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Autore: Clahp    23/06/2009    13 recensioni
«Perfetto, dunque! A te va, no?»
Mi inumidisco le labbra. Oh, andiamo, è ovvio che non mi vada! E’ fine giugno, fa un caldo terribile e la mia apatia è più acuta che mai… come diavolo potrebbe andarmi?!
«Sssì… certo, se a te va.», borbotto.
«Non se a me va! Se a te va! Vuoi andare, sì o no?!», bercia Temari, i cui occhi iniziano a dardeggiare.
[ShikaTema: Black is BACK]
[Felice ShikaTemaDay a tutti!]
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Shikamaru Nara, Temari | Coppie: Shikamaru/Temari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I suoi occhi furbi e brillanti mi guardano con palese aria di sfida, e un sopracciglio alzato rende l’espressione ghignante ancora più superba; la sua bocca è inclinata in un mezzo sorriso obliquo

 

 

 

 

 

Yes or no?

 

 

 

 

I suoi occhi furbi e brillanti mi guardano con palese aria di sfida, e un sopracciglio alzato rende l’espressione ghignante ancora più superba; la sua bocca è inclinata in un mezzo sorriso obliquo. Continua a leccare e leccare il suo gelato -i cui gusti, ovviamente, sono i più astrusi che si possa immaginare- e ne ingoia il contenuto a bocca spalancata proprio per provocarmi a rimproverarla di mangiare compostamente; io la squadro, scocciato, e faccio per redarguirla per la milionesima volta -sapendo bene che tutto ciò finirà in litigio, e sapendo ancor meglio che vincerà lei-, ma la Scocciatura mi precede.

«Come vuoi andare al cinema, stasera?», chiede, innocente.

Deglutisco una manciata troppo grossa di gelato -i cui gusti, ovviamente, sono fra i più banali e scontati-, tossisco violentemente e la squadro.

«S-stasera?», borbotto.

Lei studia un pezzo estremamente grande di menta piperita e la lecca, gustandone il sapore e gongolando per la mia espressione.

«Oh, sì, pensavo di andare al cinema… Ovviamente, se tu non hai nient’altro da fare.», conclude distrattamente, guardando vogliosa il cono.

Grugnisco, perché questa maledetta donna sa benissimo che la sera la mia pigrizia è più acuta che mai, e che in serate calde come queste non fa certo eccezione; ella sta provando talmente tanto gusto a punzecchiarmi che il suo ghigno s’allarga ancor di più.

«No, no…. Non faccio nient’altro.», rispondo, iniziando in verità a sudare freddo. Il mio cervello -che misura qualcosa come duecento di quoziente intellettivo, ricordiamolo- inizia a mandare una sequela di allarmi circa l’enorme sola che si sta profilando all’orizzonte… ma ormai è troppo tardi. E questo Temari lo sa perfettamente.

«Perfetto, dunque! A te va, no?»

Mi inumidisco le labbra. Oh, andiamo, è ovvio che non mi vada! E’ fine giugno, fa un caldo terribile e la mia apatia è più acuta che mai… come diavolo potrebbe andarmi?!

Ma non ho minimamente il coraggio di esprimere ad alta voce tutto ciò: non ho la forza di litigare e, soprattutto, Temari quando viene contraddetta così platealmente tende a diventare piuttosto violenta.

«Sssì… certo, se a te va.», borbotto, guardando il mio gelato che si squaglia e sentendomi incredibilmente simile ad esso sotto lo sguardo perentorio di lei.

Ma il mio acutissimo cervello ricomincia a dar segnali: mi sono fregato, perfetto!

«Non se a me va! Se a te va! Vuoi andare, sì o no?!», bercia Temari, i cui occhi iniziano a dardeggiare.

Io deglutisco ancora e mi mordo le labbra. Le donne! Quanti problemi!

«Tu vuoi andare, no…?», tento di dire, accondiscendente, cercando di calmarla.

«Sì, ma solo se tu vuoi!»

Sbuffo.

«Va bene, dunque! Andiamo!», sentenzio, rassegnato.

Ma Temari -e io lo so meglio di chiunque altro- non è ancora per niente soddisfatta; lei vuole il litigio e lei avrà il litigio. Mi squadra reiterate volte, continua a leccare gustosamente e a bocca più aperta possibile il suo gelato e dopo un po’ borbotta:

«Mica ti costringo, eh. C’è qualcos’altro che vuoi fare, per caso?», chiede, con fare stranamente comprensivo.

