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Autore: GREENGIRL89    23/11/2017    0 recensioni
"Resta con me"
"Non posso... non ora"
Ho sempre scritto un diario, fin da quando ero bambina ho racchiuso su delle pagine bianche i miei segreti, i miei tormenti, i miei desideri, le mie speranze... I miei momenti tristi e quelli felici, le esperienze più imbarazzanti e quelle più emozionanti. Ed oggi, eccomi pronta a cominciare questo nuovo diario, questo fedele amico che ascolterà paziente tutto ciò che avrò voglia di condividere con lui. L'unico che saprà custodire ogni mio segreto, l'unico che mi lascerà dire tutto, davvero tutto... lui sarà l'unico che saprà davvero com'è che andata la mia storia con Tom.
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom Felton
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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24 luglio 2017

Caro diario non so come dirtelo ma... sono ancora a Firenze!

È l'una e un quarto di notte o del mattino che dir si voglia, e da poco sono rientrata in albergo, ma non quello in cui alloggiavo ad Empoli... Ieri mattina come ti avevo detto era il mio ultimo soggiorno lì, perché per l'appunto stavo partendo per tornare a casa. Invece è passato un giorno e sono ancora qui, ma stavolta sono proprio a Firenze centro!

No, non ho perso il treno... o forse in qualche modo l'ho perso... ma non volutamente!

Ma è meglio che ti racconti cosa è accaduto... (E cavolo se è accaduto qualcosa!)

Dopo colazione sono salita in camera a preparare i bagagli e a cambiarmi.
Erano tipo le 10:00 del mattino e faceva un caldo pazzesco, dal momento che avrei dovuto fare un lungo viaggio mi ero vestita abbastanza leggera, adoperando quasi un look alla Lara Croft con pantaloncini beige e canotta nera. Avevo anche raccolto i capelli in una lunga treccia per restare più fresca ( i capelli lunghi li adoro ma con quel caldo erano insopportabili).

Quando poi sono scesa per andare via, il ragazzo che stava nella hall mi disse che l'autista stava fuori ad aspettarmi.
Autista!?
Le cose non quadravano dal momento che la stazione di Empoli era a due passi dal mio albergo... Ho fatto finta di nulla, pensando che si fosse sbagliato, e dopo aver salutato e ringraziato per l'ospitalità sono andata via.

Non avevo fatto nemmeno in tempo ad alzare il manico del trolley per incamminarmi verso la stazione, quando un signore vestito quasi per bene con tanto di giacca e pantaloni blu ( probabilmente tra i 30 e 40 anni) mi si avvicina e con accento tipico toscano mi dice gentilmente di porgergli il bagaglio.
Naturalmente l'ho guardato stranita, ribadendo che non ne avevo bisogno e ho continuato a procedere verso la stazione.
Quando ho provato ad allontanarmi, lui ha gentilmente insistito dicendo che se ero io Veronica dovevo seguirlo.
Ho provato più volte a far capire che c'era qualcosa che non andava, e solo dopo la mia titubanza ( il poverino evidentemente dava per scontato che io sapessi di questa cosa, ma ovviamente non era così) lui mi ha mostrato un cartellino con su scritto il nome dell'associazione "Fantasy in touch" e mi ha spiegato che era stato mandato da loro a prendermi per accompagnarmi a Firenze e che per qualsiasi cosa, potevo contattarle tramite il numero che mi avevano fornito.

Beh un passaggio gratis fino a Firenze mi sarebbe stato comodo, così avrei preso solo il treno per Napoli
(ok che poi non l'ho preso, ma questo ancora non lo sapevo)
e quindi ho accettato.
Durante il viaggio naturalmente ho deciso di chiamarli per capire cosa stesse succedendo e la ragazza che mi ha risposto, mi ha detto semplicemente di non preoccuparmi di nulla, che avevano pensato a tutto loro, e che quando sarei arrivata a Firenze avrei capito.

