Yes or no?
I suoi
occhi furbi e brillanti mi guardano con palese aria di sfida, e un sopracciglio
alzato rende l’espressione ghignante ancora più superba; la sua
bocca è inclinata in un mezzo sorriso obliquo. Continua a leccare e
leccare il suo gelato -i cui gusti, ovviamente, sono i più astrusi che
si possa immaginare- e ne ingoia il contenuto a bocca spalancata proprio per
provocarmi a rimproverarla di mangiare compostamente; io la squadro, scocciato,
e faccio per redarguirla per la milionesima volta -sapendo bene che tutto
ciò finirà in litigio, e sapendo ancor meglio che vincerà lei-, ma la Scocciatura mi precede.
«Come
vuoi andare al cinema, stasera?», chiede, innocente.
Deglutisco
una manciata troppo grossa di gelato -i cui gusti, ovviamente, sono fra i
più banali e scontati-, tossisco violentemente e la squadro.
«S-stasera?», borbotto.
Lei studia
un pezzo estremamente grande di menta piperita e la lecca, gustandone il sapore
e gongolando per la mia espressione.
«Oh,
sì, pensavo di andare al cinema… Ovviamente, se tu non hai nient’altro da fare.»,
conclude distrattamente, guardando vogliosa il cono.
Grugnisco,
perché questa maledetta donna sa benissimo che la sera la mia pigrizia
è più acuta che mai, e che in serate calde come queste non fa certo
eccezione; ella sta provando talmente tanto gusto a punzecchiarmi che il suo
ghigno s’allarga ancor di più.
«No,
no…. Non faccio nient’altro.», rispondo, iniziando in
verità a sudare freddo. Il mio cervello -che misura qualcosa come duecento di quoziente intellettivo,
ricordiamolo- inizia a mandare una sequela di allarmi circa l’enorme sola che si sta profilando
all’orizzonte… ma ormai è troppo tardi. E questo Temari lo
sa perfettamente.
«Perfetto,
dunque! A te va, no?»
Mi
inumidisco le labbra. Oh, andiamo, è ovvio che non mi vada! E’
fine giugno, fa un caldo terribile e la mia apatia è più acuta
che mai… come diavolo potrebbe andarmi?!
Ma non ho
minimamente il coraggio di esprimere ad alta voce tutto ciò: non ho la
forza di litigare e, soprattutto, Temari quando viene contraddetta così
platealmente tende a diventare piuttosto violenta.
«Sssì… certo, se a te va.», borbotto,
guardando il mio gelato che si squaglia e sentendomi incredibilmente simile ad
esso sotto lo sguardo perentorio di lei.
Ma il mio
acutissimo cervello ricomincia a dar segnali: mi sono fregato, perfetto!
«Non
se a me va! Se a te va! Vuoi andare, sì o no?!», bercia Temari, i cui
occhi iniziano a dardeggiare.
Io
deglutisco ancora e mi mordo le labbra. Le donne!
Quanti problemi!
«Tu
vuoi andare, no…?», tento di dire, accondiscendente, cercando di
calmarla.
«Sì,
ma solo se tu vuoi!»
Sbuffo.
«Va
bene, dunque! Andiamo!», sentenzio, rassegnato.
Ma Temari
-e io lo so meglio di chiunque altro- non è ancora per niente
soddisfatta; lei vuole il litigio e
lei avrà il litigio. Mi
squadra reiterate volte, continua a leccare gustosamente e a bocca più
aperta possibile il suo gelato e dopo un po’ borbotta:
«Mica
ti costringo, eh. C’è qualcos’altro che vuoi fare, per
caso?», chiede, con fare stranamente comprensivo.
E tutta
questa pazienza mi puzza straordinariamente di sola.
«No,
no…», borbotto.
In
effetti, non voglio fare nient’altro stasera che stare sbracato sul
divano e fumare in santa pace; ma questo è davvero meglio non dirglielo.
«Oppure…
be’, potremmo rimanere a casa, senza andare
fuori…», propone, guardandomi e sospirando.
La studio.
Forse dopo tutto questo tempo questa donna terribile è diventata
comprensiva e paziente e io non me ne sono accorto…?
Deglutisco,
dando un’altra leccata al mio gelato.