E tutta questa pazienza mi puzza straordinariamente di sola.

«No, no…», borbotto.

In effetti, non voglio fare nient’altro stasera che stare sbracato sul divano e fumare in santa pace; ma questo è davvero meglio non dirglielo.

«Oppure… be’, potremmo rimanere a casa, senza andare fuori…», propone, guardandomi e sospirando.

La studio. Forse dopo tutto questo tempo questa donna terribile è diventata comprensiva e paziente e io non me ne sono accorto…?

Deglutisco, dando un’altra leccata al mio gelato.

«…Potremmo benissimo. Ci sarebbe una ragione per non farlo…?», borbotto, mentre un barlume di speranza si apre davanti a me. Mi asciugo una tempia dal sudore e sorrido: ok, perfetto, anche stasera ozio total-

«La ragione per non farlo, signor Pesaculo, ci sarebbe se tu non volessi andare!», ribatte, piccata e ghignante.

«Oh, Temari! Che seccatura che sei! Per me non ci sono problemi! Se tu vuoi, io verrò con te, fine!», esclamo, spazientito, per poi pentirmene: il suo orgoglio non me la farà passare tanto liscia…

…E appunto.

«Se io voglio?! Se ti costa così tanto, allora, non ti obbligo! Posso andare benissimo da sola! Mi so difendere, sai?!», asserisce, offesa.

«Oh, lo so benissimo. Ma vorrei ricordarti che noi due siamo sposati… Dunque, se tu vai, io vado. Punto.», replico, ormai incastrato del tutto.

Ma come diavolo ho fatto a ridurmi così? Sono diventato uno zerbino umano, altroché! E pensare che io ho sempre criticato gli uomini asserviti alle donne -cominciando da mio padre e finendo a Naruto, per passare attraverso tutta una sequela di casi patologici-, e invece sono stato il primo a farmi incastrare... e così giovane, poi! E questo anello all’anulare sinistro è il marchio indelebile e imperituro della mia eterna schiavitù…

«E’ questa l’unica ragione per cui vuoi venire?! Perché siamo sposati?! Altrimenti non verresti, non è vero?», replica, proseguendo a gustarsi il gelato e assottigliando gli occhi chiari.

E, istintivamente, so chi mi ha ridotto così: è tutta colpa di questa complicata e stremante donna. Quando, cinque anni fa, ci siamo messi insieme durante l’ennesimo esame dei Chuunin a cui l’Hokage -che, da brava comare, voleva combinare un bel pangrattato fra i nostri due Villaggi- ha preteso la presenza di Temari, ho iniziato a fare la spola fra un Villaggio e l’altro quasi tutte le settimane. Quando sei mesi fa però ho commesso il gravissimo quanto peccaminoso errore di chiederle di venire a convivere con me, i suoi fratelli hanno decisamente obbiettato l’idea e stavano per uccidermi; e questo, dunque, è stato il nostro compromesso.

Ed è così che mi ritrovo al tavolino di una gelateria a litigare per quisquilie con questa seccante donna.

Sbuffo, chiudo gli occhi e mi gratto abulicamente la testa per cercare una via d’uscita, mentre simpatizzo sempre più con la simpatica stracciatella che si sta via via liquefacendo sotto i miei occhi.

«Oh, be’… molto probabilmente, se non lo fossimo, borbotterei un po’, ti maledirei, sbadiglierei… e poi verrei comunque. E invece, adesso sono passato subito all’ultima fase… che bravo marito che sono diventato, eh?», rispondo.

Lei sembra estremamente soddisfatta di questa risposta.

«Tutto merito mio, ciccio. Sono io che ti ho messo a stecchetto.», replica, sorridendo.

«Oh, no! Sono io che mi sono adattato al tuo caratteraccio, seccatura!», pigolo, piccato.

Lei solleva entrambe le sopracciglia e assume un’espressione piuttosto dubbiosa.

«Forse, vorrai dire che sei tu che ti sei fatto modellare da me, mister Pesaculo. Ma io non ci sono ancora riuscita del tutto, evidentemente.»

Donna seccante e anche ingrata. Io faccio di tutto per non litigare e lei mi provoca deliberatamente!

«Non è qualcosa di cui andare poi troppo fieri, Tem. Questa mia remissività dimostra solo quanto sia terribile e dittatoriale il tuo carattere.», replico, leccando ancora il mio gelato e tamburellando superbamente le dita sul tavolino.