Sarà passata più o meno una mezz'oretta qualcosa in meno forse, prima di arrivare. Durante il viaggio in auto, dopo essermi scusata con l'autista, ho provato a chiedergli spiegazioni, o perlomeno a domandargli se sapesse qualcosa, ma lui mi ha semplicemente detto quello che gli era stato chiesto di fare, ovvero venirmi a prendere e accompagnarmi a Firenze.
Scesa
dall'auto, ad accogliermi in strada, c'era la ragazza dello staff con cui avevo parlato la sera precedente. Improvvisamente mi si ghiaccia il sangue nelle vene, ricordando il discorso fatto il giorno prima e collegando tutto quello che stava accadendo in mattinata, non poteva essere davvero così!?

Lei lo nota, mi sorride e prova a tranquillizzarmi.
Mi spiega che avevano riferito a Tom i miei impegni (e soprattutto la mia partenza nel pomeriggio) ma che lui aveva insistito per passare almeno qualche ora insieme, motivo per il quale mi trovavo lì, davanti all'entrata di quel bellissimo albergo.
(Albergo in cui si trovava Tom che era lì ad aspettarmi, non so se mi spiego... Immagina l'ansia!)
Lei mi chiede di seguirla e io comincio a balbettare qualche parola dicendole che non me la sentivo, che ero impreparata alla cosa sia mentalmente che emotivamente, ma soprattutto fisicamente, cioè: se avessi saputo di incontrare davvero Tom quella mattina, mi sarei preparata diversamente! Lei mi tranquillizza dicendo che non avevo nulla che non andasse e soprattutto che lo sapevo e non potevo prendermela con loro.
(Ok Sì lo sapevo... Me l
o avevano accennato la sera precedente... ma ero convinta che fosse tutto nella mia testa! Perché mai Tom Felton vorrebbe incontrarmi!?)

Varchiamo la soglia dell'albergo, chiudo gli occhi e faccio un lungo respiro. Dal momento che ero ancora con il mio trolley gli addetti alla reception mi avevano detto che potevo lasciarlo lì da loro momentaneamente.
Mi sentivo così spaesata, così fuori luogo, così tremendamente inadeguata rispetto al luogo in cui mi trovavo. (Si era luglio, faceva un caldo pazzesco, ed io ero vestita praticamente con il minimo indispensabile per sopravvivere a quelle temperature, ma in quell'ambiente così elegante e raffinato mi sentivo totalmente in imbarazzo... Ennesima figuraccia da annotare).

Seguo la ragazza verso una saletta dove probabilmente si trovava l'angolo bar. Una volta entrate, l'ambiente circostante era più caldo e familiare, c'erano tavolini scuri e divanetti colorati sparsi in giro, con diverse persone tranquillamente intente a chiacchierare tra di loro.
Comincio quindi a prendere leggermente più sicurezza, ma questa va via pochi istanti dopo, quando riconosco la figura di Tom seduto di spalle, preso a sorseggiare un caffè.
La
mia grandissima fortuna è stata proprio quella: il fatto che si trovasse di spalle, mi ha dato quel briciolo di tempo in più per fare mente locale su quello che stava per avvenire, e soprattutto per riprendere fiato dal momento che mi ero quasi paralizzata.

Quando ci avviciniamo al suo tavolo, e la ragazza attira la sua attenzione, Tom scatta immediatamente in piedi per salutarla e ringraziarla (la cosa da un lato finisce di turbarmi, era decisamente troppo vicino! Ma dall'altra mi rassicura un pò, notando che vestiva con una semplice t-shirt chiara sui pantaloni verdi del giorno prima, e che io non ero poi vestita così male per quella situazione e quell'ambiente) poi si gira verso di me, mi saluta con una stretta di mano (che sembrava interminabile) e mi ringrazia, poggiando anche l'altra sul dorso scoperto, guardandomi con quegli occhi azzurro mare in cui praticamente sono annegata.

Inutile dirti che la mia è stata praticamente scena muta!
La
ragazza ci ha praticamente salutato quasi subito lasciandomi nel panico più totale da sola con Tom Felton!
E adesso??
Tom mi ha gentilmente invitato ad accomodarmi sul divanetto di fronte a lui e mi ha chiesto se volessi qualcosa da bere. Gli ho detto che non c'erano problemi, ma lui ha insistito affinché prendessi qualcosa.
È stata la situazione peggiore della mia vita, avevo il ragazzo dei miei sogni accanto e mi ritrovavo nella stessa situazione di una mummia... il cuore in gola, le mani tremanti (quel maledetto drink l'ho bevuto solo dopo un'ora, non volevo che notasse il mio Parkinson mentre prendevo il bicchiere con fare tremolante) non riuscivo a spiccicare parola, non una sillaba, mi sentivo un'idiota!