«…Potremmo
benissimo. Ci sarebbe una ragione per non farlo…?», borbotto,
mentre un barlume di speranza si apre davanti a me. Mi asciugo una tempia dal
sudore e sorrido: ok, perfetto, anche stasera ozio total-
«La
ragione per non farlo, signor Pesaculo, ci sarebbe se
tu non volessi andare!»,
ribatte, piccata e ghignante.
«Oh,
Temari! Che seccatura che sei! Per me non ci sono problemi! Se tu vuoi, io
verrò con te, fine!»,
esclamo, spazientito, per poi pentirmene: il suo orgoglio non me la farà
passare tanto liscia…
…E
appunto.
«Se
io voglio?! Se ti costa così
tanto, allora, non ti obbligo! Posso andare benissimo da sola! Mi so difendere,
sai?!», asserisce, offesa.
«Oh,
lo so benissimo. Ma vorrei ricordarti che noi
due siamo sposati… Dunque, se tu vai, io vado. Punto.»,
replico, ormai incastrato del tutto.
Ma come
diavolo ho fatto a ridurmi così? Sono diventato uno zerbino umano,
altroché! E pensare che io ho sempre criticato gli uomini asserviti alle
donne -cominciando da mio padre e finendo a Naruto, per passare attraverso
tutta una sequela di casi patologici-, e invece sono stato il primo a farmi
incastrare... e così giovane, poi! E questo anello all’anulare
sinistro è il marchio indelebile e imperituro della mia eterna
schiavitù…
«E’
questa l’unica ragione per cui vuoi venire?! Perché siamo sposati?! Altrimenti non verresti, non
è vero?», replica, proseguendo a gustarsi il gelato e
assottigliando gli occhi chiari.
E,
istintivamente, so chi mi ha ridotto
così: è tutta colpa di questa complicata e stremante donna.
Quando, cinque anni fa, ci siamo messi insieme durante l’ennesimo esame
dei Chuunin a cui l’Hokage -che, da brava comare,
voleva combinare un bel pangrattato fra i nostri due Villaggi- ha preteso la presenza di Temari, ho
iniziato a fare la spola fra un Villaggio e l’altro quasi tutte le
settimane. Quando sei mesi fa però ho commesso il gravissimo quanto peccaminoso
errore di chiederle di venire a convivere con me, i suoi fratelli hanno
decisamente obbiettato l’idea e stavano per uccidermi; e questo, dunque, è stato il nostro
compromesso.
Ed
è così che mi ritrovo al tavolino di una gelateria a litigare per
quisquilie con questa seccante donna.
Sbuffo,
chiudo gli occhi e mi gratto abulicamente la testa per cercare una via
d’uscita, mentre simpatizzo sempre più con la simpatica
stracciatella che si sta via via liquefacendo sotto i
miei occhi.
«Oh,
be’… molto probabilmente, se non lo
fossimo, borbotterei un po’, ti maledirei, sbadiglierei… e poi verrei
comunque. E invece, adesso sono passato subito all’ultima fase… che
bravo marito che sono diventato, eh?», rispondo.
Lei sembra
estremamente soddisfatta di questa risposta.
«Tutto
merito mio, ciccio. Sono io che ti ho messo a stecchetto.», replica, sorridendo.
«Oh,
no! Sono io che mi sono adattato al tuo caratteraccio, seccatura!», pigolo,
piccato.
Lei
solleva entrambe le sopracciglia e assume un’espressione piuttosto
dubbiosa.
«Forse,
vorrai dire che sei tu che ti sei
fatto modellare da me, mister Pesaculo. Ma io non ci sono ancora riuscita del tutto,
evidentemente.»
Donna
seccante e anche ingrata. Io faccio di tutto per non litigare e lei mi provoca deliberatamente!
«Non
è qualcosa di cui andare poi troppo fieri, Tem.
Questa mia remissività dimostra solo quanto sia terribile e dittatoriale
il tuo carattere.», replico, leccando ancora il mio gelato e
tamburellando superbamente le dita sul tavolino.
Lei
rimane alquanto infastidita da quest’affermazione; pondera un po’,
elevando gli occhi al cielo, e poi esclama:
«O
forse dimostra solo quanto tu sia
privo di carattere.»
Schiocco
la lingua, piccato, e socchiudo gli occhi.
«Io,
privo di carattere? Ma se sono uno dei jonin
più stimati del villaggio!»
Lei pare
scrutarmi e si fa più vicina.