Lei rimane alquanto infastidita da quest’affermazione; pondera un po’, elevando gli occhi al cielo, e poi esclama:

«O forse dimostra solo quanto tu sia privo di carattere.»

Schiocco la lingua, piccato, e socchiudo gli occhi.

«Io, privo di carattere? Ma se sono uno dei jonin più stimati del villaggio!»

Lei pare scrutarmi e si fa più vicina.

«…E allora, forse vuol dire che non ti fai rispettare abbastanza.», sentenzia.

Emetto un breve risolino ironico.

«Non credo. Faccio filare per bene i miei sottoposti.»

«Be’, allora forse vuol dire… che hai paura di me.», propone dunque, ridacchiando; e questa sua risata così allegra e spensierata risuona nelle mie orecchie e mi fa sorridere, come sempre.

«Paura di te? Io, Shikamaru Nara, che ho paura di una donna, nonché mia moglie?», replico, incredulo.

«Be’, allora…» si fa più vicina, socchiudendo gli occhi e ghignando ancor di più «questa tua remissività mostra solo quanto tu sia cotto di me

Mi mordo un labbro; il mio tanto vituperato orgoglio mi urla di ribellarmi, ma il mio cervello mi suggerisce che ciò che ha appena detto, in effetti, è tremendamente vero.

Io sono veramente pazzo di questa terribile donna.

«I-in ogni caso…», balbetto, sentendomi però arrossire e guardando altrove «andiamo al cinema stasera, sì o no?»

Lei ci pensa un po’ su.

«Uhm, adesso non è che mi vada più di tanto.», ammette, sincera.

Testarda, seccante e pure lunatica. Me la sono scelta bene, eh.

«E allora, Temari, che diavolo vuoi fare?»

Lei rotea gli occhi e pondera; non ha ancora finito il gelato e ogni tanto lo lecca.

«Eh, in verità volevo solo darti guaio. Ma tu, ormai, sei talmente remissivo e docile che fai tutto quello che dico, e non c’è più gusto.», dice, mogia.

Io la scruto biecamente e digrigno i denti, virilmente ferito.

«Seccatura… sei l’essere più ingrato e scocciante della terra, lo sai, sì?»

Lei sorride.

«Oh, lo so perfettamente. Ma sono anche l’unica capace di farti smuovere dalla tua totale apatia, non è vero?»

M’inumidisco le labbra e inghiottisco l’ultimo pezzo di cono.

E, ancora una volta, è tutto totalmente vero. Lei è ed è sempre stata l’unica capace di tenermi testa e di farmi abbassare la cresta, l’unica capace di farmi smuovere il culo e camminare ininterrottamente per tre giorni per passare con lei solo qualche ora a Suna; e tutto questo è qualcosa di decisamente strano, dal momento che io sono sempre stato un ragazzo intrinsecamente e patologicamente pigro. E invece mi sono andato a scegliere una come lei, energica e testarda, che di svogliato non ha proprio niente.

«Hai ragione, seccatura.», ammetto, sospirando e guardandola.

«Come sempre, crybaby.», replica, superiore.

Con un ultimo morso, finisce il suo gelato; si pulisce la faccia, si stiracchia un po’ e appoggia rozzamente la schiena allo spalliera.

«E dunque?», chiede infine.

Io, che nel frattempo ho pagato il conto, mi giro e la studio.

«Dunque che?»

Lei alza gli occhi, spazientita, e sbotta:

«Vuoi andare, sì o no?»

Mi gratto la fronte. No, con questa qui ogni logica va a farsi benedire, non c’è proprio rimedio.

«Ma se tu hai detto che non volevi più andare!», le faccio notare.

«Sì, io non voglio più andare… forse. Ma tu, che diavolo vuoi fare?», chiede.

Che qualcuno mi dia la forza…

«Io, che voglio fare? Piuttosto, dovresti deciderti tu! Io sono pronto per andare, ma se a te non va non andiamo!»

Si butta in avanti, pesta un piede per terra e risponde:

«Oh, Shikamaru! Non è che si va al cinema solo perché lo voglio io! Dovresti volere anche tu qualcosa, ogni tanto! O sei troppo pigro per prendere decisioni, eh?»

«Io sono troppo pigro? Sei tu che ti imponi! E io, per evitare di litigare, lascio perdere e abbozzo!», replico, assolutamente esausto.

