ginocchio, e mi dice con quel suo accento inglese "It's ok... Be quiet, I don't eat you!"
Lì,
dopo almeno una ventina di minuti imbarazzanti, finalmente mi sono
sbloccata, ho riso per la prima volta, e non una risata di circostanza
o isterica, ridevo di gusto e grazie a quella battuta, la tensione era
finalmente andata via.
Dopo essermi ripresa, ed essermi scusata per il comportamento, abbiamo
cominciato a chiacchierare.
Lui è stato identico
al giorno prima, spontaneo,solare e
divertente; a differenza della convention, mi è
sembrato molto più tranquillo
e a suo agio, dopotutto non aveva più i riflettori puntati
su di sé e migliaia
di persone ( fan
sfegatate) che lo acclamavano,
osannavano ecc.
Nonostante mi fossi sbloccata, rimanevo sempre quella che parlava di meno, trovarmi in un bar di un albergo lussuoso con il mio idolo mi faceva davvero strano... La cosa bella però, era che potevamo comportarci normalmente, non davamo nell'occhio, nessuno si curava di lui come un personaggio famoso ecc e quindi potevamo davvero stare tranquilli a gustarci quella mattinata in compagnia.
Ad
un certo punto Tom mi ha detto una
cosa talmente carina che stento
a crederci, praticamente voleva venire a prendermi all'albergo insieme
all'autista, per farlo personalmente,
ma le ragazze della Fantasy glielo
avevano sconsigliato poiché, lì con me soggiornavano
anche molte altre persona che erano alla fiera e riconoscendolo
avrebbero peggiorato la situazione e probabilmente scombussolato la
giornata.
Motivo per il quale gli
avevano anche
suggerito di rimanere in albergo
per questo incontro.
Ovviamente gli ho dato pienamente ragione sarebbe stato abbastanza
complicato (nonché imbarazzante per
me e soprattutto per lui) quella
situazione.
Però capisci che carino? Ok, Se avessi trovato lui ad attendermi fuori l'albergo quella mattina sarei veramente morta, svenuta in strada all'istante!!!
Non
so come, poi, tra una chiacchiera e l'altra il tempo è
volato e si è fatta ora
di pranzo, ho guardato l'orologio
e dopo aver ringraziato Tom per la piacevole mattinata, gli ho detto
che per me era meglio andare in stazione e attendere il treno. Mi sono
scusata per il fatto che non avremmo potuto fare nessun giro per la
città come mi avevano accennato la sera prima le ragazze, ma
lui mi ha interrotta
immediatamente, ringraziando me, per il tempo che gli avevo concesso
nonostante fossi di partenza. Quando mi sono alzata dalla poltrona, lui
ha fatto altrettanto, accompagnandomi
alla hall, ma quando ho recuperato il mio trolley, mi ha fermata un
attimo e fatto una proposta.
Ti
scrivo quello che è
accaduto e davvero stento ancora a crederci...
Sapessi quanto era carino lì
di fronte
a me un
po' imbarazzato, con una mano si
è grattato la testa,
quasi come se stesse cercando le parole giuste, poi sorridendomi
mi ha detto che se lo volevo, potevo restare ugualmente e che avremmo
potuto passare il giorno insieme, e quello seguente per visitare la
città, mi ha detto che avrebbe provveduto lui poi a
ripagarmi il biglietto per il treno e alla sistemazione in albergo...
Dovevo solo dirgli di si
***to be
continued***