«…E
allora, forse vuol dire che non ti fai rispettare abbastanza.»,
sentenzia.
Emetto un
breve risolino ironico.
«Non
credo. Faccio filare per bene i miei sottoposti.»
«Be’,
allora forse vuol dire… che hai paura di me.», propone dunque,
ridacchiando; e questa sua risata così allegra e spensierata risuona
nelle mie orecchie e mi fa sorridere, come sempre.
«Paura
di te? Io, Shikamaru Nara, che ho
paura di una donna, nonché mia
moglie?», replico, incredulo.
«Be’,
allora…» si fa più vicina, socchiudendo gli occhi e
ghignando ancor di più «questa tua remissività mostra solo
quanto tu sia cotto di me.»
Mi mordo
un labbro; il mio tanto vituperato orgoglio mi urla di ribellarmi, ma il mio
cervello mi suggerisce che ciò che ha appena detto, in effetti, è
tremendamente vero.
Io sono
veramente pazzo di questa terribile donna.
«I-in ogni caso…», balbetto, sentendomi
però arrossire e guardando altrove «andiamo al cinema stasera,
sì o no?»
Lei ci
pensa un po’ su.
«Uhm,
adesso non è che mi vada più di tanto.», ammette, sincera.
Testarda,
seccante e pure lunatica. Me la sono scelta bene, eh.
«E
allora, Temari, che diavolo vuoi fare?»
Lei rotea
gli occhi e pondera; non ha ancora finito il gelato e ogni tanto lo lecca.
«Eh,
in verità volevo solo darti guaio. Ma tu, ormai, sei talmente remissivo
e docile che fai tutto quello che dico, e non c’è più
gusto.», dice, mogia.
Io la
scruto biecamente e digrigno i denti, virilmente ferito.
«Seccatura…
sei l’essere più ingrato e scocciante della terra, lo sai,
sì?»
Lei
sorride.
«Oh,
lo so perfettamente. Ma sono anche l’unica capace di farti smuovere dalla
tua totale apatia, non è vero?»
M’inumidisco
le labbra e inghiottisco l’ultimo pezzo di cono.
E, ancora
una volta, è tutto totalmente vero. Lei è ed è sempre
stata l’unica capace di tenermi testa e di farmi abbassare la cresta,
l’unica capace di farmi smuovere il culo e camminare ininterrottamente
per tre giorni per passare con lei solo qualche ora a Suna; e tutto questo
è qualcosa di decisamente strano, dal momento che io sono sempre stato
un ragazzo intrinsecamente e patologicamente pigro. E invece mi sono andato a scegliere
una come lei, energica e testarda, che di svogliato non ha proprio niente.
«Hai
ragione, seccatura.», ammetto,
sospirando e guardandola.
«Come
sempre, crybaby.»,
replica, superiore.
Con un
ultimo morso, finisce il suo gelato; si pulisce la faccia, si stiracchia un
po’ e appoggia rozzamente la schiena allo spalliera.
«E
dunque?», chiede infine.
Io, che
nel frattempo ho pagato il conto, mi giro e la studio.
«Dunque
che?»
Lei alza
gli occhi, spazientita, e sbotta:
«Vuoi
andare, sì o no?»
Mi gratto
la fronte. No, con questa qui ogni logica va a farsi benedire, non
c’è proprio rimedio.
«Ma
se tu hai detto che non volevi più andare!», le faccio notare.
«Sì,
io non voglio più
andare… forse. Ma tu, che
diavolo vuoi fare?», chiede.
Che
qualcuno mi dia la forza…
«Io,
che voglio fare? Piuttosto, dovresti deciderti tu! Io sono pronto per andare, ma se a te non va non andiamo!»
Si butta
in avanti, pesta un piede per terra e risponde:
«Oh,
Shikamaru! Non è che si va al cinema solo perché lo voglio io! Dovresti volere anche tu qualcosa, ogni tanto! O sei troppo
pigro per prendere decisioni, eh?»
«Io sono troppo pigro? Sei tu che ti imponi! E io, per evitare di
litigare, lascio perdere e abbozzo!», replico, assolutamente esausto.
«Oh,
per cortesia! Sembra che tu sia costretto a fare tutto, persino a respirare! E
accetti qualsiasi cosa che propongo con un’espressione così
scocciata, come tuo solito! Secondo te, dovremmo sempre restare a casa a
guardare il cielo! Il cielo, pesaculo! Ma per favore, eh!»