«Oh, per cortesia! Sembra che tu sia costretto a fare tutto, persino a respirare! E accetti qualsiasi cosa che propongo con un’espressione così scocciata, come tuo solito! Secondo te, dovremmo sempre restare a casa a guardare il cielo! Il cielo, pesaculo! Ma per favore, eh!»

Esalo un pesante respiro e mi alzo, distrutto; lei strascica la sedia indietro, scatta in piedi e mi viene vicino. Iniziamo così a camminare in silenzio, finché lei non sbotta:

«Oh, ti sei offeso adesso?»

Schiocco la lingua e la guardo da sotto in su: il suo cipiglio severo e tosto sembra adesso addolcito da un po’ di sano -e giusto- senso di colpa.

«Nah. Sei solo estremamente pesante, Tem. Tutto qui.»

Lei abbassa gli occhi e arrossisce, camminando un po’ più vicino a me; io sbuffo, le scompiglio i capelli e le passo un braccio sopra le spalle.

«…Ma io oramai so come sopportarti. Si impara a convivere con le disgrazie, dopo un po’ di tempo.», borbotto burberamente.

Lei mi prende la mano e mi guarda da sotto in su con quell’aria di sfida e di contesa che da sempre caratterizza il nostro rapporto, e che da sempre io amo.

«E io sarei una disgrazia, dunque?», chiede.

«Mh, più o meno.»

Continuiamo a camminare, beandoci della vicinanza l’uno dell’altra, godendoci della strana assenza di battibecchi che di solito si viene a creare.

«Dunque, che facciamo stasera?», chiede lei per l’ennesima volta.

Sbuffo.

«Mhbe’, potremmo andare al cinema, insomma. E a me va.», propongo infine, esausto.

Lei alza pesantemente un sopracciglio, ammicca maliziosamente e suggerisce:

«Oppure… be’, potremmo restare a casa… e fare qualcosa di più… non so, divertente, stimolante, piacevole…»

Schiocco la lingua, parecchio interessato.

«Oh, be’… se a te va…», commento, fintamente indifferente.

«A me va, eccome. E a te, pesaculo? Sì o no?», replica lei, guardandomi di sbieco.

E, be’, come dirle di no…?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Due piccole note:

1. I cinema nel mondo di Naruto suppongo esistano. Quando Sasuke se ne va, viene inquadrata la sua stanza e c’è un televisore, ergo ci saranno anche i cinema, insomma °° E comunque ci sono pali della luce e telefoni, quindi…

2. Ovviamente, la donna che schiavizza Naruto è Sakura. <3

 

 

Ok, ok, lo ssso XD La fanfic è breve e pure un po’ scema, ma è il massimo che ho potuto fare. Questi giorni sono un casino per me XD Devo consegnare una fanfic entro domani (NaruSaku AU, con tanti pezzi neri, e mi manca ancora l’epilogo <3), ho dovuto scrivere questo, mandare email a destra e manca per invitare autrici e autori a partecipare a quest’evento, e per di più sono nervosa per la mia festa dei 18 che si svolge proprio oggi XD Ergo, posterò e commenterò domani le altre fanfic, non vedo l’ora di leggerle**

In ogni caso… FELICE SHIKATEMADAY A TUTTIIII *_______________________*

Ringrazio tanto tutte e tutti -sì, abbiamo anche qualche masculo XD- coloro che hanno partecipato! ** Grazie, gente! Facciamo sentire a tutta efp che le mosche nere ci sono e sono ben sveglie, eh!

 

E, già che ci sono, uppo il banner che ho appositamente composto per quest’evento** Eccolo qui!

 

 

 

 

 

PS: fra un po’ upperò pure il quarto capitolo di “Lunga vita al Re”, long fic ShikaTema <3 Mi farebbe enormemente piacere se recensiste! **

 

Vi prego, per cortesia, per favore… commentate. Non sopporto vedere tante letture, tanti preferiti e pochissimi commenti ._. credo sia perlomeno carino esprimere un proprio giudizio, soprattutto se siete anche voi autori! E non vi preoccupate a recensire anche dopo tanto tempo XD fa sempre molto, molto piacere, anche con commenti negativi. Ma, per cortesia, fatelo ^_^ E, cavolo, siamo in estate! Cinque minuti di tempo dedicati a recensire non vi uccideranno mica! ^^’ In ogni caso, risponderò a tutte le vostre recensioni, promesso ^^

 

E ricordate: ShikaTema regna.

E “black is back!” *________*

 

 

Alla prossima!

Clahp

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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