Tom lo aveva intuito e tentava in tutti i modi di mettermi a mio agio, continuava a sorridermi ed io continuavo a restare in silenzio, (mordendomi il labbro inferiore e torturandomi le mani) fissando più il drink che lui per evitare il contatto con quegli occhi tremendamente penetrarmi e soprattutto quelle labbra così carnose e seducenti.

Ad un certo punto si sporge verso di me, e mi posa la mano sul ginocchio, e mi dice con quel suo accento inglese "It's ok... Be quiet, I don't eat you!"

Lì, dopo almeno una ventina di minuti imbarazzanti, finalmente mi sono sbloccata, ho riso per la prima volta, e non una risata di circostanza o isterica, ridevo di gusto e grazie a quella battuta, la tensione era finalmente andata via.
Dopo essermi ripresa, ed essermi scusata per il comportamento, abbiamo cominciato a chiacchierare.

Lui
è stato identico al giorno prima, spontaneo,solare e divertente; a differenza della convention, mi è sembrato molto più tranquillo e a suo agio, dopotutto non aveva più i riflettori puntati su di sé e migliaia di persone ( fan sfegatate) che lo acclamavano, osannavano ecc.

Nonostante mi fossi sbloccata, rimanevo sempre quella che parlava di meno, trovarmi in un bar di un albergo lussuoso con il mio idolo mi faceva davvero strano... La cosa bella però, era che potevamo comportarci normalmente, non davamo nell'occhio, nessuno si curava di lui come un personaggio famoso ecc e quindi potevamo davvero stare tranquilli a gustarci quella mattinata in compagnia.

Ad un certo punto Tom mi ha detto una cosa talmente carina che stento a crederci, praticamente voleva venire a prendermi all'albergo insieme all'autista, per farlo personalmente, ma le ragazze della Fantasy glielo avevano sconsigliato poiché, lì con me soggiornavano anche molte altre persona che erano alla fiera e riconoscendolo avrebbero peggiorato la situazione e probabilmente scombussolato la giornata.
Motivo per il quale gli avevano anche suggerito di rimanere in albergo per questo incontro. Ovviamente gli ho dato pienamente ragione sarebbe stato abbastanza complicato (nonché imbarazzante per me e soprattutto per lui) quella situazione.

Però capisci che carino? Ok, Se avessi trovato lui ad attendermi fuori l'albergo quella mattina sarei veramente morta, svenuta in strada all'istante!!!

Non so come, poi, tra una chiacchiera e l'altra il tempo è volato e si è fatta ora di pranzo, ho guardato l'orologio e dopo aver ringraziato Tom per la piacevole mattinata, gli ho detto che per me era meglio andare in stazione e attendere il treno. Mi sono scusata per il fatto che non avremmo potuto fare nessun giro per la città come mi avevano accennato la sera prima le ragazze, ma lui mi ha interrotta immediatamente, ringraziando me, per il tempo che gli avevo concesso nonostante fossi di partenza. Quando mi sono alzata dalla poltrona, lui ha fatto altrettanto, accompagnandomi alla hall, ma quando ho recuperato il mio trolley, mi ha fermata un attimo e fatto una proposta.

Ti scrivo quello che è accaduto e davvero stento ancora a crederci... Sapessi quanto era carino di fronte a me un po' imbarazzato, con una mano si è grattato la testa, quasi come se stesse cercando le parole giuste, poi sorridendomi mi ha detto che se lo volevo, potevo restare ugualmente e che avremmo potuto passare il giorno insieme, e quello seguente per visitare la città, mi ha detto che avrebbe provveduto lui poi a ripagarmi il biglietto per il treno e alla sistemazione in albergo...
Dovevo solo dirgli di si

***to be continued***



   
 
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