Esalo un
pesante respiro e mi alzo, distrutto; lei strascica la sedia indietro, scatta
in piedi e mi viene vicino. Iniziamo così a camminare in silenzio,
finché lei non sbotta:
«Oh,
ti sei offeso adesso?»
Schiocco
la lingua e la guardo da sotto in su: il suo cipiglio severo e tosto sembra
adesso addolcito da un po’ di sano -e giusto- senso di colpa.
«Nah. Sei solo estremamente pesante, Tem.
Tutto qui.»
Lei
abbassa gli occhi e arrossisce, camminando un po’ più vicino a me;
io sbuffo, le scompiglio i capelli e le passo un braccio sopra le spalle.
«…Ma
io oramai so come sopportarti. Si impara a convivere con le disgrazie, dopo un
po’ di tempo.», borbotto burberamente.
Lei mi
prende la mano e mi guarda da sotto in su con quell’aria di sfida e di
contesa che da sempre caratterizza il nostro rapporto, e che da sempre io amo.
«E
io sarei una disgrazia,
dunque?», chiede.
«Mh, più o meno.»
Continuiamo
a camminare, beandoci della vicinanza l’uno dell’altra, godendoci
della strana assenza di battibecchi che di solito si viene a creare.
«Dunque,
che facciamo stasera?», chiede lei per l’ennesima volta.
Sbuffo.
«Mh… be’, potremmo
andare al cinema, insomma. E a me va.»,
propongo infine, esausto.
Lei alza
pesantemente un sopracciglio, ammicca maliziosamente e suggerisce:
«Oppure…
be’, potremmo restare a casa… e fare
qualcosa di più… non so, divertente, stimolante, piacevole…»
Schiocco
la lingua, parecchio interessato.
«Oh,
be’… se a te va…», commento, fintamente
indifferente.
«A
me va, eccome. E a te, pesaculo? Sì o no?», replica lei, guardandomi di sbieco.
E, be’, come dirle di no…?
************
Due piccole note:
1. I
cinema nel mondo di Naruto suppongo esistano. Quando Sasuke se ne va, viene
inquadrata la sua stanza e c’è un televisore, ergo ci saranno
anche i cinema, insomma °° E comunque ci sono pali della luce e
telefoni, quindi…
2.
Ovviamente, la donna che schiavizza Naruto è Sakura. <3
Ok, ok,
lo ssso XD La fanfic
è breve e pure un po’ scema, ma è il massimo che ho potuto
fare. Questi giorni sono un casino per me XD Devo consegnare una fanfic entro domani (NaruSaku AU,
con tanti pezzi neri, e mi manca ancora l’epilogo <3), ho dovuto
scrivere questo, mandare email a destra e manca per
invitare autrici e autori a partecipare a quest’evento, e per di
più sono nervosa per la mia festa dei 18 che si svolge proprio oggi XD
Ergo, posterò e commenterò domani le altre fanfic,
non vedo l’ora di leggerle**
In ogni
caso… FELICE SHIKATEMADAY A TUTTIIII
*_______________________*
Ringrazio
tanto tutte e tutti -sì, abbiamo anche qualche masculo
XD- coloro che hanno partecipato! ** Grazie, gente! Facciamo sentire a tutta efp che le mosche
nere ci sono e sono ben sveglie, eh!
E,
già che ci sono, uppo il banner che ho
appositamente composto per quest’evento** Eccolo qui!
PS: fra
un po’ upperò pure il quarto capitolo di
“Lunga vita al Re”, long fic ShikaTema <3 Mi farebbe enormemente piacere se
recensiste! **
Vi prego, per cortesia, per favore… commentate. Non sopporto vedere tante
letture, tanti preferiti e pochissimi commenti ._. credo sia perlomeno carino
esprimere un proprio giudizio, soprattutto se siete anche voi autori! E non vi
preoccupate a recensire anche dopo tanto tempo XD fa sempre molto, molto
piacere, anche con commenti negativi. Ma, per cortesia, fatelo ^_^ E, cavolo,
siamo in estate! Cinque minuti di tempo dedicati a recensire non vi uccideranno
mica! ^^’ In ogni caso, risponderò a tutte le vostre recensioni,
promesso ^^
E ricordate: ShikaTema regna.
E “black is back!”
*________*
Alla prossima!
Clahp